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Visualizzazione post con etichetta James Hetfield. Mostra tutti i post
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sabato 8 maggio 2021

Metallica, il blues solitario di Mama Said

James Hetfield (Metallica) canta nel videoclip della canzone Mama Said

James Hetfield (Metallica) si confessa con la sola chitarra, insolitamente acustica. Let my heart go/ Let your son grow. Incalza il blues solitario e sofferto di Mama Said (Load).

di Luca Ferrari

"Mama she has taught me well
Told me when I was young
"Son your life's an open book
Don't close it 'fore it's done"
"The brightest flame burns quickest"
That's what I heard her say
A son's heart sowed to mother
But I must find my way [...]" Mama Said (Metallica)

Il 1996 fu l'anno della rivoluzione nella musica e nella percezione dei Metallica. Fu l'anno della pubblicazione del sesto album in studio, Load, distante anni luce dall'epoca puramente metal della band di Frisco. Dopo i primi singoli Until It Sleeps e Hero of the Day, fu il turno di Mama Said. Quasi un monologo musicale dedicato dal cantante alla propria madre scomparsa poco tempo prima. Il videoclip riuscì a cogliere al meglio la sensazione di smarrimento e solitudine, con Hetfield impegnato in un viaggio solitario in macchina suonando la chitarra acustica e cantando.

Allora le mie giornate assomigliavano parecchio all'ambientazione umana di Mama Said. Monologhi estenuanti scanditi tra cuffiette, passeggiate infinite e al posto della chitarra, fogli e penna. In quei oltre cinque minuti di musica, il cantante ripercorre il rapporto madre-figlio che potrebbe essere esteso a chiunque: "Left home at an early age/ Of what I heard was wrong/ I never asked forgiveness/ But what is said is done". Immagino desolate-desertiche si susseguono portando il protagonista alla fine di un viaggio che si concluderà con un nuovo inizio.

A dispetto dell'adrenalina sprigionata dai Metallica, molte delle loro canzoni mi hanno spesso messo a contatto con i pensieri più dolorosi di quanto avevo vissuto. Nota dopo nota, cantato dopo cantato, sentimenti irrefrenabili emergono e sprofondano. Accadde con l'apocalittica The Unforgiven, proseguì molti anni dopo con la straziante Turn the Page. In quello scorcio di anni Novanta però, dalle viscere di un album molto diverso dagli originali, Mama Said raccontò la sua storia di dolore e rimpianti. "Let my heart go/ Let your son grow/ Mama, let my heart go/ Or let this heart be still". Adesso è tempo anche per me di mettermi in marcia...


A PAGINE SOLITARIE APERTE

Dove sono le tue mani,
adesso che il mondo
mi ha sbarrato ogni strada
di falsità?

Dove sono le tue risposte
adesso che i miei domani
si sono fatte albe incandescenti
senza luce con cui trovare
la strada di casa?

Dove sono le tue stelle
adesso che le orche
hanno invaso ogni esercizio
di sgraziato camino?

Fanfare in scambio
di confusione... sabbia avvilita,
il cielo così drammaticamente
risentito... Un'altra traccia
lasciata nel sentiero
della notte... Un'altra ombra
riconosciuta
come portavoce dell'unico
ed esistente passato... Un altro sogno
misconosciuto
e lasciato solo senza copertine?

Dov'è la mia rinascita
adesso che me ne sono andato
per sempre?

Quali tinte hanno assunto
le mie grotte
quando le nascondevo
ai ricordi mistificati?

Il perdono non menziona
alcuna sorta di sbaglio, ma stiamo
ancora aspettando
il giorno delle parole mai dette

Il cuore intanto è andato avanti,
e oggi non sarà diverso da ieri...
                                                        (Venezia, 8 Maggio '21)

Metallica, Mama Said

venerdì 20 marzo 2020

Creeping Death, la morte strisciante dei Metallica

James Hetfield, cantante-chitarrista dei Metallica, durante la performance live di Creeping Death
Dall'angelo sterminatore biblico-fantasy alla furiosa Creeping Death dei Metallica. Oggi la morte strisciante è una tragica realtà, invisibile e sta colpendo ovunque nel mondo.

di Luca Ferrari

Nella storia delle religiosi si trovano gli avvenimenti più fantasiosi e cruenti. Nella storia delle religioni e i loro onnipotenti umanamente evocati, detentori della verità e i loro seguaci hanno commesso i crimini più atroci. Peggiori anche della politica. Nel Vecchio Testamento, il dio degli ebrei si scagliò contro la truce dittatura egiziana con le celebri piaghe, inviando infine l'angelo sterminatore che colpì a morte tutti i primogeniti del Regno. Quella storia rimase impressa nella mente di James Hetfield, che nel secondo album dei Metallica, Ride the Lighting (1984), ne utilizzò l'ispirazione per la potente Creeping Death.

