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mercoledì 24 gennaio 2024

MAB, pura oscurità sonora

Il gruppo new dark MAB

Il gruppo new dark Mab è tornato, sempre più heavy e oscuro. Live on Two Hands ve le racconta (anche) con una speciale intervista.

di Luca Ferrari

Welcome to the deepest delight è una filastrocca magica. Se la ripeti 23 volte senza fare errori e con il giusto ritmo, ti guadagni la luce perpetua della mente e dell’anima. Se sbagli, ti perdi nel buio. Ma va bene lo stesso... perché nel buio ci siamo noi, le Mab". Inizia così il viaggio nell'originale e oscura dimensione sonora delle Mab. Quattro ragazze che paiono essere sgorgate da un’elegia (Tim)-Burtoniana. Si chiamano Mab, come la regina delle fate nell’antica mitologia celtica. Alice Dionis - PJ (basso, voce), Lisa Dply Masia (chitarra), Marina Cristofalo (chitarra) e Jessica Dionis (batteria). Dopo tre album, si sono prese una pausa. L'attesa è finita. Il gruppo è tornato. Prima uno show londinese, a breve anche una prima-nuova esibizione nella natia Sardegna, sabato 10 febbraio 2024, e ulteriori date le attendono il prossimo agosto in terra d'Albione.

"È stata una sorpresa anche per noi!" racconta entusiasta la cantante-bassista Alice Dionis, "È successo in maniera molto spontanea. Lo scorso febbraio ho incontrato il nostro ex manager e chiacchierando sui vecchi tempi mi ha chiesto - Posso farti una domanda da un milione di dollari? Suonereste un concerto insieme se organizzo? - Io ero propensa ma scettica perché non sapevo cosa ne pensassero le altre. Quando ho chiesto, erano tutte contente e d’accordo! È stato uno ‘shock’ molto bello".

Ma com'è nata la fiaba (oscura) delle Mab? "Con tanta fatica, volontà, coraggio e... abbiamo inventato il New Dark!". Tante influenze ma una identità specifica. La passione musicale rapisce queste ragazze fin dalla più giovane adolescenza. Per loro, i punti di riferimento nel panorama rock femminile erano pochi: su tutti, il movimento Riot Grrrl. Da un’isola a un’altra isola, le quattro ragazze hanno il loro sogno ed eccole trasferirsi a Londra per iniziare una nuova vita e realizzare qualcosa di unico. L’inizio è inevitabilmente molto duro. “Lavoravamo per poter suonare. Camminare sulle proprie gambe non è stato facile, ma è stata una piacevole sfida” racconta Alice, “Pochi s’immaginano cosa abbiamo dovuto passare. Ma il punto era solo uno: dovevamo avere ragione noi, e basta!”.

La storia musicale delle Mab comincia da Nougat (1998), realizzato prima di trasferirsi in Inghilterra. Un mix di diverse influenze, principalmente grunge e trash metal. “È stata la nostra prima demo su nastro. È stato così eccitante realizzarlo. La prima esperienza in studio. Eravamo ancora quasi delle bambine” ricorda un po’ commossa Jessica “Siamo molto orgogliose di Nougat. Lo riascoltiamo sempre con piacere e una certa tenerezza”. Dopo i singoli Black (2004) e Pure (2005), esce l’album Decay, prodotto dalla Universal. Dieci tracce dove le ragazze, oltre ad alternare il cantato italiano/inglese, danno prova di una notevole maturità musicale e di composizione testuale. Le Mab non passano inosservate, ed eccole accompagnare in alcune date del suo tour, una leggenda come Franco Battiato.

Nel 2008 sono sul palco dell’Heineken Jammin' Festival di Venezia. Lì sotto ci sarei dovuto essere anche io. Già in contatto con la band, tutto era tutto pronto per intervistarle dal vivo ma qualcosa andò storto (per il sottoscritto) e riuscii a essere presente solo per lo show finale dell'headliner Vasco Rossi. Non ricordo bene dove sentii parlare delle Mab per la prima viola però so questo: mi colpirono fin da subito. Cultore della musica dark non lo ero mai particolarmente stato ma le Mab avevano qualcosa di unico. Aggressività rock e un cantato quasi angelico. E poi quella Londra così speciale e maledetta nella mia vita. Attraversata ma mai amata (all'epoca). Nel 2011 esce il secondo album, Illusion, un lavoro con un doppio cd contenente alcune delle nuove tracce anche in versione italiana. Meno oscuro del precedente ma altrettanto potente, il disco è interamente realizzato da Alice e Jessica.

