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lunedì 21 ottobre 2019

Mudhoney, un'intervista sincera

Il giornalista Luca Ferrari tra Mark Arm Steve Turner dei Mudhoney
Dieci anni fa, al New Age Club di Roncade, intervistai i Mudhoney. Musicisti autentici e pionieri di quel sound di Seattle che per l'ultima volta rese il rock immortale.

di Luca Ferrari

Dieci anni dopo quell'intervista, ancora oggi ne ricordo l'emozione unica. E come non poteva essere? Per la prima volta in vita mia incontravo qualcuno che aveva davvero lasciato un'impronta artistica dentro di me, i Mudhoney. La band che m'ispirò simpatia fin da quando vidi una foto nel lontano 1994. Loro, i Mudhoney. La band che fu fondamentale per l'esplosione del sound di Seattle. Loro, i Mudhoney, rimasti sempre nelle retrovie della popolarità ma da sempre seguiti da fan fedelissimi che hanno premiato il loro genuino punk rock distorto. Dieci anni fa, il mio taccuino era aperto al New Age di Roncade (Tv) davanti a Mark Arm e Steve Turner, cantante e chitarrista dei Mudhoney.

Prima ancora del leggendario Superfuzz BigMuff (1990), alle mie orecchie arrivò Piece of Cake (1992) dove troneggiavano le varie Suck You Dry, No End in Sight e Blinding Sun. Eppure per il sottoscritto, la per-certi-versi-anonima When in Rome mi entrò nel cuore, ancor prima che nell'anima. Istintivamente mi rappresentò quello che era il sound dei Mudhoney, una musica sincera e fraterna. E così, quando chiesi ai due musicisti se ci fosse una canzone che a loro in particolare piacesse suonare, dopo la suddetta premessa che raccontai anche a loro, Mark Arm sorridente mi disse: When in Rome. Non era vero e lo sapevamo tutti, ma fu davvero gentile a dirmelo.

Mark e Steve erano quelle persone semplici che avevo sempre immaginato. Super-ammirati da Kurt Cobain dei Nirvana, la band nacque dalle ceneri dei grandiosi Green River, la cui altra metà della band, tali Stone Gossard e Jeff Ament, avrebbero fondato prima i Mother Love Bone e dopo la tragica scomparsa del loro cantante Andy Wood, una band di nome Pearl Jam. Resto una mezz'oretta con loro, ribadisco ancora una volta, emozionato come mai mi è capitato in 17 anni di attività giornalistica. Lo storico bassista Matt Lukin non c'è più, sostituto dall'egregio Guy Maddison. Alla batteria invece c'è sempre Dan Peters.

(Now it's all burned down) Who can you trust?/  (Now it's all burned down) How come you're still alive? (Now it's all burned down) Where can you sleep tonight? suonano in Mudoney in When in Rome: Ora che tutto è ridotto in cenere, di chi ci possiamo fidare? Ora che tutto è ridotto in cenere, come possiamo essere ancora vivi? Ora che tutto è ridotto in cenere, dove dormiremo stanotte? Una tragica profezia che a giudicare dal mondo contemporaneo, assume tinte inquietanti di cosa è già una realtà per centinaia di migliaia di persone, e presto toccherà anche al resto del pianeta.

Roncade, New Age Club. 21 ottobre 2009. Sto intervistando la rock band americana Mudhoney per l'allora rivista cartacea La Vetrina di Venezia. Gli faccio ancora qualche domanda, poi è ora del soundcheck e dunque non resta che vederli dal vivo. Non sono più dei giovanotti ma suonano come meglio non potrebbero con Mark che furoreggia alternandosi tra solo microfono e voce + sei corde. Dagli storici cavalli di battaglia (Touche me I'm sick, Hate the Police, You Got It (Keep It Outta My Face) fino ai pezzi più recenti. Per la cronaca, non eseguono When in Rome ma dentro di me, eccome se l'hanno fatto e vi dirò di più. Insieme a loro c'ero pure io sul palco.


