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Visualizzazione post con etichetta The Doors. Mostra tutti i post
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martedì 21 gennaio 2025

1995-2025, trent'anni di rock e vita

Rock e vita vissuta © Luca Ferrari

Il 1995 fu l'anno decisivo che marchiò a fuoco la mia vita col rock. Fu l'anno di rottura definitivo con il passato. Fu l'inizio di una nuova epoca e indelebili giuramenti di sangue.

di Luca Ferrari

Nirvana e Guns 'n' Roses. Pearl Jam e The Doors. Soundgarden, Green Day e The Offspring. Cambiò tutto. Mi ricordo tutto. Vorrei ricordare meno ma non è mai stato così. Troppo doloroso. Troppo importante. Troppo totalizzante. Il 1995 segnò una svolta definitiva (e devastante) nella mia vita. Nei primi mesi non c'era nessuno se non un vuoto lancinante, voluto ed estremo. Nei primi mesi ci fu solo lui. Il rock iniettato in modo costante e continuo. La loro musica fu la sola compagna di vita. Un diluvio incessante e purificatore. Quelle band mi entrarono in circolo, diventando più parte del mio essere sanguinoso, sanguinolento e sanguigno. The Man Who Sold the World (Nirvana)Out Ta Get Me (GNR) e Jeremy (PJ), sono le prime tre canzoni che mi vengono in mente se ripenso ai primi mesi del 1995. Ognuna con la sua cruciale importanza. Ognuna con la sua irrefrenabile e rabbiosa malinconia. Ognuna con la sua tragi-storia inscritta nella mia anima in mutamento.

Parola chiave, verità. Fu il concetto che cambiò il corso del mio cammino a partire dal 1995. Quella verità che mi ero negato per anni. Quelle verità soffocate nel nome della paura e del silenzio. Quella verità che ritrovai nella lettera di addio di Kurt Cobain. Quella verità che adesso doveva uscire a dispetto di tutto e più che altro di tutti. Quella verità che avrebbe dovuto risorgere dalla tomba e avanzare. Quella verità vendicativa e senza più limiti. Quella verità che non si sarebbe dovuta mai più piegare a nulla, e soprattutto a nessuno. Quella verità sublimata nella canzone Frances Farmer Will Have Her Revenge on Seattle (In Utero - Nirvana), dove Kurt impresse su carta le parole: "She'll come back as fire/ To burn all the liars( and Leave a blanket of ash on the ground - Lei tornerà come il fuoco/ Per bruciare tutti i bugiardi/ E lasciare per terra un mucchio di cenere".

Per ricominciare serviva anche una casa e così fu. Trovai il mio angolo (abbandonato) di mondo dove essere me stesso. Di giorno e di notte ero lì, a scrivere e a pensare. Sempre da solo tra domande, lacrime e un'incessante alienazione. Anche con la pioggia o col freddo, ero sempre lì. Il dolore definì chi fossi veramente. Iniziai a vagare e continuai a farlo. Io e il walkman, nulla di più. Sono passati trent'anni da allora ma non ho mai dimenticato la cruciale importanza di quel periodo della mia vita. Trent'anni dopo la mia vita è profondamente cambiata ma non sarò mai così ipocrita da fare finta che nulla sia successo. In quei mesi cambiò tutto e quel tutto nacque dalla sofferenza più atroce, qualcosa che non si dovrebbe vivere a 17 anni. Nulla fu più come prima. Trent'anni dopo so con certezza questo: se non avessi scelto la verità più difficile da vivere, affrontare e accettare, oggi non sarei qua. Se non fossi passato per quelle inevitabili apocalissi interiori, oggi non sarei qua... e non solo io. 


BLOODY OATH

è stato un lungo viaggio,
vorrei disfarmi
di molti bagagli… non
ho scelto la mia trasformazione,
ho creduto
in un domani puramente autentico,
non mi restava altro…
sono avanzato anche con le scarpe bagnate ma non ho scavato
quanto avrei voluto… vorrei
dire qualche altro addio
ma non sarà mai così… l'arrivo coincise con la fine... lì ero libero, senza mura né arazzi... è stata una pausa di assuefazione e immortalità... sarei voluto partire con qualche
scatolone in meno… gran parte
del mio mondo
è ancora lì dentro… gran parte
del mio mondo
non troverà mai pace… ci sono fiori
che non potranno
più crescere… c’è del sale
che non potrà mai essere bruciato… ci sono
stelle che non si potranno
più (s)muovere… le tribù
non hanno mai un lieto fine
anche se continuiamo a pensarlo…
ognuno ricorda
ciò che lo fa andare avanti,
non è mai stato
così per me… non accetterò mai
la parola perdono, e questo
lo rivolgo ancora a me stesso e lo grido altrove… tutto nacque
con un giuramento di sangue
e per molto tempo
è stata la sola melodia
che potessi far risuonare… non dimenticherò mai ciò che è stato, è il mio giuramento di sangue
…non ti lascerò mai solo
                                  (Venezia, 21 Gennaio ‘24)

Nirvana - Frances Farmer Will Have Her Revenge on Seattle

Rock e vita vissuta © Luca Ferrari

domenica 20 febbraio 2022

The Doors-Scott Weiland, uniti per Five to One

Scott Weiland canta Five to One insieme ai Doors

L'ennesimo e vigliacco atto di bullismo sul singolo. E la società dov'è? Sale la potenza (e la rabbia) di Five to One. Insieme ai Doors c'è Scott Weiland. Ascoltate queste paroline...

di Luca Ferrari

A quando il prossimo suicidio per bullismo? Ma è possibile che ancora oggi in Italia non ci siano soluzioni immediate per arginare questo tragico fenomeno sempre più dilagante? Alla lettura della notizia di una ragazzina tormentata da più di un anno e picchiata da 10 che l'hanno presa alle spalle, mi è tornata in mente la possente Five to One della rock band californiana The Doors. Ma invece che affidarmi alla versione originale con Jim Morrison (1943-1971), per scrivere qualcosa su questa vicenda, ho voluto affidarmi all'ugola rauca di Scott Weiland, inimitabile voce degli Stone Temple Pilots e Velvet Revolver.