Gli anni intanto passano e delle Mab non sento più parlare. Ogni tanto cerco qualche news e con l'incalzare dei social media, mi tengo aggiornato. La bassista cantante Alice intanto, fonda una nuova band, AliceIsSleeping e sforna un primo album, Completeley Fine. Poi un giorno come tanti, la notizia bomba: le Mab suoneranno al Boston Music Room di Londra (are you kidding me?!?)! Che sia l'inizio di una seconda vita? Forse è presto per dirlo, intanto però lo show nella City va alla grande. Le quattro ragazze ci prendono gusto e il prossimo 10 febbraio saranno nella loro terra natia, la Sardegna, per un concerto al CuevaRock Live di Quartucciu. Le MAB torneranno nuovamente on stage in Inghilterra nel mese di agosto e altre date si potrebbero aggiungere, quindi vi suggerisco di tenere d'occhio la pagina Facebook ufficiale e/o l'account Instagram delle Mab.


Alice, Lisa, Marina e Jessica, le Mab sono tornate. Nei prossimi show suonerete qualche pezzo nuovo e/o pensate di proporre qualche cover?
Abbiamo parlato di questo, e siamo tutte desiderose di tornare in studio insieme. Non sarà facile come un tempo quando avevamo lo studio in giardino e vivevamo insieme. Ora viviamo tutte in città diverse (e in Paesi diversi) ma abbiamo sempre lavorato con estrema dedizione quando si trattava di MAB. Diciamo che se ci mettiamo in testa una cosa, la affrontiamo sempre con grande determinazione. Quindi la risposta è si :-)

Vi avevamo lasciate con un secondo album sempre molto aggressivo. Che direzione musicale pensate di intraprendere?  
Abbiamo una gran voglia di pestare forte! Haha… dal vibe che stiamo avendo, sia dalle prove che dall’esserci ritrovate a livello personale, credo che la tendenza sia verso una direzione molto heavy, istintiva e diretta, sicuramente inquinata dalle influenze musicali che abbiamo avuto in questi anni in cui siamo state lontane. Sarà interessante confrontarsi di nuovo con alle spalle il nostro bagaglio di esperienze indipendenti che ci hanno accompagnato fino ad adesso.

Sogno spudorato: con chi vi piacerebbe andare in tour? 
Ha ha, bella domanda! Il nostro sogno è sempre stato quello di andare a suonare in Giappone, quindi supportare i Bo Ningen sarebbe perfetto. Altri nomi nella lista ‘wild dreams’ sarebbero gli Smashing Pumpkins, Sonic Youth, Hole, PJ Harvey, Dax Riggs, Rammstein, Slayer… insomma la lista sarebbe veramente lunga! 

Se avete visto Live on Two Hands è strutturato con una parte in “prosa”, una poesia ispirata dalla band e una canzone-video della suddetta. Vi anticipo già che quella sarà “Pure”. Avete qualche dettaglio su questa canzone? Ispirazione, significato, etc.   
Si! Bellissimo! Ottima scelta. Questa canzone ha un significato molto importante per noi. È nata in un periodo di forte difficoltà su molti livelli. Era molto dura allora. Lavoravamo tanto per inserirci nella scena musicale in UK (non facile per 4 ragazze straniere in terra inglese!). Tutto il tempo che avevamo a disposizione, era interamente devoto alla musica e a livello ‘pratico’ dovevamo lavorare tantissimo per sostenere il nostro impegno musicale, portare il pane sul tavolo e pagare le bollette poiché la vita a Londra era assai cara!

