Il gruppo new dark MAB |
Il gruppo new dark Mab è tornato, sempre più heavy e oscuro. Live on Two Hands ve le racconta (anche) con una speciale intervista.
di Luca Ferrari
“Welcome to the deepest delight è una filastrocca magica. Se la ripeti 23 volte senza fare errori e con il giusto ritmo, ti guadagni la luce perpetua della mente e dell’anima. Se sbagli, ti perdi nel buio. Ma va bene lo stesso... perché nel buio ci siamo noi, le Mab". Inizia così il viaggio nell'originale e oscura dimensione sonora delle Mab. Quattro ragazze che paiono essere sgorgate da un’elegia (Tim)-Burtoniana. Si chiamano Mab, come la regina delle fate nell’antica mitologia celtica. Alice Dionis - PJ (basso, voce), Lisa Dply Masia (chitarra), Marina Cristofalo (chitarra) e Jessica Dionis (batteria). Dopo tre album, si sono prese una pausa. L'attesa è finita. Il gruppo è tornato. Prima uno show londinese, a breve anche una prima-nuova esibizione nella natia Sardegna, sabato 10 febbraio 2024, e ulteriori date le attendono il prossimo agosto in terra d'Albione.
"È stata una sorpresa anche per noi!" racconta entusiasta la cantante-bassista Alice Dionis, "È successo in maniera molto spontanea. Lo scorso febbraio ho incontrato il nostro ex manager e chiacchierando sui vecchi tempi mi ha chiesto - Posso farti una domanda da un milione di dollari? Suonereste un concerto insieme se organizzo? - Io ero propensa ma scettica perché non sapevo cosa ne pensassero le altre. Quando ho chiesto, erano tutte contente e d’accordo! È stato uno ‘shock’ molto bello".
Ma com'è nata la fiaba (oscura) delle Mab? "Con tanta fatica, volontà, coraggio e... abbiamo inventato il New Dark!". Tante influenze ma una identità specifica. La passione musicale rapisce queste ragazze fin dalla più giovane adolescenza. Per loro, i punti di riferimento nel panorama rock femminile erano pochi: su tutti, il movimento Riot Grrrl. Da un’isola a un’altra isola, le quattro ragazze hanno il loro sogno ed eccole trasferirsi a Londra per iniziare una nuova vita e realizzare qualcosa di unico. L’inizio è inevitabilmente molto duro. “Lavoravamo per poter suonare. Camminare sulle proprie gambe non è stato facile, ma è stata una piacevole sfida” racconta Alice, “Pochi s’immaginano cosa abbiamo dovuto passare. Ma il punto era solo uno: dovevamo avere ragione noi, e basta!”.
La storia musicale delle Mab comincia da Nougat (1998), realizzato prima di trasferirsi in Inghilterra. Un mix di diverse influenze, principalmente grunge e trash metal. “È stata la nostra prima demo su nastro. È stato così eccitante realizzarlo. La prima esperienza in studio. Eravamo ancora quasi delle bambine” ricorda un po’ commossa Jessica “Siamo molto orgogliose di Nougat. Lo riascoltiamo sempre con piacere e una certa tenerezza”. Dopo i singoli Black (2004) e Pure (2005), esce l’album Decay, prodotto dalla Universal. Dieci tracce dove le ragazze, oltre ad alternare il cantato italiano/inglese, danno prova di una notevole maturità musicale e di composizione testuale. Le Mab non passano inosservate, ed eccole accompagnare in alcune date del suo tour, una leggenda come Franco Battiato.
Nel 2008 sono sul palco dell’Heineken Jammin' Festival di Venezia. Lì sotto ci sarei dovuto essere anche io. Già in contatto con la band, tutto era tutto pronto per intervistarle dal vivo ma qualcosa andò storto (per il sottoscritto) e riuscii a essere presente solo per lo show finale dell'headliner Vasco Rossi. Non ricordo bene dove sentii parlare delle Mab per la prima viola però so questo: mi colpirono fin da subito. Cultore della musica dark non lo ero mai particolarmente stato ma le Mab avevano qualcosa di unico. Aggressività rock e un cantato quasi angelico. E poi quella Londra così speciale e maledetta nella mia vita. Attraversata ma mai amata (all'epoca). Nel 2011 esce il secondo album, Illusion, un lavoro con un doppio cd contenente alcune delle nuove tracce anche in versione italiana. Meno oscuro del precedente ma altrettanto potente, il disco è interamente realizzato da Alice e Jessica.
