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giovedì 10 ottobre 2019

Miss Sarajevo... Miss Kobane

Il singolo di Miss Sarajevo (The Passengers)/ la devastazione della Siria
L'orrore si ripete. Civili in fuga dalla guerra. Quando arriverà quel tempo intonato da  Bono Pavarotti? Ci proviamo a dare ancora speranza all'umanità con Miss Sarajevo?

di Luca Ferrari

Eccoli, di nuovo. I mastini della guerra contro la popolazione civile. Oggi tocca ai valorosi kurdi in terra Siriana. Un popolo senza una nazione. Un popolo che ha avuto il coraggio e la forza di sconfiggere una massa di assassini spacciati per una fantomatica nazione di stampo religioso, e oggi sono abbandonati nel nome dell'economia. La Turchia è una nazione forte. I kurdi non contano nulla. Tutti a girarsi dall'altra parte, così com'è sempre stato verrebbe da dire in "CivilWariana" memoria (dicasi Guns 'n' Roses).

Brucia la terra siriana mentre le pedine della geopolitica prendono tempo incuranti del sangue già iniziato a sgorgare. E non è stato lo stesso negli ultimi anni nell'ignorato Yemen? E non è stato lo stesso nel Ruanda del genocidio e ancora prima nei Balcani, cuore multietnico d'Europa? La storia si ripete sempre nella sua tragicità. Ma perché sorprendersi? Da tempo ormai soffiano correnti contro il diverso. Una melma di odio e razzismo che punta solo a guardare il proprio misero orticello, facendo dell'umanità una creatura da stuprare senza pietà.

Torna nell'anima la struggente Miss Sarajevo. La voce poetica di Bono (U2) accompagnato dalla fida chitarra di The Edge. La direzione strumentale di Michael Kamen. Le parole dolorose del tenore Luciano Pavarotti. Insieme furono The Passengers per quella Bosnia brutalizzata dal nazionalismo serbo-croato e dall'indifferenza della Comunità Internazionale. Ogni volta che vedo il mio giardino invaso dai bambini a giocare, una parte della mia memoria ripensa a quella guerra. Era così anche per loro, poi iniziò un incubo fatto di sangue e morte.

Oggi è il turno dei Kurdi e la città di Kobane chiedere aiuto. Un aiuto fin'ora inascoltato. Inizio a guardare queste nuove immagini di sangue e mi chiedo: e se accadesse anche qui? Penso a tutte le ragioni per cui ci sentiamo divisi e differenti. Penso a tutte le logiche che decidono chi può vivere in pace. E nell'amore, non so più sperare... cantava un mesto Pavarotti in Miss Sarajevo. Sono passati più di vent'anni da allora e siamo di nuovo punto a capo. Dinnanzi all'ennesimo bagno di sangue umano, come si fa davvero a credere nell'amore? Spiegatemelo voi.


NELLA NUOVA APOCALISSE DI DISUMANITÀ
  
Il tempo si è fermato,
non sento più il suo cuore
accanto a me… La vita
si fa breccia
tra le maree sporcate
di oleosa nerastra umanità

siamo alle solite,
siamo a una nuova apocalisse

Mi hanno teso una mano
e io ho risposto
con un coltello… Mi hanno
chiesto di smettere
e io ho scavato altre buche

A che tempo del mondo
siamo arrivati? … Mare e terra
vomitano cadaveri

Mi sento ancora e già sconfitto
mentre immagino
nuove parole… provo
il silenzio
e l'amnistia delle stelle… Il fischio
della morte
non mi riguarda per oggi, e allora
perché non è così anche per loro?

Adesso è finito
il tempo di sognare
nuovi sorrisi… Adesso
anche per loro
è arrivato l’obbligo
di scomparire… Adesso
anche per loro
è giunto l’ordine
di soffrire… E adesso
siamo ancora arrivati 
a quel - I cannot hope in love anymore
And I cannot wait for love 
anymore - … ancora una volta ci implorano
di non lasciarli morire...

Miss Sarajevo, live by The Passengers

Venezia, giardino con giochi per bambini © Luca Ferrari 

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