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giovedì 2 novembre 2017

The Unforgiven, i morti piangono ancora

La tragica solitudine di The Unforgiven (Metallica)
La pace non è per certi vivi. La morte vive ancora nelle mani che rifiutammo di estrarre. The Unforgiven (Metallica)... Certi morti vicini piangono ancora invisibili.

di Luca Ferrari

Non si trattengono. Esplodono. Colpiscono. Rigettano senza uccidere. Prendete pure la lente d'ingrandimento, comunque non troverete nulla. Fatene pure a pezzi un altro tanto il karma è rilassato e altrove a cucinare copertine e altre menzogne da scaffale senza ripiani. Uscite pure anche stamane e riempitevi di stelle che non vi appartengono, ho guardato dentro di me e quelle stesse vanghe abbandonate non sono mai state lavate del sangue scoperchiato. I mostri sono lontani. I mostri sono seduti sulla finestra accanto. Lo stillicidio di The Unforgiven (Metallica) mi stordisce e si appropria della mia anima... 

I MORTI PIANGONO ANCORA

... se vi ho odiato
è perché vi odio ancora

collezioni di campane, capanne senza vento...
cantine immaginate
come la(r)ghi benefici... a che gioco
volete ancora scambiarvi?
… non sono un bambino salvato
e non lo sarò nemmeno domani,
avete trasformato
i miei desideri in giuramenti
e da allora
non ho più smesso di scappare

voglio dirvelo
e voglio gridarlo... voglio
imparare
e voglio colpirvi

da dove è nato il mondo
perché
non possa più guardarlo
alla stessa altezza
della nostra frattura?
Un giorno una creatura venuta
dal paradiso
mi disse che la mia semplicità
facevo perfino
piangere i morti... se avesse
aggiunto almeno un vivo,
sarei stato per sempre d'accordo

non ho mai smesso di asciugare
le frecce sgorgate
dalla pietra... non ho mai smesso
di scrostare il cielo
dall'oscurità che mi avete recapitato
… oggi dico così,
ieri dicevo sempre così e voi cosa avete
fatto per tutto questo tempo?
Ho imparato, ho sbagliato
sono morto e non sono mai risorto
… ho frugato
nel mio domani
e non c'era nessuna briciola di noi,
ora noi siamo veri
e voi siete ancora liberi... mi avete colpito troppo
e io colpirò tutti voi
(Venezia, 2 Novembre '17)

The Unforgiven, by Metallica

The Unforgiven - James Hetfield (Metallica)

venerdì 27 ottobre 2017

Sex Pistols, 40 anni di Never Mind the Bollocks


Quarant'anni fa venne pubblicato un album che avrebbe segnato la storia del rock. Il disco punk per eccellenza. Never Mind the Bollocks (1977, Virgin Records), degli inlesi Sex Pistols.

di Luca Ferrari

La musica, il punk (ammesso che sarebbe mai nato senza di loro), una certa a arte e cultura non ci sarebbero mai stati senza quell'album e quei "soggetti". Un'esplosione di purissime implosioni. 12 canzoni che hanno ispirato e continuano a ispirare milioni di persone in tutto il mondo. Un urlo nichilista contro una società materialista. Niente risposte esistenziali o insegnamenti di vita. Quaranta anni fa, nell'ottobre 1977, il mondo perbenista e moralista fu scioccato dalla pubblicazione di Never Mind the Bollocks, dei Sex Pistols.

Album perfetti nel mondo della musica ce ne sono. Never Mind the Bollocks è uno di questi. Dalle più famose e generazionali Anarchy in the U.K. e God Save the Queen, passando per le potenti Pretty Vancant, Problems e Submission, proseguendo con Holidays in the Sun, Bodies, No Feelings, Liar, Seventeen, New York e chiudendo con E.M.I. I loro nomi sono scolpiti nella leggenda: Johnny Rotten (voce), Steve Jones (chitarra, seconda voce), Glen Matlock (basso, poi sostituito da Sid Vicious) e Paul Cook (batteria).

12 canzoni da ascoltare tutto di un fiato e poi riascoltare ancora, immergendosi in un'epoca che oggi non esiste e non potrebbe esistere più. Fare (inventare) il punk nella Londra anni '70 significava sfidare un Sistema. Al giorno d'oggi prima di compiere qualsiasi cosa le moderne generazioni lo anticipano su miriadi di inutili social network. Il punk dei Sex Pistols non piaceva a tutti, ma proprio no. Nemmeno oggi. I Sex Pistols erano solo quello che vedevi.

