Il 31 ottobre 1975 i Queen pubblicarono il singolo Bohemian Rhapsody. Allontanandosi dai canoni classici del rock, la band inglese creò qualcosa di unico e strabiliante.
Oh, mama mia, mama mia (Mama mia, let me go.) Beelzebub has a devil put aside for me, for me, for meeeeeeeeeee...
Alzi la mano chi almeno una volta nella vita non l'ha cantata, suonata o semplicemente "accompagnata" ondeggiando testa e capelli. Se davvero esiste qualcuno, non gli credo ma se davvero così fosse, vada a farsi curare. Un ritornello epico quello di Bohemian Rhapsody, dall'album A Night at the Opera (1975), di una band altrettanto leggendaria: i Queen di Freddy Mercury (voce, piano), Brian May (chitarra), John Deacon (basso) e Roger Taylor (batteria). Il nuovo corso di Live on Two Hands prevede sempre una poesia prima del video, è vero. Non questa volta. Adesso ho solo una gran voglia di riascoltarmi per l'ennesima volta Bohemian Rhapsody. E credo anche (tutti) voi.
Nothing really matters, Nothing really matters, to me...
Eddie Vedder (Pearl Jam) durante un'esibizione live di Daughter
La traccia di Daugther ancora mi insegue. Sono passati trent'anni dal primo concerto dei Pearl Jam ma qualcosa da dire insieme alla loro musica, ancora ce l'ho. E se poi ci si mette l'amore.
Kurt Cobain ed Eddie Vedder hanno segnato il mio modo di scrivere poesie, o meglio testi come li ho sempre chiamati. Ma se il risultato finale è sempre stato il frutto di una composizione forsennata molto più simile alle "corde" del cantante-chitarrista di Aberdeen, fondatore dei Nirvana, la mera forma esteriore delle parole ha molto e naturalmente assimilato dai testi dei Pearl Jam. Non ho mai voluto riscrivere qualcosa, se non a forma di dedica per qualcuno di specifico, e le rare volte che ho sentito la voglia di scrivere qualcosa immaginando un sottofondo, la canzone che mi è sempre venuta in mente è stata Daughter, terza track del 2° album della band di Seattle, Vs (1993). Il perché, non ne ho idea.
Vs è un album fantastico, considerato (a ragione) il loro disco migliore. Non ha i capolavori di Ten, ma la qualità di ogni singola canzone è al di sopra del 9, cosa che il primo album dei Pearl Jam non possiede. Vs fu l'album della conferma. Vs fu l'album della dichiarazione spirituale della band, all'epoca ancora saldamente nelle mani di Stone Gossard & Jeff Ament, che non avrebbe cavalcato nessun facile successo. Oltre alle canzoni, la più grande eredità (insegnamento) che i Pearl Jam hanno impresso fin dagli esordi a fan e detrattori, fu proprio questo: una visione controcorrente e di elevatissima onestà intellettuale, degni eredi dei vari Neil Young, Bruce Springsteen, R.E.M.
Il 22 ottobre scorso i Pearl jam hanno celebrato 30 anni di carriera. Sono passati trent'anni infatti da quel primo epico concerto all'Off Ramp Cafe di Seattle, quando ancora si esibivano col nome di Mookie Blaylock. Non so se questo abbia influito. Non ho ascoltato dal vivo la performance quando l'hanno trasmessa però forse la loro ispirazione è tornata a serpeggiarmi dentro e con la complicità della vita quotidiana, riecco Daughter iniziare l'arpeggio in una sessione che mi ricorda tanto il mio primo contatto coi PJ, quando suonario dal vivo "Rearview Mirror" (sempre dall'ambum Vs). Adesso sono pronto. Non resta che impugnare qualche pensiero. Lasciarlo lievitare al riparo dalle distanze gelate di certe cadute, e ritrovare infine la via del calore più familiarmente umano.
LIEVITO
D'OMBRE E LETTURE
Possiamo
dirci pronti
o
è solo la risatina del timer
a
farci interpellare
senza
essere del tutto sopiti... Sono
stato
sotto casa, e poi
ancora
vicino alla fine del mondo,
nemmeno
mi ricordo
dove
sarei voluto andare... forse
semplicemente
non
sapevo da dove partire
Qual
è la forma delle ombre
a
cui ti sei ispirata fin da (all)ora?
