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Visualizzazione post con etichetta Scorpions. Mostra tutti i post
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venerdì 10 settembre 2021

Michael Schenker Group, il rock è Armed & Ready

Michael Schenker live Gelsenkirchen © Markus Felix 
Michael Schenker Group è rock sincero e potente. Una musica appassionante con la forza di uno dei migliori chitarristi al mondo, il tedesco Michael Schenker

di Luca Ferrari

Le vie del rock sono infinite e quelle che mi hanno portato ad appassionarmi del sound di Michael Schenker, sono tanto incredibili quanto inaspettate. Il suo nome ovviamente mi era noto, e qualche canzone degli UFO è conservata nella mia biblioteca digitale ma senza mai conquistarmi. In un pomeriggio di questa afosa estate, mi è tornato in mente il mio viaggio in Finlandia e sono andato su Youtube a cercarmi qualcosa di rock scandinavo. Ma invece di trovare qualche sconosciuto connazionale degli Hanoi Rocks, ecco spuntarmi il nome del Michael Schenker Group, in una versione live (strepitosa) di Armed & Ready. Inizio l'ascolto e l'adrenalina esonda subito.

Lavorando (anche) nell'ambito dei social media, inizio a fare qualche ricerca e scopro che il virtuoso delle sei corde si è appena sposato. Auguri! E allora, approfondisco. Fratello di Rudolph Schenker, chitarrista e fondatore degli Scorpions dove suonò nell'album d'esordio Lonesome Crow (1972) e nel sesto Lovedrive (1979), già da metà anni Settanta si unì alla band inglese degli UFO, entrandone e uscendone fino al terzo millennio. Nel 1980 intanto forma il Michael Schenker Group nel quale si alterneranno al microfono e agli altri strumenti molti musicisti. E proprio nel primo omonimo album della band, è contenuta l'opening song Armed & Ready, cantata da Gary Barden.

E' un po' tutta l'estate che la poderosa chitarra di Michael Schenker mi sta allietando, e giusto pochi giorni fa, finalmente sono riuscito a partire per il mio amato jogging mattutino per la prima volta insieme al sound del Michael Shenker Group, ascoltando i pezzi live all'High Voltage Festival 2010, Victoria Park di Londra, a cominciare proprio da Armed & Ready, quindi l'altrettanto storica Doctor, Doctor e una strepitosa performance della "Scorpionsoniana" Rock You like a Hurricane suonata insieme a Rudolf Schenker, cantate dal connazionale Michael Voss e lo scozzese Doogie White.

OK Michael Schenker, fammi sentire la fiera potenza della tua chitarra rock, io rispondo con le parole...


Il FULMINE DELL'IMMEDIATO


Non era l’ennesima volta

… Sulle mie spalle, 

un mondo che avevo già messo 

da parte… Dentro

le mie estensioni cutanee,

un ricordo

contagiato al plurale


Facciamo conoscenza

o vuoi solo arrivare al domani

senza che le mie tegole

possano aggiungere qualche lettera

alle abusate staccionate

di quei stantii orizzonti multicolore?


Faccio tutte queste domande perché

conosco già le restrizioni

alle reazioni delle castagne senza riccio

… Mi voglio congratulare con te,

e continuerò a pensare

di essere stato il primo ad averlo fatto

da questa parte della mente...


L’alba non è ancora abbastanza fredda

da queste parti,

il veleno delle rivendicazioni maggioritarie

ha le stesse immutate configurazioni

che anche tu conosci bene… Mi sono 

fermato…  adattato per raggiungere

le derive emotive
delle mie ali infrante, camminando

senza farne parola con nessuno


Ecco, adesso sto ammirando

gli alberi e il cielo… Eccomi,

non sono interessato alla grandezza

né al fascino 

di tutto quello che potrai avere

con la mia lontananza


Ti immagino così, in un rituale personalizzato

di fine ispirazione, 

portando un dono dai confini delle nuvole,

a chi ti ha appena promesso

di starti accanto per sempre... 

