The Doors - (da sx) John Densmore, Robbie Kriger, Ray Manzarek e Jim Morrison
Parlo di oscurità perché oggi è quello che mi riporta oltre la fine. Oggi ancora di più i Doors e Waiting for the Sun suonano impetuosi nell'ignoto dei miei pensieri.
Si doveva arrivare a questo perché ci fossero anche loro, e in effetti con i Doors da Venice Beach, California, fu vero inizio. E in effetti con lei ci fu esattamente questo. Un passaggio dalla fanciullezza a un mondo che per due-tre anni ebbi l'illusione di poter navigare fino a quando non lasciai strapparmelo di mano. Ora ci penso, perché non dovrei farlo? Non voglio essere diverso dagli altri. Almeno oggi. Doors alla massima potenza in Waiting For the Sun. Curiosamente la canzone non fa parte dell'album omonimo nel quale svetta imperiosa la psichedelica Summer's Almost Gone. Dolorosamente adesso prendo la penna...
Johnny Rotten (Sex Pistols) durante un'esplosiva performance live di Pretty Vacant
Un giorno smetterò di contraddirti e avrai sempre ragione. Allora dovrai accettare che non m'importa più niente di te perché, come cantavano i Sex Pistols in Pretty Vacant, "We don't care".
... And we don't care! ruggisce un Johnny Rotten d'annata nel pieno delle sue forze anarchiche al microfono dei leggendari Sex Pistols, punk band inglese il cui unico album realizzato Never Mind the Bollocks (1977) ha tagliato lo scorso anno il traguardo delle 40 candeline. Più delle varie God Save the Queen, Problems, E.M.I. e l'inno generazionale Anarchy in the UK, per il sottoscritto Pretty Vacant ha sempre rappresentato l'apoteosi della band londinese, sublimata proprio in quella frase semplice e allo stesso tempo minacciosa: "e a noi non ce ne frega!". Una dichiarazione di guerra al mondo. Una presa di posizione decisa e potente.
La performance live è possente. Johnny "Rotten" Lydon si agita come indemoniato. Sid Vicious osserva il monitor statico con catena e lucchetto al collo. Steve Jones è in forma con fazzoletto di Sua Maestà in testa e Paul Cook, anch'esso in look British, batte il tempo impeccabile. Pochi accordi e tanta voglia di dire ciò che pensano. E se non piace agli altri, e chi se ne frega! E se la cosa vi mette a disagio, e chi se ne frega! E se non volete più rivolgerci la parola, e chi se ne frega! E se ho ancora voglia di scrivere, a voi cosa frega? So stop your cheap comment Cause we know what we feel...
"Death greets me warm/, now I will just say goodbye/... La morte mi saluta cordiale/, ora vi dirò solo addio". Finiva così Fade to Black, tragico capolavoro oscuro dei Metallica
Ci sono persone che a un certo punto della loro vita scelgono di arrendersi. Semplicemente, "non hanno più niente da dare". Semplicemente nessuno è stato abbastanza forte da stargli accanto e aiutarli davvero a cambiare le cose. Nel mondo ci sono persone che a un certo punto credono di non avere più nulla dentro. L'oscurità si è impossessata di loro e l'agonia potrà avere un solo e tragico epilogo. Poche canzoni come Fade to Black dei Metallica, dal secondo album Ride the Lightning (1984), sono state capaci di trasmettere una così alta dose di rabbiosa disperazione senza ritorno.
Candele diurne. Regole anarchiche. Sogni sempre traboccanti di vele. Sto solo pensando a qualcuno che ormai non c'è più. Ascolto una canzone dei Garbage. Scrivo una poesia.
Qui non c'entra l'amore. Sto parlando dell'ignoto. Parlo di ciò che non potrà mai più avere una risposta. Qui c'entra l'amore ma è un qualcosa che si può solo tramandare a se stessi. Qui c'entra anche la storia di una band chiamata Nirvana, poi solo silenzio e ora il rock evocativo del Garbage. Mi sto rivolgendo a qualcuno che non potrà mai più proteggermi. Oggi parlo di ricordi, e anche se oltre quei cancelli c'è solo un pragmatico disperdersi oceanico, da quaggiù riesco ancora a ripensare a ciò che continuerà ad ispirarci.
