!-- Codice per accettazione cookie - Inizio -->
Visualizzazione post con etichetta Basket. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Basket. Mostra tutti i post

giovedì 9 novembre 2023

Bad Boys, Pump It Up Pistons

Isiah Thomas (Detroit Pistons) e la band Inner Circle

Dallo sport alla musica e viceversa. La passione per il basket NBA '80 dei Detroit Pistons mi ha fatto scoprire gli Inner Circle e la canzone Bad Boys. Ma c'è di più...

di Luca Ferrari

Gli Inner chi? I Circle cosa? Fino a qualche giorno non avevo assolutamente idea di chi fossero gli Inner Circle, gruppo reggae giamaicano fondato nel lontano 1968. Per chi conosce Live on Two Hands, sa bene che la musica prediletta è ben altra ma ehi, l'arte non ha confini. Da qualche tempo ormai, complice l'interesse del mio figlioletto, ho cominciato ad appassionarmi di basket, in particolare l'NBA, tanto quello contemporaneo quanto di quando ero io un ragazzino (mai seguito all'epoca). Se gli attualmente estinti Seattle Supersonics li conoscevo grazie al rock strampalato dei The Presidents of the United States of America, i Detroit Pistons degli anni '80 sono stati una vera scoperta. Così, girovagando su Youtube, mi sono imbattuto nella canzone Bad Boys che pare apposta scritta per quella franchigia, mentre in origine fu realizzata per il reality televisivo Cops e in seguito utilizzato anche per il franchise action, "Bad Boys" con protagonisti Will Smith e Martin Lawrence

Inner Circle - Bad Boys  

Bad Boys, Bad Boys... what you're gonna do
When They Come for You...

...canta così la canzone Bad Boys, quasi un avvertimento. Una minaccia, e in parte era proprio così. "Cosa farai quando arriveranno per te?". Ribadisco, sembra proprio scritta per quella franchigia. I Detroit Pistons degli anni '80 erano una squadra a dir poco fenomenale. Costruita in modo certosino e con un'ascesa che partì dai bassifondi, arrivò ai playoff, mancò le finali, perse in finale e alle fine vinse il titolo per due anni consecutivi. La squadra era formata da campioni del calibro di Thomas, Dumars, Lambeer, Rodman, Mahorn, Salley, Johnson, etc.. Una squadra invisa a tutto il mainstrema del basket americano delle facce pulite dei vari Larry Bird, Magic Johnson e Michael Jordan, ma questo non li fermò affatto. Anzi, diventarono una vera e propria famiglia, superando tutto e tutti. Da reietti a trionfatori, una storia che accomuna molti musicisti rock.

Se Bad Boys è ormai un caposaldo delle mie attività sportivo-musicali, sempre grazie al peregrinare youtubiano alla ricerca delle imprese dei Pistons, ecco un altro videoclip strepitoso, diviso in due parti: la prima realizzata con l'intro della mitica The Final Countdown (Europe) in cui vengono chiamati nome per nome gli artefici del successo, fino a coach Chuck Daly (pura adrenalina, ndr). A questa, sempre nel suddetto video, si aggancia Pump It Up Pistons, manifesto della squadra dove giocatori e nickname vengono snocciolati nel rap. Un atto d'amore per la propria squadra, così come fecero anche i già citati PUSA che realizzarono la canzone Supersonics, dedicata alla franchigia di Seattle ai tempi dei mitici Gary Payton e Shawn Kemp, e di cui prossimamente scriverò su Live on Two Hands nella nuovissima sezione Rock 'n' Basket, appena inaugurata.

Intanto però, celebriamo Bad Boys... e alla fine, godetevi Pump It Up Pistons

L'ETERNA FEROCIA DEGLI ULTIMI PRIMI


non sono vostro nemico

ma posso diventarlo

…sono arrivato da solo,

adesso è uno stato fraterno


non vi lascerò vincere

se è questo che gli avevate chiesto,

resterò in campo

anche con le luci zoppicanti

e le caviglie fatue


i vostri pugni

sono scene già viste, 

i vostri nascondigli

ci hanno insegnato

a sgridare il mondo per affermare chi siamo


non volevate che vi sfidassi,
adesso ci dovrete affrontare tutti


non sono paziente

con chi non è dalla mia parte

ecco la mia faccia… quel giorno 

sarà la prima che vedrete


il Sistema

non è mai stato egualitario

che devo fare

adesso che siamo così uniti?

