Rocky Balboa abbraccia suo figlio |
di Luca Ferrari
Prima di Smell like Teen Spirit, prima di Jeremy e prima anche di Rockin ' in a Free World. Tutto quel rock che ha scandito (ispirato) la mia vita, è venuto dopo di "lei". Quando la musica per il sottoscritto era ancora un oggetto misterioso, No Easy Way Out di Robert Tepper fu amore al primo ascolto, per di più avvenuto al cinema durante la visione del film "Rocky IV". L'ho sempre adorata! C'è vita, sofferenza e riscossa. Il pugile ha appena perso l'amico fraterno Apollo per mano (pugni) del possente Ivan Drago. In macchina ripensa a tutta la sua esistenza. Se mi avessero detto che ci sarebbe stata una video-versione migliore di quella canzone, non lo avrei mai creduto. Poi ho conosciuto il videomaker veneziano Alessandro Maggia e i suoi lavori cine-musicali A Fantastic Journey Through... Quello dedicato ai film della saga di Rocky ha sottofondo No Easy Way Out, ed è davvero strepitoso!
Se la versione originale di No Easy Way Out vede (ovviamente) un excursus dei primi tre film e qualche spezzone del quarto, con un Rocky sfigurato dalla tristezza ma deciso ad affrontare (e vendicare) l'assassino del compare di boxe, Alessandro ci mette dentro anche i due successivi capitoli: Rocky V, dove il pugile diventa il manager di Tommy Gunn (dal quale poi sarà ignobilmente ripudiato) e l'omonimo Rocky Balboa, dove tornerà sul ring per affrontare il nuovo e imbattuto campione nel mondo. Cruciale in entrambe le ultime due pellicole, il suo ruolo di genitore, e gli scontri con Rocky Jr. (rispettivamente Sage Stallone e Milo Ventimiglia). Se in principio Rocky trascura il figlio, nel frattempo bullizzato, in favore del suo neo-pupillo coi guantoni, nel secondo sarà lui a essere messo da parte. Come sul ring però, anche nella vita Rocky è un lottatore e non lascerà che tra lui e l'amato figlio finisca nel silenzio, senza combattere.
Oggi è il 19 marzo ed è la festa dei papà, una giornata che da qualche anno per me è diventata una delle più speciali. Conoscevo già gli eccellenti lavori di Alessandro Maggia. In passato l'ho anche intervistato per due differenti testate: cineluk- il cinema come non lo avete mai letto e il settimanale d'oltreoceano, L'Italo-Americano. Avevo già visto il suo A Fantastic Journey Through the Rocky Movies, e mi era piaciuto. Ultimamente mi è capitato di rivederlo e alcune sequenze in particolare hanno attirato la mia attenzione, proprio quelle padre-figlio sublimate dall'abbraccio-bacio che il genitore dà al giovane al termine del quinto capitolo cinematografico. Sebbene No Easy Way Out sia una canzone ancora capace di farmi commuovere, l'ho sempre ritenuta qualcosa del passato. Adesso non più. Adesso, grazie ad Alessandro, quando la sento vedo solo la sua nuova versione, ripensando agli ormai quasi sei anni già vissuti al fianco di mio figlio.
Il passato ha sempre avuto una parte troppo preponderante nella mia vita e forse è anche per questo che No Easy Way Out non sono mai riuscito a metterla da parte. Poi è arrivata la paternità. Poi è arrivato il lavoro di Alessandro Maggia su Rocky Balboa. Rocky, un campione umano spesso ai margini. Sa incassare, soffrire e vincere senza smettere mai di lottare. Quando A Fantastic Journey Through the Rocky Movies si sta avviando verso la fine, ecco in sequenza i sorrisi del pugile, le epiche corse per le strade e poi i volti di Marie, Apollo, Duke e Rocky che punta il dito alla fine di un allenamento iniziando una sequenza di allenamento fino in cima alla mitica scalinata di Philadelphia, spostando poi l'immagine su di lui e il figlio. Sì, loro due. Ultimo flash back. Prima della cavalcata finale, Robert Tepper canta Some things are worth fightin' for/ Some feelings never die, e lì Maggia con precisione certosina mette rispettivamente la moglie e il figlio, quindi tutti gli abbracci di Rocky a suo figlio in differenti età.
Vedo-sento No Easy Way Out e penso alla vita, a ciò che è stato, sì, ma soprattutto a quello che siamo e saremo.
“SOME THINHS ARE WORTH FIGHTIN' FOR, SOME FEELINGS NEVER DIE”
ho ricominciato sugli scarabocchi della riluttanza, ancora
prigioniero e mezzo morto... mi hanno
soccorso il ferro dei mendicanti,
gli artisti della pioggia e l’ignoto
delle illusioni senza importanza…contavo
a ripetizione fino a dieci
solo per guadagnarmi
il privilegio di una tempesta
…a te che cosa accadrà? Tu dove andrai?
nessuno si è mai voluto accorgere dell’inferno
che ho vissuto… Non ti
racconterò che questo
mi ha reso una persona migliore…
… la mia vita
mi ha reso diverso, la mia vita
insieme a te e la tua mamma
sono ancora vulnerabile e fragile
ma t’insegnerò a lottare…
ogni notte è un risveglio
per prendere il posto degli angeli
accanto ai tuoi sogni
guarda le mie mani, figlio mio,
sono ancora sfregiate
dal mio sangue ignorato… guarda
pure le mie mani,
un giorno ti parlerò anche
delle loro paure...
guardo i tuoi sogni, dolce figlio,
…prima di voi
c’erano solo stelle zoppe
e nessun mondo
dove mi sentissi felice
non aizzerò paracaduti
sul mondo che non c’è… ti
parlerò ancora di quei pochi
che non si arrendono mai
… ti parlerò tante volte
di chi non ce l’ha più fatta
e di chi non si è ancora
mai fermato.
... Figlio mio, ti parlerò sempre sincero
di chi siamo insieme...
(Venezia, 19 Marzo ‘23)
Rocky Balboa - Rocky Jr. (Milo Ventimiglia) e suo padre Rocky (Sylvester Stallone) |
Grazie Luca per questo meraviglioso e sentito articolo! La cosa favolosa é che la frase "Some feelings never die" associata alla sequenza degli abbracci é anche per me il punto centrale dell'intero video! Son strafelice che ha colpito il segno !
RispondiEliminaCiao, grazie a te per l'ispirazione e ancora una volta, complimenti per i tuoi lavori. Attendo con ansia i prossimi ma devo dire che continuo a riguardarmi quello sugli anni '80 (il secondo) e i '90. Chissà, un giorno scriverò anche di quello. Restando in tema Rocky, appena ricomincio a fare jogging mi sa che scriverò di Heart's on Fire ;-)
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