Mauro Reppetto e Max Pezzali (883) cantano Come mai al Festivalbar |
Settembre era arrivato e tutto iniziava a dileguarsi. Quello che ancora non sapevo, era che (anche) insieme agli 883 si stava per spegnersi a mia ultima estate "innocente".
di Luca Ferrari
1993, l'estate degli 883 e della sitcom generazionale Beverly Hills 90210. Un acerbo sedicenne si apprestava a vivere il quarto anno alle scuole Superiori senza stimoli particolari. Non avevo nessuna idea di cosa avrei fatto di lì a due anni. Non c'era nulla che mi facesse immaginare un futuro. Non sapevo chi fossi e iniziavo ad averne timidi sentore. La pentola intanto continuava a riempirsi ma avevo deciso di restare in silenzio. Tutto stava andando in una direzione ma io ero all'oscuro. Ancora qualche mese e sarei cambiato per sempre. Nell'innocenza degli 883 ritrovo uno snodo cruciale della mia vita. Nel sincero e pulito ottimismo di Max Pezzali c'erano tutte le bugie che avevo ingurgitato per andare avanti. Avrei potuto cambiare? Avrei potuto evitare la cascata? No, a quel punto era già troppo tardi.
L'estate del 1993 fu quella dei tormentoni All That She Wants (Ace of Base), Sweet Harmony (The Beloved) e What is Love (Haddaway), queste ultime due rispettivamente colonne sonore della sitcom Melrose Place e del cult generazionale "Piccolo grande amore" (1993, con Barbara Snellenburg e Raoul Bova). Ai tempi dell'estate 1993 le canzoni d'atmosfera si ascoltavano ancora dal vivo e con un accendino (acceso) in mano. Ai tempi dell'estate 1993, gli occhi innocenti dell'infanzia chiedevano spazio a un tempo irrisolto e misconosciuto. Ai tempi del 1993, un primo accenno di Guns 'n' Roses era pronto a spianare la strada all'imminente emancipazione. Intanto però, quel duo italiano così spontaneo sapeva conquistarmi perfino più dei Nirvana, che di lì a poco, il 21 settembre, avrebbero pubblicato il nuovo album In Utero.
Per chi era adolescente nei primi anni '90, era impossibile non conoscere canzoni come Nord sud Ovest Est, Sei un mito, Rotta per casa di dio. Né impegnati né troppo inzuppati di luoghi comuni su "scazzati" sabati sera (all'epoca), la freschezza degli 883 talvolta riesce ancora a farmi sorridere di nostalgia per una fase della mia vita che non ho mai davvero vissuto e di cui alla fine non ho nulla da ricordare con gioia. Non erano poi così leggere le loro canzoni, dove certi stati d'animo andavano percepiti. Gli 883 furono l'ultima fermata di un treno che di lì a poco avrebbe preso una velocità incontrollabile. Il sole ormai si stava dissolvendo. Perché tornasse a splendere davvero, avrei dovuto consumare parecchie vite (in rovina). Adesso vi lascio. Sto camminando sulla spiaggia. Guardo l'orizzonte. Sento la frenesia dei primi giorni di scuola. Sento ancora la rabbia per una parte della mia vita che mi mancherà per sempre e niente o nessuno potrà mai restituirmela.
PS: Ho appena riletto quanto scritto. La parte in prosa e la poesia. Non nascondo che mi ha lasciato molta malinconia. A differenza della stragrande maggioranza degli articoli scritti, questo non sarà postato da nessuna parte. Lo lascerò così, come in stato di agonia. Lascerò poi Live on Two Hands - Le parole come non le avete mai ascoltate" senza aggiornamenti per almeno due-tre settimane. Magari ricomincerò a scrivere il 21 settembre, in occasione del trentennale dell'uscita dell'ultimo album realizzato da Cobain & soci, In Utero. Il disco che ho sempre definito il migliore da un punto di vista di lyrics e che ha influenzato il mio modo di scrivere in modo incredibile. Un tempo la scuola ricominciava lunedì e oggi dunque, sarebbe stato l'equivalente dell'ultimo weekend. Quel mondo per me non esiste più. Questo è il commiato definitivo, eppure in una remota parte di me, ancora mi chiedo come sia stato possibile tutto questo. Come mai, appunto...
ABBANDONO IN FORME COETANEE
mi st(av)o preparando... era fasullo, non lo avrei mai potuto
capire… posso dire
una parola prima che io scompaia?
non è rimasto niente
in quell’armadietto... tutto
era ancora in ordine
quando l’alba impose
chi sarebbe stato baciato
dall’amore, e chi
avrebbe trasformato un tunnel
in una carezza a senso unico
... e io pensavo ancora
che al di là del mare
non ci fossero bombe
ma tuoni da cameretta
... e io ero certo
che il mio segreto più grande
fosse una delle tante paure
… io lo so ancora,
a quel tempo
il segreto più grande
era me stesso
non ero pronto a rivelarmi
... non fatemi dire
che sarei potuto andare avanti,
semplicemente
ucciderei la verità… le ombre
del sole
avevano sparato alla testa
dalla ruggine
senza domande per il domani
... era una separazione
che intendevo?
Non mi sto rivolgendo
agli anni che verranno,
non c'era tempo
...
e tutto quello che ancora non c’era,
non prevedeva più quaderni
né castelli in rovina... ultima fermata, riflessi sporcati
emergono dalla preistoria di un sussulto
... lacrime in stato
di suicidio collettivo... solo
la voce sconsolata di un grido abbandonato (Venezia, 9 Settembre ‘23)
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