A OLTRANZA D'INNATA DIREZIONE
  
Parole d’idioma comune... gentilezza
senza principi né finalismi
… nessun’ancora al contrario
né corridoi premeditati

Nella fortunata ricaduta della rabbia,
si banchetta
tra innocenze di accadimenti odierni

la passione che nasce da un sentimento
è esattamente
quello che c'è scritto e per ora
non c’è nulla spiegare

Difendersi da un nuovo momento,
quale stupore?
Con una mano attaccata
a una parte della nostra fune di ripiego,
che cosa può ringhiare
ancora il sole?

Non voglio essere
mal consigliato né essere d’intralcio
… A che temperatura
posso diventare essenziale
per proseguire
su questo cammino?

Il giudizio dell’intransigenza
non ha recinti
né autentiche vicissitudini
da barattare

non ho mai creduto
di potermi contraddire
quando urlo di catarsi 
e domani umanamente biunivoci

…eseguo quello che penso
con salutare
isolamento per chi non è mai stato.
Eseguo quello che siamo dentro...

(Roncade [VE], 21 Ottobre '09)

Mudhoney live New Age 2009

New Age Club - Mark Arm e Steve Turner dei Mudhoney© Luca Ferrari 

giovedì 7 maggio 2015

New Age Club, il ritorno dei Mudhoney

Mudhoney in arivo in Italia
Venerdì 15 maggio il genuino garage rock dei Mudhoney sarà on stage al New Age Club di Roncade (Tv), prima tappa delle tre date italiane.

di Luca Ferrari

Ghigni eternamente sarcastici. Suoni garage. Infusi di punk e sonorità psycho-blues. Una voce inconfondibile. Una band, come le celebri colleghe di Seattle, allergica alle mode. Per la terza volta in pochi anni i Mudhoney suonano live in Italia a cominciare dallo storico New Age Club di Roncade (Tv), teatro di un'indimenticabile performance nell'autunno 2009.

Nati dalle ceneri dei Green River (la cui altra metà confluì nei Mother Love Bone prima e Pearl Jam poi), i Mudhoney hanno pubblicato nove album nel corso della loro carriera, tornando inoltre a partire dal 2002 a incidere per quella storica etichetta, la Sub Pop, che non solo li lanciò agli esordì ma contribuì in modo indelebile a far conoscere il sound di Seattle esploso verso la fine degli anni Ottanta.

Membri della band, com 'è tipico di quei gruppo amici prima ancora che colleghi di stage, praticamente sempre gli stessi. A partire dagli esordi fino a oggi, il microfono e la seconda chitarra sono sempre stati occupati da Mark Arm, la chitarra solista da Steve Turner e la batteria da Dan Peters. Il posto al basso lasciato vacante da Matt Lukin nel 2001 è stato preso da Guy Maddison.

Touch Me I'm Sick, Hate the Police, Sweet Young Thing (Ain't Sweet No More), Burn It Clean, You Got It (Keep It Outta My Face), la cover SonicYouthiana Halloween, Suck You Dry, Blinding Sun, Judgement Rage Retribution And Thyme, Today is a Good Day, Where is the Future, The Lukcy Ones, sono alcune delle tante canzoni che puntuali i Mudhoney propongono e il pubblico, non solo chi i Nighties li ha vissuti dal vivo, risponde scandendo e agitandosi.

L'ultimo lavoro si chiama Vanishing Point (2013), fatto di 10 canzoni. “Un album ricco si del fervore del passato (indelebile dentro le proprie corde e ugole, ndr) ma allo stesso tempo un disco in cui la band racconta la propria esperienza/esistenza tra saggezza e humour. Un album che è una specie di bomba rock ‘n’ roll moderna di cui tutti abbiamo bisogno”.

I rockers di Seattle suoneranno dal vivo venerdì 15 maggio al New Age Club di Roncade (Biglietto in prevendita: 20 + 3 d.p euro biglietto in serata: 25 euro), sabato 16 maggio al Bronson di Madonna dell’Albero (Ra) e domenica 17 maggio al Bloom di Mezzago (Mb), per poi proseguire il tour europeo in Svizzera, Francia, Germania, Inghilterra, Scozia, Turchia, Serbia, Grecia, Islanda e quindi far ritorno negli States per altre date.

 Mudhoney live in cima allo Space Needle (Seattle)

Mudhoney - (da sx) Dan Peters, Steve Turner, Mark Arm e Guy Maddison

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