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martedì 9 novembre 2021

Elisa, la vita di Heaven out of hell

La copertina di Then Comes the Sun (2001, Elisa)
Il 9 novembre 2001 uscì il terzo album di ElisaThen Comes the Sun. Pochi giorni dopo, in una fredda giornata d'inverno, Heaven Out of Hell iniziò un'incredibile storia nella mia vita. 

di Luca Ferrari

So are you turning around your mind                         ... Quindi stai girando intorno la tua mente
do you think the sun won't shine this time                   pensi che il sole non brillerà questa volta
are you breathing only half of the air                           stai respirando solo metà dell'aria
are you giving only half of a chance                            stai dando solo la metà di una possibilità
don't you wanna shake because you love                     non vuoi agitarti perché ami
cry because you care                                                     piangi perché ti importa
feel 'cause you're alive                                                 senti perché sei vivo 
sleep because you're tired                                            dormi perché sei stanco

Si presenta così Heaven Out of Hell, primo singolo estratto dal terzo album di Elisa. Prima di quell'ascolto, per il sottoscritto la cantante friulana era un'emerita sconosciuta se non per la canzone e soprattutto il video di Luce (tramonti a nord est). Per il resto, ignoravo che avesse già pubblicato due album Pipes & Flowers (1997) e Asile's Wolrd (2000). Ancor meno sapevo che il 9 novembre 2001 era uscito il suo nuovo lavoro, Then Comes a Sun (Sugar Music). Per niente affine alla musica italiana, l'incontro con questa atipica artista originaria di Trieste, che all'epoca cantava esclusivamente in inglese (e molto bene), era solo questione di tempo. Così accadde

Quel momento arrivò inaspettato, com'è tipico delle relazioni umane più magiche. Nell'ennesima metamorfosi della mia vita, rincontrai un'amica della scuola di restauro a Venezia (UIA), e in una fredda giornata d'inverno andammo insieme a visitare la gipsoteca del Canova a Possagno (Tv). Sulla strada del ritorno, mentre mi riportava in stazione, alla radio passò Heaven Out of Hell. Complice la calda atmosfera malinconica della spoglia campagna veneta, insieme all'immagine interiore di un paradiso che sgorgava fuori da un inferno (esattamente quello che stavo cercando di fare dentro di me, ndr), la canzone iniziò a farsi strada nelle mie ispirazioni. Il 2002 sarebbe stato un anno scandito dalla musica di Elisa, insieme alla quale avrei abbandonato la laguna per trasferirmi a Firenze, iniziando la professione di giornalista.

Dopo averla vista in televisione durante un grandioso live su MTV Supersonic in cui presentò il suo ultimo disco, negli anni successivi ebbi la fortuna di vedere Elisa quattro volte dal vivo: la prima, nel 2002, al Folkest di Spilimbergo (Pn), dopo un interminabile viaggio iniziato sulle rive dell'Arno e terminato con autostop per raggiungere la meta del live. A teatro, nel capoluogo toscano per il tour di Lotus (gennaio 2004), al cui termine della performance riuscì a consegnarle un book di poesie (rilegate) e tutte ispirate dalla sua musica; una terza volta dalle parti di Conegliano e infine inviato stampa live a Piazzola sul Brenta (2014).

Then Comes the Sun fu l'album che fece fare il definitivo salto di qualità a Elisa, passata negli anni successivi a una dimensione più popolare e purtroppo, lo dico unicamente a titolo personale, alla lingua italiana. In Then Comes the Sun l'artista è ancora una giovane musicista che ha voglia di sperimentare e sorprendere, con retrovie emozionali e autostrade sgangherate dove far risplendere dolore e arcobaleni. Io e Heaven Out of Hell ci prendemmo per mano, un giorno, per caso. Camminammo silenziosi per mesi, poi a un certo punto iniziammo a confidarci e da allora non abbiamo più smesso.

