Bryan Adams - Drazen Petrovic, Michael Jordan, tifosi USA e coach Skansi
Dai canestri olimpici di Petrovic e il Dream Team, alle note poetiche di Bryan Adams e la sua immortale Heaven. Ricordi. Dolore. Emozioni. Lottare non sempre significa sopravvivere.
Drazen Petrovic contro Micheal Jordan. L'uncontro l'altro nella finale olimpica di Barcellona 1992 sulle note di Heaven (Bryan Adams). Quanto ho adorato questo videoclip, trovato per caso su Youtube quando la mia passione per il basket era ancora lontanissima. Qualcosa del Dream Team sapevo, potendo affondare addirittura nei miei ricordi di quindicenne. In questo videoclip si vede il meglio dei due campioni. Da una parte, la spumeggiante NBA. Dall'altra, lo spettro di una guerra fratricida (Balcani 1991-1996, ndr). Lì nel mezzo, a immaganizzare il tutto, la solitudine della mia adolescenza. Rivedo i due campioni e subito si fa strada un dissestato viaggio nel passato. Sento il dolore taciuto di una parte della mia esistenza che non è mai sbocciata. Quando guardo Drazen Petrovic, Michael Jordan e i loro compagni di squadra su quel campo, in quella partita e in quel preciso momento della Storia, un'onda di amarezza dirompente schiaccia ancora amaro. Nel mio piccolo avrei vissuto una non-vita per parecchio tempo che mi avrebbe privato per sempre degli anni più spensierati e costruttivi. Qualcosa che, non lo nego, farà sempre sanguinare una parte di me...
WAR, BALL… EMPATHY è la mia memoria oscurante,
metastasi spavalda
e oltraggiosamente
pensierosa … che cosa credevi
di sapere
dalla mia prosa curvilinea?
Non sono mai stato
in campo... Nessuno ti chiederà
di farmi nascondere...
Posso chiederti
di andartene? Mi confronterò
con tanti angeli terreni
nel prossimo immediato
e nessuno vuole
ci siano contagi questa volta...
Quello era un mondo
fatto ancora di porte… quello
era un mondo
dove il fuoco della morte
era lontano giusto il tempo
di un'infatuazione… Quello
era il mondo
dove la mia voce
non era capace di essere in disaccordo
nemmeno con se stessa
…sono arrivato a desiderare
solo quello che avrei trovato
nel modo più rinunciatario,
e allora perché
ho sempre empatizzato
con le preoccupazioni dell’anima
e gli alterchi azzerati del domani?
...
Che cosa significa non dimenticare?
Cadere senza preavviso,
è stato così e non ho mai avuto
il tempo di una spiegazione…
Un colpo di fulmine immediato, tonante come il suo equino protagonista. La colonna sonora del film Spirit - Cavallo selvaggio (2002) è pura poesia umano-musicale.
Coraggio. Libertà. Passione. Tutto questo è Spirit - Cavallo selvaggio(2002, Spirit: Stallion of the Cimarron), film diretto da Kelly Asbury e Lorna Cook per la DreamWorks Animations. Fu un amore sbocciato ancor prima di vederlo. Fu un amore incontenibile quando, finalmente davanti al grande schermo, iniziai ad ascoltare le canzoni e poi sul CD della colonna sonora. Il cantautore canadese Bryan Adams insieme alla collega Sarah McLachlan, il compositore Hans Zimmer e nella versione italiana, Zucchero. Ci sono film che non riusciresti mai a immaginare senza le loro musiche. Dalla saga di Guerre Stellari passando per i western di Sergio Leone fino a Rocky. Spirit - Cavallo selvaggio non è da meno. E io adesso vi sto per raccontare la storia di come quella colonna sonora mi elevò l'anima.
Eravamo in sei quel giorno al cinema. Una coppia di nonni e il loro nipotino. Una mamma e la sua figlioletta. Il sottoscritto. Avevo già adocchiato Spirit - Cavallo selvaggio (2002) da un pezzo. In una delle ultime agende/diari che tenni, avevo anche una foto ritagliata. Il caso volle che in un gelido e solitario gennaio fiorentino, venne riproposto in un cinema poco lontano da casa mia (zona campo di Marte). Un solo spettacolo verso le sei del pomeriggio. Era venerdì 17 gennaio. Così, finito di lavorare, andai direttamente. Quel film fu un colpo di fulmine istantaneo. Non solo mi piacque da impazzire la storia ma anche la musica, la cui ricerca della colonna sonora venne subito programmata per l'immediata mattinata successiva.