(Venezia, 10 Settembre ’21)


Armed & Ready, live by Michael Schenker Group

venerdì 8 novembre 2019

Scorpions, i sogni di Wind Of Change

Klaus Meine, il cantante degli Scorpions, intona Wind of Change
Il 9 novembre 1989 cadeva il muro di Berlino e la Guerra Fredda finì. Una canzone immortalò quel periodo e quel momento storico, Wind of Change dei tedeschi Scorpions.

di Luca Ferrari

Si, il 9 novembre 1989 abbiamo creduto che il mondo potesse davvero cambiare per sempre. Il muro di Berlino era caduto. Est e Ovest finalmente si poterono riabbracciare. Quell'evento toccò milioni di persone di tutto il mondo, incluso Klaus Meine, cantante della metal band tedesca Scorpions, da poco esibitisi insieme a Motley Crue, Bon Jovi, Skid Row, Ozzy Osbourne e Cinderella al Moscow Music Peace Festival. Un evento quest'ultimo inimmaginabile fino a pochi anni prima, esattamente come immaginare il muro di Berlino abbattuto dalla pacifica rivoluzione di un mondo che aveva voglia di proseguire insieme e unito.

Un fischio. Un ricordo vissuto in prima persona aldilà della cortina di ferro. Il mondo stava svoltando e  anche il rock diede il suo contributo a quel vento di libertà e cambiamento. Tratto dall'album Crazy World (1990), Wind of Change inizia la sua melodia-tributo a un'epoca in cui l'uomo ebbe la meglio sul potere. Sfilano le immagini della band dal vivo nel videolcip. Sfilano le immagino del mondo dal vivo. Le prime parole ispirate a un ricordo del cantante che vide un soldato dell'Armata Rossa commuoversi fino alle lacrime nell'ascoltare una loro canzone.

Il videoclip è un susseguirsi di immagini storiche di quel periodo. Dalle rivoluzioni pacifiche nell'est europeo (inclusa la Romania, anche se lì la situazione fu un po' diversa) alla stretta di mano tra il Presidente dell'URSS, Mikhail Gorbaciov e Papa Giovanni Paolo II, passando per i carro armati cinesi di Piazza Tienanmen, rivoluzione poi sedata nel sangue. E in mezzo alle incursioni in terra sovietica degli Scorpions, ovviamente c'è anche lui. Il muro di Berlino. Prima e dopo ma soprattutto dopo, quando finalmente si apre e le persone aldilà e al di qua poterono tornare a guardarsi negli occhi libere.

E poi c'è lui, quell'assolo. L'assolo tra i più grandiosi della storia del rock. Insieme alla chitarra di Kirk Hammet (Metallica) di Master of Puppets e quella di David Gilmour (Pink Floyd) in High Hopes, ci sono anche gli Scorpions con una canzone che fotografò il tramonto di un'epoca e l'inizio di una nuova era. A prodigarsi in questa cavalcata sonora però non fu il chitarrista solista Matias Jabs ma il collega addetto allo strumento ritmico, Rudolf Shenkter, fondatore della band. Impossibile ascoltare queste note senza guardarsi indietro ed essere pervasi da un'ondata di lacrime ed emozioni, per quello che è successo e ciò che deve ancora succedere.

Prima dell'avvento degli smartphone, a ogni canzone d'atmosfera si tirava fuori un accendino quando le luci si spegnevano. Un rito che ancora pochi romantici hanno il coraggio di ripetere. Gli accendini sono protagonisti anche nel corso del videoclip di Wind of Change e ancor di più in conclusione, con una luce a illuminare l'intero Pianeta Terra, come una speranza per tutto il mondo scandita dal quel linguaggio universale di libertà che è la musica rock. In quel 9 novembre 1989 c'era nell'aria qualcosa di unico. Qualcosa che forse nessuno avrebbe mai immaginato di poter assistere e vivere. No, non era un sogno. Era tutto "fottutamente" reale.

Quattro anni dopo quel sogno di ritrovata unità europea sarebbe stato spazzato via da un'esplosione. La distruzione questa volta assunse tutt'altro significato. Il 9 novembre 1993, nello scontro mortale che insanguinava i Balcani, la città di Mostar in Bosnia era presa d'assalto dalle truppe secessioniste croate che fecero saltare lo storico ponte Stari most. Un gesto fortemente emblematico per sancire la divisione forzata di due comunità: quella cristiana da una parte, e quella musulmana dall'altra. Un gesto che ancora oggi nel 2019 trova tragici proseliti politici (Italia inclusa).

Take me to the magic of the moment on a glory night, where the children of tomorrow dream away in the wind of change/ ... Finisce così l'immortale Wind of Change degli Scorpions. Forse in quel 1989 non ero propriamente un bambino ma un ragazzino lo ero, e dunque mi sento chiamato in causa in questa canzone. Anch'io come tanti miei coetanei ho sognato un futuro migliore ma ormai sognare non basta più. Tocca a loro, a quei Children of Tomorrow dare concreta speranza perché il vento del cambiamento coinvolga e unisca il mondo interno.


