La poesia musicale dei Temple of the Dog |
di Luca Ferrari
A sud delle nuvole, al centro del proprio sé. Emozioni dirette di abbandono e scatta la risposta. Non sarei onesto se dicessi che ci sono sempre stato. Fumare una sigaretta non è mai stato un gesto né un atteggiamento. Non potrò mai dimenticare quella sempre (im)paziente luna piena e chissà quante imperdonabili emozioni lasciate morire senza un degno presente. Oggi è diverso. Oggi sono sceso in strada. Non ho potuto far apparire il buio né l'oceano. Forse ho trascurato un diverbio ed è stata la mia nuova fortuna. Oggi ho la convinzione che tutte queste parole siano solo...
SCORRIBANDE DI SOLA ANDATA
strade in accumulo di soli invisibili… se
i cancelli arrugginiti e laterali
attirano le mie risposte più del tuo
medaglione, forse è ora che riprenda
il nostro cammino… ma
perché poi tutta questa oscurità
dovrebbe nascondere
solo il mio nome?... e perché
poi questa sospensione di felicità
dovrebbe per forza riguardare
il mio domani?
Corde, salvagenti e rincorse…
Fiabe, proboscidi e un totale disprezzo
per il cortile del vicinato… volevate
che fossi sincero
e allora perché non siete sulla sabbia
a cercare le mie meteore
infarcite di fulmini intercostali
e dediche senza destino?
Sotto le tegole
è più facile sentirsi in sintonia
con la propria incomprensibile
emotività… senza tegole
è più doloroso lasciar scorrere
tutto ciò che ci appartiene
ma perché me lo stai ancora chiedendo,
perché? Quella sarebbe
stata l’inizio di una storia,
questo è un momento
che spero presto di raccontare
Le troppe fiere da salotto
hanno ciascuna un pezzo dei nostri
segreti… ogni invadente rassegnazione
chiede il mosaico frammentato
di ciò che non saremo più in grado
di sopportare… allora, tu
vuoi andare avanti così? Non
dovresti proprio, e allora
lascia davvero gli ormeggi… anche le zattere
un giorno
troveranno il coraggio di frantumarsi
in un solo verso…
(Venezia, 12 maggio ’18)
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