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Visualizzazione post con etichetta Mechanical Animals. Mostra tutti i post
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mercoledì 15 dicembre 2021

Marilyn Manson, la coscienza di Coma White

Marilyn Manson nel videoclip della canzone Coma White

Marilyn Manson colpisce l'ipocrisia di una società sfacciata, capace di nascondere i peggiori crimini sociali e mostrandosi sempre più immacolata agli occhi del mondo. 
 
di Luca Ferrari

Dietro le troppe maschere dell'ipocrisia delle società, si nascondono i peggiori mostri. Quelli capaci di ignorare la luce del sole purché non metta in discussione la propria immagine di presunta perfezione. Succedeva in passato Succede ancora oggi, anche nelle società post-moderne dove crediamo di essere liberi. Ancora vogliamo (volete) che i nostri figli siano l'orgoglio delle nostre vite, spingendoli verso scelte che noi approviamo ma quando non succede, ecco l'indifferenza e il silenzio. Pochi artisti come Marilyn Manson seppero attaccare questo mal costume, facendo del proprio "mostruoso" aspetto una sfida a viso aperto contro l'omertà dilagante che lascia i più deboli al macero.

Dopo il gothic di Antichrist Supersrtar (1995), Marilyn Manson si gettò nella dimensione più glam, dando alla luce Mechanical Animals (1998), dove comunque regnava un'atmosfera trasudante oscurità, come chiaramente emergeva nella possente Rock is Dead o la malinconica Speed of Pain. La canzone scelta per chiudere il terzo album della band, fu Coma White, nel cui video si alternano scene live della band a un'impersonificazione di MM nei panni di John Kennedy durante il suo assassinio a Dallas, e l'allora fidanzata, l'attrice Rose McGowan in quelli della moglie del Presidente, Jacqueline

Ho scelto di scrivere qualcosa di questa canzone proprio a ridosso del natale per una ragione molto precisa, quella dei regali. E il regalo più grande che possiamo fare a noi stessi e ai nostri figli è il futuro. Un futuro migliore. Un futuro che in tanti, anche le persone più inimmaginabili, mineranno per il proprio egoismo. Un futuro che sarà messo all'angolo da un mondo che in principio potrà sembrarci bello ma , poi... "You were from a perfect world/ A world that threw me away today, today, today"  (Coma White). Le droghe non sono solo le sostanze, è anche la quotidianità più tossica, invadente e letale. Ed è per questo che i versi di Coma White cantati da Marilyn Manson, sono un po' la storia di molti di noi...

IN PIENA COSCIENZA DIVISORIA

… e quelli credono ancora che il suo peggiore incubo sia stata una pagina  piena di traduzioni grammaticali ... e quelli credono ancora che la sua peggior esperienza sia stata una parentesi riempita di pagine ingiallite a casaccio e intanto l’angoscia  gli stava risucchiando gli occhi  senza luce né una stanza dove nascondersi dal cielo.. … e dopo una vita passata a nascondere le sue cicatrici, ha scoperto che c’è ancora chi crede che le sue lacrime siano la media  di qualche catastrofica annotazione … e dopo una vita passata a graffiare la pelle dalle bombe rimaste attaccate  alle caviglie, ha scoperto che tutti quelli che lo videro indietreggiare sotto terra sono gli stessi  che non hanno voluto toccare il palmo delle sue mani solo perché  c’erano troppe poche cavallette intorno agli steli strappati nelle segrete delle sue più familiari umiliazioni, mai avrebbe pensato che le sue urla un giorno potessero  essere risvegliate dalla più vivida immagine di un addio non ancora ultimato... (Lido di Venezia, 10 dicembre/ Venezia, 15 dicembre ‘21)

Coma White, di Marilyn Manson

martedì 4 dicembre 2018

Marilyn Milano, Mechanical Manson

Il "reverendo" Marilyn Manson/ ... e suo giovane fan © Luca Ferrari
Crocevia di un difficile momento della mia vita, vent'anni fa esatti fa, il 4 dicembre 1998 assistetti al Palavobis di Milano al mio primo adrenalinico concerto di Marilyn Manson.

di Luca Ferrari

Vent'anni esatti sono passati da allora. Vent'anni precisi da quel primo concerto al cospetto del "Reverendo", per il tour del nuovo album Mechanical Animals (1998). Vent'anni esatti fa ero da solo in mezzo a tante anime dannate per assistere al mio primo concerto di Marilyn Manson. C'era molta attesa e curiosità. Con alle spalle un "curriculum da spettatore di tutto rispetto", che poteva già vantare concerti di Iron Maiden (1995), Pearl Jam (1996)Megadeth (1997) e ancora i Maiden (1998)Helloween, adesso era arrivato il momento dello splatter rock di Marilyn Manson.

Milano, 4 dicembre 1998 - Palavobis. Non posso dire fossi in gran forma, anzi. L'annata in via di conclusione mi aveva sfiancato il fisico e la mente oltre l'inimmaginabile. In questo concerto ho sempre avuto l'immagine di un me a brandelli. Fragile e spaesato anche se dentro mai arreso del tutto. Come solevo dire all'epoca: Non si può ascoltare il rock di Marilyn Manson ed essere depressi. Dark si, down no! Troppa rabbia. Troppi decibel. Troppa adrenalina. Il clima dentro l'arena fu quanto di più amichevole possibile. Solitamente avverso alle grandi città, Milano mi accolse tendendomi una mano con la serena promessa di "non fare altro che incoraggiarmi". Ero pronto alla battaglia. Pazienza se fossi caduto subito. Almeno lo avrei fatto con onore.