Una curiosità "follemente" personale su questa canzone. Nel mio immaginario di mia rock band, che mai ho fondato e mai fonderò, il nome lo avevo scelto: nato proprio tra questi versi e sarebbe stato Heleven, crasi da Hell (inferno) e Heaven (paradiso), ossia le due realtà che viviamo quando proviamo delle emozioni. Deliri tardo-adolescenziali a parte, adesso potrei andare a ripescare qualche vecchia poesia scritta in passato e ispirata dalla musica di Elisa, invece no. Da parecchio tempo non ascolto Heaven Out of Hell, e adesso è anche la stagione ideale per intingersi in quell'atmosfera. Me la sto ascoltando proprio in questo istante, regalando qualche intenso minuto di poesia a me, a te (Elisa) e a tutti voi: 


SOGLIE DI STELI SABBIOSI


… è troppo presto

per sperimentare una vera emozione?
Vorrei poter esprimere

liberamente le mie lacrime

senza reclami

di ottuse lettere dell’alfabeto...

Farò così… penso che farò

ancora così… Penso

che farei così

se tu fossi accanto a me, e volessi

aggiungere una spiegazione alla libertà

dei mie boomerang sopravvissuti


Sento le mani rimbombare

… seguirò la soffice corrente 

di questo ruscello, e poi

un altro ancora… Mi

nasconderò dalle grotte

in qualche presagio

di sole... Prenderò una decisione

e mi lascerò trovare


Non chiedermi il perché...

le mie tracce

non sono state abbastanza... continueremo

a stare lontani,

e il mondo ci sorriderà comunque


Sussurri

dentro il cuore... le rocce

che ancora opprimevano

le albe scalcinate,

arroventavano il tempo

che non ne voleva sapere

di rinunciare alle catene e agli spiragli...


In quale momento delle nostre parole

si sono fatte da parte

le stelle?… Questo è il nostro giorno..

Storie ancestrali

di muri caduti

e abbracci risorti… e il vento

ci depistò, disteso, danzando...

(Venezia, 9 novembre 2021)

Elisa, Heaven Out of Hell

Il biglietto del live 2002 a Spilimbergo, di Elisa
Elisa canta Heaven Out of Hell © Antonietta Salvatore

domenica 31 ottobre 2021

Alice Cooper, horror rock a tutto Halloween

Alice Cooper nel videoclip dei Hey Stoopid
Ehi stupidi, qual è la colonna sonora ideale per la festa di Halloween? L'indiscusso re dell'horror-rock, Alice Cooper, ovviamente! 


Come si fa a non simpatizzare per il sig. Vincent Damon Furnier che dalla fine degli anni ci intrattiene con un rock intriso di gotico, horror. Non ci sarebbe mai stato un Marilyn Manson senza Alice Cooper, e sebbene nella mia vita non abbia mai comprato un disco originale, ai tempi in cui MTV era una fabbrica di video e originalità, i suoi video erano delle vere e proprie avventure nel lato oscuro umano. Da Feed my Frankestein o Lost in American, fino all'intramontabile Hey Stoopid, primo singolo tratto dall'omonimo album (1991) a cui parteciparono musicisti del calibro di Slash (Guns 'n' Roses), Ozzy Osborune, i virtuosi chitarristi Joe Satriani, Steve Vai, Vinnie Moore, incrociando poi il microfono con il basso di Nikki Sixx e le sei corde di Mick Mars, entrambi dei Motley Crue.

Forse oggi, 31 agosto, avrei dovuto pubblicare la cover Mansoniana di This is Halloween, direttamente dal grandioso incubo Burtoniano (Tim) che risponde al nome del film animato Nightmare Before Christmas? Può darsi, ma sarebbe stato troppo scontato. Magari l'anno prossimo, e invece complice anche un recente lavoro, mi sono riavvicinato all'arte musicale di Alice Cooper. Niente rock impegnato quest'oggi. Accordi ammiccanti e rock, pronti per vivere qualcosa di mostruosamente senza ritorno...