Gli anni intanto passano e delle Mab non sento più parlare. Ogni tanto cerco qualche news e con l'incalzare dei social media, mi tengo aggiornato. La bassista cantante Alice intanto, fonda una nuova band, AliceIsSleeping e sforna un primo album, Completeley Fine. Poi un giorno come tanti, la notizia bomba: le Mab suoneranno al Boston Music Room di Londra (are you kidding me?!?)! Che sia l'inizio di una seconda vita? Forse è presto per dirlo, intanto però lo show nella City va alla grande. Le quattro ragazze ci prendono gusto e il prossimo 10 febbraio saranno nella loro terra natia, la Sardegna, per un concerto al CuevaRock Live di Quartucciu. Le MAB torneranno nuovamente on stage in Inghilterra nel mese di agosto e altre date si potrebbero aggiungere, quindi vi suggerisco di tenere d'occhio la pagina Facebook ufficiale e/o l'account Instagram delle Mab.
Alice, Lisa, Marina e Jessica, le Mab sono tornate. Nei prossimi show suonerete qualche pezzo nuovo e/o pensate di proporre qualche cover?
Abbiamo parlato di questo, e siamo tutte desiderose di tornare in studio insieme. Non sarà facile come un tempo quando avevamo lo studio in giardino e vivevamo insieme. Ora viviamo tutte in città diverse (e in Paesi diversi) ma abbiamo sempre lavorato con estrema dedizione quando si trattava di MAB. Diciamo che se ci mettiamo in testa una cosa, la affrontiamo sempre con grande determinazione. Quindi la risposta è si :-)
Vi avevamo lasciate con un secondo album sempre molto aggressivo. Che direzione musicale pensate di intraprendere?
Abbiamo una gran voglia di pestare forte! Haha… dal vibe che stiamo avendo, sia dalle prove che dall’esserci ritrovate a livello personale, credo che la tendenza sia verso una direzione molto heavy, istintiva e diretta, sicuramente inquinata dalle influenze musicali che abbiamo avuto in questi anni in cui siamo state lontane. Sarà interessante confrontarsi di nuovo con alle spalle il nostro bagaglio di esperienze indipendenti che ci hanno accompagnato fino ad adesso.
Sogno spudorato: con chi vi piacerebbe andare in tour?
Ha ha, bella domanda! Il nostro sogno è sempre stato quello di andare a suonare in Giappone, quindi supportare i Bo Ningen sarebbe perfetto. Altri nomi nella lista ‘wild dreams’ sarebbero gli Smashing Pumpkins, Sonic Youth, Hole, PJ Harvey, Dax Riggs, Rammstein, Slayer… insomma la lista sarebbe veramente lunga!
Se avete visto Live on Two Hands è strutturato con una parte in “prosa”, una poesia ispirata dalla band e una canzone-video della suddetta. Vi anticipo già che quella sarà “Pure”. Avete qualche dettaglio su questa canzone? Ispirazione, significato, etc.
Si! Bellissimo! Ottima scelta. Questa canzone ha un significato molto importante per noi. È nata in un periodo di forte difficoltà su molti livelli. Era molto dura allora. Lavoravamo tanto per inserirci nella scena musicale in UK (non facile per 4 ragazze straniere in terra inglese!). Tutto il tempo che avevamo a disposizione, era interamente devoto alla musica e a livello ‘pratico’ dovevamo lavorare tantissimo per sostenere il nostro impegno musicale, portare il pane sul tavolo e pagare le bollette poiché la vita a Londra era assai cara!