La loro fu una cometa di fuoco e fuoco. Poch(issim)i anni e poi si sciolser. Vicious morì. Nel 1996 tornarono per un epico tour chiamato Filthy Lucre World Tour (questo è solo sporco lucro. ndr). Fedeli a loro stessi nella buona e cattiva sorte. Punk, come solo loro hanno saputo essere. Fregandosene sempre di tutto e tutti. La musica degli anni '90 non sarebbe stata la stessa senza le note realmente rabbiose dei Sex Pistols. Oggi, nel 2017, io ho ancora voglia di ascoltare Never Mind the Bollocks dei Sex Pistols.

VI RIGETTO, MI RECLAMO

risuona il megafono,
non c'è nessuno
e non c'è la torta
che ti hanno promesso... questa
non è una dedica
e non sono alla ricerca
di salvacondotti, i topi
che ho allevato
sono esattamente
gli stessi che avete schifato
finché giravano liberi
attorno le mie balestre

che ne è stato
dei governi
che volevate creare?
Interessa ancora a tutti,
ma già da inizio giornata
hanno qualcosa di più appetitoso
su cui richiamare
l'attenzione... non parlerò
mai la vostra lingua
e voi non vi fermerete mai
a guardare la bassa marea
raccogliendo
pezzi di conchiglie
se non aveste la certezza
che ci sarà un nuovo domani

i venti dai mille vicoli
dialogando... invadono... dimostrando...
non faccio mai errori
quando trasformo la mia volontaria
ignoranza
in un baluardo contro la vostra
scivolosa ostentazione... i tanti
cocci rimasti sopra le nostre mani
hanno visto macabre istituzioni
prendere il posto
dei loro stessi nemici... a noi
cosa è rimasto? Noi
che ci facciamo col vostro
idealismo da scampagnata
fuori industria?... mi siedo
a ritroso e corro... da qualche
parte il sole è scomparso davvero
 (Venezia, 24 Ottobre '17)

Holidays on the Sun, by Sex Pistols

martedì 24 ottobre 2017

You Look So... Garbage!

Il caldo abbraccio di un nuovo giorno © Luca Ferrari
Non lancio messaggi. Mi affido alla notte sempre in agguato. Mi acquatto in qualche mio pensiero. So che mi troverete arrabbiato ma non avete alcun controllo né potere.

di Luca Ferrari

Superstizioni e omertà. Sono stanco e aggraziato. Impunità e menzogne. Un altro carico di densità minacciose. Che cosa me ne faccio del sole? Dite che tutto è una rinascita ma la verità è sotto gli occhi di ogni velivolo. Vorrei essere ancora capace di svegliarmi nel cuore della notte senza fare rumore, puntare diritto al cuore delle esortazioni interiori. Desidero appoggiarmi sul mio cuscino di sbieco e ascoltare una vecchia canzone dei Garbage. Chiedere consiglio a chi non sa darmi alcuna risposta e poi riprendere il cammino senza nessuna nuova illuminazione.


AL CALORE DEL CREPUSCOLO

non so ancora
fin dove mi spingerò,
e non è che senta solo il bisogno
di ascoltare
l'assordante gorgoglio
delle stelle senza domani

giorno dopo giorno
voglio dimenticare
quello che non potrete
mai riconoscere

istante dopo sentimento,
mi tengo ancora la mano
quando sento di non aver più posto
per altro passato

il mondo è lo stesso
campo di concentramento
ma siamo troppo impegnati
a collezionare numeri primi
per sbriciolare
la sabbia dei chiodi...

vi sentite abbastanza fieri
della vostra cupidigia?
Quando è stata l'ultima volta
che vi siete trovati
a dimenticare il mondo
confidando a una sola persona
di aver pensato
a non trascurare più alcun gesto
di miserevole dolcezza?...

mi sono tradito
con le mie stesse intenzioni
… mi sono accasciato
e non mi sono più voluto
rialzare... i tanti analisti
del pensiero lavorativo
mi hanno messo al bando
e questo
l'ho accettato rispondendogli
di persona... è stata
una fuga di massa... è stato
un respiro
(Venezia, 24 Ottobre '17)


