L'immensità dell'Oceano Atlantico © Luca Ferrari ... (dx) Neil Young |
di Luca Ferrari
Scrivi ancora poesie? Me lo chiede chiunque mi rincontri dopo anni che non ci vediamo. La risposta è sempre la stessa, si. Lo faccio meno di una volta ma quel senso di appartenenza alle parole è rimasto intatto. Lo faccio quando c'è qualcosa che non voglio dimenticare. Lo faccio quando ci sono canzoni immortalate nel mio passato che si fondono in una nuova porzione del presente. Questa volta il destino mi ha consegnato l'ispirazione direttamente sulle acque atlantiche del Portogallo con I'm the Ocean, di Neil Young. Canzone registrata su Mirror Ball (1995), album suonato interamente con i sodali Pearl Jam.
Sono nato su di un'isola, sono un segno d'acqua e di quest'ultima ne bevo assai a differenza degli alcolici che proprio non mi garbano. L'elemento mi appartiene. Guardare il mare è una cosa, tuffarsi nell'oceano Atlantico un'altra. Neil Young ha sempre rappresentato per me la semplicità di vita. Una chitarra, la poesia e una dolce vita sentimentale. Il resto, solo dettagli. Le città continueranno a ingrandirsi e inglobare, la natura e il mare sono il mio grande richiamo. Lo è sempre stato e oggi lo è ancora di più. Sono in Portogallo, sulla costa Vicentina dell'Algarve e non ho niente da chiedere al mondo se non vivere una nuova, estenuante e intensa eternità.
...I'm not present, I'm a drug that makes you dream/ I'm an aerostar/ I'm a cutlass supreme In the wrong lane Trying to turn against the flow/ I'm the ocean I'm the giant undertow, canta Neil Young alla fine di una cavalcata rock di oltre 7 minuti. Ho sempre sognato di ascoltare "I'm the Ocean" con i piedi ben piantati nell'oceano. Non che non ci avessi provato. Quando ho peregrinato nella terra natia del cantautore, il Canada, sono state altre sue canzoni a guidarmi in lungo e in largo, in particolare l'intero disco Harvest (1972). Questa volta è arrivato il turno di I'm the Ocean. Apro la mia anima all'oceano. Conduce e ispira, la musica di Neil Young:
"I’M THE GIANT UNDERTOW"
Raccolgo la vita,
al diavolo le finte rivoluzioni del web
senza un dannato ieri
… faccio la voce punk
ma è ancora una sconosciuta
ballata Zeppeliana … ci
ballata Zeppeliana … ci
siamo allontanati
e adesso non potrei più fare
a meno di voi… le falene
sono stordite
ma non sento la loro mancanza… manciate
di ingerenze
hanno alzato le dita e qualche
carriola selvatica… si vocifera
che i giganti
abbiano scelto un’altra grotta
ma io non ci ho mai creduto... quando
lasciai da solo il mio algoritmo cardiaco
come segnaposto,
al mio ritorno nessuno ne sapeva
nulla… nessuno si è preso
la responsabilità di una confidenza
davvero sincera
la responsabilità di una confidenza
davvero sincera
Rimbombi di falesia,
diagonali sulla riva... è questo
il domani
il domani
che desidero… Sono parte
della corrente
e non m’importa quanto ancora il sole
potrà sostituire
il vento… Sono a poca distanza
da ciò che amo di più
al mondo… L'udito della notte
sia il mio testimone, adesso
che deve ancora sorgere... sarei
anche potuto
sia il mio testimone, adesso
che deve ancora sorgere... sarei
anche potuto
tornare da questo echeggiare
e infrangere
le mie necessità più mnemoniche… non
lascio impronte,
la schiuma
ha richiamato le mani… mi
sto preparando a utilizzare
la forza… ho abbandonato
i miei sogni e posso correre
ancora un po'... l'evidenza distratta
del vostro sipario
non mi appartiene... non ci fermeremo
nemmeno
con la prossima marea...
i miei sogni e posso correre
ancora un po'... l'evidenza distratta
del vostro sipario
non mi appartiene... non ci fermeremo
nemmeno
con la prossima marea...
(costa Vicentina [Portogallo], 19
Luglio ’18)
Lungo le spiagge portoghesi affacciate sull'Oceano Atlantico © Luca Ferrari |
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