SIAMO NOI QUEI CHILDREN OF TOMORROW

Ci siamo guardati da lontano.
Una strada in comune,
poteva essere abbastanza per le nostre
lettere intercettate?... Guardai
oltre la sabbia dei fari
e quando fu il giorno di ricominciare,
in troppi si affrettarono a predire
che nessuno
ci avrebbe più diviso...

Quante generazioni hanno lasciato morire
sui nuovi confini? Non voglio
arrogarmi il diritto di fare
del presente una diaspora realistica
con meno speranza
ma è esattamente
quello che stiamo subendo...

E quel giorno ci guardammo negli occhi
ancora increduli
del silenzio dei fucili... Ma quel giorno
ci guardammo in esaltante salti
nel definitivo silenzio
dell'isolamento... Ma quel giorno
fummo benedetti da una gloria
che nessuno si sarebbe mai sognato
di sfilarci dalle nostre mani... Ma
quel giorno
abbiamo davvero provato a fare
a meno del sangue
o il giorno dopo abbiamo solo ricominciato
a chiamare con altri nomi
chi non si rifletteva in noi? ...

Sono emozionato... impaurito... Mi sento
un po' disperso e poco soddisfatto di ciò
che non abbiamo compiuto... Mi dareste ancora un giorno
di quel bambino? Mi dareste
ancora una vita
per quei bambini?… Adesso voglio quei giorni
e me li prendo...
(Venezia, 8 Novembre 2019)


Wind of Change, videoclip by Scorpions
Wind of Change, videoclip by Scorpions - l'epopea del Muro di Berlino
Wind of Change, videoclip by Scorpions - l'epopea del Muro di Berlino
Wind of Change, videoclip by Scorpions - i carro armati a piazza Tienanmen (Cina) 
Wind of Change, videoclip by Scorpions - la nave petrolifera che riversò nell'oceano tonnellate di petrolio
Wind of Change, videoclip by Scorpions - gli accendini per illuminare l'oscurità durante le canzoni d'atmosfera
Wind of Change, videoclip by Scorpions - il bassista Francis Buchholz
Wind of Change, videoclip by Scorpions - la rock band tedesca durante il Moscow Music Peace Festival
Wind of Change, videoclip by Scorpions - il chitarrista Rudolf Schenker
Wind of Change, videoclip by Scorpions - il crollo del muro di Berlino
Wind of Change, videoclip by Scorpions - si rompe il muro di Berlino
Wind of Change, videoclip by Scorpions - il chitarrista Rudolf Shenker con sfondo del muro di Berlino
Wind of Change, videoclip by Scorpions - un accendino illumina il Pianeta Terra

giovedì 1 agosto 2019

Moscow Music Peace Festival, rock è libertà

Tom Kierfer, cantante dei Cinderella al Moscow Music Peace Festival
Rock è sinonimo di libertà. È ciò che accadde in Unione Sovietica nell'agosto 1989 durante l'immortale live del Moscow Music Peace Festival.

di Luca Ferrari

Anno 1989, un'epoca che il mondo non dimenticherà mai. Il mondo stava cambiando. Dal 1985 il Segretario dell'Unione Sovietica, Michail Gorbaciov, aveva dato il via a una serie di riforme che presero il nome di "perestrojka". Mancava poco al tracollo di quel mondo aldilà del muro di Berlino e forse anche i decibel di "quel concerto" contribuirono a ispirare quel sentimento di libertà nel cuore delle genti. In pieno clima di distensione tra le due superpotenze Stati Uniti e Unione Sovietica, la Make a Difference Foundation organizzò il Moscow Music Peace Festival (Mosca, 12-13 agosto 1989). Un evento senza precedenti. Di lì a qualche mese, il 9 novembre, sarebbe crollato il muro di Berlino dando inizio a una nuova pagina di Storia.

Lassù intanto, sul palco dello stadio Lenin, si alternarono alcune delle band migliori in circolazione a cominciare dai Cinderella e il loro sofferto blues rock, quindi i locali Gorky Park, i giovani e lanciatissimi Skid Row, forti di un primo omonimo e grandioso album cantato dallo scatenato Sebastian Back. Teste di serie dell'evento, i melodici e commerciali Bon Jovi con il cantante che fece il suo ingresso in divisa dell'Armata Rossa; i selvaggi e possenti Motley Crue, l'ex-frontman dei Black Sabbath, Ozzy Osboune con la sua band solista che vedrà sempre al suo fianco il chitarrista Zakk Wilde, e i tedeschi Scorpions. Ospite speciale, il batterista Jason Bonham, figlio del leggendario John "Bonzo",  percussionista dei Led Zeppelin.