Garbage, You Look o Fine

lunedì 23 ottobre 2017

Vasco Rossi, la guerra comincia così

... la nebbia avvolge e nasconde © Luca Ferrari
Ogni giorno, un nuovo tentativo di divisione. Ci metteva già in guardia nel lontano 1996 Vasco Rossi nella sua troppo poco considerata, Mi si escludeva.

di Luca Ferrari

Oggi giorno la volontà isolazionista prevale sull'insegnamento di un domani migliore e meno schiavo dal proprio egoismo più elitario. Nessuno ci pensa. Nessuno sa guardare oltre. Oggi non vogliamo quelli, domani ci penseranno gli altri a sputare sopra i nostri figli. Ha davvero importanza? Non serve andare dove vorrei perché voi ci siete già arrivati prima di me, quindi che cosa davvero mi resta? Penso ancora a una vecchia canzone di Vasco Rossi. Penso ancora all'orgoglio di quella Storia già trascorsa e superata, oggi smembrata su qualche inutile e-commerce. Rispondetemi: avete davvero tanto a cuore la fine del mondo? Andateci, lo farete senza di me.


UNA SOLA COMUNITÀ, UNA SOLA OBBEDIENZA

hanno copiato
l'ennesima frase altrui
senza sapere
che ci sono state persone
che hanno perso davvero la vita
per tramandarla
alla loro transumata libertà

hanno ricopiato l'ennesima frase
ma un giorno
non avranno più nulla da fare... un
giorno non ci sarà più nessuno
da incolpare... un giorno
non ci sarà più nessuna lapide
cui rivolgere lo sdegno di una palude
lasciata
stuprata dall'ennesima promessa
di nuovo mondo

oggi è toccato ai mie nemici,
domani se sarò fortunato
sarà la volta della mia famiglia... sono
nato per tenermi
tutto dentro... sono nato
per stare al gioco
e assistere alla continua emancipazione
di cadaveri e fiammiferi

hanno bruciato
migliaia di libri
ma non è mai stato abbastanza... dal
giorno che appesero
il primo cartello fuori dell'insegna
è solo cambiato
il ghetto con cui raccogliere
il sangue... dal giorno che sei nato
è stato un continuo cambio
di opinione
fino al momento del bando
finale... la costante ripetizione
della lezione morale
mi ha fiaccato, ho evitato
la rima con "disgusto"
e ora sono di nuovo sconcertato
dall'insensato desiderio
di rimanere al centro del mondo
con la medesima fisionomia
e le mura tutte dorate
(Venezia, 22 Ottobre '17)

Vasco Rossi, Mi si escludeva

mercoledì 18 ottobre 2017

Amica mia, tu che conosci i Nomadi

I Nomadi
Prendi quel timone e insegnami la via... Le parole de Gli aironi neri (Nomadi) ispirano oltre le stesse parole, e può succedere di tutto. Anche di essere portato via e ritrovarsi dove siamo ora.

di Luca Ferrari

Talvolta ci possono solo essere le parole. Talvolta le parole sono sole. Il mare, il vento e le lacrime. Tutto lì. Massa unica e dirompente. Talvolta i capitoli finiscono, ecco allora ricominciare a navigare. Le domande si susseguono ma non ha più importanza, perché il cielo è sempre più vicino. Alle volte ci servono solo le parole. Alle volte vogliamo solo le parole, estraniarci dal mondo e fare di un silenzio senza bagliori, tutto quello che ancora è in grado di farci amorevolmente sanguinare. A quel tempo, quando Gli aironi neri (Nomadi) volteggiavano nel cuore di costanti chiacchierate, c'era solo un desiderio di infinito e immortalità. Non voglio niente. Voglio solo le mie parole.


COSÌ NOMADI COSÌ VICINI  

siamo stati lontani
e adesso non è ancora finita
… siamo arrivati
ai giorni
in cui tutti fotografano vascelli
senza avere nulla da dirsi... siamo
stati nomadi
quando ancora gli uscii
erano lettere
e la nebbia al minimo
era un'occasione per sentirsi
ancora più vicini... e ora
che l'estate
è sempre più una stagione
di ricordi, tu sai dirmi
come si fa a fare a meno
di tutto ciò che è stato?
Sono arrivato oltre la stessa conoscenza
dell'orizzonte
ma ho ancora voglia
di non andare da nessuna parte
e tenermi tutto dentro... e ho
ancora voglia
di non mettere in giro
nessuna voce
su quello che comunque siamo
stati... e se adesso
tornassi indietro anche solo
di un giorno, vorrei
comunque risvegliarmi
in questi giorni... adesso
vorrei comunque
risvegliarmi in questi giorni,
magari farei a meno
di qualche inevitabile tempesta,
aggiungerei
qualche stelle cadente
e poi comunque farei
di quel dolore
un'imprescindibile direzione
ricordandomi
fino a che punto del domani
sarei stato capace
di balbettare... sulla riva
di un'emozione
non ho mai smesso di essere