...
E
lei non ha scelto un giorno casuale
per
iniziare a parlargli
di
suo padre... E c'era un tempo
dove
le bruciature delle sue mani
erano
maldestri tentativi
di
star loro vicino... Ha dovuto
dimenticare
in fretta favole
e
rimpianti eppure c'è ancora una terra
e
un fazzoletto che sventola...
Nella
distanza ispezionata
tra
il suo cuore e i sentimenti,
le
differenze
hanno
temperato steccati dove le lumache
si
sfidano a sbirciare esiti e baratti
Ho
provato a scaldarmi
con
qualche scaglia avanzata dei miei sogni
caduti
in disgrazia,
erano
solo fenomeni senza vendi(ca)tori,
un
circo senza oceano né prigioni
cui
confrontarsi... Briciole
di
storia... Innalzamento
della
propria riserva emotiva... è
stata
una figlia,
e
adesso è una madre.
...
La
sua vita è già una storia
richiamata
a divenire per sempre...
…
(Venezia,
28 Ottobre '20)
Pearl Jam, live Daughter '94
Jefff Ament ed Eddie Vedder durante un'esibizione live di Daughter (Pearl Jam)
Dopo un infinito giro ad Hyde Park, in un locale rock a Camden Down, tra Aerosmith e Iron Maiden, attacca anche lei, Jump dei Van Halen. RIP funambolico Eddie (1955-2020).
Il chitarrista Eddie Van Halen si è spento all'età di 65 anni. Non sono cresciuto con la musica rock della sua band fondata insieme al fratello Alex (batterista). Mai stato fan dei Van Halen e personalmente ho sempre preferito l'entusiasmo di Sammy Hagar all'esuberanza di David Lee Roth. Iniziai ad apprezzarli in tardissima età, e ancora oggi le canzoni che più mi piace ascoltare sono Fire in the Hole, da quell'unica parentesi che vide al microfono l'ex-Extreme Gary Cherone, e Human Beings, ultimo brano con Hagar alla voce, curiosamente entrambe appartenenti a colonne sonore, rispettivamente di "Arma Letale 4" e "Twister".
La notizia della morte di Eddie Van Halen mi ha inevitabilmente riportato alla memoria quella che è la canzone universalmente più nota della rock band, Jump (1984), nella formazione originale con Michael Anthony al basso e l'estroso "Diamond" Dave all'asta del microfono volteggiante. E nei miei ricordi più immortali c'è anche proprio una danza scatenata e scomposta a Londra, in un locale disco-rock di Camden Town, insieme ad amici unici, e al ritmo di quella epica canzone. Parliamo di settembre 1997. Parliamo di una vita che non c'è più se non rintracciabile nelle melodie e i riff di personaggi unici e impareggiabili come Eddie Van Halen. Ho ripreso un po' di quelle parole e le ho amalgamate con ciò che sono ora. Fa buon viaggio Eddie.
IL FUOCO DIVAMPA NEL GIRONE DEI CORRIDORI
La dimensione del sogno, colore vaccinato nella domanda locativa più ingenuamente oltrepassata... Oltre la solitudine in un indirizzo fatto di solo timore
Tutta questa dolcezza a cui sto pensando non è poi da eliminare. Sto imparando dal cambio di direzione ma vedo solo qualcosa di blu, che siano i limiti del mare?
Non si può dipingere di nero un cerchio già colorato senza prima aver chiarito cosa scruta l’orizzonte... Un tempo scrivevo di realtà, sogni e ancora realtà
… (riscontro di vite e doppiaggio nel gocciolio senza tremolio)...
