Vinicio Capossela nel videoclip della canzone Il ballo di San Vito |
Estate 2003, la terra di Sud chiama. Il ballo di San Vito s'impossessa della mia anima malferma, mentre un mefistofelico Vinicio Capossela danza instancabile tra fuoco e taranta.
di Luca Ferrari
"[... ] Questo è il male che mi porto da trent'anni addosso
Fermo non so stare in nessun posto [...]", praticamente la mia descrizione di quando avevo 24-25 anni. Tormentato e iperattivo. Da Firenze al Salento e fino allo stato del Karnataka. Da Maglie, in Puglia, a Bangalore in, India. Il mio viaggio sulle note de Il ballo di San Vito inizia nella torrida estate 2003 quando su MTV vedo per caso uno speciale su Vinicio Capossela, e si parla anche del video di quella canzone. Ricordo ancora molto bene le sue parole, spiegando che il video ebbe non pochi problemi con la censura per qualche immagine sabbatica di troppo. Il caso volle che pochi mesi dopo mi ritrovassi proprio nella culla della taranta, la Puglia, e quella canzone ispirava sempre di più.
Passano tre anni e sono a fare il mio reportage internazionale nel sud dell'India. E lì, in un negozietto di musica, compro il cd Canzoni a manovella di Capossela. Sebbene l'album non contenga Il ballo di San Vito, trovo moltissime affinità etnico-folcloristiche con la canzone Maraja (altro video strepitoso). Poche volte la musica italiana ha fatto sfaceli nei miei gusti, ma Il ballo di San Vito sa toccare le note giuste. Anima inquieta per eccellenza, a quel tempo sentivo ancora la mia esistenza parte di un destino più che di una vita. "[...] Scaccia, scaccia satanasso, scaccia il diavolo che ti passa Le nocche si consumano, ecco iniziano i tremori Della taranta, della taranta, della tarantolata [...]" canta Capossela. Consumo una registrazione audio grossolana da tv a registratore, sono turbato ma in quel momento vedo un mondo che posso creare....
ALLA FERMATA SENZA STRADA ADDOSSO
Avrei potuto
anche danzare… è tutto quello
che riesco a peccare
contro la vita… Se questo sono io,
aggiorniamo almeno la notte
… spiriti indemoniati
risorgono senza esorcismi pirotecnici
o invocati
da abnormi catechesi fasulle
le figure si sono congedate
con quattro baci... com’è che adesso
anche noi
sembriamo avere un futuro?...
su che cosa sta soffiando
la musica dei demoni?... è come dover per forza
esistere… due persone cresciute
e una bomba nascosta
nelle caramelle
innocui ribaltoni sentimentali
hanno fatto la loro apparizione
tra deliri abbracciati
e la singolarità della pazzia...
le travi del sole
hanno sconfinato,
mi hanno chiuso in una stanza
insieme al cielo rosso…
voglio solo pensare di essere
sulla mia strada,
sprigionando ammirazione
per ogni eremo ribellatosi
a tutti quei rituali competitivi
...c’è questo mondo, ci sono crisantemi
e rose incarnate, non esistono
più gelosie
che potrebbero rattristare
questo male emozionato
(Maglie [LE], 24 Giugno’03 - Venezia, 20 Luglio ‘23)
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