(Venezia, 16 Ottobre '17)

NomadiGli aironi neri

Venezia, calle del Traghetto © Luca Ferrari
Venezia, canal Grande © Luca Ferrari

mercoledì 4 ottobre 2017

25 anni di Automatic for the People

Il vinile di Automatic for the People (R.E.M.) è pronto per cominciare il viaggio  © Desiree Sigurtà
Il 5 ottobre 1992 uscì Automatic for the People, l'ottavo album degli R.E.M. Un album intenso e cupo. Un disco immortale denso di poesia e armoniosa gravosità.

di Luca Ferrari

Non saprei dire quando abbia cominciato ad ascoltare Automatic for the People. Posso dire che da allora non ho mai smesso. So solo che quelle canzoni mi hanno intasato l'anima. All'epoca non avevo idea della profondità di quella band conosciuta fino a quel momento per Losing my Religion, Radio Song e Shiny Happy People. A un certo punto però nella mia vita c'erano solo loro quattro: Nirvana, Pearl Jam, Neil Young e appunto, gli R.E.M, da Athens (Georgia), i cui membri sono Michael Stipe (voce), Peter Buck (chitarra), Mike Mills (basso) e Bill Berry (batteria).

Non saprei dire quante poesie abbia scritto ispirato dalle varie Drive, The Sidewinder Sleeps Tonite, Everybody Hurts, Monty Got a Raw Deal, Ignoreland e Man on the Moon, le mie preferite delle 12 complessive. Non saprei dire quante sigarette bagnate dalle lacrime abbia versato mentre quella voce e quella musica cercavano di sedare i mie pensieri sfiancati. So solo che ho ancora la cassetta originale di Automatic for the People (1992). So solo che adesso è tempo di scrivere una nuova poesia ispirata dalle note di un disco che ha partorito nella mia vita sentimenti unici e irripetibili, rendendo l'oscurità un posto più forte di troppi incubi mai digeriti.

TICCHETTII, PASSI... LE NON-RISPOSTE 

Diresti che il sole
abbia preso finalmente posto nel cielo?
Diresti che lassù
le stelle abbiano smesso
di avere compassione
delle nostre preghiere?

non voglio più pensare,
vorrei solo essere
ancora in grado
di estraniarmi con la pioggia
e riconoscere il suo arrivo
da una foglia ancorata
a qualche albero abbandonato

abbiamo trovato la nostra strada
o è solo un tranello, ci
siamo abituati,  e il tempo ha scarabocchiato
sopra la nostra
richiesta di informazioni
mimando il gesto delle dita
bisognose di una coperta
… e le dita
non sono l'indicativo che credevamo
… e quel futuro
è ancora così ingenuo senza i dardi
di quel passato
che continua a sanguinare... vorrei
comunicare
a tutte le persone che ho incontrato
in certi giorni
ciò che sto provando ora

sapresti dirmi
se un odore sia in grado
di riportarti
a un ponte di pietra, o se
negli orizzonti dimenticati
ci sia ancora
uno sguardo non capovolto?

a questo punto della storia
sarei già stato lontano
da chiunque tu sia... e chi ti dice
non sia così... che non sia
così... sia così... sia... siamo
(Venezia, 4 ottobre '17)

The sidewinder sleeps tonite (R.E.M.)

martedì 3 ottobre 2017

Tom Petty, the Last Dream

Tom Petty
C'è anche il musicista Tom Petty (1950-2017) a scandire momenti della mia vita. Flash solitari e picchi di vita slegati, per questo ancor più speciali.

di Luca Ferrari

Il mio primo ricordo di Tom Petty fu quella epica performance collettiva di My Back Pages insieme ai tanti monumenti delle sette note tra cui George Harrison, Neil Young, Eric Clapton e Bob Dylan e poco tempo dopo, la mitica versione di Free Falllin' insieme alla voce dei Guns 'n' Roses, Axl Rose. Passa qualche anno e una volta trasferitomi a Firenze il suo primo album solista Full Moon Fever (1989) entra nella mia discografia. Ultimi bagliori, le sue canzoni (soliste e insieme agli Heartbreakers) per il film Elizabethtown (2005, di Cameron Crowe).