SCHIACCIAMO L’ESITAZIONE DEL TERRORE

 

La serietà del mondo di oggi

sono le profezie

dei tempi di mezzo, quando

i teschi erano un presagio

e le spiegazioni scientifiche

un attacco al vivere quotidiano

 

la mia adolescenza

è stata la vostra innocenza,

ma com’è

che nessuno ha conservato

le mie cartoline

 

Predicatori di reperti

bene in vista,

non avete qualche mente

da abbandonare?

Le pietre che ancora

mi scivolano sopra la testa

sono le balene

che non ho mai voluto

cacciare… Sotto

i tombini non c’è nessun mondo

che voglio trovare,

lì dentro che ‘è tutto quello

che ho guardato

senza iscrizioni né 

 

A che numero di candele

siete già arrivati questa notte?

Ho fatto indigestione

delle vostre risate

e la mia tunica è rimasta

lì dove non l’avete mai cercata.

 

i mostri che ancora affollano

le mie sale da tè,

giocano con gli aquiloni

e la sera

tornano a casa in tempo

per vedere tutti

indossare il pigiama… le

voci del Paradiso

non conoscono le mie risposte,

e i miei occhi adesso

guardano verso di voi

                                    (Venezia, 31 ottobre ‘21)


Hey Stoopid by Alice Cooper

Una clip dal video Hey Stoopid, di Alice Cooper

sabato 16 ottobre 2021

What's Going On, Artisti Contro...

Christina Aguilera (Artists Against AIDS Wolrdwide, 2001) nel videoclip di What's Going On
Insieme per una causa umanitaria. Nell'ottobre 2001, il collettivo Artists Against AIDS Worldwide pubblicò una nuova versione di What's Going On di Marvin Gaye.
 
di Luca Ferrari

Tell Me
People Dying
People Crying.
..

Inizia così la rabbiosa-speranzosa versione 2001 dell'immortale What's Going On di Marvin Gaye, sulle cui note e lyrics riadattate, alcuni dei più noti artisti dell'epoca, si unirono nel progetto Artists Against AIDS Worldwide per raccogliere fondi devoluti a un progetto per combattere l'AIDS in Africa. Tra di essi: Christina Aguilera, Backstreet Boys, Mary J. Blige, Bono (U2), Destiny's Child, Jermaine Dupri, Fred Durst (Limp Bizkit), Nelly Furtado, Wyclef Jean, Alicia Keys, Aaron Lewis (Staind), Lil Kim, Jennifer Lopez, Ja Rule, Nelly, *NSYNC, Gwen Stefani (No Doubt), Britney Spears, Michael Stipe (R.E.M), Usher e ancora altri.

Perché questa canzone? Perché adesso? Perché sono passati vent'anni esatti? Può essere. Nei giorni scorsi, ripensando a cosa stessi ascoltando nel 2001, mi è tornata in mente questa canzone di cui acquistai il singolo originale ma le ragioni che mi hanno portato a scriverne su "Live on Two Hands", sono esattamente il contrario dei bellissimi messaggi che i tanti artisti lanciarono. Sento una profonda disillusione per il mondo che mi circonda e invece di trovare sempre più ragioni per sentirci parte di una comunità mondiale, l'umanità appare inesorabilmente divisa e in stato psico-paranoico. Pertanto mi chiedo: ma cosa sta succedendo? What's going on?!?!

[...] Oh my father, father
We don't need to escalate
You see war is not the answer
For only love can conquer hate
You know we've got to find a way
To bring some lovin' here today
Barricades, can't block our way [...]" scandisce il testo.

Ho sempre amato i progetti a più voci e per quanto non sia un conoscitore della scena hip hop e/o R&B, vedere personaggi del calibro di Bono Vox insieme a Beyoncee, mi ha sempre molto ispirato, ancora di più se il fine è la sensibilizzazione di tematiche sociali, tutte ben scandite "BobDylanamente" su lenzuola, con gli artisti inizialmente tutti bendati con emblematiche parole scritte sopra, e via via, ritrovando la vista. Ricordo le tronfie parole sulla presunta unità dimostrata dagli italiani ai tempi della quarantena, se non poi vederla disintegrata nel giro di pochi mesi tornando a pensare al proprio orticello, così come abbiamo sempre continuato a fare. 

