Pearl Jam, il singolo Mind your manners (Lightning Bolt) |
di Luca Ferrari
Tornano i Pearl Jam con un nuovo album, Lightning Bolt (2013, Monkeywrench Records). In attesa che la band faccia conoscere il nuovo disco dal vivo anche nel vecchio continente, è già stato annunciato un tour nordamericano che partirà venerdì 11 ottobre a Pittsburgh e si concluderà a “casa”, venerdì 6 dicembre a Seattle.
Ma perché nell’epoca della cultura omologata e reality show si dovrebbe ancora voler ascoltare una band nata nei primissimi anni ’90? Ecco dieci valide risposte/ragioni:
1) Testi: Eddie Vedder è un paroliere eccezionale. Ha una profondità non comune. Ma non c’è solo lui. Le lyrics della band portano i nomi anche degli altri membri, a cominciare dal chitarrista Stone Gossard e il batterista Matt Cameron.
2) Musica: possono piacere o meno, ma è indubbio che siano tutti degli ottimi musicisti (a detta degli stessi colleghi non loro ammiratori). La sezione ritmica di Jeff & Matt è impeccabile. Le chitarre di Stone & Mike si completano. La voce e il carisma di Eddie chiudono il cerchio perfetto.
3) Live: la loro dimensione dal vivo è più unica che rara. Nessun effetto speciale. Solo loro, la musica e il pubblico. Sono ancora e sempre di più la band globale della porta accanto.
4) Forza: vennero dati per morti dopo il tragico suicidio di Kurt Cobain (1994) prima, e dopo la tragedia di Roskilde (2000) poi. Hanno sempre
reagito con la normalità della poesia più visceralmente e reattivamente
musicale.
5) It’s Evolution, baby: la storia dei Pearl Jam è la storia di molti di noi. Nei loro testi si delinea la crescita non solo artistica, ma anche e soprattutto come esseri umani.
6) Indipendenza: quando la band aveva pochissimi anni di vita, ha sfidato la potentissima Ticketmaster per far abbassare i prezzi di biglietti, senza dimenticarsi di cosa significa avere 20 anni e non poter andare a vedere un concerto. Nell’epoca dell’esplosione di MTV non hanno più fatto video, andandosene per la loro strada. Hanno suonato contro George W. Bush a New York pochi anni dopo il crollo delle Torri Gemelle beccandosi fischi e vedendo gente disertare l’arena. Non si sono fatti intimidire e hanno proseguito.
7) Arte: a partire da Vitalogy (1994) ogni cd ha assunto le sembianze di un vinile (amatissimo dalla band). L’art work viene spesso realizzato dall’esperto Jeff Ament. Una vera manna rispetto alla spettrale desolazione degli mp3.
8) Eterogeneità: tutti hanno portato avanti progetti paralleli. Matt Cameron ha addirittura ripreso posto nei tamburi dei Soundgarden, ma questo non ha minimamente intaccato la coesione e l’alchimia della band.
9) Temple of The Dog: con Matt ai tamburi, è probabile che presto o tardi divideranno un tour con i Soundgarden e sarà inevitabile che Chris Cornell si unisca a loro sul palco per suonare qualche pezzo dei Temple of the Dog, in eternal memory of Andy Wood.
10) Amiciza: di loro e di noi. Sono poche le band rimaste sempre le stesse da oltre vent'anni senza essersi mai prese pause. Dopo Dave Abbruzzese, alla batteria dei PJ si sono seduti Jack Irons (amico della band) e dal 1998 è subentrato in pianta stabile Matt Cameron, che li ha visti crescere. Per il resto sono sempre stati loro: Mike McCready, Eddie Vedder, Stone Gossard e Jeff Ament. Sono una famiglia. Un valore che si trasmette anche ai fan. Non si può essere fan dei Pearl Jam senza condividerne le battaglie e/o i valori. O meglio, si può ma non è la stessa cosa.
E se ancor oggi ti capita di avere la pelle d'oca anche solo guardando l’oceano di notte, non sarà difficile che le prime immagini che ti passino nella mente e nell'anima siano quelle di una loro canzone ascoltata insieme a una persona speciale. O anche da soli ma comunque veri... The ocean is full cause everyone's crying/ The full moon is looking for friends at hightide/ The sorrow grows bigger when the sorrow's denied/ I only know my mind/ I am mine
E se ancor oggi ti capita di avere la pelle d'oca anche solo guardando l’oceano di notte, non sarà difficile che le prime immagini che ti passino nella mente e nell'anima siano quelle di una loro canzone ascoltata insieme a una persona speciale. O anche da soli ma comunque veri... The ocean is full cause everyone's crying/ The full moon is looking for friends at hightide/ The sorrow grows bigger when the sorrow's denied/ I only know my mind/ I am mine
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