Sicuramente come tutti, mi dirai, ma è stato particolarmente difficile perché siamo arrivate a Londra praticamente con niente! Ogni minuto che spendevamo lontano dalla musica, ricordo, ci pesava tantissimo. Un esempio è quando stavamo registrando il primo EP. Io ero bloccata a lavoro mentre le ragazze erano in studio a ultimare le chitarre e iniziare la fase di mix. Volevo morire! Ricordo la rabbia e la frustrazione che provai per il fatto di non poter essere lì con loro e di non poter fare ciò che desideravo più di ogni altra cosa per via delle necessità più scontate e basiche di doverci sostenere.

Da lì l’idea di questa ‘danza’ continua fra ciò che ‘devi fare’ e ciò che ami e ‘vuoi fare’, che a volte riesce bene e ti da soddisfazione, ma altre volte fa molto male quando le porte che vorresti aprire o anche solo raggiungere, non si aprono o non arrivano proprio (parlo del music business). Quindi la musica diventava una sorta di ‘dolce prigione’, una forza interiore che si mangia tutto, facendoti bruciare di passione ma anche di tanto dolore per tutti gli ostacoli infiniti che dovevamo affrontare ogni giorno. Una passione forte che ti dà le ali e ti libera, ma che spesso paralizza, rende amari, come mangiare un cucchiaio di zucchero pieno di viti e chiodi: la vita normale vista come un ballo in maschera in cui si usa un travestimento per mimetizzarsi tra gli altri, ma che diventa un velo funebre quando si sorride anche quando non si vorrebbe.

E poi, quando tutto sembra perduto, arriva la spinta della passione che ti rimette le redini in pugno e ti fa cavalcare di nuovo l’onda dei sogni con una forza inaspettata. In tutto questo, questa forza ci accomunava nelle gioie e nei sacrifici, rendendoci danzatrici instancabili, leggere, libere, nella purezza e semplicità di un amore feroce, capace di darci e toglierci tanto nello stesso momento. Dopo 15 anni posso dirti che questo è ancora vero, e lo vedo e sento nell’energia che si crea quando prendiamo gli strumenti e suoniamo insieme. ‘Pure’ siamo noi, e lo siamo sempre state  anche nel silenzio.  Ricordo quando avevamo filmato il video per questa canzone. Iniziammo i preparativi e le riprese di mattina. Andammo avanti fino alle 5 del mattino del giorno dopo. Eravamo stanche, ma ‘non eravamo stanche’. Avremmo continuato per ore… questo è ancora vero adesso che ci stiamo preparando per il nostro nuovo concerto.


Dalle Mab per ora è tutto, adesso non resta che aspettare di ascoltarle dal vivo. Nel frattempo la loro ispirazione è arrivata fino a contaminare il mondo più interiore di Live on Two Hands...

CONTATTO DI LACRIME INFIAMMABILI


il nulla si ritrae nel cammino...

lo sforzo è ni(ti)do… nella

melodia degli abitanti, la lontananza è un ricordo da preservare


...ecco il candore dell’apocalisse,

un frastuono stretto tra il passato imbandito e una sedia interrotta... i colori sono abbondanti, storia di uno spoglio generico 

e l'ennesima sfilata anacronistica


è la sua ribellione:

le mani aperte nell'attesa della neve... questo cielo

è sempre più profanamente

luminoso… un bisogno

di spostare la testa

senza agghindare altri pensieri… a breve

muterò il mio cammino…

qualcosa di simile è appena sibilato sulla vetta riemersa… anche

se stanotte non pioverà, aspetterò comunque

la vostra ninnananna terrena

Vedo il fuoco… di nuovo G'mork... Per quanto ancora le illusioni dovranno soccombere

sopra il velo dell'oblio… Un’orma accanto all’altra,

è una creatura

riunitasi nel tutt’uno… ti risveglierai

anche domani? Il formicolio di un fiore

ha trovato la sua coerenza… è stato accolto… reciso… racconta l’infinito del domani

nella purezza della sua feroce rinascita...

(Venezia, 24 gennaio ‘24)

MABPure

Il new dark delle Mab
Il gruppo Mab è tornato
Mab live in London 2023
Mab live in London 2023
Mab live in Sardegna
Mab Pure

mercoledì 10 gennaio 2024

R.E.M. - Drive, la strada ci ascolta

Drive - Michael Stipe (R.E.M.)

