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sabato 21 dicembre 2019

All I Want for Christmas is Mariah Carey

Mariah Carey
Una candida corsa insieme a Babbo Natale e le renne sulla neve. Un sorriso sincero. Mariah Carey e All I Want for Christmas Is You sono un trionfo di sincera dolcezza natalizia.

di Luca Ferrari

Leggiadria. Raffinata bellezza. Spensieratezza. Il natale canoro di Mariah Carey è qualcosa che conquista. Troppo accattivante la musica. Troppo dolce lei nello sguardo e nelle movenze e una canzone, All I Want for Christmas is You, capace di entrare nel cuore anche dei più duri e riottosi. Era l'inverno 1995-96, in un gravoso universo oscuro fatto in particolare di canzoni di MetallicaAlice in Chains, Nirvana, Megadeth e le strazianti lyrics di Pearl Jam, in mezzo c'era anche lei. Tenero bagliore (argine) in un universo personale ormai dilaniato da sentimenti difficili e appassiti, consapevolezza di un mondo votato all'autodistruzione.

L'album Merry Christmas uscì a, nel 1994. La cantante newyorchese, all'epoca ventiquattrenne, lo dedicò interamente al natale. Lei, Mariah Carey, con quel suo candido correre in mezzo alla neve, riusciva a farmi sognare qualcosa di differente. Quello era un tempo dove il 25 dicembre aveva smesso di essere un momento di gioia e condivisione. Più di tanti altri giorni, i demoni della solitudine e di un futuro impossibile, non mi diedero tregua neanche in quella notte. Lì nel mezzo di quella tormenta di pietre, c'era anche lei. Da sempre amante & fabbricatore di mix di canzoni, nella mia Winter 95/96 di 120 minuti aveva trovato posto Mariah Carey,

Mariah Carey esce dal camino. Gioca con Babbo Natale. Tutta vestita di rosso, scende con la slitta e incespica nel manto bianco. E' giovane. Era impossibile non guardarla senza sentirsi pervasi da una carezza  di dolcezza. Niente luoghi comuni. 4 minuti di emozioni innocenti a prova di qualsiasi funesto pensiero. Quell'album poi, lo comperai finalmente anche in cd. Parecchi anni dopo, durante la mia prima traversata atlantica in terra statunitense. Lo acquistai poco prima di tornare a casa, all'aeroporto Newark dopo aver ammirato le nevi amichevoli della Pennsylvania. Quella però, è un'altra storia musicale. Per il momento, buon natale a tutti.


TUTTO QUELLO CHE VOLEVO ERA UN FRAGILE DOMANI

Cadono strali dentro il cielo… L’indifferenza
ha bruciato
l’ultimo gradino della terra rimasta… Provo
a guardami indietro… Gioco
a dadi senza regole
nascosto nel gelo dei tanti ieri
incatenati... un senso di ripartenza
monocorde… Provo
a prendermi per mano, ma
non posso andare avanti ancora per
molto… Qualcosa sta finendo,
qualcosa si è già spento per sempre…
Le stelle in quel tempo
non erano diverse da quei sogni
svenduti per una scialuppa
senza imbarcazione… E tu cosa ci facevi là
in mezzo? In che modo
il deserto prese a germogliare
sui rostri minacciosi
di un'epidemia emotiva e sminuzzata?
Le direzioni del mondo
erano tutti
nemici del mio buongiorno… Tu 
eri là, a chiedermi
di tornare… A ispirarmi
di rimanere sulla sabbia
senza rendere le mie orme
un implume naufragio
senza circostanze
né tazze di cioccolato… Mi
ricordo di te,
anche se non ci siamo mai
incontrati… Mi ricordo
di quelle notti
dove esistevano solo grotte
e luci annacquate
di veleni umani… Ricordo il silenzio
assordante della mia vita
e le tue parole
avevano la forza di saltellare spensierate
nell’infinita e quotidiana apocalisse
(Venezia, 21 Dicembre ’19)