"[...] It's a shame our reality is devastating
People praying for a cure
Dying while they're waiting
...
I can't be watching people die
(Die)
And watching people cry
Let me break it down for a minute
If there's enough room here for you and me
There's plenty of room for some humanity [...]"

Così, mentre siamo concentrati e impegnati a trovare complotti, ragioni, ideologismi, ci siamo dimenticati di chi continua a morire a prescindere da tutto questo: Yemen, Siria, Iraq. Cosa ne sappiamo ancora? Giorno dopo giorno scorgo crepe nelle relazioni umane che si fanno voragini e sarà sempre più difficile curarle. Il covid19, presto o tardi passerà, o come cantò Neil Young insieme ai sodali Crazy Horse, ai tempi del lockdown, Shut it Down, ma il nostro veleno intanto, avrà sempre più invaso il mondo e quello non lo potremo più fermare. Vorrei pormi altre domande ma, banalmente, non ne ho davvero più voglia. Continuate a smembrarvi quanto volete. Loro continueranno a morire, i privilegiati come me si potranno tenere fuori dalla mischia, voi eletti invece continuerete a incensarci di verità. Adesso tocca a me dirvi quello che sta succedendo...

VE LA SIETE PRESA CON I MORTI SBAGLIATI

Ci siamo presi per mano

per un attimo...

Ci siamo tenuti stretti senza toccarci

e abbiamo creduto

di poterlo fare anche domani


Ci avete creduto,

e intanto dicevate già

di voler fare a meno

di tutti noi


C’è una guerra in corso

ma sono più importanti

le vostre vitree proteste


Vorrei chiamare qualcuno
mentre affido alle mie parole

il diritto di sfracellarsi

ma questi libri hanno perduto

gli occhi… Oggi

e ancor di più domani

a vincere sono 

gli  attori di giochi morali

e dissennate pontificazioni mortali

senza liste né cancelli


questa è tutta

la libertà che possiedo

questa è tutta 

la melma che non ho mai voluto

togliermi di dosso

questa è la polvere

con cui condivido i giochi

al momento

di salutare castori e alveari


Non sono andato 

abbastanza a fondo

per compensare

tutto quello che hanno perduto… a voi

la strada riparata, a loro

l’inferno senza interruzioni…
(Venezia, 16 Ottobre ‘21) 


What's Going On by Artists Against AIDS Worldwide

What's Going On - Gwen Stefani (Artists Against AIDS Wolrdwide, 2001)
What's Going On Backstreet Boys (Artists Against AIDS Wolrdwide, 2001)
What's Going On Jennifer Lopez (Artists Against AIDS Wolrdwide, 2001)
What's Going On Britney Spears (Artists Against AIDS Wolrdwide, 2001)
What's Going On Nelly Furtado (Artists Against AIDS Wolrdwide, 2001)
What's Going On Gwen Stefani (Artists Against AIDS Wolrdwide, 2001)
What's Going On Alicia Keys (Artists Against AIDS Wolrdwide, 2001)
What's Going On Artists Against AIDS Wolrdwide, 2001)
What's Going On Fred Durst (Artists Against AIDS Wolrdwide, 2001)
What's Going On - Artists Against AIDS Wolrdwide, 2001

giovedì 7 ottobre 2021

(Anesthesia) Pulling Cliff

Cliff Burton, il bassista dei Metallica © Cliff Burton Facebook Page 

L'anima metal più autentica dei Metallica era scandita sulle possenti corde del bassista Cliff Burton (1962-1986). Sublimazione massima, la strumentale (Anesthesia) Pulling Teeth.