Il principe dell'oscurità Ozzy Osbourne si congeda dal palco con il No More Tours 2 che farà tappa anche in Italia, nella sola Bologna. Insieme a lui, special guest i mitici Judas Priest.
Cinque decadi di carriera. Un posto nella Storia e nel cuore (oscuro) di chiunque si fregi di essere un appassionato del rock. Non sono mai stato un viscerale "seguace" di Ozzy Osbourne né dei Black Sabbath anche se non significa che non li stimassi o non reputassi loro il meritato valore. Come per altri superbi colleghi, Neil Young su tutti, ci sono arrivato per via traverse. Se nel caso del cantautore canadese furono i Pearl Jam con l'album Mirror Ball, per Ozzy Osbourne furono i Faith No More con la cover di War Pigs, inserita nel loro terzo lavoro The Real Thing (1989).
Sarà l'età ma negli ultimi anni "il principe dell'oscurità" mi è salito molto di gradimento e in occasione dell suo imminente e ultimo tour mondiale, No More Tours 2, con tappa in Italia venerdì 1 marzo 2019 all'Unipol Arena di Bologna, è arrivato il momento di dire qualcosa, o meglio di farsi ispirare a scrivere qualcosa. Poi chissà, magari con l'arrivo dell'anno nuovo ci farò un pensierino (...) se andarlo a trovare o meno e scriverne face to face. Di certo vederlo dal vivo insieme a Zakk Wylde (chitarra), Blasko (basso), Tommy Clufetos (batteria) e Adam Wakeman (tastiere), con i leggendari Judas Priest come special guest, sarebbe davvero spettacolare.
(d)AL CAMMINO dELLA
MENTE
Non so cosa ci facciate qua...
Siete arrivati tardi... Sullo scivolo della ruggine più fradicia
gomitoli sbriciolati di sequoia hanno disertato l'ennesima istanza di coesistenza... Siete arrivati senza posto, né aratro o cappello... i comignoli delle pagine sono mirini senza licenza per il futuro
Vi sembra che il domani
abbia fatto esplicita richiesta di eclissare le vostre ripetute preghiere? Non mi scuso perché mi piace ripetere le mie parole... Ribadisco le mie lettere
appositamente perché sono
le mie… Si mettono di spalle.. Non
temono quel vacuo vomitare grassi voglio io, voglio
tu... Presenza... il cielo è rimasto senza oscurità... Nel lavabo dei miei sogni
sono qui per dirvi
che non ho rispetto dei permesso… il vizio
dei girotondi più ripetutamente ingordi
è uscito di strada
e noi non torneremo a sbiadire
i fazzoletti
che le Vostre appiccicose falsità si ostinano ancora a imbracciare… Passo la parlantina... Verità mutate in gru senza piloti, risate
Pearl Jam suonano dal vivo Rearview mirror - Eddie Vedder e Dave Abbruzzese
In un solitario pomeriggio estivo del 1994, su VideoMusic feci la conoscenza dei Pearl Jam e la loro Rearview mirror, all'epoca identificati come meri antagonisti dei Nirvana.
Estate '94. Kurt Cobain si era suicidato da pochi mesi e nell'aria c'era qualcosa di strano. La mia vita era brutalmente cambiata. Quel nome, Pearl Jam, mi era già arrivato all'orecchio e sulla carta di una recente rivista ma mai, prima di allora, in video. Accadde. Una performance live di Rearview mirror, tratta dal recente album Vs. (1993) è in rotazione. Video Music la trasmette. Vidi quel nome e mi parve davvero strano. Solo in tre avevano i capelli lunghi, gli altri due mi sembravano lì per caso. Tenera ignoranza, erano semplicemente i fondatori di quella band (Stone Gossard e Jeff Ament, ndr).