Riposa in pace, Tom Petty (1950-2017). Con l'involontaria complicità di un'amica, questa è per te e per noi:

DISCESE DI BLUES GREZZI 

A chi verrebbe in mente
al giorno d'oggi
di scrivere una canzone
su Eddie Izzard
che fa il controllore nella metro
a Londra?… a questo
punto della mia ispirazione
ci sarebbe stato bene
un arpeggio
e poi un colpo di tosse
su cui far ondeggiare delle giungle animate
e una regola idonea
per tutte le nostre future corse
a perdifiato

hanno scritto libri
sulle colline e le loro sogni,
hanno trafugato aneddoti
sulle ancore
senza cieli a cui rimandare
le proprie osservazioni

ho sempre preferito la fine
all'inizio, e allora
com'è che quando vedevo l'alba
mi sentivo una mosca sconclusionata
in perfetta armonia
con tutto quello che era già
trascorso?

la domanda non era per te,
ma se te l'avessi posta
mi avresti suggerito di rivolgerla
a tutte quelle gabbie
senza palette né mitologie

mi prendo un'altra pausa
per pensare al giorno prima del
domani... mi prendo
una pausa fortuita
per sentire che tutto quello
che mi hai lasciato
non mi rende custode né macigno
...
i tuoi sogni adesso
possono proseguire anche
senza di noi...
                                              (Venezia, 3 Ottobre '17)

Tom PettyI won't back down

venerdì 22 settembre 2017

Ciao nonna, questi sono i Nirvana

Kurt Cobain nel videoclip della canzone Sliver (Nirvana)
Grandma take me home, grandma take me home... nonna riportami a casa/ nonna riportami a casa. Istintiva. Punk melodico. Semplicemente, Kurt Cobain e i Nirvana.

di Luca Ferrari

Torna in mente così. Perché si. Perché c'è dell'altro. Perché tanto nessuno sarà qui a fare domande. La nenia di Sliver, dall'album Incesticide (1992) dei Nirvana, si ripete. Andate dai crittografi e dai letterati se volete spiegazioni e chiare lettere. Il mondo alla rinfusa non mi ha mai trasmesso sicurezza e non inizierà certo ora. Possiamo giocare oppure tenerci a distanza. Faccio i conti con ciò che mi è rimasto dentro e sono senza sensazioni né idee nuove. Tutto quello cui rimando adesso, è una decisione che vibro contro le consuetudini primarie. Elementari. Neonate. Qui, tutto va così:

GRANDMA, TAKE YOUR HOME

figurine di amicizia
e scalini in salita
… ecco un salto nel cielo
e un abbandono facile

adesso le stelle
si sono allineate
e io vorrei avere qualcosa
di più profondo
da tramandare... ma a che serve, poi?
Tutto quello
che ci siamo detti
continuerà a non fermarsi,
e anche
quando i libri mastri
vorranno negare
il vissuto, il cielo
avrà un'altra storia
cui affacciarsi

tutte le volte
che rifiutai di tenermi stretto
ciò che stava svanendo,
è solo servito a fare dei ripostigli
una rabbia inamidata... ogni notte
prima di chiudere gli occhi
mi regalo
un gesto... un dono... una spiegazione
senza righe né melodia

oggi è già passato
un giorno
e questa dicono sia la normalità

oggi sono già
passate più di 24 ore
e il mondo
è lo stesso misero mondo
dove la gente
sale e scende dai propri piedistalli

il tuo viaggio
adesso non avrà mai fine,
il tuo viaggio
adesso va dove vorrai
                                              (Venezia, 21-22 settembre '17)

Sliver, by Nirvana

Storie di oscurità © Luca Ferrari

domenica 20 agosto 2017

Live to Rise, alla mia amica Finlandia

On the road in Finlandia © Luca Ferrari
La Finlandia è stata sfregiata dalle sordide azioni del terrorismo nella pacifica città di Turku. La Finlandia è già in piedi. La sua pacifica umanità sono i veri supereroi.

