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giovedì 7 ottobre 2021

(Anesthesia) Pulling Cliff

Cliff Burton, il bassista dei Metallica © Cliff Burton Facebook Page 

L'anima metal più autentica dei Metallica era scandita sulle possenti corde del bassista Cliff Burton (1962-1986). Sublimazione massima, la strumentale (Anesthesia) Pulling Teeth.

di Luca Ferrari

Un basso nero. Una foto androgina che sembrava rimandasse al bassista dei Metallica, Cliff Burton. Una storia che era appena agli inizi. In un'epoca ancora dominata dai walkman, le sale prove, i testi/poesie scritti a mano in inglese su carta colorata e le tante leggende/maledizioni interiori, mi arrivò anche l'onda di quell'anomala figura. Cliff era l'elemento più taciturno della band, ma se ci ripenso, non furono le affinità caratteriali ad avvicinarmi a lui, semmai la strana somiglianza tra il capelluto musicista e una persona che avevo da poco incontrato ma che ancora oggi mi capita di rincontrare, sebbene lontana dal suo paese natale.

Nel 1985 avevo appena nove anni e non starò certo qua a raccontarvi balle che a quell'epoca ascoltassi i Metallica o anche solo conoscessi quel genere musicale. Ci sarei arrivato esattamente dieci anni dopo, mentre nelle mie vene scorreva impetuoso e malinconico il sound di Seattle. Di infatuarmi del sound dei (primi) Metallica ci misi molto poco. Partii da ...and Justice for All, approdai facilmente al Black Album, e in un tardo autunno estenuante iniziarono a scorrermi nelle vene le cassette (duplicate) dei primi tre album: Kill'Em All (1983, Ride the Lighting (1985) e Master of Puppets (1986), dove suonò Cliff Burton prima del tragico incidente.

La mia storia musicale è stata segnata, purtroppo, da tanti suicidi illustri, a cominciare da quello di Kurt Cobain (1994), al quale purtroppo seguirono negli anni Duemila quelli di molti altri vocalist, a cominciare da Layne Staley (Alice in Chains, † 2002), pet una tragica casualità ritrovato morto lo stesso giorno (5 aprile) del cantante dei Nirvana, e anch'esso dell'area di Seattle. Passano gli anni e ci salutarono anche Chester Bennington (Linkin Park, † 2012), Scott Weiland (Stone Temple Pilots, † 2015), Chris Cornell (Soundgarden, † 2017) e Dolores O' Riordan (The Cranberries, † 2018).

Lui Cliff  Burton, capelli lunghissimi, baffetti e look anni '70, morì per una tragica fatalità, durante il tour europeo di Master of Puppets, quando il bus ebbe un incidente. Meno appariscente dei tre compagni metal, ebbe un ruolo fondamentale nell'esplosione della band. Già bassista dei Metallica dal 1982 dopo l'addio di Ron McGovney, divise il palco e le songs del primo album anche col chitarrista solista Dave Mustaine, poi allontanato e fondatore dei Megadeth, che fu sostituito da Kirk Hammet, ultimo tassello della band di Frisco insieme al cantante James Hetfield e il batterista Lars Ulrich.

Ascoltare il primo album dei Metallica è immettere in circolo un'epoca che non c'è più, esattamente come la nostra giovinezza. Senti quei versi, quelle note, iniziando a sgomitare tra le conchiglie rotte del proprio passato. Senza nulla togliere al bassista Jason Newsted (la cui successiva uscita dalla band di Frisco nel 2001, segnerà il tramonto definitivo della band), ascoltare le canzoni dei Metallica quando al basso c'era Cliff Burton, significa ripensare a delle atipiche amicizie. Un'epoca dove i punti interrogativi del presente danzavano frenetici e silenziosi in uno scambio di eteree follie e fiocchi di neve, pizzicati da un mondo che non sembrava disposto a cambiare, se non quando tutti fossimo riusciti ad essere grandiosamente uniti.


ESPOSTO, SENZA DIMENTICANZE

Somiglianze e capovolgimenti
arroccati... Incontri
rimandati, collezioni di salvezze
allergiche a contrizioni indotte...

Questa è una storia non-comune
di treni nella notte
e fondamenta spaesate… Ma tu
ci hai mai davvero
creduto a una rivoluzione? 
I tetti bianchi degli scogli
pensavo ci avrebbero ascoltato
per sempre, poi un giorno
di quegli appunti
era rimasta solo una entità
rampicante

Un quaderno degli appunti
è ancora così simile
a una unione spirituale
sgusciata via… Poi le strade frenarono.
S'incastrano.. la polvere
si svuota dei propri spari
ed ecco il contenuto farsi meccanismo
e contrasto.. è il peso dei pensieri,
il nostro estenuante
ripensare a più piani...

Da qualche parte
ho ancora un elenco dei manicomi
aperti… Li avevo
copiati in ottima calligrafia... Forse
era uno scherzo, forse
il mio primo tentativo
in cui volessi sentirmi
considerato… 

Non guardarmi

se non sai
cosa sia davvero 
l’abbandono di un abbraccio,
per troppo tempo
le mie dediche sono state
fiammelle schiacciate
dalle strade con troppo sole...

quello non era comunque
il nostro tempo...
quella non era comunque
la nostra identità...
quello non era ancora
la mia ribellione definitiva
sotto un palco... 
quella era almeno la nostra somiglianza 
dove i boccoli 
gestivano l'anima
in un frastuono deciso e cosmopolita...
                                                                            (Venezia, 7 ottobre '21)

Cliff Burton (Metallica) suona dal vivo Anesthesia Pulling Teeth

Metallica (da sx): James Hetfield, Lars Ulrich, Kirk Hammet e Cliff Burton 
© 
Cliff Burton Facebook page

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