In overdose di assenza di parole domani mi diranno quanti passi ho fatto senza averne chiesto conferma... Guardare l'arcobaleno è l'espressione facciale più semplice del mondo, le stecche rimaste schiacciate in una stiva trascurata sono scalinate accessibili facilmente invisibili alla mia rendita più personalmente emotiva... Il buio ha cancellato gran parte delle preghiere scoraggiate... Il buio ha calpestato la luna meno irrisolta... Penserò ancora a voi senza nostalgia ma quel tempo resterà sempre e solo nostro... Penserò ancora a te agli esordi e avrò ancora voglia di scrivere più veloce... (Londra, Settembre 1997 – Venezia, Ottobre 2020)
Poesia - a dx il cantante dei Pearl Jam, Eddie Vedder, durante uno show a Vancouver
Da Breath ad Animal, la musica dei Pearl Jam ispira. Se la band di Seattle vivesse in Italia, canterebbe dei migranti come già ne parlò sul palco nostrano il cantante Eddie Vedder.
Vi insultano. Vi deridono. Vi ridicolizzano. Vi augurano perfino di morire. Ecco una bella fetta di italiani che così scaricano le proprie frustrazioni di falliti umani contro i cosiddetti migranti. Per loro sono tutti uguali. Tutti viziati con l'orologio di marca che vengono in Italia a rubare. Il problema di verso questa feccia è che nessuno gli risponde abbastanza. Il problema di questo fetido liquame su due piedi, è che ancora non hanno capito con chi hanno a che fare. Perché chi si professa pacifista, non è come forse voi credete. Perché chi si professa pacifista, non resterà in silenzio mentre la tintarella dell'odio si propaga a macchia sui remi spezzati della vera fratellanza.
Nel corso del documentario Pearl Jam Twenty del regista premio Oscar, Cameron Crowe, dopo poco più di 25 minuti, quando il cantante Eddie Vedder sta cominciando a prendere confidenza sul palco, durante l'esibizione di Breath a un concerto al Town Pump di Vancouver, in Canada, gli agenti della sicurezza portano fuori un ragazzo ubriaco in malo modo. Vedder assistette alla scena dal palco e non gradì ma non si limitò a pensare. Non rimase in silenzio. Uscì dal guscio e attaccò. Poco prima di scrivere la seguente poesia, mi tornò in mente proprio questa scena e forse sarà il caso che in futuro io e molti di voi facciamo lo stesso.
Ascolto e riascolto le note arrabbiate di Animal, dal secondo album Vs. (1993) dei Pearl Jam. Poche semplici ed esplosive parole sostenute da un impianto sonoro pronto a esplodere. Storia di abusi e resistenza. Sono diventato padre da qualche anno e il mondo che vedo dinnanzi a mio figlio è sempre più impestato da odio ed estremismi votati alla prevaricazione. Leggo, mio malgrado, commenti in rete senza rispetto e pieni di tronfio razzismo nei confronti di persone che non hanno né nome né etnia, solo un generico "migranti". Possono cadere i muri, aprirsi i cancelli della morte o scatenarsi un virus letale, l'essere umano non è cambiato per niente. È tempo allora di rispondere. È tempo allora di combattere davvero contro questa barbara deriva , perché i nostri e i loro figli un giorno ci chiederanno perché li abbiamo lasciati morire.
Vs L'ARMATA DELLE SPONDE MORTE
Spingi l'odio, conficca
il tuo buon umore,
voi siete i sobillatori... i signorotti... i manganelli... le clausole... il gas nervino
Voi ci godete a venire a dircelo,
Lo fate in modo esemplare
Lo state facendo
con la schiuma e la fede più intransigente
Ci sono quelli
con i numeri sul braccio,
ci sono quelli
che galleggiano in fondo sul mare
…
Ci sono quelli che salvano
le formiche,
ci sono quelli che se ne vanno
calpestando anche le ultime briciole
di ciò che non gli appartiene
Il mondo oggi brucerà
e la colpa è di chi non ha nulla.
Il mondo oggi
ci cadrà ancora sopra i piedi,
... La vostra montatura
è bene al riparo tra le croci mistificate
dalle forme più diversificate
a prendere respiro
Un giorno
non ci sarà più il sangue
a proteggervi... Ci
siete riusciti. Ci siete
davvero riusciti. Adesso
l'idea che anche voi soffriate
non mi spaventa proprio più.