Nel 2020 la morte corre impalpabile col nome di coronavirus. Il contagio è iniziato in Cina, almeno così sembra, ed è via via proseguito ovunque. In Italia la situazione è sempre più drammatica ed è stata dichiarata tutta zona rossa, dalle Alpi alla Sicilia. Un virus inarrestabile di cui si sa ancora troppo poco. E se all'inizio la morte sembrava una diretta conseguenza solo per le persone avanti con l'età e con già problemi cardio-polmonari, nelle ultime settimane ha iniziato a mietere vittime anche in età più giovani. Nonostante l'allarme, ancora in troppi non ne capiscono la pericolosità e da incoscienti escono anche quando potrebbero (dovrebbero) fare a meno, diventando potenziali veicoli di contagio.

Tra gli addetti del mestiere e amanti delle sonorità più autenticamente metal, Ride the Lighting si contende con Master of Puppets (1986) il ruolo di album migliore in assoluto dell'intera discografia dei Metallica. Nel ventre della seconda fatica dei quattro di Frisco, quando ancora al basso militava Cliff Burton (1962-1986), ci sono immortali perle del genere, su tutte la possente For Whom the Bells Tolls e la straziante Fade to Black. Penultima traccia dell'album, Creeping Death, suonata quasi sempre dal vivo, molto amata dal pubblico e ulteriormente esaltata dal bassista Jason Newsted che dava il suo grave contributo alle parti canore. Adesso però, quella storia di morte è diventata una realtà di tutti i giorni.


L'INTRANSIGENZA DELLE IDENTITÀ AGGREDITE

Sparpagliati, qualunquismo... la
ragione si è fatta da parte,
ci sono le cresime della mortalità.
Un afflato, un respiro... Un'accusa
del nuovo domani 
senza nessuno di loro... Non
si spostano i/le file. Non si colorano
più le tonalità. Un giallo
è un pezzo di cielo senza tridente
né punto a capo...

Leggo le vostre promesse,
me le inviate ogni giorno... Leggo
i vostri ricordi
come se avessero più valore
adesso che tutti li possono riassumere... Leggo
la vostra intransigenza
nel diffamare l'ignoranza
di ciò che avete sempre saputo

Facciamo il punto sulla morte.
Facciamolo. Facciamo l'ennesimo
aggiornamento
su tutto ciò che non abbiamo capito.
Fuori dalla mia porta
ci sono ancora e solo i nostri nomi.
Dentro la mia porta
c'è solo l'amore per una donna
e un bambino.
Fuori dalla mia porta la morte
corre tra gli ovuli delle nostre
coreografate dichiarazioni, 
ed è ancora uno scherzo... un titolo... un arrivederci...

Ci sono le distanze
e ci sono gli stessi abbracci... C'è
la solitudine incompresa... Nuovi letti
in silenzio attendono inquilini.
Impauriti. Inermi. Inabili al domani.

Non ho altoparlanti, non ho balconi.
Non ho striscioni, ho tanta paura. 
Tu sei lì fuori, ora spengo
le luci... Vi voglio ancora ritrovarci tutti...
(Venezia, 19 Marzo '20)

Creeping Death, live in Seattle '89 by Metallica


Jason Newsted, bassista dei Metallica, durante la performance live di Creeping Death

giovedì 2 novembre 2017

The Unforgiven, i morti piangono ancora

La tragica solitudine di The Unforgiven (Metallica)
La pace non è per certi vivi. La morte vive ancora nelle mani che rifiutammo di estrarre. The Unforgiven (Metallica)... Certi morti vicini piangono ancora invisibili.

di Luca Ferrari

Non si trattengono. Esplodono. Colpiscono. Rigettano senza uccidere. Prendete pure la lente d'ingrandimento, comunque non troverete nulla. Fatene pure a pezzi un altro tanto il karma è rilassato e altrove a cucinare copertine e altre menzogne da scaffale senza ripiani. Uscite pure anche stamane e riempitevi di stelle che non vi appartengono, ho guardato dentro di me e quelle stesse vanghe abbandonate non sono mai state lavate del sangue scoperchiato. I mostri sono lontani. I mostri sono seduti sulla finestra accanto. Lo stillicidio di The Unforgiven (Metallica) mi stordisce e si appropria della mia anima... 