Loro, i Pearl Jam. Quelli che si leggeva fossero gli antagonisti dei Nirvana. La mia reazione fu immediata. Cambiai canale. Qualche secondo dopo ci tornai. Volevo conoscere il "nemico". Li guardai. C'era uno strano tipo coi capelli tinti che saltellava. Un batterista che pestava. Più in là, sulla destra, un ragazzo statico e sulla sinistra l'altro chitarrista magro emaciato con un cappello anni Settanta. In mezzo c'era lui, il cantante. Sguardo serio e sinceramente incazzoso. Conobbi così i Pearl Jam e neanche un mese dopo il cd doppio live in Brixton '93 entrò nel mio mondo.
Bastarono pochi mesi perché Alive, Even Flow, Black e più di tutte Jeremy, entrassero a essere parte della mia vita. Il resto è una storia, non sempre lineare, che non ha mai smesso di scrivere pagine e papiri. Il resto è una storia che talvolta richiede delle lunghe pause prima di proseguire insieme. A distanza di quasi 25 anni da quel primordiale ascolto, i Pearl Jam sono ulteriori domande a tante risposte che non avrei mai saputo davvero accettare. Oggi, dopo un tempo infinito passato ad ascoltare i Pearl Jam, quando sono solo con me stesso e ci sono loro nelle cuffie, non ho la minima idea a cosa stia andando incontro...
DI PENSIERO IN RISPOSTA
Non sono concentrato
e inadatto a incontrarti… vorresti
Negarlo? Non sapevi
neppure chi fossi e già pretendevi
di condannarmi… Facciamola finita con la finzione,
avresti potuto raggiungermi
ma era ancora presto
e certi gradini nascono solo quando la strada
dovrebbe essere sbarrata
ci siamo liberati
e incondizionatamente incontrati… ci
siamo sminuzzati
e l’idea era quella di pulviscolo in disparte
senza ambivalenze di generalità
I signori delle maree vicine
volevano sapere… interesse senza livelli, i vostri passi
sono di ostacolo alle mie pastiglie
rifiutate… Credo che uscirò di scena
senza ulteriori interrogazioni...
Devo ancora farlo
e dunque non ho fretta… Da
quaggiù
sto ancora facendo la gavetta
nel vostro mondo
di saltare la fila… Da quaggiù
le nuvole
ci mettono il tempo che vogliono
e i puntini che ancora
mi mancano
per sentirmi in linea col domani
si dimostreranno
per quello che respirano
…Prendo una boccata d’aria.
Si, in effetti e a ragione
ho sempre avuto molto da dirvi
(Schiavonea [Cs], 2 Settembre
’18)
Pearl Jam, Rearview Mirror live
Pearl Jam live durante la session di Rearview mirror - (da sx) J. Ament, E. Vedder e D. Abbruzzese
Pearl Jam live durante la sessioe di Rearview mirror - (da sx) Mike McCready, Jeff Ament, Dave Abbruzzese, Eddie Vedder e Stone Gossard
I piedi conficcati nelle onde oceaniche dell'Atlantico. La brezza della spiagge dell'Algarve portoghese. La pura ispirazione nella musica di I'm the Ocean di Neil Young.
Scrivi ancora poesie? Me lo chiede chiunque mi rincontri dopo anni che non ci vediamo. La risposta è sempre la stessa, si. Lo faccio meno di una volta ma quel senso di appartenenza alle parole è rimasto intatto. Lo faccio quando c'è qualcosa che non voglio dimenticare. Lo faccio quando ci sono canzoni immortalate nel mio passato che si fondono in una nuova porzione del presente. Questa volta il destino mi ha consegnato l'ispirazione direttamente sulle acque atlantiche del Portogallo con I'm the Ocean, di Neil Young. Canzone registrata su Mirror Ball (1995), album suonato interamente con i sodali Pearl Jam.
