James Hetfield, cantante-chitarrista dei Metallica, durante la performance live di Creeping Death |
di Luca Ferrari
Nella storia delle religiosi si trovano gli avvenimenti più fantasiosi e cruenti. Nella storia delle religioni e i loro onnipotenti umanamente evocati, detentori della verità e i loro seguaci hanno commesso i crimini più atroci. Peggiori anche della politica. Nel Vecchio Testamento, il dio degli ebrei si scagliò contro la truce dittatura egiziana con le celebri piaghe, inviando infine l'angelo sterminatore che colpì a morte tutti i primogeniti del Regno. Quella storia rimase impressa nella mente di James Hetfield, che nel secondo album dei Metallica, Ride the Lighting (1984), ne utilizzò l'ispirazione per la potente Creeping Death.
Nel 2020 la morte corre impalpabile col nome di coronavirus. Il contagio è iniziato in Cina, almeno così sembra, ed è via via proseguito ovunque. In Italia la situazione è sempre più drammatica ed è stata dichiarata tutta zona rossa, dalle Alpi alla Sicilia. Un virus inarrestabile di cui si sa ancora troppo poco. E se all'inizio la morte sembrava una diretta conseguenza solo per le persone avanti con l'età e con già problemi cardio-polmonari, nelle ultime settimane ha iniziato a mietere vittime anche in età più giovani. Nonostante l'allarme, ancora in troppi non ne capiscono la pericolosità e da incoscienti escono anche quando potrebbero (dovrebbero) fare a meno, diventando potenziali veicoli di contagio.
Tra gli addetti del mestiere e amanti delle sonorità più autenticamente metal, Ride the Lighting si contende con Master of Puppets (1986) il ruolo di album migliore in assoluto dell'intera discografia dei Metallica. Nel ventre della seconda fatica dei quattro di Frisco, quando ancora al basso militava Cliff Burton (1962-1986), ci sono immortali perle del genere, su tutte la possente For Whom the Bells Tolls e la straziante Fade to Black. Penultima traccia dell'album, Creeping Death, suonata quasi sempre dal vivo, molto amata dal pubblico e ulteriormente esaltata dal bassista Jason Newsted che dava il suo grave contributo alle parti canore. Adesso però, quella storia di morte è diventata una realtà di tutti i giorni.
L'INTRANSIGENZA DELLE IDENTITÀ AGGREDITE
Sparpagliati, qualunquismo... la
ragione si è fatta da parte,
ci sono le cresime della mortalità.
Un afflato, un respiro... Un'accusa
del nuovo domani
senza nessuno di loro... Non
si spostano i/le file. Non si colorano
più le tonalità. Un giallo
è un pezzo di cielo senza tridente
né punto a capo...
Leggo le vostre promesse,
me le inviate ogni giorno... Leggo
i vostri ricordi
come se avessero più valore
adesso che tutti li possono riassumere... Leggo
la vostra intransigenza
nel diffamare l'ignoranza
di ciò che avete sempre saputo
Facciamo il punto sulla morte.
Facciamolo. Facciamo l'ennesimo
aggiornamento
su tutto ciò che non abbiamo capito.
Fuori dalla mia porta
ci sono ancora e solo i nostri nomi.
Dentro la mia porta
c'è solo l'amore per una donna
e un bambino.
Fuori dalla mia porta la morte
corre tra gli ovuli delle nostre
coreografate dichiarazioni,
ed è ancora uno scherzo... un titolo... un arrivederci...
Ci sono le distanze
e ci sono gli stessi abbracci... C'è
la solitudine incompresa... Nuovi letti
in silenzio attendono inquilini.
Impauriti. Inermi. Inabili al domani.
…
Non ho altoparlanti, non ho balconi.
Non ho striscioni, ho tanta paura.
Tu sei lì fuori, ora spengo
le luci... Vi voglio ancora ritrovarci tutti...
(Venezia, 19 Marzo '20)
Nessun commento:
Posta un commento