!-- Codice per accettazione cookie - Inizio -->
Visualizzazione post con etichetta Ride the Lightning. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Ride the Lightning. Mostra tutti i post

venerdì 20 marzo 2020

Creeping Death, la morte strisciante dei Metallica

James Hetfield, cantante-chitarrista dei Metallica, durante la performance live di Creeping Death
Dall'angelo sterminatore biblico-fantasy alla furiosa Creeping Death dei Metallica. Oggi la morte strisciante è una tragica realtà, invisibile e sta colpendo ovunque nel mondo.

di Luca Ferrari

Nella storia delle religiosi si trovano gli avvenimenti più fantasiosi e cruenti. Nella storia delle religioni e i loro onnipotenti umanamente evocati, detentori della verità e i loro seguaci hanno commesso i crimini più atroci. Peggiori anche della politica. Nel Vecchio Testamento, il dio degli ebrei si scagliò contro la truce dittatura egiziana con le celebri piaghe, inviando infine l'angelo sterminatore che colpì a morte tutti i primogeniti del Regno. Quella storia rimase impressa nella mente di James Hetfield, che nel secondo album dei Metallica, Ride the Lighting (1984), ne utilizzò l'ispirazione per la potente Creeping Death.

Nel 2020 la morte corre impalpabile col nome di coronavirus. Il contagio è iniziato in Cina, almeno così sembra, ed è via via proseguito ovunque. In Italia la situazione è sempre più drammatica ed è stata dichiarata tutta zona rossa, dalle Alpi alla Sicilia. Un virus inarrestabile di cui si sa ancora troppo poco. E se all'inizio la morte sembrava una diretta conseguenza solo per le persone avanti con l'età e con già problemi cardio-polmonari, nelle ultime settimane ha iniziato a mietere vittime anche in età più giovani. Nonostante l'allarme, ancora in troppi non ne capiscono la pericolosità e da incoscienti escono anche quando potrebbero (dovrebbero) fare a meno, diventando potenziali veicoli di contagio.

Tra gli addetti del mestiere e amanti delle sonorità più autenticamente metal, Ride the Lighting si contende con Master of Puppets (1986) il ruolo di album migliore in assoluto dell'intera discografia dei Metallica. Nel ventre della seconda fatica dei quattro di Frisco, quando ancora al basso militava Cliff Burton (1962-1986), ci sono immortali perle del genere, su tutte la possente For Whom the Bells Tolls e la straziante Fade to Black. Penultima traccia dell'album, Creeping Death, suonata quasi sempre dal vivo, molto amata dal pubblico e ulteriormente esaltata dal bassista Jason Newsted che dava il suo grave contributo alle parti canore. Adesso però, quella storia di morte è diventata una realtà di tutti i giorni.


L'INTRANSIGENZA DELLE IDENTITÀ AGGREDITE

Sparpagliati, qualunquismo... la
ragione si è fatta da parte,
ci sono le cresime della mortalità.
Un afflato, un respiro... Un'accusa
del nuovo domani 
senza nessuno di loro... Non
si spostano i/le file. Non si colorano
più le tonalità. Un giallo
è un pezzo di cielo senza tridente
né punto a capo...

Leggo le vostre promesse,
me le inviate ogni giorno... Leggo
i vostri ricordi
come se avessero più valore
adesso che tutti li possono riassumere... Leggo
la vostra intransigenza
nel diffamare l'ignoranza
di ciò che avete sempre saputo

Facciamo il punto sulla morte.
Facciamolo. Facciamo l'ennesimo
aggiornamento
su tutto ciò che non abbiamo capito.
Fuori dalla mia porta
ci sono ancora e solo i nostri nomi.
Dentro la mia porta
c'è solo l'amore per una donna
e un bambino.
Fuori dalla mia porta la morte
corre tra gli ovuli delle nostre
coreografate dichiarazioni, 
ed è ancora uno scherzo... un titolo... un arrivederci...

Ci sono le distanze
e ci sono gli stessi abbracci... C'è
la solitudine incompresa... Nuovi letti
in silenzio attendono inquilini.
Impauriti. Inermi. Inabili al domani.

Non ho altoparlanti, non ho balconi.
Non ho striscioni, ho tanta paura. 
Tu sei lì fuori, ora spengo
le luci... Vi voglio ancora ritrovarci tutti...
(Venezia, 19 Marzo '20)

Creeping Death, live in Seattle '89 by Metallica


Jason Newsted, bassista dei Metallica, durante la performance live di Creeping Death

lunedì 1 ottobre 2018

Fade To Black, il cuore oscuro dei Metallica

La macabra poesia di Fade to Black (Metallica)
"Death greets me warm/, now I will just say goodbye/... La morte mi saluta cordiale/, ora vi dirò solo addio". Finiva così Fade to Black, tragico capolavoro oscuro dei Metallica

di Luca Ferrari

Ci sono persone che a un certo punto della loro vita scelgono di arrendersi. Semplicemente, "non hanno più niente da dare". Semplicemente nessuno è stato abbastanza forte da stargli accanto e aiutarli davvero a cambiare le cose. Nel mondo ci sono persone che a un certo punto credono di non avere più nulla dentro. L'oscurità si è impossessata di loro e l'agonia potrà avere un solo e tragico epilogo. Poche canzoni come Fade to Black dei Metallica, dal secondo album Ride the Lightning (1984), sono state capaci di trasmettere una così alta dose di rabbiosa disperazione senza ritorno.

Chiunque abbia un minimo di conoscenza/passione della musica rock-metal non può prescindere dai four horsemen, in particolare quando la line-up era composta da James Hetfield (chitarra-voce), Kirk Hammet (chitarra solista), Lars Ulrich (batteria) e Cliff Burton (basso). In quanto a "poesia nera", solo The Unfogiven riuscirà ad avvicinarsi a una simile tragica perfezione. Fade to Black però ha qualcosa di differente. Una strada reale e senza ritorno. Una strada dove non c'è più posto per nessuno. Una strada che nessuno ha mai voluto davvero comprendere.

LA SALVEZZA NON ERA NEMMENO IN RITARDO

...È successo, e nessuno
ha spostato
l’ombra del proprio anello… stavo
pensando a tutt’altro
ma allora i raggi del sole
erano fatui dardi
a cui offrire soltanto una rete
senza fili… Non c’è nulla di familiare
nella mia malinconia,
non c’era niente
di estremo nelle mie ultime
gocce d’inchiostro, semplicemente
nessuno le aveva mai lette…
Semplicemente perché a un certo
punto delle nostre vite
non c’era davvero nessuno…
Dicono che la dannazione
evochi memoria o che ne so,
un ricordo
che avremmo voluto condividere
con un micro-mondo… tu
ci sei stato? Tu ci credi
ancora alle fiabe della notte? È
facile raccontare chi siamo
dimenticandoci
la sabbia che ci trovarono
nelle tasche
in quel giorno finale… la
comunicazione
aveva esonerato tutti i suoi limiti,
il sottosuolo
delle pratiche vitali
era stato oltraggiosamente chiaro
con le circumnavigazioni
che lo avrebbero riguardato… sulla
punta della spada
c’era solo un fiore, e poco dopo
neppure quello... e un istante
dopo ancora, nemmeno più
il ricordo di ciò che imparaste subito
a ignorare… Se io ero finalmente io,
voi chi eravate davvero?
(Venezia, 1 Ottobre ’18) 


Fade to Black (live Seattle '89), by Metallica

Cerca nel blog

Post più popolari