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domenica 25 giugno 2023

Temple of the Dog – Say Hello to Seattle

La città di Seattle tra il booklet e il cd dei Temple of The Dog © Luca Ferrari

Il 25 giugno 2012 ero in partenza per Seattle. Un viaggio sognato da anni, e con due acquisti da fare: i cd dei Temple of the Dog e dei Mother Love Bone. Hello, Seattle!

di Luca Ferrari

Ci sono storie che non finiscono mai. Ci sono storie nate per bruciarsi e risplendere nel momento che diventano reali. La mia storia con la città e il sound di Seattle la potrei riassumere così. Ho aspettato a lungo ma alla fine tutto divenne realtà e nel modo più incredibile. Tanti anni or sono avevo fatto una promessa. Non solo avrei raggiunto la città epicentro delle band più significative per la mia vita, ma solo in quel viaggio mi sarei finalmente comprato due cd particolari: il solo e unico album dei Mother Love Bone, Apple (1990), e l'omonimo (1991) dei Temple of the Dog, il side project firmato dai neonati Pearl Jam insieme ai Soundgarden, in memoria del compianto Andy Wood (1966-1990), carismatico leader dei MLB per l'appunto.

10 canzoni, un album intero scritto per un amico dai suoi amici. Si comincia con l'eloquente Say Hello 2 Heaven (6:22). Si prosegue con la lunga e ipnotica Reach Down (11:11) dove Chris Cornell, se mai ce ne fosse ancora bisogno, fa sfoggio delle sue incredibili doti canore. Si raggiunge l'apoteosi con Hunger Strike (4:03), l'unica canzone cantata a due voci Cornell/Vedder. Si avanza con un il rock possente di Pushin' Forward Back (3:44) e via via le altre tra melodie, rock e tanta poesia umana:
Call Me a Dog (5:02), Times of Trouble (5:41), Wooden Jesus (4:09), Your Saviour (4:02), Four Walled World (6:53) e chiude All Night Thing (3:52).

In quel viaggio però, la musica fu solo sussurrata. In realtà, feci molto di più e meglio, incarnando negli amici raggiunti in terra americana quel mondo di semplicità così poeticamente scandito dai versi di quelle band. Il viaggio dei Temple of The Dog iniziò su di una cassetta duplicata da una conoscenza capellona. I nomi delle canzoni scritte a mano e al massimo l'immaginazione nel sognare quella città dominata dallo Space Needle. Quando comprai il disco, ricordo molto bene l'emozione. Una scarica così potente da farmi pensare a iniziare un'avventura musicale di scrittura proprio lì, a Seattle. Un viaggio, quello nel Nordovest americano, che mi portò anche ad Aberdeen, città natale di Kurt Cobain. Ciao, è il saluto più semplice che ci sia. Che si tratti di un amico o del paradiso, avremo sicuramente una strada da proseguire insieme. Hello, Seattle. Oggi e per sempre.

PARCO GIOCHI AL GRIGIO DI SOLE

nel cielo, oltre qualche zampillo

inesploso... è una lettera,

doveva essere una cerbottana

su cui non scrivo più…

oggi tra le strade

guardo nelle nuvole

sfogliando le tane salite

che ho baciato

attraverso e insieme a te

hai tempo

per sentirti meglio

nella tua vita?

hai tempo 

per aggiungere

un sogno

alla tua esistenza?

… i  tuoni non sono lontani

e la porta

è semplicemente aperta

rivedo già

i primi passi… confini

sbriciolati

e un corteo verdeggiante

… chi avrebbe voluto

andare fin laggiù

quando potevo aspettare

fino al giorno

del nostro primo incontro...

mi restano ancora

molte cose da dirti

… mi restano

ancora molte cose da dirvi

Veniamo tutti

da un’isola, poi a un certo istante,

la grazia 

ci farà incontrare ancora

per un nuovo interminabile

domani stellare (Venezia, 25 giugno 2023)


Temple of the Dog - Say Hello to Heaven

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