Parole del mondo © Luca Ferrari |
di Luca Ferrari
Ho sempre scritto la data su ogni poesia scritta, come se fosse una prova per l’esistenza di quel particolare giorno. Come se ciò che era accaduto potesse dargli ancor più valore. I particolari riguardano solo l’autore. I dettagli sono lembi sottratti a qualche arrendevole bandiera. Se ora stai leggendo, ti voglio raccontare che in un momento continuai ad ascoltare The Man Who Sold the World dell'Unplugged dei Nirvana. Avrei voluto fermarmi ma non ci riuscii... Avrei voluto fermarmi ma non ho proseguito e adesso spero, sono sicuro non sia tardi per dire questo.
...E ADESSO SONO ARRIVATO A OGGI
Posso tornare indietro
e sentire i macabri tumulti
che mi azzannano
che mi azzannano
senza carne né domani… avevo pensato
a un'affermazione,
invece fu la notte più corta
della mia vita… Il calendario
non sarebbe d’accordo, il presente
scandirebbe la propria obbiezione …
Forse in questo nuovo momento
darò ancor meno spiegazioni
e userò le scale
anche per la salita… forse
in quel momento
verrò prima da te, e poi
ti giurerò
di correre lungo la medesima pendenza
per starvi ancora più vicino
se avessi davvero voluto
qualcosa di diverso
non sarei qui a sognare
dinnanzi alla mia stessa
vita… forse
non ci avete mai fatto caso
ma in tutti quei giorni
non ci fu mai una volta
in cui mi volli liberare
di ogni graffiante zavorre frastagliata…
i tanti rudimenti, i cerotti,
le stagioni sentenziate… ciò
che non si erge, traduce rigurgiti
stremato… è questa
la fine che avrei fatto? Lasciate
al pallottoliere i faccia a faccia
con le congetture… lasciate
con le congetture… lasciate
che la strada prenda le distanze
dal mare… voglio essere sicuro
che quando ci rivedremo,
non mi stringerai la mano
non mi stringerai la mano
solo per privarmi dei ricordi nei miei occhi
(Venezia, 31 Marzo ’18)
The Man Who Sold the World, by Nirvana
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