Stone Gossard, il chitarrista dei Pearl Jam |
di Luca Ferrari
L'essenza del rock. Un gruppo di musicisti. Un palco a contatto col pubblico. Una serata fredda scaldata dalle emozioni trasmesse da quegli artisti. 23.02.13 – Il viaggio inizia da lontano. Ognuno a modo proprio. Sulla strada schizzano incessanti frammenti di neve e pioggia. Il freddo lì fuori non rallenta la marcia. Sull'autostrada A4 verso Milano il traffico scorre pulito e veloce. I mezzi spargisale sono in azione.
Prima d’immergersi nella dimensione sonora dei Brad c’è il tempo di sentirsi più vicino alle proprie decisioni…C’è stato un giorno in particolare in cui hai preso confidenza con gli schermi della tua nascita o semplicemente hai calpestato qualche buca e te ne sei andato alla ricerca del cammino?/… Dalle lezioni del proprio inferno orizzontale c’è sempre una piantina in più dove nessuno vuol farci andare, e allora mi lancio in una previsione a prova di sedia, e questo è tutto per ora/… Mi lancio oltre le fiere sbarre di una sponda / Ma chi se importa, noi siamo sempre andati altrove…
Sono appena le 6 del pomeriggio e davanti all’ingresso dei Magazzini Generali c’è già un nugolo di fan che aspetta di entrare. I non conoscitori del locale scoprono a malincuore una certa esosità del guardaroba obbligatorio per borse e simili (3 euro, che aumenterebbero se poi si volesse aggiungere anche il giaccone o altro).
Ben Smith (New Killer Shoes) |
L’organizzazione concertistica è perfetta. Alle h. 19.45 spaccate attaccano i New Killer Shoes. Inglesi di Redditch (contea del Worcestershire), eseguono una robusta performance di mezz’ora dimostrando che la gioventù non è solo un branco di cloni col mito dei soldi rappati, ma è anche una roboante miscela di punk, indie rock e quella genuina influenza assimilata a distanza da lassù, nella lontana capitale dello stato di Washington.
Ricky-Lee Cooper picchia in modo possente. Al suo fianco nella sezione ritmica, il bassista Ryan Kings. Sarà che non lesina cori al microfono, sarà il taglio di capelli o sarà l’energia che scatena dalle quattro corde, ma rivedo germogli del Jason Newsted (Metallica) ultimi tempi. E mentre le chitarre di Ben Smith e Jon Kings (cantante) si alternano in assolo, la cosa fondamentale è che stanno suonando. Si divertono come semplici amici. L’essenza del rock.
Un'ora dopo e qualche spettatore giunto in più, e le luci si spengono per la performance dei Brad. Partono subito le canzoni. Il chitarrista Stone Gossard è inevitabilmente il più atteso. Mr. Normalità a tratti pare quasi emozionato davanti alla piccola folla raccolta. Viene difficile da credere che sia abituato a platee molto (ma molto) più grandi con i Pearl Jam. I Brad sono una famiglia. Alla batteria c’è Regan Hagar, tamburo originale dei Malfunkshun dove suonavano i fratelli Kevin e Adrian “Andy” Wood (1966-1990). Proprio lui, la voce dei Mother Love Bone che insieme a Stone e Jeff Ament ha lasciato ai posteri un solo e indimenticabile album, Apple. A dispetto della stazza, il cantante Shawn Amith ha una voce calda e delicata.
i Brad al completo |
Hagar, Gossard e Smith sono i tre fedelissimi della band. Negli anni il bassista è stato cambiato più volte. Dal 2008 c’è Keith Lowe, mentre di recente si è aggiunto al quartetto anche il chitarrista/tastierista Happy Chichester.
“L’aspettativa per un concerto di una band che presenta tra le sue fila un elemento così importante per tutta la scena musicale di Seattle, avevo il timore distraesse la qualità dei Brad, mettendo più in luce il carisma di Stone” racconta un entusiasta Omar Nizzetto, partito dalla non proprio vicina Treviso per gustarsi lo show, “sono invece stato positivamente sorpreso perché da una parte i musicisti sono eccellenti e il concerto nel suo insieme è stato toccante, dall’altra la – star – è stata oltremodo timida e in disparte. Forse per paura anch’esso di levare il giusto merito al gruppo per come suonano e non perché suonano con lui”.