Anno 2003. Da sempre più vicino a Pearl Jam & Alice in Chains, la mia parte wild rock è sempre stata alimentata da un'amicizia fraterna. Una di quelle persone che s'incontrano di rado nella vita e che se anche ci si perde, non cambia nulla. Ero volato fin nel nord Europa per rincontrarlo e mentre lui era al lavoro, mi fece vedere quello storico concerto. Non era certo la prima volta che ascoltassi i Cinderella ma il Moscow Peace Music Festival non lo conoscevo proprio e quando vidi nel corso dell'esecuzione di Nobody's Fool quella ragazza, quasi in trance per la bellezza e l'intensità della musica, l'ispirazione ebbe il sopravvento.

La band hair metal formatasi a Philadelphia iniziò la performance con un lungo intro di chitarre, poi la canzone entrò nel vivo. Tom Kiefer cantò con struggente malinconia, gridando con tutti i polmoni la strofa - I scream my heart out - nel cuore della suddetta song, tratta dal primo album della band, Night Songs (1986). Una nuova epoca stava per sbocciare, non solo nel mondo politico ma anche in quello musicale. Lì, in quelle giornate sovietiche il glam rock sparava le sue ultime poderose cartucce, pronti a lasciare il passo alla più ruvida e meno patinata scena musicale di Seattle.

Anno 2019. Sono passati ormai trent'anni da quel memorabile concerto. Il mondo è cambiato. La musica è cambiata. Meglio? Peggio? Non è questa la sede per un'analisi sociopolitica ma una cosa è certa, allora, in quel fatidico 1989 c'era più speranza e forse anche più convinzione che il mondo intero potesse prendere una direzione in linea con le speranze umane. Sono cambiati i politici. Sono cambiati gli artisti. La Storia quotidiana è oramai un miscuglio esasperato di ideologie e auto-celebrazioni. A quell'epoca però, il rock aveva ancora la selvaggia presunzione, e forse anche l'ambizione, di poter ispirare un cambiamento e lì, in Unione Sovietica, al Moscow Music Peace Festival è accaduto per davvero.


SULLE NOTE DI UNA FIABA MOSCOVITA

Introduzione senza barriere... Pseudonimo
principesco e un tratto di nuvole
così lontano dai cieli fino ad allora
solo immaginati... Resa sinceramente spirituale
di trascinante vicinanza emotiva

... Magari anche allora
mi sarei potuto accasciare
nei miei sogni
del domani, aspettando che il frastuono
di quelle voci velenose
ci avesse tutti presi per mano

Dimmi Cenerentola moscovita,
è questo il messaggio volevi catapultare?
Un tavolo, qualche consonante
e due sole iniziali?... Da una parte
dell'invisibile tatuaggio
si leggeva chiaramente
l’oscurità di un dialogo appena
fuoriuscito...

Nella tardiva narrazione umana
lo sconforto fu del tutto annullato
...
Tutti amano la storia di Cenerentola
ma se oggi continuassi a precisare
ciò che un fiore si è adattato a provare
per far riscaldare le ali di una farfalla,
le sole dita che ancora riuscirei
a sollevare
sarebbero quelle dalla forma incondizionata
di un chicco di neve

... dimmi ragazza, adesso sarai
 una donna, sei
diventata anche madre? Hai il volto
di chi potrebbe insegnare
in un tiepido nido... forse dopo quel giorno
non hai più saputo accettare
le marce militari, hai portato ancora
il pane in bicicletta
e poi hai cominciato a pensare
di possedere un intero giardino
tutto per te ...Le puntate
hanno lasciato spazio alle stelle,
le risposte alle dettate conclusioni
...
Non dirò a nessuno di averti riconosciuta,
ma tu promettimi
che un giorno mi scriverai...
(guardando Nobody’s fool [Cinderella] live in Moscow Music Peace Festival,
Lanna [SVEZIA], 20 Settembre 2003)

Moscow Music Peace FestvalNobody's Fool performance live by Cinderella

Moscow Music Peace Festival - Tom Kiefer, voce dei Cinderella
Moscow Music Peace Festival - Jeff LaBar, chitarrista dei Cinderella
Il pubblico entusiasta del Moscow Music Peace Festival
Una giovane fan del Moscow Music Peace Festival

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