Uccidiamo il chiaro di luna, by Fahrenheit 451 |
di Luca Ferrari
"[...] Uccidiamo il chiaro di laguna
le gondole placide sulla l
questa immagine da cartolina
questa gente messa in vetrina [...]", cantavano nel lontano 2004 i Fahreneheit 451 nell'emblematica
canzone Uccidiamo il chiaro di luna. Un atto d'amore per la città di origine della band, stritolata dal turismo molto prima che venisse anche solo concepita l'idea dei vari Airbnb, e che oggi, prima nel post acqua alta e poi con l'emergenza covid, ha tragicamente messo in evidenza una città senza un futuro che non contempli i soldi dal turismo. Oggi, 25 marzo 2021, si celebrano i 1600 anni dalla fondazione di Venezia? E cosa ci sarebbe da festeggiare, una popolazione allo stremo?
"[...] Camminando tra calli e campielli
Si scorgono alti gli antichi vessilli
Di una città un tempo regina
Che dominava e ora è in rovina [...] si chiude così la prima strofa di Uccidiamo il chiaro di luna, canzone tratta dall'album Greetings from Marghera, e se non è una sentenza, poco ci manca. Ma chi davvero che abita in questa città, vivendola dalla mattina alla sera, avrebbe davvero il coraggio di negare questa evidenza? Se perfino un peso massimo come lo storico Caffè Florian ha paventato la possibilità di non riaprire più, signIfica che la città si è troppo legata all'indotto dei forestieri, che come il mondo ha scoperto, non equivale solo al pernottamento in strutture ricettive e il mangiare nei ristoranti, ma è legato alla gran parte del tessuto economico veneziano.
"[...] Appesi al muro come dei quadri
Per i turisti che stanno a guardare
Padroni un tempo dei sette mari
Venduti al mercato per trenta denari [...]", l'attacco dei Fahreneheit 451 non lascia dubbi a interpretazioni. Negli ultimi decenni le amministrazioni non si sono curate dell'emorragia costante di popolazione "espatriata" in terraferma, le istituzioni culturali allo stremo, le attività storiche perdute per sempre, per non parlare dei servizi per i cittadini. Venezia festeggia i 1600 anni? Io non ho nulla di che celebrare. Quando vedrò questa città investire davvero nel futuro, che sono le persone che ci vivono, allora festeggerò anche ogni giorno. Oggi, 25 marzo 2021, ho ancora voglia di cantare questo ritornello
di Uccidiamo il chiaro di luna,
"La dignità sol quello ci resta
Fermiamo le giostre alziamo la testa
Riprendiamoci ponti e canali
Mandiamo a casa le iene e gli squali [...]." E ora un'ultima poetica considerazione:
TOCCA A NOI
Quale storia vi hanno raccontato
abbia sedotto la vita quotidiana?
La marea si è improvvisamente
riscaldata, e il mondo ha creduto
ci servissero fazzoletti…
Le pietre non rotolano
e ci difendono… Colonne d’ercole
e calamai, che cosa
vogliamo tramandare ai nostri figli?
Il mondo ci vezzeggia,
ma noi ci rivolgiamo altrove…
Raccolgo la sabbia
e guardo oltre il tronfio
frastuono campanario… sapreste
farmi una descrizione autentica
di ciò che vi è custodito?
Mi sento soccorso,
mi sento felice… la sincerità
della nebbia
oggi ha nascosto Venezia
al mondo… non la vedrete,
in pochi
ci hanno davvero incontrato
Qual è la tua direzione
tra i ponti della laguna?
Su quale frammento del tuo cuore
si accascia sfinito il sole
quando assonnato si congeda
tra le alghe di montagna?
Non posso nemmeno uscire oggi…
Non voglio nemmeno uscire oggi…
Sono parte della tua Storia…
Farò qualcosa per te… Continuerò
a esserci per te
(Venezia, 25 Marzo ’21)