di Luca Ferrari

Un basso nero. Una foto androgina che sembrava rimandasse al bassista dei Metallica, Cliff Burton. Una storia che era appena agli inizi. In un'epoca ancora dominata dai walkman, le sale prove, i testi/poesie scritti a mano in inglese su carta colorata e le tante leggende/maledizioni interiori, mi arrivò anche l'onda di quell'anomala figura. Cliff era l'elemento più taciturno della band, ma se ci ripenso, non furono le affinità caratteriali ad avvicinarmi a lui, semmai la strana somiglianza tra il capelluto musicista e una persona che avevo da poco incontrato ma che ancora oggi mi capita di rincontrare, sebbene lontana dal suo paese natale.

Nel 1985 avevo appena nove anni e non starò certo qua a raccontarvi balle che a quell'epoca ascoltassi i Metallica o anche solo conoscessi quel genere musicale. Ci sarei arrivato esattamente dieci anni dopo, mentre nelle mie vene scorreva impetuoso e malinconico il sound di Seattle. Di infatuarmi del sound dei (primi) Metallica ci misi molto poco. Partii da ...and Justice for All, approdai facilmente al Black Album, e in un tardo autunno estenuante iniziarono a scorrermi nelle vene le cassette (duplicate) dei primi tre album: Kill'Em All (1983, Ride the Lighting (1985) e Master of Puppets (1986), dove suonò Cliff Burton prima del tragico incidente.

La mia storia musicale è stata segnata, purtroppo, da tanti suicidi illustri, a cominciare da quello di Kurt Cobain (1994), al quale purtroppo seguirono negli anni Duemila quelli di molti altri vocalist, a cominciare da Layne Staley (Alice in Chains, † 2002), pet una tragica casualità ritrovato morto lo stesso giorno (5 aprile) del cantante dei Nirvana, e anch'esso dell'area di Seattle. Passano gli anni e ci salutarono anche Chester Bennington (Linkin Park, † 2012), Scott Weiland (Stone Temple Pilots, † 2015), Chris Cornell (Soundgarden, † 2017) e Dolores O' Riordan (The Cranberries, † 2018).

Lui Cliff  Burton, capelli lunghissimi, baffetti e look anni '70, morì per una tragica fatalità, durante il tour europeo di Master of Puppets, quando il bus ebbe un incidente. Meno appariscente dei tre compagni metal, ebbe un ruolo fondamentale nell'esplosione della band. Già bassista dei Metallica dal 1982 dopo l'addio di Ron McGovney, divise il palco e le songs del primo album anche col chitarrista solista Dave Mustaine, poi allontanato e fondatore dei Megadeth, che fu sostituito da Kirk Hammet, ultimo tassello della band di Frisco insieme al cantante James Hetfield e il batterista Lars Ulrich.

Ascoltare il primo album dei Metallica è immettere in circolo un'epoca che non c'è più, esattamente come la nostra giovinezza. Senti quei versi, quelle note, iniziando a sgomitare tra le conchiglie rotte del proprio passato. Senza nulla togliere al bassista Jason Newsted (la cui successiva uscita dalla band di Frisco nel 2001, segnerà il tramonto definitivo della band), ascoltare le canzoni dei Metallica quando al basso c'era Cliff Burton, significa ripensare a delle atipiche amicizie. Un'epoca dove i punti interrogativi del presente danzavano frenetici e silenziosi in uno scambio di eteree follie e fiocchi di neve, pizzicati da un mondo che non sembrava disposto a cambiare, se non quando tutti fossimo riusciti ad essere grandiosamente uniti.


ESPOSTO, SENZA DIMENTICANZE

Somiglianze e capovolgimenti
arroccati... Incontri
rimandati, collezioni di salvezze
allergiche a contrizioni indotte...