che dobbiamo fare

adesso che siamo pronti

per andare avanti?

che cosa faranno i lampi

quando i tormenti avranno lasciato il campo al trionfo... 


siamo l’ineluttabile… l’insoluto…

… le pietre preziose si sono

tutte dileguate… non 

ti stringerò la mano 

solo perché hai deciso adesso

di essere mio amico

… nella mia testa siamo noi e solo noi

(Venezia, 9 novembre ‘23)


Pump It Up Pistons

mercoledì 8 novembre 2023

Rock 'n' Basket, musica e vita

Rock by Ben Collins/ Basket by Luca Ferrari

La pallacanestro è sempre più presente nella mia vita e inevitabilmente anche la musica cerca e trova questa disciplina. Su Live on Two Hands è nata la rubrica "Rock 'n Basket".

di Luca Ferrari

La musica è sempre la musica, e senza questa energia Live on Two Hands non sarebbe mai stato nemmeno concepito. Adesso è tempo di creare qualcosa di nuovo. Avevo già avuto una mezza idea nel recente passato ma complice un articolo che uscirà tra 12 ore esatte dalla pubblicazione di questo post, mercoledì 9 novembre alle ore 7.00, ho deciso di creare ufficialmente la sezione "Rock 'n Basket", per unire unirà una passione trentennale ormai e una praticamene neonata. Una doverosa precisazione. La sezione si chiama rock ma in questo caso il genere riassume tutti i generi. In questo spazio dunque, aggiungerò via via i link di tutti gli articoli specifici che attingono alle sette note e alla palla arancione:

NEW!!!

domenica 26 marzo 2023

Musica e basket, dai Pearl Jam a Space Jam

La colonna sonora del film Space Jam e un giovanissimo cestista
Dal rock dei Pearl Jam all'R&B e l'hip hop della colonna sonora di Space Jam (Seal, Cypress Hill, Busta Rhymes, etc.), il basket scorre nelle mie "migliori" vene umano-musicali.

di Luca Ferrari

Papà, vorrei giocare a basket... Inizia così l'avventura di una "creaturina" nel mondo della pallacanestro. Un po' di pratica ed ecco l'iscrizione all'Alvisiana Basket Venezia. Ad alimentare questa neonata passione, Space Jam (1996, di Joe Pitka) con protagonista l'asso dei Chicago Bulls, Michael Jordan, insieme ai mitici Looney Tunes. Visione dopo visione, anche la musica comincia a fare breccia. Mai stati nelle mie corde quei generi, l'hip-pop e l'R&B, onnipresenti nel film ma questa volta iniziano a conquistarmi, a partire proprio dalla canzone iniziale e omonima, realizzata da Quad City DJ's, quando vengono mostrate le prodezze di His Airness. Oggi poi, 26 marzo, non è solo il compleanno della mia piccola creatura ma anche il giorno del suo primo torneo di basket. Il giorno ideale per scrivere qualcosa di musicale incentrato sul quel mondo "palleggiante".

In effetti, a ben guardare il mio background musicale, era solo questione di tempo prima che il basket schiacciasse decisivo nella mia vita. Il basket, quel gioco con la palla arancione. Mai avuto feeling con questa disciplina sportiva e se dovessi escludere le imprese del mitico Dream Team alle Olimpiadi di Barcellona '92, non ho praticamente ricordi. Eppure, un legame c'è, e proprio nel solco del rock più straordinariamente sincero. I più esperti conoscitori di QUELLA BAND, lo sanno già. Molti magari no, e allora questo è l'articolo giusto per raccontarlo. In principio i Pearl jam si chiamavano Mookie Blaylock, tributo appassionato al playmaker dei New Jersey Nets che di generalità faceva proprio così. Costretti a cambiare nome, la band di Seattle trovò comunque il modo di omaggiare il giocatore, dando al loro primo album il titolo di Ten (1992), il numero di maglia che Mookie indossava sui campi dell'NBA.