All I Want For Christmas Is You, by Mariah Carey

lunedì 16 dicembre 2019

The Corrs – Solo quando vivo

The Corrs live Unplugged
Rintocchi acustici di una moderna e inaspettata fiaba invernale. Il domani è arrivato oggi, più dolce che mai. A scriverne e cantarne gli accordi, il folk unplugged degli irlandesi The Corrs.

di Luca Ferrari

Il 1999 fu un'annata eccezionale per il rock. Segnò il ritorno di John Frusciante nei Red Hot Chili Peppers e loro nuovo album (grandioso) Californication. Continuò la sua ascesa Marilyn Manson che diede alle stampe il primo live ufficiale, The Last Tour on Earth. Fu l'anno anche dei nuovi lavori di Skunk Anansie (Charlie Big Potato), Stone Temple Pilots (No. 4), Blur (13), Nine Inch Nails (The Fragile) e quella che sarebbe stata l'ultima opera dei Rage Against The Machine, Battle of L.A. In questo variegato contesto musicale si consacrò definitivamente la band irlandes The Corrs, interprete di un rock folk elegante e delicato.

Dopo i primi due album fino ad allora sconosciuti al grande pubblico (Forgiven Not Forgotten, 1995; Talk on Corners, 1997), nel 1999 uscì l'Unplugged. 14 canzoni aperte da Only When I Sleep e chiuso con la cover degli immortali R.E.M. Everyody Hurts, una pietra miliare nella discografia dei quattro di Athens e il cui indimenticabile videoclip vedeva il cantante Michael Stipe intonare malinconico in mezzo al traffico di automobili. Lì nel mezzo, altre placide ballate a cominciare da Radio. Fu proprio lei la canzone suonata dal vivo sul palco degli MTV Europe Musica Awards di Dublino a farmi saltare sul divano chiedendomi chi mai fosse questa band.

Radio mi conquistò con una facilità disarmante ritrovando sonorità alla Eddie Brickell & New Bohemians. But it's only when I sleep/ See you in my dreams canta la voce melodica di Andrea Corr, supportata dalle due sorelle Caroline (batteria, pianoforte) e Sharon (violino, seconda voce) insieme al fratello Jim (chitarra, tastiere). Il 1999 fu un anno magico nella mia vita e se fino a pochi mesi prima, avrei potuto al massimo sognare la felicità nella dimensione più lontanamente onirica, questo era un tempo nuovo. Il tempo degli amici dell'Univesità Internazionale dell'Arte di Venezia. Il tempo per scrivere che la felicità era la vita del presente. E così fu.


I SOGNI APRONO IL SIPARIO SULLA VITA
  
Mi sento cullare, sono forse
all'origine di un'emozione?
Ho perso l’abitudine di provocare le onde
senza contrariare 
quelle spiagge
che ancora
non sono in grado di riconoscere… Tutto
quello che ho immaginato
della vita adesso sento di poterlo
rintracciare ricominciando
da una scalinata
perpendicolare a un odore di resina
e orizzonte
… Non so chi siate
e sono arrabbiato all’idea
di non poter decidere il tempo
che staremo vicini
gli uni agli altri… Defilato
come una sedia
senza spazi cui rapportarsi,
in un angolo aperto
senza limitazioni o chiodi
cui affidare la mia estenuante sensazione
di perpetuo isolamento…
Sarebbe dovuta
essere una delle tante
terre di mezzo… Ho
c(r)eduto alla sincerità
delle nostre prime parole,
e poi ne sono seguite altre… Pensavate
davvero di fermarmi
solo perché non ci fossero colline
nel domani dei miei ideali?
Me la racconto, ve lo confido
… Oggi scriverò una fiaba. Non mi
sono svegliato
con questo pensiero, mi
sono deciso
al nostro primo incontro... Come
proseguirà, è già la nostra vita
insieme
(Venezia, 15 Dicembre ’19)

Only When I Sleep, Unplugged by The Corrs

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