La suprema poesia malinconica degli R.E.M. si racconta nelle sofferenti note (e lyrics) di Drive. La strada chiama, l'anima risponde... in qualche modo.

di Luca Ferrari 

"[...] Maybe I ride, maybe you walk
Maybe I drive to get off, baby 
[...]" Drive (R.E.M.)

Sono poche le canzoni che non affondino le radici nel passato più oscuro, posso dire però che Drive (R.E.M.), prima traccia dell'album capolavoro Automatic fo the People (1992), ha dato il via a una nuova storia. Un viaggio iniziato sul calar della notte, quando le luci dell'alba erano ancora lontane. Come nel videoclip della canzone, il cantante Michael Stipe viene portato dalla gente, così io sono stato cullato dalla notte per uscire e correre. Sarà un anno difficile e questo già lo so, ma a giudicare da questa prima ispirazione e il modo in cui ha preso vita la prima corsa del 2024, sarà anche molto imprevedibile. Un anno iniziato on the road. Una canzone, questa, dopo la quale mi prenderò una pausa dalla musica fino a quando saprò dove andare... almeno così penso.

"[...] Hey, kids, where are you?
Nobody tells you what to do, baby 
[...]" Drive (R.E.M.

SCAFFALI DA SCADENZA DICHIARATA

mi potete accompagnare,

sono tornato da solo


mi spetta un lungo viaggio…

era tanto

che volevo diagnosticarlo, adesso

non sono più sicuro


mi aspetta un lungo viaggio

... questa volta

smetterò di non farmi più ascoltare


potete anche archiviarmi,

non sono la risposta al vostro disamore


ho pianto molto di gioia,

adesso non mi sento pronto

per nessuno di voi


potete guardarmi

mentre faccio il mio dovere

ed evito ogni contrasto

… continuerò a farlo

alla luce del sole

senza che sappiate nulla

del mio domani


non c’eravate ieri,

non ci sarete oggi

che ho deciso di andarmene


passi silenti… ho sentito

il richiamo

e ho aspettato le stelle più idonee


c’è ancora qualcuno che voglia

fingere? Oggi libertà

non significa niente...

(Venezia, 10 Gennaio ‘24)

R.E.M. - Drive

Venezia by night © Luca Ferrari

mercoledì 27 dicembre 2023

Chickenfoot, il basket? Oh Yeah

Chickenfoot © Jay Blakesberg
Sammy Hagar e Michael Anthony suonano/ palleggiano con Chad Smith e Joe Satriani. Il risultato? Una bomba di autentico e possente rock! I Chickenfoot... Ooooh, yeah!

di Luca Ferrari

Sammy Hagar mi è sempre stato simpatico. Sarà che non ho mai avuto feeling con l'esuberanza di David Lee Roth, che comunque col tempo ho imparato ad apprezzare, al contrario l'ex cantante dei Montrose l'ho sempre reputato più dotato e serio. Non posso dire di essere un fan dei Van Halen e chissà, il fatto che Hagar e il bassista Michael Anthony siano stati esiliati dalla suddetta band, ha ulteriormente aumentato il mio apprezzamento per loro. Detto ciò, di recente ho scoperto che insieme avevano fondato un nuovo super gruppo, i Chickenfoot. Al loro fianco, Joe Satriani alla chitarra e Chad Smith (Red Hot Chili Peppers) alla batteria. Mi sono precipitato ad ascoltarli. Il risultato? Una cannonata. E se ho scelto questa canzone per chiudere il 2023 di Live on Two Hands, è proprio perché è stato il gruppo che complessivamente mi ha più colpito in questi dodici mesi.

