Eddie Van Halen nel videclip di Jump |
di Luca Ferrari
Il chitarrista Eddie Van Halen si è spento all'età di 65 anni. Non sono cresciuto con la musica rock della sua band fondata insieme al fratello Alex (batterista). Mai stato fan dei Van Halen e personalmente ho sempre preferito l'entusiasmo di Sammy Hagar all'esuberanza di David Lee Roth. Iniziai ad apprezzarli in tardissima età, e ancora oggi le canzoni che più mi piace ascoltare sono Fire in the Hole, da quell'unica parentesi che vide al microfono l'ex-Extreme Gary Cherone, e Human Beings, ultimo brano con Hagar alla voce, curiosamente entrambe appartenenti a colonne sonore, rispettivamente di "Arma Letale 4" e "Twister".
La notizia della morte di Eddie Van Halen mi ha inevitabilmente riportato alla memoria quella che è la canzone universalmente più nota della rock band, Jump (1984), nella formazione originale con Michael Anthony al basso e l'estroso "Diamond" Dave all'asta del microfono volteggiante. E nei miei ricordi più immortali c'è anche proprio una danza scatenata e scomposta a Londra, in un locale disco-rock di Camden Town, insieme ad amici unici, e al ritmo di quella epica canzone. Parliamo di settembre 1997. Parliamo di una vita che non c'è più se non rintracciabile nelle melodie e i riff di personaggi unici e impareggiabili come Eddie Van Halen. Ho ripreso un po' di quelle parole e le ho amalgamate con ciò che sono ora. Fa buon viaggio Eddie.
IL FUOCO DIVAMPA NEL GIRONE DEI CORRIDORI
La dimensione del sogno,
colore vaccinato
nella domanda locativa
più ingenuamente oltrepassata... Oltre
la solitudine
in un indirizzo fatto di solo timore
Tutta questa dolcezza
a cui sto pensando
non è poi da eliminare.
Sto imparando dal cambio di direzione
ma vedo solo qualcosa di blu,
che siano i limiti del mare?
Non si può dipingere di nero
un cerchio già colorato
senza prima aver chiarito
cosa scruta l’orizzonte... Un tempo
scrivevo di realtà, sogni e ancora
realtà
… (riscontro di vite e doppiaggio nel gocciolio senza tremolio)...
In overdose di assenza di parole
domani
mi diranno quanti passi
ho fatto senza averne chiesto
conferma... Guardare
l'arcobaleno
è l'espressione facciale
più semplice del mondo,
le stecche
rimaste schiacciate
in una stiva trascurata
sono scalinate accessibili
facilmente invisibili alla mia rendita
più personalmente emotiva... Il buio
ha cancellato
gran parte delle preghiere
scoraggiate... Il buio
ha calpestato la luna
meno irrisolta... Penserò
ancora a voi senza nostalgia
ma quel tempo
resterà sempre e solo nostro... Penserò
ancora a te agli esordi
e avrò ancora voglia di scrivere
più veloce...
(Londra, Settembre 1997 – Venezia, Ottobre 2020)
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