Il cantautore romano Francesco De Gregori nel videoclip di L'agnello di Dio |
di Luca Ferrari
Eeeeco l'agnello di Dio, che nessuno può salvare... è una delle tante strofe di una canzone del cantautore romano, Francesco de Gregori, che in un inverno di fine anni Novanta, entrarono facilmente in circolo, complice anche l'atmosfera molto cupa del video e una cavalcata melodica tra oscurità e salvezza. Quei due lati dell'anima umana, a quell'epoca così violenti e sovrapponibili dentro di me. Come già accaduto in passato per artisti pochissimo ascoltati, eccoli d'improvviso guadagnarsi un posto speciale nei miei pensieri e nelle elucubrazioni più sincere. E quando si avvicina il natale e il buio si prende i titoli di testa, nel mio smartphone attacca la chitarra di De Gregori e il suo Agnello di Dio.
OVUNQUE, E ADESSO… PROSEGUENDO
ignoro in cammino, l’attesa
è finita.. ho
scambiato le catapulte
e non vedrò
più l’alba senza di te
mi prendo un momento,
sono esente
dall’eco… Non voglio
più avere confidenze,
solo fermate
dove poter scegliere
ho tolto le suole,
ho aggiunto i lacci… Vorrei
che avessi bene chiaro
che cosa succederà
dopo che ci saremo incontrati
con le braccia scomparse
sotto la luce del lampione,
la carta millimetrata
delle mie lacrime
è solo una copia di una preghiera
che mi sono sempre
rifiutato di fare… Se tu ci sei,
sai bene
che non ho mai scherzato
con la nostra onestà
Voglio provare a usare
altre parole… Sono già indietreggiato
con la testa… guarda
la carovana sopra le mie nocche,
tu sapresti vederci
uno stralcio d’amore?
Ci siamo nuovamente insanguinati,
questa è una strada
che non conoscerà spiegazioni
né storie del domani...
(Venezia, 11 Dicembre ‘21)
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