Rock e basket. Fin dalle prime battute del video della canzone Oh Yeah, mi ha non poco incuriosito la presenza costante di un canestro nella parte centrale del videoclip. Joe e Michael si lanciano in performance virtuose con il rispettivo strumento mentre un canestro li "osserva" di sfondo. Sammy fa un balzo degno dell'NBA con il suddetto di spalle, mentre lo spilungone Smith, palleggia da vero campione appassionato, in mezzo ai compagni di band e direttamente seduto, dimostrando una dimestichezza non indifferente. A ben ricordare la storia dei suoi RHCP però, la pallacanestro è sempre una stata una passione, sponda (ovviamente) Los Angeles Lakers di cui tutta la band era grande fan e a cui dedicarono anche la canzone Magic Johnson, nell'album Mother's Milk (1989).

Joe Satriani è un autentico mostro di tecnica al servizio però della musica e delle canzoni. Malmsteen e Steve Vai sono virtuosi, Satriani sa letteralmente far parlare/cantare la chitarra. Questo super-gruppo con due album alle spalle (Chikenfoot, 2009, e Chickenfoot II, 2011) mi ha davvero conquistato. Chad Smith, oltre a essere di una bravura sopraffina, è di una simpatia travolgente come gli altri componenti della band. Ad accomunarli infatti, appare palpabile l'autentica passione per l'hard rock. In questi giorni poi, si sta parlando di un possibile tour celebrativo dei Van Halen da parte di Hagar e Anthony proprio con Satriani alla chitarra e Jason Bonham ai tamburi. Una scelta pare non troppo gradita dal capriccioso David Lee e dal figlio del compianto Eddie Van Halen, Wolfgang. Io vi aspetto invece, e nel frattempo, scrivo...

GUARIGIONE SENZA FILTRI

non ci conosciamo...

sono già dalla tua parte,

dicerie

come fossi (e) un cappio senza nome

… obbligarmi

ad andare in direzione sbagliata, sarò deludente e meschino


chi diavolo siete,

non mi sono nemmeno esiliato


… Lo sai bene, me ne sono andato

e non ho più avuto voglia di tornare,

troveremo un mondo

per sorridere a un futuro comune


ho la spada e un mazzo di fiori,

non so nemmeno

se chiederò qualcosa agli angeli,

a quest’ora

non ci dovrebbero essere più pensieri…


è bene che tu sappia

che non ho conti in sospeso

con la mia anima… una volta

provai a non tornare più a riva, ma quella

è un’altra storia

che nessuno ha mai visto


c’è qualche maestro

che impartisca lezioni

sull’incapacità di non annoiarsi la notte?

quando parlo

a mio figlio dei miei banchi di scuola,

gli dico solo

di riflettere sul perché non lo faccia mai


non finirò mai

a guidare dentro una miniera,

mi reinventerò

con un gelato, nessun diario apparente

e un colpo di tosse poco fragoroso


è un tempo complesso,

ho di nuovo voglia di andare avanti

(Venezia, 28 Dicembre 23)

Chickenfoot - Oh Yeah

Chickenfoot (da sx) Sammy Hagar, Chad Smith, Joe Satriani e Michael Anthony
Chickenfoot (da sxChad Smith, Sammy Hagar,  Joe Satriani e Michael Anthony
Chad Smith (Chickenfoot)
Michael Anthony (Chickenfoot)
Joe Satriani (Chickenfoot)
Sammy Hagar (Chickenfoot)

venerdì 15 dicembre 2023

Slash, Paul Rodgers - The Hunter

Paul Rodgers e Slash suonano The Hunter

A ridosso del natale 1993, la performance live di The Hunter cantata da Paul Rodger in compagnia del mitico Slash, fu uno dei primi videoclip a conquistarmi per sempre. E infatti...
 
di Luca Ferrari

È probabilmente uno dei primi videoclip che ho davvero apprezzato nella mia vita e mi colpì davvero, a cominciare ovviamente da quel riccioluto chitarrista di cui manco si vedevano gli occhi. Quando in un lontanissimo natale di trent'anni fa, ruppi la monotonia dell'ennesimo pranzo parentale con un mega-speciale sui Guns 'n' Roses sulla mitica emittente italiana Videomusic, al di là delle performance di Axl & soci, io speravo che facessero vedere anche la versione live di The Hunter con Paul Rodgers (che all'epoca non avevo la minima idea di chi fosse) insieme a Slash.