di Luca Ferrari

L'orrore del terrorismo è arrivato anche in Finlandia. Non c'è ideologia per giustificare questi atti. Non c'è nessuna appartenenza, solo l'odio più cieco e ignorante. Ero in Finlandia fino a pochi giorni fa e in due settimane di viaggi su e giù per la nazione scandinava ho solo trovato accoglienza e sorrisi. Fermo sul ciglio della strada, una macchina si è addirittura fermata per chiedermi se avessi bisogno di aiuto. A tutto il popolo finlandese e in particolare alle famiglie delle persone uccise e dei feriti va tutto il mio affetto e questa poesia:

L'UMANITÀ PACIFICA SONO I VERI SUPEREROI

ci sono immagini
dove il nome di quella città
compare ancora... lungo
le tue arterie pulsanti
fatte di natura
e cielo incontaminato
le mie mani
hanno ricominciato a spruzzare
inchiostro
sopra forme di nuvole
e carezze lacustri

ho calcato tutto quel cammino
senza mai dimenticarmi
del sole... adesso
ho appena scoperto
che sono arrivati
fin là... adesso ho appena
scoperto che la scure vigliacca
non ha avuto scrupoli
nemmeno in questa placida
terra

burattini al soldo di mercenari,
sono peggiori anche dei vostri “cosiddetti”
nemici... forse è bene
che sappiate che non c'è nessuno
ad aspettarvi nell'Aldilà,
solo la frusta dell'omicidio...

potete anche mentire
e asserire di avere una finta missione,
non fermerete
la rivolta della pace... non
fermerete
la LIBERA dichiarazione del quieto vivere

amica Finlandia, sei
stata ferita... amica
Finlandia, quando ci siamo
dovuti dire addio
ho preso in dono
un sacco di spazi sconfinati
… amica Finlandia,
nei colori rimandati
dei tuoi cieli più magici
c'è tutta la poesia
di una umanità
che continuerà a ribellarsi contro l'orrore
di ciò che non le appartiene
                                                  (Venezia, 18-20 Agosto '17)


Live to Rise, by Soundgarden
On the water-road in Finlandia © Luca Ferrari

mercoledì 16 agosto 2017

Woman, io sto con Laura Boldrini

la Presidente della Camera, Laura Boldrini
Odio, insulti online della peggiore specie. Laura Boldrini, Presidente della Camera, ha detto basta. Aggiunga pure alla sua reazione questa poesia e questa canzone di John Lennon. #iostoconLaura

di Luca Ferrari

Laura Boldrini insultata, ogni giorno sempre di più. Online ovviamente e debita distanza, in quelle piazze volgari che troppo spesso sono diventate i social network, Facebook in particolare. Adesso la Presidente della Camera è passata al contrattacco. Adesso la Presidente Laura Boldrini ha deciso di reagire. La libertà di parola è una cosa, la bieca volgarità un'altra. Qualcuno lo sa che la violenza sulle donne inizia da qui? Qualcuno ha mai riflettuto che la violenza inizia anche solo pigiando degli "innocui" tasti (che non sono)? A tutta la vostra bile bavosa io rispondo così. A tutto il vostro eiaculato latrare, vi rispondo così:

DAL RECINTO DELLA VOLGARITÀ DI PAROLA

vorrei sapere
quale sia il tuo nome
prima di cominciare a insultarti... ehi,
non so cosa tu stia facendo
ma ti offenderò lo stesso... la massa
mi hai detto cosa fare
e io che sono libero nel mio salotto
posso coraggiosamente dirti
cosa penso di te

la rete e la televisione
hanno detto che sei la mia peggiore nemica
... non c'è bisogno
di fare la fila... non c'è bisogno di venire
sotto le tue stanze... oggi il progresso
è la comodità
della mia efficiente inquisizione

non ho bisogno
di sapere quello che fai
ma tramanderò ugualmente
quello che penso di te...

… clave sporche di bava, doppiopetto
sempre aggiornato... schiamazzi putrefatti
trasformati
in cenere minatoria... raschiamenti
e latrati... siamo contenti
e soddisfatti... adesso
che sei il loro capro espiatorio
ogni parte bassa
si potrà rilassare tra riquadri colorati,
fetide condivisioni
e  indigestione
di fluttuanti arance meccanizzate
...
adesso che la vostra gola
è ancora tronfia
da parole che non sapreste ripetere
neanche a 1000 km di autentica distanza,
siete pronti
per ricominciare?... adesso, Donna,
tocca a te... adesso Donna,
scrivo io e parliamo noi

                                                  (Venezia, 16 Agosto '17)


Woman, by John Lennon

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