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sabato 11 maggio 2019

Souljourners, il corvo vendicatore

The Avenger, by Souljourner
Ancor più della grandiosa colonna sonora, The Avenger (2008) dei Souljourners è l'emblema musicale del cult generazionale e maledetto, The Crow (1994, di Alex Proyas).

di Luca Ferrari

Vittime, non lo siamo tutti? domandava un indemoniato Eric Draven (Brandon Lee). Ricordo ancora il trailer in quel dannato 1994. Lo spettro dell'attore protagonista, figlio del celebre Bruce, anch'esso morto sul set, sembrava essersi reincarnarsi nel recente suicidio del cantante-chitarrista dei Nirvana, Kurt Cobain. E lui, Eric Draven, tornava in vita come una sorta di vendicatore biblico cui era stata concessa l'immortalità mediante un corvo col compito di fare piazza pulita di tutti gli assassini suoi e dell'amata promessa sposa, Shelly.

Potrà sembrare assurdo ma non è una canzone della colonna sonora ad aver immortalato questo film nella mia memoria. Né il capolavoro Burn dei Cure né la tragica Big Empty degli Stone Temple Pilots o l'evocativa It Can't Rain All The Time di Jane Siberry. La band in questione è l'indie rock Souljourners e la canzone è The Avenger (2008)., scoperta attraverso un contatto d'oltreoceano, che mi piacque fin da subito, e il cui video mi avvicinò ulteriormente all'anima martoriata di quell'Eric, vittima innocente e spietato vendicatore suo malgrado.

LA SOFFERENTE L’ETERNITÀ DELLE OMBRE

Storie che non si devono
solo scrivere… Storie
che non troveranno mai pace… Storie
senza inganni
né putrefazioni… Storie sgorgate
dai propri pugnali
estratti… Storie mutate
nell’accettazione
del proprio decesso… Storie
ancora una volta
ricoperte di quelle lacrime
sacrificate
sull’altare del nostro indifferente
domani… Sono in prossimità
della mia fine
e nessuno vuole partecipare
a questo show… Alla mia morte
vi dirà qualcosa,
forse è tardi
per confondere un ragionamento
con il richiamo
della vendetta… Guardatevi
intorno, le cicatrici
non sono mai scomparse… Guardatevi
bene intorno,
chi è stato vittima
non smetterà
mai di sanguinare e anche quando
sarà finita
si chiederà ancora perché… Mi
sfugge il senso della vita
quando la notte
se ne sta appollaiata
in un crescendo
di inesorabile maledizione… Incomprensione
senza boulevard di uscita
Cammino sempre veloce
per non far vedere
che dovrei essere più lento
per le lame che ancora
penzolano dentro le mie ferite…
Fatemi spazio... Fate spazio
ai graffi della morte
e l'innocente sguardo di chi è ancora
in vita
(Venezia, 11 Maggio ’19)

Souljourners, The Avenger

The Avenger, by Souljourner

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