Sicuramente come tutti, mi dirai, ma è stato particolarmente difficile perché siamo arrivate a Londra praticamente con niente! Ogni minuto che spendevamo lontano dalla musica, ricordo, ci pesava tantissimo. Un esempio è quando stavamo registrando il primo EP. Io ero bloccata a lavoro mentre le ragazze erano in studio a ultimare le chitarre e iniziare la fase di mix. Volevo morire! Ricordo la rabbia e la frustrazione che provai per il fatto di non poter essere lì con loro e di non poter fare ciò che desideravo più di ogni altra cosa per via delle necessità più scontate e basiche di doverci sostenere.
Da lì l’idea di questa ‘danza’ continua fra ciò che ‘devi fare’ e ciò che ami e ‘vuoi fare’, che a volte riesce bene e ti da soddisfazione, ma altre volte fa molto male quando le porte che vorresti aprire o anche solo raggiungere, non si aprono o non arrivano proprio (parlo del music business). Quindi la musica diventava una sorta di ‘dolce prigione’, una forza interiore che si mangia tutto, facendoti bruciare di passione ma anche di tanto dolore per tutti gli ostacoli infiniti che dovevamo affrontare ogni giorno. Una passione forte che ti dà le ali e ti libera, ma che spesso paralizza, rende amari, come mangiare un cucchiaio di zucchero pieno di viti e chiodi: la vita normale vista come un ballo in maschera in cui si usa un travestimento per mimetizzarsi tra gli altri, ma che diventa un velo funebre quando si sorride anche quando non si vorrebbe.
E poi, quando tutto sembra perduto, arriva la spinta della passione che ti rimette le redini in pugno e ti fa cavalcare di nuovo l’onda dei sogni con una forza inaspettata. In tutto questo, questa forza ci accomunava nelle gioie e nei sacrifici, rendendoci danzatrici instancabili, leggere, libere, nella purezza e semplicità di un amore feroce, capace di darci e toglierci tanto nello stesso momento. Dopo 15 anni posso dirti che questo è ancora vero, e lo vedo e sento nell’energia che si crea quando prendiamo gli strumenti e suoniamo insieme. ‘Pure’ siamo noi, e lo siamo sempre state anche nel silenzio. Ricordo quando avevamo filmato il video per questa canzone. Iniziammo i preparativi e le riprese di mattina. Andammo avanti fino alle 5 del mattino del giorno dopo. Eravamo stanche, ma ‘non eravamo stanche’. Avremmo continuato per ore… questo è ancora vero adesso che ci stiamo preparando per il nostro nuovo concerto.
Dalle Mab per ora è tutto, adesso non resta che aspettare di ascoltarle dal vivo. Nel frattempo la loro ispirazione è arrivata fino a contaminare il mondo più interiore di Live on Two Hands...
CONTATTO DI LACRIME INFIAMMABILI
il nulla si ritrae nel cammino...
lo sforzo è ni(ti)do… nella
melodia degli abitanti, la lontananza è un ricordo da preservare
...ecco il candore dell’apocalisse,
un frastuono stretto tra il passato imbandito e una sedia interrotta... i colori sono abbondanti, storia di uno spoglio generico
e l'ennesima sfilata anacronistica
è la sua ribellione:
le mani aperte nell'attesa della neve... questo cielo
è sempre più profanamente
luminoso… un bisogno
di spostare la testa
senza agghindare altri pensieri… a breve
muterò il mio cammino…
qualcosa di simile è appena sibilato sulla vetta riemersa… anche
se stanotte non pioverà, aspetterò comunque
la vostra ninnananna terrena
…
Vedo il fuoco… di nuovo G'mork... Per quanto ancora le illusioni dovranno soccombere
sopra il velo dell'oblio… Un’orma accanto all’altra,
è una creatura
riunitasi nel tutt’uno… ti risveglierai
anche domani? Il formicolio di un fiore
ha trovato la sua coerenza… è stato accolto… reciso… racconta l’infinito del domani
nella purezza della sua feroce rinascita...
(Venezia, 24 gennaio ‘24)
MAB, Pure