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mercoledì 13 marzo 2013

Canzoni, la mia storia tra le righe


Canzoni che hanno segnato un’esistenza. Canzoni che ci accompagneranno per tutta la vita. Viaggio tra le righe della loro storia e dei ricordi personali.

di Luca Ferrari

Chi nella propria esistenza non ha le sue canzoni, quelle capaci di spalancare botole temporali e sentimentali? Viaggi impensabili. Soggettivi e speciali. Ascolto la placida Coccodrilli di Samuele Bersani e mi rivedo in treno verso la città di Liverpool. Dagli anni '80 al terzo millennio. Fino ad allora ignorata, ecco The Goonies 'R' Good Enough di Cindy Lauper e mi rivedo nel 2012 negli Stati Uniti in giro per l’Oregon.

Sarà che la prima rivista musicale che lessi fu Hard! e ne fui marchiato a fuoco dalla sezione "Between the Lines" dove venivano rivelati gli aneddoti delle canzoni più famose (Sweet Child o’ Mine, One, Smells Like Teen Spirit, etc.), fatto sta che oggi è arrivato il mio turno. Raccontare le canzoni. A modo mio, s’intende.

Ma farò di più del dire qualcosa sulla storia, il cd, la band, etc. perché una canzone non può essere solo una sequenza d’informazioni e per quanto belle possano essere le varie Smoke on the Water (Deep Purple), Stairway to Heaven (Led Zeppelin), Pure morning (Placebo) o la malefica versione di Sweet Dreams dei Marilyn Manson che sia, non vi diranno niente se non ci sarà un ricordo. Un momento particolare vissuto insieme a loro.

Ovviamente se qualcuno volesse raccontarmi la sua di canzone, Live on Two Hands è a disposizione. A dare il battesimo a questa sezione, la tonante Cochise (2002) degli Audioslave e posso già anticipare che nel corso dei prossimi mesi seguiranno i viaggi umano-musicali di War of Man (Neil Young), Freedom (Timoria), Jeremy (Pearl Jam), E-Bow the Letter (R.E.M. & Patty Smith), I fought the Law (Clash) e tante tante altre ancora.

I only know my mind
I am mine

I am Mine, by Pearl Jam

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