Pur con più di vent’anni di carriera alle spalle e cinque album in studio già realizzati, i Brad sono al loro primo tour europeo. Fatto tappa in Inghilterra (Manchester, Birmingham e Londra), Francia, Olanda e Germania, a chiudere la serie di live nel vecchio continente è stata l’Italia, con le esibizioni di Milano e Firenze.
il cantante Shawn Smith |
L'esibizione talvolta assume un’atmosfera dai connotati jazz. “Libero” dalla presenza di Mike McCready, questa volta Stone si è prodotto in qualche assolo che con i PJ non sono di sua normale competenza, ma riscuotendo comunque applausi, e cimentandosi inoltre anche come voce solista in Bay Leaf e con i tamburelli in 20th Century. Alle sue spalle Regan tiene il tempo con "Cameroniana" (Matt, ndr) precisione.
Sul palco i musicisti s’indicano a vicenda. Ognuno cerca (e trova) l’applauso del pubblico per gli altri componenti. Qui non c’è posto per l’ego. In quelle band di Seattle esplose a cavallo degli anni Novanta non ci sono mai state prime donne. Ci si aiutava a vicenda e s’imparava gli uni dagli altri, come sottolineava anche il cantante dei Soundgarden, Chris Cornell, nel film Pearl Jam Twenty (2012, di Cameron Crowe).
mi sto trattenendo/… mi sto ammaliando/… sto solo alzando il volume dentro di me mi sto divertendo/… nessuno sguardo di cartapesta a illuminare future scritte rosse
Stone Gossard live in Milano |
Il pubblico è soprattutto over 30. Ci sono fan di lunga data del sound di Seattle. Canzone dopo canzone, ai Magazzini Generali si sta sempre più stretti ma con spazio a sufficienza per far ondeggiare la testa e i capelli al momento opportuno. Si comincia con Takin it easy, quindi Good News, Nadine, The Only Way, Price of Love, Upon my Shoulders e via avanti senza quasi mai fare pause. Giusto qualche parolina di saluto. Al momento del bis, oltre alla confermata cover immortale dei Rolling Stones, Jumping Jack Flash, una sorpresa. Sul palco ritorna solo Smith. Si accomoda davanti alla tastiera, lanciandosi in una delicata e poetica versione di Crown of Thorns dei Mother Love Bone.
“Shawn Smith, voce spettacolare. Il gruppo si è fatto valere anche per la
presenza scenica. Mai sopra le righe ma sempre vissuta con
partecipazione. Hanno proprio dato l’impressione di divertirsi a suonare e non che fosse una cosa dovuta" commenta ancora Omar, "Trovarsi comunque a cinque metri da chi (Stone Gossard, ndr) ha scritto gran parte delle canzoni con cui sei cresciuto e maturato, è stata una sensazione strana. Inutile ripeterlo, se mai ce ne fosse ancora bisogno, il tutto alla fine è sembrato normale come la sua presenza e la sua discrezione”.
A dispetto della buona resa nei dischi, ci vuole poco per capire che il meglio dei Brad sia la dimensione live. Finisce la performance alle 22.30 spaccate. Tutti salutano, e Stone è sempre un po’ defilato sul palco. Il tour europeo si chiude l'indomani con l'ultima tappa in terra toscana, poi si torna a casa.
Il sound di Seattle però non si ferma. In aprile sbarca la Deluxe Edition di Above dei Mad Season con gl’inediti che vedono Mark Lanegan alla voce, quindi a maggio è il turno di The Devil Put Dinosaurs Here (Virgin/EMI), il nuovo disco degli Alice in Chains, e infine Vanishing Point (Sub Pop) dei Mudhoney. Il rock graffiante e distorto della band formata dal cantante Mark Arm, il chitarrista Steve Turner, il batterista Dan Peters e il bassista Guy Maddison sarà di scena venerdì 31 maggio al Viper Theatre di Firenze per l’unica tappa italiana del tour promozionale.
adesso la profondità delle mie acque può diventare la migliore delle buone notizie/…il fogliame dell’unico sentiero dell’amore ha ricoperto i mutati bastioni nascosti nella solitudine delle miglia/... l’intensità dei colori della pioggia suggerisce e solleva i tanti e prediletti blues di prua…allora non ho sbagliato a dire quello che succedeva dentro di me senza pensare a come mi sarei sentito anche domani
si torna a casa... Brad e New Killer Shoes |