Questa è una storia non-comune
di treni nella notte
e fondamenta spaesate… Ma tu
ci hai mai davvero
creduto a una rivoluzione? 
I tetti bianchi degli scogli
pensavo ci avrebbero ascoltato
per sempre, poi un giorno
di quegli appunti
era rimasta solo una entità
rampicante

Un quaderno degli appunti
è ancora così simile
a una unione spirituale
sgusciata via… Poi le strade frenarono.
S'incastrano.. la polvere
si svuota dei propri spari
ed ecco il contenuto farsi meccanismo
e contrasto.. è il peso dei pensieri,
il nostro estenuante
ripensare a più piani...

Da qualche parte
ho ancora un elenco dei manicomi
aperti… Li avevo
copiati in ottima calligrafia... Forse
era uno scherzo, forse
il mio primo tentativo
in cui volessi sentirmi
considerato… 

Non guardarmi

se non sai
cosa sia davvero 
l’abbandono di un abbraccio,
per troppo tempo
le mie dediche sono state
fiammelle schiacciate
dalle strade con troppo sole...

quello non era comunque
il nostro tempo...
quella non era comunque
la nostra identità...
quello non era ancora
la mia ribellione definitiva
sotto un palco... 
quella era almeno la nostra somiglianza 
dove i boccoli 
gestivano l'anima
in un frastuono deciso e cosmopolita...
                                                                            (Venezia, 7 ottobre '21)

Cliff Burton (Metallica) suona dal vivo Anesthesia Pulling Teeth

Metallica (da sx): James Hetfield, Lars Ulrich, Kirk Hammet e Cliff Burton 
© 
Cliff Burton Facebook page

venerdì 10 settembre 2021

Michael Schenker Group, il rock è Armed & Ready

Michael Schenker live Gelsenkirchen © Markus Felix 
Michael Schenker Group è rock sincero e potente. Una musica appassionante con la forza di uno dei migliori chitarristi al mondo, il tedesco Michael Schenker

di Luca Ferrari

Le vie del rock sono infinite e quelle che mi hanno portato ad appassionarmi del sound di Michael Schenker, sono tanto incredibili quanto inaspettate. Il suo nome ovviamente mi era noto, e qualche canzone degli UFO è conservata nella mia biblioteca digitale ma senza mai conquistarmi. In un pomeriggio di questa afosa estate, mi è tornato in mente il mio viaggio in Finlandia e sono andato su Youtube a cercarmi qualcosa di rock scandinavo. Ma invece di trovare qualche sconosciuto connazionale degli Hanoi Rocks, ecco spuntarmi il nome del Michael Schenker Group, in una versione live (strepitosa) di Armed & Ready. Inizio l'ascolto e l'adrenalina esonda subito.

Lavorando (anche) nell'ambito dei social media, inizio a fare qualche ricerca e scopro che il virtuoso delle sei corde si è appena sposato. Auguri! E allora, approfondisco. Fratello di Rudolph Schenker, chitarrista e fondatore degli Scorpions dove suonò nell'album d'esordio Lonesome Crow (1972) e nel sesto Lovedrive (1979), già da metà anni Settanta si unì alla band inglese degli UFO, entrandone e uscendone fino al terzo millennio. Nel 1980 intanto forma il Michael Schenker Group nel quale si alterneranno al microfono e agli altri strumenti molti musicisti. E proprio nel primo omonimo album della band, è contenuta l'opening song Armed & Ready, cantata da Gary Barden.

E' un po' tutta l'estate che la poderosa chitarra di Michael Schenker mi sta allietando, e giusto pochi giorni fa, finalmente sono riuscito a partire per il mio amato jogging mattutino per la prima volta insieme al sound del Michael Shenker Group, ascoltando i pezzi live all'High Voltage Festival 2010, Victoria Park di Londra, a cominciare proprio da Armed & Ready, quindi l'altrettanto storica Doctor, Doctor e una strepitosa performance della "Scorpionsoniana" Rock You like a Hurricane suonata insieme a Rudolf Schenker, cantate dal connazionale Michael Voss e lo scozzese Doogie White.

OK Michael Schenker, fammi sentire la fiera potenza della tua chitarra rock, io rispondo con le parole...