I MORTI PIANGONO ANCORA

... se vi ho odiato
è perché vi odio ancora

collezioni di campane, capanne senza vento...
cantine immaginate
come la(r)ghi benefici... a che gioco
volete ancora scambiarvi?
… non sono un bambino salvato
e non lo sarò nemmeno domani,
avete trasformato
i miei desideri in giuramenti
e da allora
non ho più smesso di scappare

voglio dirvelo
e voglio gridarlo... voglio
imparare
e voglio colpirvi

da dove è nato il mondo
perché
non possa più guardarlo
alla stessa altezza
della nostra frattura?
Un giorno una creatura venuta
dal paradiso
mi disse che la mia semplicità
facevo perfino
piangere i morti... se avesse
aggiunto almeno un vivo,
sarei stato per sempre d'accordo

non ho mai smesso di asciugare
le frecce sgorgate
dalla pietra... non ho mai smesso
di scrostare il cielo
dall'oscurità che mi avete recapitato
… oggi dico così,
ieri dicevo sempre così e voi cosa avete
fatto per tutto questo tempo?
Ho imparato, ho sbagliato
sono morto e non sono mai risorto
… ho frugato
nel mio domani
e non c'era nessuna briciola di noi,
ora noi siamo veri
e voi siete ancora liberi... mi avete colpito troppo
e io colpirò tutti voi
(Venezia, 2 Novembre '17)

The Unforgiven, by Metallica

The Unforgiven - James Hetfield (Metallica)

domenica 23 novembre 2014

Metallica, dolorosamente sentimentale

James Hetfield, cantante-chitarrista dei Metallica
Schizza ammutolito l'inchiostro in una decadente notte di natale, inspirando lo scivoloso baluardo dei Metallica. A quel tempo era tutto ancora poeticamente troppo difficile.

di Luca Ferrari

La maglietta di Ride the Lightning comprata al mercatino di Bologna. L’intero cd di …And Justice For All ascoltato in stereo in giardino. Il concerto di San Diego condiviso in vhs con due amici. Il vagabondare solitario insieme a Mama said. La rabbia umana post Turn the Page. Le lacrime immediate sulle lyrics di Fade to Black lette in treno regionale Venezia-Padova con una signora che mi guardò allibita. La ricerca libertina in Wherever I May Roam. Ricordo dopo ricordo, è un’emersione veloce. Incessante. Reminiscenze conficcate nella musica dei Metallica. C’è qualcosa di più.

Anno 1995. Una vita (quella personale) era violentemente cambiata. Un amico si era da poco trasferito a Londra e ora era tornato per la prima volta dall’Inghilterra, arrivando direttamente dal Monsters of Rock con ancora indosso la t-shirt nera comprata al Donington Park, sede del festival i cui headliner quell'anno erano proprio i quattro di Frisco. Fu l’inizio vero. Dirompente. Memorabile. Il suo racconto mi spalancò le porte della loro musica.

Il presente intanto era cambiato in modo sempre più tetro. Dentro di me non c’era più posto per l’infanzia e le sue docili certezze (o presunte tali). Alla vigilia di natale, subito dopo mezzanotte, MTV parte con lo speciale sul Monster of Rock di pochi mesi prima. Vedo per la prima volta i Four Horsemen più o meno in diretta. James Hetfield non ha la solita chioma ma una lunga coda biondastra con i fianchi della testa rasati. Jason Newsted ha i capelli corti. Vanessa Warwick intervista Lars Ulrich. Dei tre spezzoni di canzoni mostrate ricordo con esattezza Harvester of Sorrow.

Resto ancora alzato, lontano dalla mia famiglia. Lontano da tutto. A distanza di non-sicurezza da qualsiasi affogante sentimento. Guardo quell’Inghilterra così lontana dai miei fragili 19 anni. Mi addormento senza alcuna fiducia nei sogni con ancora indosso un’adrenalina figlia di pochi minuti “metallicanti”, unico momentaneo baluardo contro un vuoto disarmante. Stringo il walkman. Non c'è la neve. È la notte di natale? Non più. Mi sento davvero solo nel mondo. È tutto troppo profondo. È tutto troppo dolorosamente sentimentale.

Harvester of Sorrow, live Metallica - Donington '95

un vecchio poster dei Metallica, da sx: James Hetfield, Jason Newsted e Kirk Hammet
...ascoltando i Metallica in solitudine sotto la pioggia davanti al mare d'autunno

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