Un giorno toccherà
anche ai vostri figli
e su quella riva ci saremo
soltanto noi
Un giorno toccherà anche a voi
e tutt'attorno
ci saremo solo e soltanto loro.
Memoria fine a se stessa o per cambiare il mondo? A quarant'anni dalla strage di Bologna (2 giugno 1980) ascolto Fight da faida di Frankie hi nrg e sono sconsolatamente arrabbiato.
2 giugno 1980. La strage di Bologna. Perché ricordare? Questa mattina l'Ateneo Veneto, la più antica istituzione culturale di Venezia in attività, ha pubblicato un post per ricordare uno dei fatti più tragici del Dopoguerra. Memoria. L'Italia è inzuppata di memoria. Ogni anno si assistono alle rievocazioni del peggio che ci sia capitato. Tutte vicende che non hanno ancora trovato i veri responsabili. L'Italia è divisa anche su questo. C'è chi non sa e ripete gli slogan più affini alla propria ignoranza. C'è chi soffia su personaggi e chi ricorda le nostre ferite. “[…] È la vigilia di una rivoluzione terminale decisiva radicale distruttiva […] Alpi, Salento un solo movimento Pugni sul sistema pretendiamo un cambiamento […]” incita il rappe Frankie NRG nell'immortale riottosa Fight Da Faida.
Kurt Cobain (Nirvana) durante la performance di Lithium agli MTV Video Awards 1992
Kurt, delicato e diretto. Dave, possente e scatenato. Krist, estroverso e goffo. La performance di Lithium dei Nirvana agli MTV Video Awards 1992 fu qualcosa di memorabile.
Delicata. Malinconica. Rabbiosa. Lithium è un perfetto mix dell'ars musicale dei Nirvana, tanto negli accordi quanto nelle parole. Una canzone quasi sempre suonata durante i concerti della band di Seattle. Indimenticabile fu la performance al Pauley Pavilion di Los Angeles in occasione degli MTV Video Awards 1992, per altro pre-iniziata dalla censuratissima e ineditaRape Me (che sarà pubblicata l'anno successivo nell'album In Utero), evento durante il quale il gruppo si aggiudicò il Best New Artist in a Video e Best Alternative Video, entrambi con Smells Like Teen Spirit.
Taglio da paggetto per lo scarno Kurt Cobain che letteralmente urla l'ultimo "yeah yeah" e l'ormai leggendaria t-shirt con la scritta Hi, How Are you? Ai tamburi Dave Grohl è letteralmente indiavolato, pestando e ripestando. Kurt è l'emblema della semplicità e poi c'è lui, il gigantesco bassista Krist Novoselic che a fine performance lancia il basso in aria ma non riesce a riprenderlo e ne viene colpito. Una scena tanto esilarante quanto indimenticabile. Il tutto poi concluso con uno sbeffeggiante "Hi Axl, Hi Axl Hi Axl" da parte di Dave, sottolineando così il cattivo sangue che correva tra Nirvana e Guns 'n' Roses.
"I'm so happy 'cause today I found my friend". Inizia così Lithium, "Oggi sono davvero felice perché ho ritrovato un amico". Insieme alla generazionale Smells Like Teen Spirit e l'ancor più emblematica Come As You Are, stampata anche all'ingresso della città natale del cantale, ad Aberdeen (Wa), Lithium sapeva scatenare tempesta e tramonti dai tratti indefiniti. Inevitabilmente ne fui conquistato e ancora oggi ricordo con molta lucidità che verso metà anni Novanta feci una cosa che non mi venne in mente di fare per nessun'altra canzone: registrarmi una cassetta da 60 minuti con la sola Lithium. Sessanta minuti di Lithium.
IN VOLO ORIZZONTALE SUL FUTURO SCAGIONATO
Coercizione di intenzioni,
vicoli ciechi nelle fosse... sirene
decise a essere solo umane...
Fu il giorno in cui si presentarono
cuochi e scultori... Pandora
avrebbe definitivamente
abbandonato il suo vecchio per lavoro.
Cronaca di un tormento
finalmente autorizzato...