Il chitarrista dei GnR era fantastico. Distaccato, ovviamente a petto nudo, cicca in bocca, tuba sulla testa capelluta e una maestria delle sei corde notevole. Nella prima videocassetta (vhs) fatta di soli videoclip, insieme, tra gli altri, al video-live tra cui una strepitosa Hallowed be Thy Name (Iron Maiden), c'era anche The Hunter di Paul Rodgers (Free, Bad Company, Queen). Con lui, sul palco: This man...

UNA SENSAZIONE DI QUALCHE DOVE


l’indipendenza

è la mia bandiera… sai

dove risiedo? Lo

sai dove mi nascondo

quando non ho voglia

di piangere...


mi siedo

perché non so dove andare,

credo di averlo sempre previsto

e non ho bisogno 

d’incontrare di nuovo alcuno


tutto non era più così

nuovo, ma quello

che volevano era la facilità

del mio domani


le strade senza angolature,

dal tramonto

gli spioncini anticipano

i resoconti meno ordinari

dell’anima e le sue tracce


è la mia prigione,

il mio megafono… 

nel lungo cammino

sono aperto

a ogni parola possa ascoltare,

per il ritorno invece,

beh, quella è la mia specialità


questa non è una corsa,

è un saluto… questa

non è una liana

dove crucciarsi per le ferite

… un altro sgabello

è per il mondo

che si è distratto

sull’acqua stesa… il silenzio

che ho gettato

con i miei occhi, mi rincuora

e accompagna  

                                  (Venezia, 15 Dicembre ‘23)

Paul Rodgers feat. Slash, The Hunter

mercoledì 13 dicembre 2023

New Glory , i "sorrisi" dell'infanzia

I New Glory cantano Sorrisi

Il succo d'arancia (dolce) Billy, la vittoria memorabile degli Azzurri e una casa di amici che non potrò mai dimenticare. Erano i primi anni Ottanta e a quel tempo c'erano davvero solo Sorrisi.

di Luca Ferrari

Il cancello di legno. Il giardino fiorito. I "grandi" a vedere la partita di calcio Italia-Brasile ai Mondiali '82 e i piccoli a giocare fuori. Pochi ricordi di quel giorno se non le urla per la tripletta di Paolo Rossi e il mitico Billy, succo d'arancia zuccherato, offertoci per celebrare la vittoria della Nazionale. Piccoli flash di un mondo lontano. Un mondo dove mi sentivo felice e protetto. Un mondo che col tempo si sarebbe disgregato ma adesso non ci voglio pensare. Oggi rivedo il sorriso sempre ottimista di un caro amico che non c'è più, e fa male. Gli anni '80 non sono il periodo che amo di più nella mia vita ma se penso a una canzone simbolo, quando tutto era ancora innocente e pieno di gioia spensierata, mi viene subito in mente il sound di Sorrisi (New Glory). E oggi va bene così...


IL MONDO È UN RICORDO PRESENTE


Com’è che te ne sei andato?

… forse c’era troppo amore

accanto e dopo di te


i moli visionari

si coccolano il vento

... eccolo di nuovo, ricomincia

in ogni istante


l’erba non smetterà di crescere

lungo i bordi dei vasi, le lucertole saranno ancora incomprese tra le farfalle migratorie...

.. lì, laggiù,

nel cuore fraterno dell’orizzonte

gli uomini erano uomini

e i bambini

facevano i bambini


qual è il colore purpureo

della gentilezza? Tre volte scandito,

e la brina scivolerà ancora

come un grazie tardivo

scandito nelle fauci più epocali di quel mondo che resterà sempre nostro


ci sono ancora i prati

sotto le montagne?

le code al cospetto dei fulmini

che inseguono... 


e c’erano quelle notti

dove il mondo

non sembrava piacere

più a nessuno… e c’erano

quelle notti

dove perfino una coperta

incastrata in un confine provvisorio,

sarebbe stata capace

di inventare una nuova dimensione della meraviglia


oggi non voglio fare caso

a ciò che è accaduto dopo… la sua forza

sarà sempre un sorriso

che vi ha accompagnato...

(Venezia - San Francesco della Vigna, 12 Dicembre ‘23)


New Glory - Sorrisi

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