Bob Marley © We'll Be Forever Loving Bob Marley (Facebook) |
Rinascita, musica e Rinascimento. Il reggae non è mai stato nelle mie corde ma Iron Lion Zion di Bob Marley (1945-1971) immortalò un cruciale momento della mia vita.
di Luca Ferrari
Le redini di una nuova vita cominciavano finalmente a essere tenute con forza tra le mie mani ancora sanguinanti. Ero indomito. Intenzionato. Solo nella notte. In viaggio verso Firenze, alla scoperta dell’arte. Quelli erano gli amichevolmente gloriosi tempi dell’Università Internazionale dell’Arte di Venezia. e così, complice il rigenerante e stimolante clima culturale-umano di quella scuola di restauro, mi organizzai un tour con pernottamento a tu per tu con i tesori del cuore rinascimentale della Toscana. Una volta arrivato alla stazione di Santa Maria Novella, a lanciarmi verso un mondo nuovo non fu qualche spregiudicato classico rock, ma la solare Iron Lion Zion di Bob Marley.
Il reggae non è mai stato nelle mie corde. Troppo spirituale per la mia dimensione. Venezia al contrario, è sempre stata molto legata culturalmente a questa musica e per tutta la mia tarda adolescenza, assistetti impotente a concerti su concerti senza mai esserne emotivamente coinvolto. La sola eccezione f proprio lei, Iron Lion Zion. Le ragioni forse sono da ricercare nel sound più incalzante o forse perché la sentii molto più adrenalinica. O, più semplicemente, in quel momento avevo bisogno di qualcosa di diverso per iniziare una nuova fase della mia vita ed ecco che Bob Marley mi tornò nella memoria.
Iron Lion Zion mi prese per mano, contribuendo in modo dirompente a riscrivere la storia di un'altra canzone, relegata fino a quel momento a ricordi tragicamente inconsolabili. Nella cassetta che mie ero portato per il viaggio, avevo timidamente inserito anche Epic dei Faith No More, registrata artigianalmente dalla televisione, in un'esaltante versione live londinese. E lì, camminando per le contrade senza mappe e con il solo indirizzo del mio alloggio scritto a mano su carta, mi aggiravo con la sola invincibile forza della testa. No potevo sapere che di lì a tre anni ci sarei tornato per iniziare la mia carriere di penna, nel mondo del giornalismo. Ma quella è un'altra storia con altre canzoni. Adesso è tempo di farsi ispirare dalla musica di Bob Marley.
CROCEVIA NELL’INDOMABILE CRINIERA
Ho aspettato la notte
Perché potessi sentirmi
Una volta di più
Senza speranza
Mi sono messo in cammino
E ho trovato
Una spiegazione di cui nessuno
Mi aveva reso partecipe
Sono sceso in strada
E la mattina dopo
Ero il felice dei pazzi reo-confessi
Sotto la luce del sole
Mi sono rialzato con la strada
E un attimo dopo
Ero già sulla vetta più alta
A ribadire storie
Di paranoica semplicità
Se questo è un momento,
io venni subito dopo
Se questo è il domani,
io adesso vi sto guardando
tutte insieme
Non sono pronto
a nessun peggio… Non
sono più pronto
ad alcuna sconfortante
ricaduta… So per certo
che mi faranno
indietreggiare… So
con istinto figurato
che il peso dei troppi ieri
fuoriuscirà
da qualsiasi parola
mi chiederai… Ho
sempre saputo
anche tutto questo e ancora oggi
ho avuto la voglia
di lasciare le mie mani
libere di intraprendere
un nuovo inizio… l’epica
umana lasciatela agli scribi,
qui ci siamo solo io
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