Al mio risveglio, sabato 18 gennaio, ero ancora con la testa a correre tra il Grand Canyon e così partii subito puntando il negozio di dischi dalle parti del mercato di San Lorenzo, ma non c'era. Andai avanti per tutta la mattinata fino a quando, ormai senza speranza, entrai in un piccolo negozietto nella piccola piazza San Marco e lì, il colpo di scena. Ce lo avevano! Lo comprai avidamente e un attimo dopo ero già verso casa per duplicarmelo in cassetta (all'epoca facevo ancora così) e spararmelo nel walkman. Per quel primo ascolto scelsi un'altura, e così salii sull'autobus per andare a Fiesole, che passava poco distante dalla mia abitazione. Arrivai lassù e quando ebbi il capoluogo toscano interamente sotto di me, iniziò un ascolto epico.
Here I Am, I Will Always Return, You Can't Take Me, Get Off My Back, Brothers Under the Sun, Don't Let Go, This Is Where I Belong, Sound the Bugle, Run Free sono le canzoni principali di una colonna sonora che vede 15 canzoni in tutto e scandisce, fotogramma per fotogramma, l'intera pellicola. Nessuno più di Bryan Adams avrebbe potuto interpretarle meglio. Nessuno più di Hans Zimmer avrebbe potuto dare voce al cuore palpitante che cavalca instancabile e deciso a non arrendersi mai. Sono rari i film di cui conosco tutte le canzoni. Mi viene in mente Singles - L'amore è un gioco (1992) ed Elizabethtown (2005), per un curioso caso, entrambi diretti dal Premio Oscar, Cameron Crowe.
Ogni articolo su Live on Two Hands ha sempre un video musicale. La canzone scelta è Get Off my Back, emblematica forse più di tutte. Il cavallo è stato catturato e ora deve essere domato ma Spirit non ci pensa nemmeno. Ci provano tutti i militari ma regolarmente finiscono col c**o per terra. Divertente quando sputa in faccia a un soldato. Il suo nemico però, è il Capitano e dopo aver fatto piazza pulita, gli si piazza davanti inferocito. Spirit non è solo coraggioso e quello che lo aspetta sarà un lungo viaggio. Arriverà anche il momento dello sconforto ma nulla e nessuno potrà e dovrà impedirgli di tornare nella sua terra. Ecco, mi piace pensare che Spirit mi abbia ispirato a tal punto da aver sentimentalmente realizzato tutto quello che volevo-.
Spirit ha continuato a raccontare storie. Tornato a vivere in laguna e scoperta la passione per la corsa, oltre alle canzoni del CD, iniziai a registrarmi su cassetta anche i dialoghi e determinate scene "musicali" sebbene in modo molto rudimentale, ma comunque efficace per quello che era il mio obiettivo. I pezzi forti erano due: Levati di dosso nella versione cantata da Zucchero e la strumentale Run Free (James Dooley, Steve Jablonsky, Hans Zimmer), quando Spirit e Piccolo fiume si librano nell'aria saltando da un picco di un canyon all'altro per sfuggire alle giubbe blu, pezzo che utilizzavo per l'ultimo tratto di corsa quando aumentavo la velocità fino a saltare.
Oggi, quando ascolto e vedo Spirit - Cavallo selvaggio, non ripenso solo alla mia difficile storia di quando comprai quel disco. Oggi sento una gioia sconfinata perché è uno dei film animati preferiti del mio figlioletto.
QUESTO È L’UOMO CHE CORRERÀ ANCHE QUANDO CI SARAI TU
questa storia è iniziata senza
nessuno di voi
… questa è la storia
che abbiamo finito insieme
[...] Tieniti stretto
alla criniera,
lo spirito di certi uomini
è una storia
che non ha bisogno
di fraseggi...solo
le sgrammaticate parole
di un bebè
e della mia iniziale titubanza […] (Firenze, 17 Gennaio 2003)