… ciò che mi viene spontaneo supporre
fu un silenzio
senza alcuna spiegazione…è
quello che avrei fatto, è quello
che ancora faccio... miliardi di eserciti
si scambiarono le uniformi...
milioni di ombre raggiunsero
la battigia
e ogni cosa si aggregò a una mutazione
Non è così folle ammettere
che fino a quell'ora nessuno mi avesse menzionato
nel capitolo più felice
della propria vita…Nessun amico vero
stanotte come allora,
solo il pensiero fisso di essere quello
che può dare una nuova interpretazione
al significato di famiglia...
Si parlava già di gennaio
come se un centinaio di carezze lessicali
avessero dovuto significare
qualcosa... Qualcosa in effetti
significò per sempre...
Neil Young durante una performance live insieme ai Crazy Horse
Il vecchio uomo-poeta accorda il cuore ed ecco risuonare Love and Only Love (1990, Ragged Glory) nel blues distorto di Neil Young accompagnato dai Crazy Horse.
Musica on the road. Se i Pearl Jam sono l'accompagnamento perfetto per una passeggiata solitaria o una no-stop fino alle ore piccole a parlare con un'amica nella semplicità di una veranda o una sigaretta che sia, Neil Young è la colonna sonora ideale per l'anima quando si mette mano al volante puntando verso spazi sconfinati. Guidare nel mezzo del verde ascoltando l'artista canadese è una sensazione unica. Ancora una volta mi ritrovo tra silenzi e scenari disseminati di ricordi e nuovi incroci di vita. Ancora una volta guardo avanti sentendo vicino al battito dei miei polpastrelli l'ispirazione di una nuova immortalità da confutare.
"[...] Spirit come back to me/ Give me strength and set me free/ Let me hear the magic in my heart - Love and only love will endure/ Hate is everything you think it is/ Love and only love will break it down/ Love and only love will break it down/ Break it down, break it down [...]". "[...] Spirito torna indietro da me/ Dammi la forza e liberami/ Lasciami sentire la magia nel mio cuore/ L'amore e solo l'amore durerà/ L'odio è tutto quello che pensi che sia/ L'amore e solo l'amore lo abbatterà/ L'amore e solo l'amore lo abbatterà/ Lo abbatterà, lo abbatterà [...]" Love and Only Love (1990, Ragged Glory).
La mia storia con quest'album di Neil Young & Crazy Horse sembra essere uscita da un libro generazionale. Un acquisto avvenuto il 31 dicembre 1999 in totale stato di abbandono, e una riscossa dietro l'angolo. Qualche annetto più tardi ecco Neil Young diventare ciò che è sempre stato, una guida interiore. Ma questa volta la sua stella non illumina soltanto il mio cammino. Questa volta siamo in due a percorrere la medesima strada e anno dopo anno ormai sono le sue canzoni a dettare legge quando si tratta di scaldare il motore sull'asfalto e/o le strade serrate dei sentimenti più universali. Siamo ancora noi. Sono ancora io per te. Per noi. Siamo ancora noi, il nostro amore e la musica di Neil Young.
TU SEI LA MAGIA NEL MIO CUORE
Sono partito da lontano...
Non avevo uncini né inverni mutabili,
solo pezzi di carta macchiata di terra
… Uno stridulo antropomorfo
Sono partito da lontano...
Col sangue visibile sui gomiti,
e nulla di funzionale al nostro primo
incontro… Ero spar(t)ito
in qualche oceano nemmeno più narrato
Vuoi chiedermi qualcosa
che ancora non ho dimenticato... Voglio
che tu sappia
quello che provo per te... Voglio
che tu sappia ogni giorno
quello che c'è dentro il cuore di ciascuno di noi
Sono partito da lontano
portandomi appresso
le tante sedie
protese sull'unica porta d'ingresso
… Sono venuto da lontano
e non ero pronto
a chiedermi cosa dovessi fare
per il resto della mia vita... Sono
venuto da lontano
con le schegge annacquate dei miei sogni...
Sono venuto
con l'ironia delle mie sofferenze impazzite
travestite da ambizioni...