Sono nato su di un'isola, sono un segno d'acqua e di quest'ultima ne bevo assai a differenza degli alcolici che proprio non mi garbano. L'elemento mi appartiene. Guardare il mare è una cosa, tuffarsi nell'oceano Atlantico un'altra. Neil Young ha sempre rappresentato per me la semplicità di vita. Una chitarra, la poesia e una dolce vita sentimentale. Il resto, solo dettagli. Le città continueranno a ingrandirsi e inglobare, la natura e il mare sono il mio grande richiamo. Lo è sempre stato e oggi lo è ancora di più. Sono in Portogallo, sulla costa Vicentina dell'Algarve e non ho niente da chiedere al mondo se non vivere una nuova, estenuante e intensa eternità. ...I'm not present, I'm a drug that makes you dream/ I'm an aerostar/ I'm a cutlass supreme In the wrong lane Trying to turn against the flow/ I'm the ocean I'm the giant undertow, canta Neil Young alla fine di una cavalcata rock di oltre 7 minuti. Ho sempre sognato di ascoltare "I'm the Ocean" con i piedi ben piantati nell'oceano. Non che non ci avessi provato. Quando ho peregrinato nella terra natia del cantautore, il Canada, sono state altre sue canzoni a guidarmi in lungo e in largo, in particolare l'intero disco Harvest (1972). Questa volta è arrivato il turno di I'm the Ocean. Apro la mia anima all'oceano. Conduce e ispira, la musica di Neil Young:
"I’M THE GIANT UNDERTOW"
Raccolgo la vita,
al diavolo le finte rivoluzioni del web
senza un dannato ieri
… faccio la voce punk
ma è ancora una sconosciuta ballata Zeppeliana … ci
siamo allontanati
e adesso non potrei più fare
a meno di voi… le falene
sono stordite
ma non sento la loro mancanza… manciate
di ingerenze
hanno alzato le dita e qualche
carriola selvatica… si vocifera
che i giganti
abbiano scelto un’altra grotta
ma io non ci ho mai creduto... quando
lasciai da solo il mio algoritmo cardiaco
come segnaposto,
al mio ritorno nessuno ne sapeva
nulla… nessuno si è preso la responsabilità di una confidenza davvero sincera
Rimbombi di falesia,
diagonali sulla riva... è questo il domani
che desidero… Sono parte
della corrente
e non m’importa quanto ancora il sole
potrà sostituire
il vento… Sono a poca distanza
da ciò che amo di più
al mondo… L'udito della notte sia il mio testimone, adesso che deve ancora sorgere... sarei anche potuto
tornare da questo echeggiare
e infrangere
le mie necessità più mnemoniche… non
lascio impronte,
la schiuma
ha richiamato le mani… mi
sto preparando a utilizzare
la forza… ho abbandonato i miei sogni e posso correre ancora un po'... l'evidenza distratta del vostro sipario non mi appartiene... non ci fermeremo nemmeno con la prossima marea...
U2, Metallica, J.Lo, Coldplay, One Direction, Lady Gaga e perfino Madonna. Tutti vorrebbero suonare al Mirano Summer Festival. Parola (veneta) di DOLiWOOD.
"Eh, non xe mica fassie sonar al Mirano Summer Festival, anche xe ti ga e carte in regoea" dice ai microfoni una preoccupata Jennifer Lopez. Lei almeno però ci prova. Per i One Direction invece, sembra davvero dura, se non impossibile, salire on stage. Non va tanto meglio a Bono & The Edge, che causa il loro abbigliamento e le condizioni meteo nella cittadina veneta mese durante il mese di luijo, se la vedono brutta. Chi invece non sembra avere particolari problemi, se non quello di farsi portare ea bira, sono James Hetfield e Lars Ulrich, voce e batteria dei Metallica.
Fantasia o realtà? Realtà, eccome! Quella della DOLiWood s'intende, semplicemente grandiosa nel doppiare in veneto artisti in tutto il mondo. E questa volta, a finire sotto la loro grandiosa ironia, alcuni dei musicisti più noti al grande pubblico. Tutti desiderosi di suonare nel prestigioso Mirano Summer Festival. Una gag dopo l'altra, capiamo finalmente quali siano le vere ambizioni di queste rock/pop star. Poi certo, ci sono le cause perse o meglio. Ghe se anca chi xe 'na disperasion come lo smemorato Chris Martin.
E allora, in conclusione, poemo dir che il Mirano Summer el xe uno dei migliori festival estivi?!
MIRA! MIRA! ah ah ah ah