Sarà anche per i miei infelici trascorsi, ma quando sento di questi episodi, una KillBilliana luce si attiva pericolosamente dentro di me. Ciò che oramai mi sorprende però, non è più l'atto in sé, ma come ci si possa sentire forti nel fare del male in tanti contro uno. Qualcosa anche di VascoRossiana memoria (Mi si escludeva). Oltre a questo, l'altro aspetto inquietante è l'immobilità della società, arrivando ad agire solo in casi davvero estremi e con l'adolescente di turno, ormai portato/a allo sfinimento, come è accaduto di recente alla tredicenne di Ardea, che non vuole più tornare a scuola. In questa devastante solitudine, provo col rock a dire qualcosa.


Tra i primi eterni sussulti musicali dei Pearl Jam, ci fu Jeremy, canzone scritta di getto dal cantante Eddie Vedder in memoria del giovane Jeremy W. Delle, suicidatosi in classe proprio a causa del bullismo. Altra anima musicale tormentata, Scott Weiland (1967-2015) incarna con dolorosa convinzione la celebre Five to One insieme agli altri tre musicisti originali dei Doors. In piena epoca dei figli dei fiori, Morrison cantava: "They got the guns/ but We got the numbers - Loro hanno le pistole, noi i numeri" ... Adesso credo che non abbiamo più nemmeno quelli, ma è tempo ormai di trovare soluzioni e reazioni che non lascino più spazio all'apocalittica solitudine di quei giovani, che non sapranno mai rialzarsi da soli. Mettete Five to One adesso, e leggete...


SULLE TRACCE DELLA MIA SOLITUDINE IMPLOSA

A chi tocca oggi? … volete le mie generalità? mi è accaduto tante taciute volte e forse accadrà ancora… fate attenzione alle mie tasche, non ci sono più guance solo incastri di iridi e sangue le vostre tracce sono ovunque, ma nessuno le vuole seguire… che cosa dobbiamo fare? vi siete organizzati per bene? … somma estrema di centimetri nello sgonfiarsi a precipizio sto venendo per voi, e non ho nessuna intenzione di parlare … non amo la compagnia chi è stato scelto per strofinare il fango delle vostre griffe? … la strada senza ritorno non è un’invenzione, e le mie nocche non sono testimonianze di alcuna emozione (e)voluta dove sono, dove siete stati? … chi le sarà accanto da quell’ultimo giorno a questo secondo appena tramortito? non lo sapeva nessuno, lo sapevano tutti.. lo sapevano tutti… nessuno diceva… è tutto così debolmente umano... è tutto così irrimediabilmente ignorato Sopravvivenza, ti rifiuto… Sopravvivere, non ricorderò più così le prime strisce pedonali delle nostre vite…

(Venezia, 20 Febbraio ‘22)

The Doors feat. Scott Weiland - Five to One (live)

martedì 16 ottobre 2018

Aspettando insieme l'estate dei Doors

The Doors - (da sx) John Densmore, Robbie Kriger, Ray Manzarek e Jim Morrison 
Parlo di oscurità perché oggi è quello che mi riporta oltre la fine. Oggi ancora di più i Doors e Waiting for the Sun suonano impetuosi nell'ignoto dei miei pensieri.

di Luca Ferrari

Si doveva arrivare a questo perché ci fossero anche loro, e in effetti con i Doors da Venice Beach, California, fu vero inizio. E in effetti con lei ci fu esattamente questo. Un passaggio dalla fanciullezza a un mondo che per due-tre anni ebbi l'illusione di poter navigare fino a quando non lasciai strapparmelo di mano. Ora ci penso, perché non dovrei farlo? Non voglio essere diverso dagli altri. Almeno oggi. Doors alla massima potenza in Waiting For the Sun. Curiosamente la canzone non fa parte dell'album omonimo nel quale svetta imperiosa la psichedelica Summer's Almost Gone. Dolorosamente adesso prendo la penna...

ALL’ANAGRAFE, “LUCI DI UNO BRACCATO”

Non ci potevo arrivare
e non saremmo stati i soli… e
l'inchiostro dagli alberi
non aveva mai avuto posto per quelle rocce.
E ormai il suo mondo
aveva fatto il proprio corso antico… ed
è stato così anche oggi… e
allora che cosa c’è di diverso
dal mio risveglio del passato?

Non vorrei
essere costretto a ripetermi…
Non vorrei
essere ingeneroso con quelle lettere
che a forza
divennero un’elegia ignifuga
per epitaffi
appena separati da un tiepido
flusso marino

la maggioranza di quelli
continueranno a vivere
e ricapitolare… e andremo a capo
senza ulteriore conoscenza del sole
né traiettorie divine dove le piume
delle nostre scarpe
potranno avere la forza di fare avanti e indietro
con il proprio personale Aldilà

una piccola spinta
e il fossato divenne spensierato cemento,
erba rossa e terra dolce… una constatazione
poi, è andarsene via per sempre…
la mia mano
adesso è tremula e per niente
intimorita… adesso
ho davvero poco di che fermarmi.
Oggi sono stato raggiunto
dalle parole di un’amica
… Oggi abbiamo ripensato
ai tanti oscuri giorni dopo… In pochi attimi
ce l’han portata via … questo non sarà mai
un addio
(Venezia, 16 Ottobre ’18)

Waiting for the sun, by The Doors

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