"Ci pensavo negli ultimi giorni" si racconta il bassista Jeff Ament in un campo da basket durante il film Pearl Jam Twenty (2011 di Cameron Crowe), a sei mesi dalla fine dei Mother Love Bone, "Mi identifico con i Clippers e i Nets. Credo che la mia carriera assomigli a loro. Ogni volta che sembra decollare, qualcuno s'infortuna o esonerano l'allenatore". Il Jeff Ament che parla e palleggia, è ancora lontano dal formare i Pearl Jam. A quel tempo lui e Stone Gossard stavano prendendo strade musicali diverse e il futuro cantante Eddie Vedder, viveva ancora a San Diego tra surf, impieghi temporanei e qualche incursione sul palco senza troppe pretese. 

Più dei Nirvana, i Pearl Jam sono stati l'emblema di Seattle, ancor di più dopo la morte di Kurt Cobain. Nonostante ciò però, il cantante Eddie Vedder non si disse mai un fan della franchigia locale, preferendo sempre tifare i Bulls di MJ, Pippen e quel Dennis Rodman (d'altronde era originario proprio dell'area di Chicago, ndr), spesso visto indossare la maglia della rock band, cosa poco gradita dai fieri autoctoni del nord-ovest americano, The Presidents of the USA, tifosissimi dei Seattle SuperSonics cui dedicarono anche l'omonima canzone. Insomma, il basket era nella "mia musica" più di quanto pensassi ma mancava ancora qualcosa perché potesse scattare una scintilla concreta. C'è voluto un figlio, un amico sinceramente appassionato di basket & musica rap, un film e la colonna sonora giusta per passare dall'ispirazione ai fatti. 

L'unica disciplina che pratico al momento è la corsa e la suddetta Space Jam di Quad City DJ's ha già fatto la sua prima comparsa nelle mie playlist, ma non solo. Scorrendo gli artisti presenti nella colonna sonora, trovo nomi a me del tutto sconosciuti, e altri invece le cui canzoni, quanto meno fanno parte della mia personale cultura musicale. In particolare: Seal (Fly Like an Eagle )R. Kelly (I Believe I Can Fly) e il duo femminile Salt-N-Pepa (Upside Down - 'Round-N-'Round). Autentica chicca dell'album, Hit 'Em High (The Monstars' Anthem), cantata da cinque pesi massimi del genere: B-Real (Cypress Hill), Busta Rhymes, Coolio, LL Cool J Method Man (Wu-Tang Clan). Un cantante per "mostro". Ognuno del Monster Team viene qui rappresentato da uno di questi cantanti.

Tutto questo era lì, sepolto. Forse in un'attesa perenne. Forse in attesa del momento giusto. La storia s'ingrandisce. Un amico con con cui inizio a condividere un percorso comune, mi parla di hip hop e basket. Poi, la svolta. La pallacanestro entra direttamente in casa. Per stare al passo e condividere la passione del mio pulcino "SantAlvisiano", inizio a farmi una cultura, partendo proprio dalle poche nozioni che conosco. Il passaggio a film, documentari e infine la musica, sono una logica conseguenza. Dall'alfa all'omega, e dall'omega all'alfa. La musica come sempre è la scintilla ispiratrice e il mondo poi si muove di conseguenza, fino a creare su questo sito la sezione Rock 'n Basket. Oggi 26 settembre 2023, sarà una giornata davvero speciale fatta di sentimenti, basket e musica (che di sicuro danzerà dentro di me). Oggi è una giornata che inizio così:


STATO DI DANZA E SOSPENSIONE

6 libero come un sogno di mira, accelerazioni

e saluti senza una unica inquadratura... l'inizio

non prevede ribasso,

si è preso la platea...è la cultura

dell'inarrestabile,

la fame del risveglio… chi

sono i fratelli nell’arena,

quando siamo insieme

è tutto molto di più,

è più semplice

di un gioco…si è mai detto che una stanza

potesse regalarti un giro

intorno al globo?

In ogni istante della mia vita

ho fatto a pugni con la cenere

delle mie passioni,

adesso la palla

la terrò tutto il tempo necessario

per sostenerti


sono pronto

a ricominciare dal pavimento... sarebbe

troppo favolistico

ammettere che mi sono

aggrovigliato in aria

pensando di farlo ancora

...non mi pento

di quello che ho lasciato

in sospeso… non ho sempre 

fatto del mio meglio

ma questo non mi ha fermato,

....me lo potresti ripetere?


