!-- Codice per accettazione cookie - Inizio -->

giovedì 20 luglio 2023

Vinicio Capossela, Il ballo di San Vito (addosso)

Vinicio Capossela nel videoclip della canzone Il ballo di San Vito

Estate 2003, la terra di Sud chiama. Il ballo di San Vito s'impossessa della mia anima malferma, mentre un mefistofelico Vinicio Capossela danza instancabile tra fuoco e taranta.

di Luca Ferrari

"[... ] Questo è il male che mi porto da trent'anni addosso
Fermo non so stare in nessun posto [...]", praticamente la mia descrizione di quando avevo 24-25 anni. Tormentato e iperattivo. Da Firenze al Salento e fino allo stato del Karnataka. Da Maglie, in Puglia, a Bangalore in, India. Il mio viaggio sulle note de Il ballo di San Vito inizia nella torrida estate 2003 quando su MTV vedo per caso uno speciale su Vinicio Capossela, e si parla anche del video di quella canzone. Ricordo ancora molto bene le sue parole, spiegando che il video ebbe non pochi problemi con la censura per qualche immagine sabbatica di troppo. Il caso volle che pochi mesi dopo mi ritrovassi proprio nella culla della taranta, la Puglia, e quella canzone ispirava sempre di più.

Passano tre anni e sono a fare il mio reportage internazionale nel sud dell'India. E lì, in un negozietto di musica, compro il cd Canzoni a manovella di Capossela. Sebbene l'album non contenga Il ballo di San Vito, trovo moltissime affinità etnico-folcloristiche con la canzone Maraja (altro video strepitoso). Poche volte la musica italiana ha fatto sfaceli nei miei gusti, ma Il ballo di San Vito sa toccare le note giuste. Anima inquieta per eccellenza, a quel tempo sentivo ancora la mia esistenza parte di un destino più che di una vita. "[...] Scaccia, scaccia satanasso, scaccia il diavolo che ti passa Le nocche si consumano, ecco iniziano i tremori Della taranta, della taranta, della tarantolata [...]" canta Capossela. Consumo una registrazione audio grossolana da tv a registratore, sono turbato ma in quel momento vedo un mondo che posso creare....

ALLA FERMATA SENZA STRADA ADDOSSO

Avrei potuto

anche danzare… è tutto quello

che riesco a peccare

contro la vita… Se questo sono io,

aggiorniamo almeno la notte

… spiriti indemoniati

risorgono senza esorcismi pirotecnici

o invocati

da abnormi catechesi fasulle


le figure si sono congedate

con quattro baci... com’è che adesso

anche noi

sembriamo avere un futuro?...

su che cosa sta soffiando

la musica dei demoni?... è come dover per forza

esistere… due persone cresciute

e una bomba nascosta

nelle caramelle


innocui ribaltoni sentimentali

hanno fatto la loro apparizione

tra deliri abbracciati

e la singolarità della pazzia...

le travi del sole

hanno sconfinato,

mi hanno chiuso in una stanza

insieme al cielo rosso…

voglio solo pensare di essere

sulla mia strada,

sprigionando ammirazione 

per ogni eremo ribellatosi

a tutti quei rituali competitivi

...c’è questo mondo, ci sono crisantemi 

e rose incarnate, non esistono

più gelosie

che potrebbero rattristare

questo male emozionato

(Maglie [LE], 24 Giugno’03 - Venezia, 20 Luglio ‘23)


Vinicio Capossela, Il ballo di San Vito

Nessun commento:

Posta un commento

Cerca nel blog

Post più popolari