All'epoca ero perfettamente aggiornato sul rocker americano, avendo nella mia biblioteca musicale tutti gli album fino ad allora pubblicati: Portrait of an American Family (1994), l'EP Smells lile Children (1995) con la grandiosa versione (e videoclip) di "Sweet Dreams (Are Made of This)" degli Eurythmics, Antichrist Superstar (1996) e l'ultimo arrivato, Mechanical Animals (1998). Il concerto fu grandioso. Non lunghissimo e con qualche problema tecnico di troppo. A un certo punto iniziò a circolare la voce che tra il pubblico ci fosse anche Vasco Rossi. Reale o meno, da una parte della folla partì un eloquente: "buffone, buffone".

In quel momento della mia vita, mentale e fisica, pensare di reggere una trasferta di questa portata e assistere a un concerto simile fino a notte tarda, sembrava un'impresa impossibile. Il giorno prima della partenza per il capoluogo lombardo ricordo ancora che fui quasi vinto da mille paure ma alla fine ci andai. Era l'alba di una nuova vita e quel concerto così come quella band, i Marilyn Manson, rappresentarono l'emblema di un urlo nell'oscurità che non aveva intenzione di spegnersi. Ancora non lo sapevo, ma presto qualcuno (più di uno) avrebbe risposto e sarebbe iniziata una nuova era umana fatta di amicizie e ponteggi. Ma questa è un'altra storia. Una storia che vi ho già raccontato.


RICORDI DI UN FUTURO SOGNATO

Sospensione emotiva… Sorretta… Singhiozzi
senza una esplicita volontà di fine… Rotaie imperfette 
e poco indicative… Cominciai
con un desiderio ingiusto, volevo solo 
privarmi d'ogni Vostra futura 
stretta  di mano… Volevo restare fermo
e intraprendere un nuovo  respiro

Niente copia e ricrea
di ciò che ha sempre avuto
un’unica colpa … lascio che qualcosa
si sovrapponga da solo
e nel frattempo farò in modo
che il mondo più vicino
non si sporga troppo oltre la naturalezza
di un risveglio anticipato… A quel tempo
era sempre e solito viaggiare
con più bandiere bianche… Per tutto
questo frastuono
com’è che non ne utilizzati mai 
alcuna? Puoi anche
essere terrorizzato dall’oscurità
ma per vivere tutto questo
ci devi comunque entrare dentro… Puoi
anche chiedere informazioni
dopo ogni centimetro di cammino
ma non sarebbe stato più facile allora
fermarsi e basta?
… Ho la bocca ancora aperta?
Rivedo quelle fauci
e i tanti brandelli delle bende
frantumate
sotto il peso della confusione
più ermetica
e silenziosamente roboante… Credo
che farò due passi questa notte.
Credo che camminerò
per tutti noi… Credo
che lascerò delle tracce alla luce
della pioggia
e l’indomani ci camminerò dentro
ancora e fino a quando… Quel giorno
era il 4 dicembre 1998
e il volto di un papà allo stremo 
chiese un sorriso al proprio figlioletto
prima di spegnersi per sempre… Quel
giorno era il 4 dicembre 1998
e qualcosa dentro il mio volto
si unì per sempre
nella ribellione dell'inevitabile ritorno
e una promessa oggi mantenuta...
(Venezia, 4 Dicembre 2018)

Marilyn Manson live Milan '98

La stazione di Milano Centrale post concerto, nel dicembre 1998 © Luca Ferrari

domenica 26 novembre 2017

Lettera a mio figlio Marilyn Manson

Clip dal video The Dope Show, by Marilyn Manson
Ti ho messo al mondo e non ti darò in pasto. Sei nato per fare come vogliono tutti ma non succederà. Ognuno vuole un pezzo di te ma io ti proteggerò. T'insegnerò a combattere e farai quello che vorrai.

di Luca Ferrari

Bambini, infanti svenduti per una valanga di apprezzamenti digitali. Lo smembramento infantile è in atto ancora prima della loro nascita. Ignorate pure quello che sto dicendo, tanto lo farete comunque. Cari bambini, se qualcuno vi dirà che la vita è vostra e vi appartiene, sappiate che vi sta mentendo in modo spudorato. Siete mezzi di comunicazione. Stendardi con cui impressionare l'ignoto e l'abusato conosciuto. Cari bambini, questa non è l'epoca peggiore né la migliore. Cari neonati, di voi sappiamo già tutto e dunque perché dovreste avere una voce tutta Vostra?


LA TUA VITA SEI TU

Sei il mio orgoglio, la mia luce
Sei la mia bandiera, sei una cosa tutta mia
Ti devo ostentare... Ti devono bramare
Mi devi riflettere... Mi devi ripagare

Vorranno tutto da te
… se non glielo darai,
nessuno ti sorriderà
né ti staranno più vicino… ti diranno
quello che devi fare
e quando avrai le tue idee
ti convincerai dell'errore
per tutta la vita

adesso ti amano
perché non puoi decidere nulla,
adesso sei amato
perché fai solo
quello che vogliono
e rispondi sempre con un sorriso

Vorresti sapere
se una volta era tutto diverso?
Vorresti sapere
se ti attende un futuro migliore?
Vorresti sapere
se sarai in grado di reagire?

Qualcuno ha sentito dire
che non ho intenzione di raccontarti bugie
... tieniti da parte
un bel po' di lacrime
e quando sarai in piedi,
donale a chi ha rinunciato
a guardare lontano

quando lasciavo pezzi di carta
in biblioteche fluviali
e nessuno rispondeva ai miei sguardi,
pensavo che la mia strada
sarebbe stata non avere una voce... adesso
so che mi sbagliavo,
adesso so che avevo confuso
il destino con la vita... adesso tra le mie mani
c'è anche il tuo domani... adesso
nel mio presente
c'è anche la tua voce, unica e solo tua...
(Venezia, 25-26 Novembre '17)


The Dope Show by Marilyn Manson

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