L'album di inediti Rare Traxx dei Nirvana e il cantante-chitarrista Kurt Cobain |
di Luca Ferrari
Verse Chours Verse, Sappy. Due canzoni distinte ma talvolta pubblicate uguali. Un suono sporco. Distorto. La chitarra mancina ringhia cercando di coprire la voce scaraventata fuori dalle corde vocali di un ragazzo di Aberdeen (Wa), Kurt Cobain. "And if you cut yourself/ You will think you're happy - E se ti tagli/ Penserai d'esser felice", biascica rabbioso il chitarrista cantante dei Nirvana. Un chiaro riferimento a quel nichilismo di matrice punk-SexPistolsiana che si manifestava nell'auto-sfregiarsi gli avambracci. In Sappy non c'è la limpidezza dell'album di Nevermind. In Sappy c'è un torrente che vuole far sentire la propria forza anarchica a una cascata scrosciante.
Il 5 aprile è una data che è impossibile ignorare per gli amanti del rock. Due dei più fragili e dannatamente sensibili artisti della scena della Seattle anni Novanta, Kurt Cobain e Layne Staley, si sono tolti la vita a distanza di pochi anni (1994 e 2002). Dopo una inevitabile fase di transizione, gli Alice in Chains sono tornati a ottimi livelli sonori con il terzetto base formato dal chitarrista Jerry Cantrell, il bassista Mike Inez e il batterista Sean Kinney, ai quai si poi è unito l'ottimo neo-cantante Robert DuWaal. I Nirvana al contrario erano troppo Cobain-centrici e sarebbe stato impossibile sostituirlo. Sono rimasti laggiù,
Nel 1996, quando vivevamo ancora in un mondo dove andare in un negozio di musica era un'avventura, non sapendo bene che cosa si sarebbe potuto trovare in quel mondo sommerso che erano i bootleg, mi capitò in un negozietto a buon mercato uno di quei live inediti da poche lire. Una raccolta scomposta dei Nirvana chiamata Rare Traxx. Dopo la prima e famosa Very Ape dall'ultimo album In Utero (1993), ecco una canzone che non avevo mai udito prima, Verse Chorus Verse che poi in realtà è Sappy, una tra le canzoni più vecchie scritte da Cobain. Le note entrano immediate. Le parole che capisco in parte hanno quella semplicità lancinante che nessuno in quel di Seattle sapeva immettere come lui, Kurt Cobain.
Quelli erano ancora gli anni del walkman e cassette. I cd si compravano ma poi si duplicavano in cassette da 60, 90 e/o in certi casi addirittura 120 minuti. In questo ennesimo anniversario (il 26°) della morte di Kurt Cobain (1967-1994), vissuto nella solitudine addomesticata del coronavirus, mi è tornata in mente Sappy. Ignoro il perché e nemmeno me lo chiedo. Il mio lavoro non è rispondere alle domande, ma lasciare spalancato il mondo dell'ispirazione e agire di conseguenza. E quello che sento adesso è di rimettermi sul quella strada. Riviverla, e rispondere di conseguenza con le parole scaturite dall'ascolto viscerale di Sappy dei Nirvana.
SDOLCINATO SENZA IPOTESI
Lontano, astratto... Cognitivo...
Emotivamente archiviato... Nel cammino
di un mare abbandonato
l'indirizzo arrugginito dei fiori
si è mimetizzato
in un dolore senza cicli
Distesa intervallati dai tuoni,
non ci sono più
le vere creature solitarie di una volta...
Pieno di significati
da elaborare in modo doloroso e sincero,
dicono di essere andata avanti
ma non ci siamo ancora
nuovamente presentati... Perché allora
abbiamo così poco interesse
di comunicare tra noi?
Hai già rinunciato ai falsi ideali
di succube divino, o il sonno
delle punizioni
ha finalmente ostracizzato
ogni tua possibilità di un un decor(s)o
subumano?
Qual è il modo migliore
di tenere testa alle sponde?
È ciò che avrei sempre voluto chiedere
se le false speranze non fossero
così scarne d'inchiostro
Sono quasi annegato
ma ho sempre avuto le mani
conficcate nel carminio,
il sole e i ratti... Questo è un cammino interiore,
la prossima volta
mi spoglierò di ogni opinione superflua
e vi darò la caccia... La prossima volta
non avrete il tempo di chiedermi
che cosa abbia amato prima di scomparire,
farò a meno dei tatuaggi dell'odio
e soffierò sulle candele
di tutti i desideri scagionati... Sono io,
non c'è più posto per voi...
(Venezia, 1996 – 5 aprile 2020)
Nirvana, il bootleg Rare Traxx |
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