Siamo partiti da lontano
per cogliere un nuovo giorno... Abbiamo chiesto
informazioni
e il karma della coltura dell'amore
ha benedetto i nostri cuori
Non ho messo da parte nulla
di quello che mi è accaduto... Il veleno
sa ancora arrampicarsi, e io
continuo a salvare tutte le cicale rimaste
nelle pozzanghere... Nel libro
della nostra vita
aggiorno ogni momento con il tuo amore
sempre vicino
(Siena-Grosseto, 6 Luglio '20)
Love and Only Love (live Austin '02), by Neil Young& Crazy Horse,
Dave Pirner, il cantante dei Soul Asylum nel videoclip di I Will Still Be Laughing
Una stagione sanguinante. Adesso però ripenso a quei giorni e tu c'eri ancora. Ripenserò alla tua gentilezza e ti sorriderò come i malinconici Soul Asylum di I Will Still Be Laughing.
Un male incurabile ti ha portato via. Appena pochi mesi fa la natalizia Happy Xmas (War is Over) di John Lennon mi riportò proprio sotto quei portici veneziani. Una danza solitaria si rimpossessò della mia anima e l'inchiostro tornò a zampillare. Scattò una voluta condivisione. Ne nacquero sinceri commenti. E come potevamo sapere sarebbe stata l'ultima volta? E come potevamo sapere non ci saremmo più rincontrati? E come avrei potuto immaginare che il tuo mondo sarebbe stato raccolto dalla polvere dell'eternità? Non ho confidenza con il Paradiso se non per le stelle che a quel tempo si caricavano di angoscia. Adesso è tardi ma noi non ti diremo mai addio.
CARTOLINE PER IL PARADISO
Riempivo ancora diari di tracce
senza traduzione...
Riempivo ancora cassetti di vele
senza insegnamenti...
Riempivo ancora cuscini di parole
senza contaminazioni ...
Riempivo ancora domani senza risposte
a cui credere davvero...
Era il tempo degli errori
e degli abbandoni... Era
il tempo delle conchiglie
e le scatole intagliate... Era
il tempo delle piazza affollate
e nessuna pozzanghera
dove far riposare i miei passi
E quel mio primo giorno c'eri tu... Mi hai
accompagnato e questo
lo ricordo ancora bene... Sono
passati pochi mesi da quel ricordo condiviso
e adesso è già tutto così ingiusto...
Allora la mia strada
era un monologo
di negazioni... Quello era il tempo
dove ad agosto
il mondo non sapeva che farsene
delle mie rime...
In quella cartolina c'era
un lago azzurro
e un cielo di color turchino... Sei partita
anche tu... Forse non lo sai
che proprio laggiù ho cominciato
a sorridere per l'eternità...
Ci sei ancora e anche tu in quei vincoli
di amicizia... Un natale inatteso
e un consiglio
per sempre imperituro... Un
abbraccio sincero... Una lacrima
che non ci abbandonerà mai
Giovani nel videoclip di Youth of the Nation (P.O.D.)
Siamo davvero agli esordi di una nuova era? Quale futuro attende i nostri figli? Ho pensieri sempre più neri. Vorrei attraversare le strade intonando tutti insieme Youth of the Nation (P.O.D.).
Siete il nostro futuro. Quel futuro che gli abbiamo tradito. Adesso il loro presente è sospeso e noi insieme a loro. Quante storie gli dovremo leggere? Quanti giochi ci dovremo inventare? Quanto tempo ci vorrà ancora perché i cosiddetti - grandi - capiscano qualcosa di questo terribile virus che sta seminando morte e paura in tutto il mondo? Qui non ci sono supereroi. Noi siamo come voi, cari bambini. Abbiamo paura e versiamo lacrime. Noi siamo come voi, piccole creature. Abbiamo paura ma faremo di tutto perché un giorno possiamo tornare a sorridere.
C'è un nemico lì fuori e ci sono responsabilità. Ci sono innocenti caduti, esattamente come accadde nelle sparatorie delle Santana High School e Columbine High School, fatti che in parte ispirarono le parole della canzone Youth of the Nation (4:19, Satellite) della band nu metal statunitense P.O.D. Fatti dolorosi. Una canzone fatta di ombre e presenze. Una canzone che sembra rievocare gli spettri di An Other Brick in the Wall e la voglia di far sentire la voce delle nuove generazioni.
