La cantante canadese Shania Twain |
di Luca Ferrari
Brava, coinvolgente e delicatamente affascinante. Fin da quando incontrai per la prima volta la musica di Shania Twain, il terzo album Come on Over (1997), rimasi subito colpito dalla carica sincera che l'artista canadese originaria di Windsor, Ontario, mi trasmise con la sua energia rock. Fu così che in un amen, canzoni come Don't Be Stupid (You Know I Love You), That Don't Impress Me Much, Man! I Feel like a Woman!, Come On Over e Rock This Country in particolare, mi entrarono dolcemente in circolo. Merito anche di un feeling con la musica country, che sebbene mai particolarmente approfondito, mi ha sempre divertito, ispirandomi tanta spensierata serenità.
Il primo articolo dell'anno ha sempre qualcosa di speciale e voglio essere sincero, mai e poi mai avrei pensato a lady Shania. A farmela tornare in mente e nelle orecchie, quel simpaticone di Youtube che mi ha proposto nella home personale un paio di video live della cantante (tra cui la celebre Man! I Feel Like a Woman), a Chicago, alla cui visione poi è seguita una travolgente versione di Rock This Country, dinnanzi a un pubblico meravigliosamente omogeneo: adulti, adolescenti, giovani e bambini. È stato talmente entusiasmante da sceglierla in maniera istintiva non solo per la prima apparizione nel 2023 di Live on Two Hands - Le parole come non le avete mai ascoltate, ma anche per la prima corsa dell'anno... e ovviamente ne è sgorgata una poesia.
IL POTERE DELLA NOSTRA DANZANTE SERENITÀ
Questa è una storia
che nessuno ha mai scritto
… Questa è una storia
che voglio confidare solo a te…
Questa è la miglior storia
mai vissuta
da due principianti del destino,
guardami
non mi sto più sfracellando
contro le impalcature
della felicità altrui… guardami,
sono loquace
abbastanza da confidarti
di non aver mai dimenticato
la tua danza paesana
…
Conosci un vecchio guardaroba
o uno sperone roccioso
dove fare il solletico alla tramontana...
Voglio solo il tuo mondo
davanti a me… ci sono le calamite
e ci sono delle buche senza avvisi,
vorrei poterti dire
che io ho sempre preferito
i lampioni
ma oggi sappi che ti vedo esattamente
per quello che siamo insieme...
Mi sono perso
e nessuno mi ha mai spiegato
perché gli sgambetti
siano tanti applauditi… Ho
sempre avuto un’idea
della tua esistenza… Avrei sempre voluto vedere
più persone sorridere
nei modi più disparati
Queste sono le mie parole
e quello è il tuo sorriso,
vedo le radici la primavera si richiama a un appiedato inverno ancora senza titolo...
(Venezia, 7 Gennaio ‘22)
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