Il FULMINE DELL'IMMEDIATO


Non era l’ennesima volta

… Sulle mie spalle, 

un mondo che avevo già messo 

da parte… Dentro

le mie estensioni cutanee,

un ricordo

contagiato al plurale


Facciamo conoscenza

o vuoi solo arrivare al domani

senza che le mie tegole

possano aggiungere qualche lettera

alle abusate staccionate

di quei stantii orizzonti multicolore?


Faccio tutte queste domande perché

conosco già le restrizioni

alle reazioni delle castagne senza riccio

… Mi voglio congratulare con te,

e continuerò a pensare

di essere stato il primo ad averlo fatto

da questa parte della mente...


L’alba non è ancora abbastanza fredda

da queste parti,

il veleno delle rivendicazioni maggioritarie

ha le stesse immutate configurazioni

che anche tu conosci bene… Mi sono 

fermato…  adattato per raggiungere

le derive emotive
delle mie ali infrante, camminando

senza farne parola con nessuno


Ecco, adesso sto ammirando

gli alberi e il cielo… Eccomi,

non sono interessato alla grandezza

né al fascino 

di tutto quello che potrai avere

con la mia lontananza


Ti immagino così, in un rituale personalizzato

di fine ispirazione, 

portando un dono dai confini delle nuvole,

a chi ti ha appena promesso

di starti accanto per sempre... 

(Venezia, 10 Settembre ’21)


Armed & Ready, live by Michael Schenker Group

sabato 7 agosto 2021

Megadeth, Train of Consequences

L'allucinante viaggio di Youthanasia dei Megadeth inizia con Train of Consquenes 
Allora come oggi, un viaggio su rotaia deve sempre iniziare con il possente hevay metal di Train of Consequences dei Megadeth. E così sto facendo!

di Luca Ferrari

Per i nati negli anni '70-'80 le prime conquiste della libertà corrispondevano ai grandi viaggi in treno, all'epoca accessibili anche grazie alla green card (under 25) che consentiva sconti. I regionali andavano ovunque e gli Intercity avevano prezzi modesti. Le low cost non erano ancora nate. Per il sottoscritto, qualunque viaggio dovessi affrontare su rotaia, inclusa incursione romana per il mio primo concerto dei Pearl Jam, nel walkman iniziavo sempre con Train of Consequences (1994, Youthanasia) dei Megadeth. Allora, come oggi! Proprio ora mi trovo sul treno regionale Venezia-Bologna, cui seguirà poi un ancor più lungo fino a Sibari (Cs).

Un convoglio mezzo demoniaco si mette in moto. Il rumore dei cingoli ferroviari va di pari passo con il sound heavy metal in perfetta e demoniaca simbiosi. Il treno a vapore sbuffa generoso di fumo nel verde del panorama, placido in apparenza. Un passeggero dalla lunga chioma (Ellefson?, ndr) si desta da un sonnellino, e ciò che vede fuori dal finestrino è uno spettacolo di pura angoscia: un'anziana bambinaia appende neonati a testa in giù come panni su di un lungo stendino, riproduzione video della copertina dell'album Youthanasia di cui Train of Consequences fu il primo singolo pubblicato. Altri inquietanti personaggi si avvicendano, ritrovandosi poi tutti a un tavolo da poker, sempre nel treno. Ecco possente il ritornello:

Set the ball A-Rollin                            Fai rotolare la pallina
I’ll be clicking off the miles                Io starò scappando via
On the train of consequences              Sul treno delle conseguenze
My boxcar life O’ style                       Il mio stile di vita è come un vagone merci
My thinking is derailed                       I miei pensieri sono deragliati
I’m tied up to the tracks                      Sono legato alle rotaie
The train of consequences                  Sul treno delle conseguenze
There ain’t no turning back                Che non tornerà mai indietro