…ecco un’altra strada,

una pausa dalle scale

… non è mai stato

un gioco…mi prenderò

una pausa, non so se sia una forza dello Spazio o si tratti

di una distanza da raggiungere


il frastuono della folla

irradia deciso

tra le tane delle metropoli

in miniatura… sto

ancora scavando nelle onde gravitazionali

della mia anima

oggi siamo accanto a te... sei pronto?

per oggi e qualsiasi domani

siamo insieme a te

                                            (Venezia, 26 Marzo ‘23)


Quad City DJs - Space Jam

Jeff Ament (Pearl Jam) parla in un campo da basket

venerdì 6 novembre 2020

Gli assurdamente grandiosi The Presidents of the United States of America

The Presidents of the United States of America nel video di Lump
In attesa di conoscere il nome del 46° inquilino della Casa Bianca, mi sparo Lump dei mitici The Presidents of the United States of America. Una band assurda e grandiosa. 

di Luca Ferrari

Scatenati, rockettari di prim'ordine, impossibile da etichettarli in uno stile preciso. The Presidents of the United States of America sono una di quelle band più uniche che rare, appartenenti a quel non-genere che ha visto esprimersi in questa dimensione anche altri gruppi come Primus o Radiohead. Canzoni scoppiettanti e video azzeccatissimi, a cominciare da Peach, tratto all'album di debutto che porta il loro stesso nome (1995), dove i tre musicisti Chris Ballew (lead vocals, basso), Dave Dederer (chitarra, backing vocals) e Jason Finn (batteria, backing vocals) si trovavano ad affrontare dei temibili ninja. 

Ma ciò che dei The Presidents of the United States of America mi ha sempre colpito fu la loro provenienza (appartenza), la città di Seattle, e parliamo di una band il cui primo album uscì a metà degli anni Novanta. Seattle, la culla di band del calibro di Nirvana, Soundgarden, Mudhoney, Alice in Chains e Pearl Jam. E proprio contro il cantante di questi ultimi, Eddie Vedder, i PUSA a ragione si scagliarono, accusandolo di fare il paladino della loro città, salvo poi di aver tifato nelle finali di basket NBA'96  i Chicago Bulls di Michael Jordan e Rodman (di cui era amico), invece che per i Seattle SuperSonics di Gary Payton e Shawn Kemp, cui al contrario il trio aveva scritto la canzone Supersonics per celebrare l'evento.

In quel primo grandioso album, che vedeva anche una strepitosa e originale cover di Kick Out the Jams dei leggendari MC5, a trascinare un pubblico variegato, c'era anche Lump. Un sound energico che vedeva i tre The Presidents of the United States of America suonare su una chiatta a Elliot Bay, nel Puget Sound, davanti alla loro amata Seattle di cui si riconosce chiaramente lo skyline, Space Needle incluso a fine video. Ecco, mentre il presidente uscente Donald Trump continua a piagnucolare accusando chiunque di brogli e lo sfidante democratico Joe Biden attende la vittoria, io mi sparo a massimo volume Lump dei The Presidents of the United States of America, Immaginando di riuscire a invitarli a Venezia e suonare Lump a bordo di una caorlina lungo il Canal Grande. 


VE LO SPARO, MI SPARTISCO

spiegatemi la differenza
tra un bombardiere
e un lanciarazzi, oggi
vorrei sedermi accanto a voi
senza sapere
chi siete per davvero

Che senso ha
ascoltare i vostri dettati
quando ci sono persone
che non conoscerete mai?
Chi se ne frega
dei vostri sorrisi quando per vincere
dovrete promettere
che tanta gente morirà?

Vorrei avere una palude
e un universo... vorrei potermi
spostare solo sull'acqua
senza dovervi mao stringere
la mano... Vorrei stare
in silenzio e sapere che qualcosa
domani sarà differente

Prestami il tuo potere
e non farò i tuoi stessi danni,
fammi provare la tua boria
e me ne starò in divano
per tutta la durata del tempo
in cui sarò osannato

ho vinto io, ha vinto lui...
lui è stato sleale, io sono un fasullo
di fede... Lanciami
il tuo aldilà, ho voglia
di crogiolarmi nella disputa
di chi sarà l'ennesimo despota
della nostra contraffazione

sono pronto, e sono ispirato
sono irato, sono sul plateatico giusto
fatemi spazio
adesso tocca a me... fatevi da parte
mi sono appena caricato
(Venezia, 6 novembre '20)

 
Presidents of the USA, Lump

Cerca nel blog

Post più popolari