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martedì 9 novembre 2021

Elisa, la vita di Heaven out of hell

La copertina di Then Comes the Sun (2001, Elisa)
Il 9 novembre 2001 uscì il terzo album di ElisaThen Comes the Sun. Pochi giorni dopo, in una fredda giornata d'inverno, Heaven Out of Hell iniziò un'incredibile storia nella mia vita. 

di Luca Ferrari

So are you turning around your mind                         ... Quindi stai girando intorno la tua mente
do you think the sun won't shine this time                   pensi che il sole non brillerà questa volta
are you breathing only half of the air                           stai respirando solo metà dell'aria
are you giving only half of a chance                            stai dando solo la metà di una possibilità
don't you wanna shake because you love                     non vuoi agitarti perché ami
cry because you care                                                     piangi perché ti importa
feel 'cause you're alive                                                 senti perché sei vivo 
sleep because you're tired                                            dormi perché sei stanco

Si presenta così Heaven Out of Hell, primo singolo estratto dal terzo album di Elisa. Prima di quell'ascolto, per il sottoscritto la cantante friulana era un'emerita sconosciuta se non per la canzone e soprattutto il video di Luce (tramonti a nord est). Per il resto, ignoravo che avesse già pubblicato due album Pipes & Flowers (1997) e Asile's Wolrd (2000). Ancor meno sapevo che il 9 novembre 2001 era uscito il suo nuovo lavoro, Then Comes a Sun (Sugar Music). Per niente affine alla musica italiana, l'incontro con questa atipica artista originaria di Trieste, che all'epoca cantava esclusivamente in inglese (e molto bene), era solo questione di tempo. Così accadde

Quel momento arrivò inaspettato, com'è tipico delle relazioni umane più magiche. Nell'ennesima metamorfosi della mia vita, rincontrai un'amica della scuola di restauro a Venezia (UIA), e in una fredda giornata d'inverno andammo insieme a visitare la gipsoteca del Canova a Possagno (Tv). Sulla strada del ritorno, mentre mi riportava in stazione, alla radio passò Heaven Out of Hell. Complice la calda atmosfera malinconica della spoglia campagna veneta, insieme all'immagine interiore di un paradiso che sgorgava fuori da un inferno (esattamente quello che stavo cercando di fare dentro di me, ndr), la canzone iniziò a farsi strada nelle mie ispirazioni. Il 2002 sarebbe stato un anno scandito dalla musica di Elisa, insieme alla quale avrei abbandonato la laguna per trasferirmi a Firenze, iniziando la professione di giornalista.

Dopo averla vista in televisione durante un grandioso live su MTV Supersonic in cui presentò il suo ultimo disco, negli anni successivi ebbi la fortuna di vedere Elisa quattro volte dal vivo: la prima, nel 2002, al Folkest di Spilimbergo (Pn), dopo un interminabile viaggio iniziato sulle rive dell'Arno e terminato con autostop per raggiungere la meta del live. A teatro, nel capoluogo toscano per il tour di Lotus (gennaio 2004), al cui termine della performance riuscì a consegnarle un book di poesie (rilegate) e tutte ispirate dalla sua musica; una terza volta dalle parti di Conegliano e infine inviato stampa live a Piazzola sul Brenta (2014).

Then Comes the Sun fu l'album che fece fare il definitivo salto di qualità a Elisa, passata negli anni successivi a una dimensione più popolare e purtroppo, lo dico unicamente a titolo personale, alla lingua italiana. In Then Comes the Sun l'artista è ancora una giovane musicista che ha voglia di sperimentare e sorprendere, con retrovie emozionali e autostrade sgangherate dove far risplendere dolore e arcobaleni. Io e Heaven Out of Hell ci prendemmo per mano, un giorno, per caso. Camminammo silenziosi per mesi, poi a un certo punto iniziammo a confidarci e da allora non abbiamo più smesso.

Una curiosità "follemente" personale su questa canzone. Nel mio immaginario di mia rock band, che mai ho fondato e mai fonderò, il nome lo avevo scelto: nato proprio tra questi versi e sarebbe stato Heleven, crasi da Hell (inferno) e Heaven (paradiso), ossia le due realtà che viviamo quando proviamo delle emozioni. Deliri tardo-adolescenziali a parte, adesso potrei andare a ripescare qualche vecchia poesia scritta in passato e ispirata dalla musica di Elisa, invece no. Da parecchio tempo non ascolto Heaven Out of Hell, e adesso è anche la stagione ideale per intingersi in quell'atmosfera. Me la sto ascoltando proprio in questo istante, regalando qualche intenso minuto di poesia a me, a te (Elisa) e a tutti voi: 


SOGLIE DI STELI SABBIOSI


… è troppo presto

per sperimentare una vera emozione?
Vorrei poter esprimere

liberamente le mie lacrime

senza reclami

di ottuse lettere dell’alfabeto...

Farò così… penso che farò

ancora così… Penso

che farei così

se tu fossi accanto a me, e volessi

aggiungere una spiegazione alla libertà

dei mie boomerang sopravvissuti


Sento le mani rimbombare

… seguirò la soffice corrente 

di questo ruscello, e poi

un altro ancora… Mi

nasconderò dalle grotte

in qualche presagio

di sole... Prenderò una decisione

e mi lascerò trovare


Non chiedermi il perché...

le mie tracce

non sono state abbastanza... continueremo

a stare lontani,

e il mondo ci sorriderà comunque


Sussurri

dentro il cuore... le rocce

che ancora opprimevano

le albe scalcinate,

arroventavano il tempo

che non ne voleva sapere

di rinunciare alle catene e agli spiragli...


In quale momento delle nostre parole

si sono fatte da parte

le stelle?… Questo è il nostro giorno..

Storie ancestrali

di muri caduti

e abbracci risorti… e il vento

ci depistò, disteso, danzando...

(Venezia, 9 novembre 2021)

Elisa, Heaven Out of Hell

Il biglietto del live 2002 a Spilimbergo, di Elisa
Elisa canta Heaven Out of Hell © Antonietta Salvatore

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