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venerdì 4 febbraio 2022

Silvia Salemi, a casa di Luca

La cantautrice Silvia Salemi © MickyMacky

"[...] Ma la sera a casa di Luca torniamo a parlare/... E parte una canzone/ Che bella dimensione". Nei miei rarissimi ricordi del Festival di Sanremo, c'è Silvia Salemi a casa di Luca.

di Luca Ferrari

Il festival di Sanremo, e che roba è? Mai stato un fan della tradizione melodica italiana. Non mi ha mai interessato anche quando vivevo di musica e tutt'ora, non gli dedico nemmeno un minuti d'interesse. Ripensandoci bene però, mi capitò di vedere qualcosa. Una sola volta fu voluto, c'erano gli R.E.M. nel 1998 credo, o 1999, per l'album Lotus. L'anno prima invece, a casa di un'amica, mi capitò di assistere a due performance: le Spice Girls, che volente o nolente all'epoca sapevo chi fossero, e una (per me) sconosciuta, Silvia Salemi che cantò A casa di Luca.

Davvero strana la vita. Siciliana classe '78, quindi quasi coetanea del sottoscritto, in quella canzone che portava anche il mio nome, raccontò uno spaccato di Friends-iana memoria, di noi ventenni dell'epoca così dannatamente simile a ciò che io stesso stavo vivendo...

[...] L'epoca del
Tun tun cha pa tu pa tum
C'ha stordito il cuore
Siamo isole senza valore
...
Ma la sera a casa di Luca torniamo a parlare
Ma la sera a casa di Luca che musica c'è
Pochi amici a casa di Luca, lo stato ideale
Perché ognuno a casa di Luca è nient'altro che sé [...] 

Silvia cantava così. Una semplice melodia che raccontava di amici che non facevano nulla di particolare. S'incontrano. Parlano. Si confidano sinceri e le ore passano. Nel marasma della mia vocazione rock, e all'epoca con incursioni anche nell'heavy metal, quella giovane ragazza lasciò il segno, e a distanza di ormai 25 anni ancora la ricordo. Ogni volta che sento parlare del Festival di Sanremo, mi torna in mente quasi ed esclusivamente lei. E allora quest'anno, la voglio immortalare. E allora casa Silvia Salemi, oggi un altro Luca ha qualche parola da sussurrarti... 

IN DELICATA CONGIUNZIONE DI PENSIERI

un accenno di notte, uno spiraglio di risveglio ancora incompreso… l’acqua salata fin sotto le finestre, e una lettera che forse diventerà umana mi devo ancora convincere che lo stagno nasconda un oceano, allora non lo avrei mai voluto sapere, ma è stato esattamente così sono stato svelto a nascere, non a vivere mi ci è sempre voluto poco per credere a ciascuno di voi, eppure i miei disegni non avevano strade ma solo nuvole guarda l'estensione delle mie mani… non ci sono pezzi di carta incollati… a quale canzone stai pensando mentre cerco di ticchettare i miei sogni con il più rudimentale stato di perseveranza e abbandono? valigie senza forma, e qualche goccia di pioggia in attesa sul semaforo verde… C’è ancora tempo… siamo ancora in tempo per tramandare la nostra storia, dalle tue mani alla mia anima… siamo ancora coscienti, in silenzio e umanamente sinceri (Venezia, 6,45 - 4 febbraio ‘22)

Silvia Salemi, A casa di Luca

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