U2 nel videoclip The Hands That Built America |
di Luca Ferrari
Una lunga storia di sofferenza, redenzione e rinascita. E poi?...Se c'è una cosa che dei testi ho sempre amato e continuo ad amare, è l'imprevedibilità. Basta una parola, una canzone, un'immagine e tutto è già sgorgato/nato dentro. Devi solo mettere le mani sulla penna. Vidi il film "Gangs of New York" (2002, di Martin Scorsese) in un freddo e solitario inverno fiorentino e da allora quella canzone è sempre rimasta confinata in un'aurea taciturno-malinconica. Ma questa del 2023 sembra essere l'estate delle canzoni vecchie che tornano per scrivere una pagina nuova. Mi è appena successo con la toccante The Hands That Built America (U2), dalla colonna sonora della sopracitata pellicola. A far scattare la scintilla dell'ispirazione, una fotografia. Una foto che è adesso un incipit. Un pezzetto di mondo srotolato fin dentro le mia anima...
LE AMBIZIONI DI CIÒ CHE HO TRASCURATO
sono stato lontano
perché in qualche modo ho combattuto
…nelle cronache
ha lasciato solo un caminetto
da qualche parte,
un fondale oceanico
e le scarpette
con cui non mi barricavo più
oggi mi sono svegliato presto
e non ho sorriso,
... oggi sono ritornato
ma non mi nasconderò
oggi mi sono svegliato
e non c’erano montagne
per dire addio
ai miei tesori perduti...
oggi mi sono svegliato presto
e le nuvole
hanno lasciato la vetta
senza cerimonie
né premonizioni
il rosa del mio respiro
è un aquilone con la visiera
… sono arrivato in cima,
ed ecco ricominciare il conteggio
dei sogni deragliati
che minacciano la mia stabilità
ho guardato il sole
senza nemmeno un giuramento
a cui tramandare
le mie insolute furie… adesso
ci sei tu, adesso ci siete voi,
adesso…
so che lo vedete
il sangue che si sta indurendo
…hanno trovato una nuova
strada e questo
cosa dovrebbe significare?
L’innocenza di questa notte
è sempre stata la mia massima
ambizione
The Hands That Built America (U2) |
Nessun commento:
Posta un commento