Prima il sistema, poi la pandemia. Neil Young e i Crazy Horse ringhiano rock nell'album Colorado (2019) con la graffiante Shut It Down. Parola d'ordine: abbattere il coronavirus.
Il coronavirus ha ormai influenzato ogni singolo momento della nostra vita, arte inclusa. L'ottobre scorso è uscito Colorado (2019), l'ennesimo album dell'immortale Neil Young, accompagnato dalla band con cui il cantautore canadese è in grado di raggiungere picchi sonori incredibile, i Crazy Horse. Erano sette anni che non collaboravano, e ora l'attesa è stata ripagata. Col propagarsi della pandemia Neil Young ha modificato il significa della graffiante Shut It Down. In principio canzone anti-sistema, com'è nelle corde del rocker classe '45, col passare dei giorni autentico manifesto contro il coronavirus.
Quando si parla degli album di Neil Young, oltre ai solisti Harvest (1972) e Harvest Moon (1992), la memoria e l'anima vanno sempre a scomodare almeno anche After the Gold Rush (1970), Rust Never Sleeps (1979), Ragged Glory (1990), tutti suonati e registrati insieme ai Crazy Horse. In questo nuovo album, giusto a sette anni distanza dall'ottimo Americana (2012), la band è tornata a unire le forze. Al basso come sempre Billy Talbot, la batteria Ralph Molina mentre alla chitarra il già collaudato Nils Lofgren, che ha preso il posto dello storico Frank "Poncho" Sampedro, ritiratosi definitivamente dalle scene musicale. Neil Young & Crazy Horse, un viaggio sonoro capace di ridisegnare l'orizzonte stesso in cui viviamo (e sogniamo) rendendo dannatamente reale e viscerale la nostra esistenza.
Adesso c'è una nuova battaglia. Adesso quelle armi che erano state seppellite brillano di nuovo fango. Adesso quella salita posticipata richiede nuove voragini dove scagliare un ulteriore grido di libertà definitiva. Vorrei delle spiegazioni. Vorrei almeno un giorno senza complicazioni. Vorrei che nel mio zaino ci fossero solo petali. Vorrei che potessimo sederci davanti a una fontana, pensando a quello che poche corde sono ancora capaci di echeggiare. Il Sistema farà il suo corso, e dovrà trovare un'altra strada. Tu invece no. Tu devi chiudere quella pagina. Non voglio compromessi né investire tempo in nuovi linguaggi. Adesso parlo chiaro. Per cominciare mi riascolto Shut It Down di Neil Young e i Crazy Horse, poi aggiungo questo...
PAROLE SENZA NODI
Il mondo incide le sue procedure di arbitrio...
Il mondo e la sua imminente fine,
mi ha stufato e non sono d'accordo...
Sei proprio tu davanti a me?
Non ho intenzione di cambiare
posto... Ti sei presentato
davanti alla loro porta,
forse le maledizioni di leggende passate
ti avrebbero dovuto
intimidire... Non è così?
Che cosa vuoi aggiungere?
Il mondo non si è fermato
nemmeno per te...
Che me ne faccio del mondo
senza lettere da lasciare
in eredità alle mie mani sopravvissute?
Che ne è stato
dei treni notturni senza coperte
e le valige in bilico
sul cartone delle grandi vetrate?
Che ne è stato
delle scogliere a picco sopra
le nostre estati?
Sto urlando contro i nodi
delle nostre vite... Ho attirato
gli asteroidi rimasti
contro la mia testa
e adesso ho ancora voglia
di guardare oltre il sole...
Voglio prendermi del tempo
per ripensare... Dobbiamo
riprenderci i camini e gli ombrelli... Tenetevi
il tramonto e ogni
superfluo ricordo antecedente
l'alba di un mondo primo
e riconoscibile... Ci
sono lettere e ci sono parole
e ci sono silenzi... Ci
sono domani che voglio stringere
a partire dalla forma delle tue mani
(Venezia, 1-2 Maggio '20)
Neil Young & Crazy Horse, il videoclip di Shut It Down