La vita è un azzardo già persa in partenza? Il viaggio onirico-musicale dei Megadeth prosegue tra ombre e luci del convoglio. Nell'oscurità ogni tanto emergono le figure dei componenti della band, il chitarrista Marty Friedman, il bassista Dave Ellefson, il batterista Nick Menza e nel finale ecco l'inconfondibile e carismatico leader Dave Mustaine che ribadisce il concetto del ritornello. E allora che si fa? Si punta tutto e ci si mette in viaggio andando lontano fino all'inevitabile? Il tessuto della vita è così corrotto da non lasciarci altro se non la sfida finale contro l'ignoto a dispetto di ciò che sembra un destino già desolatamente segnato? Al massimo della loro potenza melodica, dopo Rust in Peace (1990) e Countdown to Extinction (1992), i Megadeth lasciano l'impronta finale negli anni Novanta accompagnandoci in una nuova era a bordo di Train of Consequences:


IL COSTANTE DERAGLIAMENTO DELLA VITA

Avete contestato... espropriato... Vi 
hanno sedotto e raccontato/raccattato... le
dosi di rifiuto sono in esaurimento...
Siamo tutti più
improvvisati paracadutisti... collezionisti...
Anime vendicative dall'inesauribile
distanza... Avete mai fatto caso
a quelle figure
che sembrano non guardarvi mai
quando sfrecciate da remoto, 
e nella scia
restano sono le vostre mani sul mondo
che avete già condannato? 

Vorrei che gli oceani
avessero qualche colonnato in più
e noi non ci sentissimo
coì superiori a quel passato
che vi inorgoglite a osannare...

Sento il vostro nuovo urlo,
vedo inviti consumati
e lattine straziate sotto il peso
di stelle ormai microscopiche

Ho forgiato idee sballate,
e ora la pista
è tutta un andirivieni di formiche
e leoni di mare... Ho
incatenato i miei confini al vagabondaggio
e non c'è giorno
che abbia offerte differenti.

Ancora confondiamo l'immortalità
con la sanguinosa appartenenza terrena 
... Scambiamo le stragi volontarie
per vendette inevitabili...
La foto delle lancette immobilizzate
ci consola nella salvezza
di un presente lontano
dalle carezze dell'inesorabile...

Che cosa vuoi dirmi
che tutti non sappiano già? Se adesso
ti chiedessi
di affidarti all'oscurità che mi porto
dentro, so già quale sarebbe
il tuo posto nel convoglio... Hai dato prova
di essere decis(iv)o, e io
mi sono già alla soglia di un nuovo
rifiuto... Cè tempo per le stelle
prima dell'ultima uscita?...
                                         (treno Venezia-Bologna, 7 Agosto 2021)

Megadeth, il videoclip di Train of Consequences

domenica 11 luglio 2021

Iron Maiden, Run to the "Wins"

Gli Iron Maiden alla conquista d'Europa

Per la finale di Euro 2020 tra Inghilterra Italia, i tifosi di Sua Maestà dovrebbero accogliere i giocatori scandendo una "rivisitata" Run to the Hills degli Iron Maiden.
 
di Luca Ferrari

Ma quale God Save the Queen, stasera i tifosi inglesi insieme ai loro giocatori dovrebbero accogliere gli Azzurri cantando a squarciagola la leggendaria Run to the Hills, degli Iron Maiden, ovviamente con qualche piccola modifica.  Sperando che Sua Maestà Steve Harris, il bassista-fondatore della band, il cantante Bruce Dickinson, il batterista Nick McBrain, i chitarristi Dave Murray, Janick GersAdrian Smith", non se la prendano. E allora tutti insieme, "Run to the "Wins":

"Italians came across the sea
They brought us fouls and injury
they hissed our team, they want our need
they took our game for their own lead
We face them hard, we fight them well
With soccer ball, we gave them hell [...]"..

Ok, dai. Adesso ascoltiamoci un'adrenalinica versione live con il testo originale, in attesa di rivederli presto dal vivo in Italia il 7 luglio 2022 a Bologna.

Iron Maiden, live Run to the Hills

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