Axl Rose nel videoclip di November Rain (Guns 'n' Roses) |
di Luca Ferrari
19 luglio 1994 h. 14,20, risposi così. Non lo sapevo fare ma accadde. Non ne sapevo nulla ma era troppo tardi. Tutto lì, uscito. Ora non lo avrei più potuto ignorare. Ora non lo avrei più saputo ignorare. Adesso il mondo era cambiato. Da quel momento in poi sarei diventato il solo abitante del mio Pianeta senza ossigeno con sole vallate infinite e disabitate per nascondermi. Adesso per vivere avrei dovuto lasciar sgorgare il sangue. Adesso il marcio di quelle barricate si erano dissolto e non sarebbe più esistita alcuna strada verso casa. Faceva caldo e io divenni parte dell'infinito...
Tutto quello che era successo prima venne spazzato via. Un incendio di ghiaccio. Una tempesta di fuoco. Tutto sospeso, insieme. La fine di un mondo senza giudizio. I fiumi camminavano per le strade e la notte divenne d'improvviso una tela per annotare ogni singola benda rifiutata. La musica dei Guns 'n' Roses era una delle poche realtà capaci di comunicarmi qualcosa. D'improvviso sentii il nulla, come quegli attimi di silenzio prima del ritornello finale di November Rain, mentre nel videoclip tutti si nascondono dalla pioggia dirompente. Io rimasi lì, a farmi travolgere. Il mondo stava per conoscere una nuova persona.
LA PIOGGIA GRONDANTE D'INCHIOSTRO
potrei fare i nomi
e non andrei a letto soddisfatto... potrei
approfittare
di questo inaspettato
momento di solitudine reiterata,
e magari alla fine di questo istante
non apparterrei più
a questo mondo... potrei
ricominciare
a scrivere un diario ed entro
la fine della mia corsa
dentro il mondo, finirei
non apparterrei più
a questo mondo... potrei
ricominciare
a scrivere un diario ed entro
la fine della mia corsa
dentro il mondo, finirei
per ripetermi
che nulla saprà più cambiare... posso
prendere fiato
o devo per forza sopprimere
la spietata luminosità
che non si fece scrupoli
nell'ignorare
tutto quella dolcezza a cui venni
strappato?... non
conto più le differenze
e già allora
dentro il mio bagaglio
c'erano solo chiavi,
che nulla saprà più cambiare... posso
prendere fiato
o devo per forza sopprimere
la spietata luminosità
che non si fece scrupoli
nell'ignorare
tutto quella dolcezza a cui venni
strappato?... non
conto più le differenze
e già allora
dentro il mio bagaglio
c'erano solo chiavi,
coperte dalla fodera abrasiva
e corolle di caminetti
senza un bosco a cui pensare
quando anche l'ultima candela
avrebbe scelto
la via del silenzio... tu non c'eri,
e nemmeno noi... non
ci sono statue di questi giorni
e nemmeno stazioni
le cui cartoline di sughero
possano intenerire
la ragione di qualche avventato
straniero... vorrei potervi
tramandare che ho scelto di fare
tutto ciò che si è compiuto... vorrei
potervi tramandare
che nelle memorie del domani
l'acqua rimasta fuori dal cuore
abbia incontrato
un oceano di passaggio, e che io
sia stato solo invisibile
per qualche oscura dinastia
temporale... si facciano pure
avanti i fulmini e i tuoni, ho
ancora il quaderno aperto...
(Venezia, 14.37, 19 Luglio 2019)
e corolle di caminetti
senza un bosco a cui pensare
quando anche l'ultima candela
avrebbe scelto
la via del silenzio... tu non c'eri,
e nemmeno noi... non
ci sono statue di questi giorni
e nemmeno stazioni
le cui cartoline di sughero
possano intenerire
la ragione di qualche avventato
straniero... vorrei potervi
tramandare che ho scelto di fare
tutto ciò che si è compiuto... vorrei
potervi tramandare
che nelle memorie del domani
l'acqua rimasta fuori dal cuore
abbia incontrato
un oceano di passaggio, e che io
sia stato solo invisibile
per qualche oscura dinastia
temporale... si facciano pure
avanti i fulmini e i tuoni, ho
ancora il quaderno aperto...
(Venezia, 14.37, 19 Luglio 2019)