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L'allucinante viaggio di Youthanasia dei Megadeth inizia con Train of Consquenes |
di Luca Ferrari
Per i nati negli anni '70-'80 le prime conquiste della libertà corrispondevano ai grandi viaggi in treno, all'epoca accessibili anche grazie alla green card (under 25) che consentiva sconti. I regionali andavano ovunque e gli Intercity avevano prezzi modesti. Le low cost non erano ancora nate. Per il sottoscritto, qualunque viaggio dovessi affrontare su rotaia, inclusa incursione romana per il mio primo concerto dei Pearl Jam, nel walkman iniziavo sempre con Train of Consequences (1994, Youthanasia) dei Megadeth. Allora, come oggi! Proprio ora mi trovo sul treno regionale Venezia-Bologna, cui seguirà poi un ancor più lungo fino a Sibari (Cs).
Un convoglio mezzo demoniaco si mette in moto. Il rumore dei cingoli ferroviari va di pari passo con il sound heavy metal in perfetta e demoniaca simbiosi. Il treno a vapore sbuffa generoso di fumo nel verde del panorama, placido in apparenza. Un passeggero dalla lunga chioma (Ellefson?, ndr) si desta da un sonnellino, e ciò che vede fuori dal finestrino è uno spettacolo di pura angoscia: un'anziana bambinaia appende neonati a testa in giù come panni su di un lungo stendino, riproduzione video della copertina dell'album Youthanasia di cui Train of Consequences fu il primo singolo pubblicato. Altri inquietanti personaggi si avvicendano, ritrovandosi poi tutti a un tavolo da poker, sempre nel treno. Ecco possente il ritornello:
La vita è un azzardo già persa in partenza? Il viaggio onirico-musicale dei Megadeth prosegue tra ombre e luci del convoglio. Nell'oscurità ogni tanto emergono le figure dei componenti della band, il chitarrista Marty Friedman, il bassista Dave Ellefson, il batterista Nick Menza e nel finale ecco l'inconfondibile e carismatico leader Dave Mustaine che ribadisce il concetto del ritornello. E allora che si fa? Si punta tutto e ci si mette in viaggio andando lontano fino all'inevitabile? Il tessuto della vita è così corrotto da non lasciarci altro se non la sfida finale contro l'ignoto a dispetto di ciò che sembra un destino già desolatamente segnato? Al massimo della loro potenza melodica, dopo Rust in Peace (1990) e Countdown to Extinction (1992), i Megadeth lasciano l'impronta finale negli anni Novanta accompagnandoci in una nuova era a bordo di Train of Consequences:
IL COSTANTE DERAGLIAMENTO DELLA VITA
Avete contestato... espropriato... Vi
Siamo tutti più
improvvisati paracadutisti... collezionisti...
Anime vendicative dall'inesauribile
a quelle figure
che sembrano non guardarvi mai
quando sfrecciate da remoto,
restano sono le vostre mani sul mondo
che avete già condannato?
Vorrei che gli oceani
avessero qualche colonnato in più
e noi non ci sentissimo
coì superiori a quel passato
che vi inorgoglite a osannare...
Sento il vostro nuovo urlo,
vedo inviti consumati
e lattine straziate sotto il peso
di stelle ormai microscopiche
Ho forgiato idee sballate,
e ora la pista
è tutta un andirivieni di formiche
e leoni di mare... Ho
incatenato i miei confini al vagabondaggio
e non c'è giorno
che abbia offerte differenti.
Ancora confondiamo l'immortalità
La foto delle lancette immobilizzate
ci consola nella salvezza
di un presente lontano
Che cosa vuoi dirmi
che tutti non sappiano già? Se adesso