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giovedì 8 settembre 2022

God save Sex Pistols

Johnny Rotten e Steve Jones (Sex Pistols)

"Non c'è futuro nel sogno inglese", ringhiavano i Sex Pistols a metà degli anni Settanta in God Save the Queen. La punk band inglese oggi torna protagonista con la miniserie "Pistols".

di Luca Ferrari

Ricordo ancora un pomeriggio d'estate senza nulla all'orizzonte. Una terrazzina minuscola affacciata su una strada alberata. Un amico mi passa un librettino tascabile musicale. Protagonisti di quel volumetto, i Sex Pistols. Li conoscevo da poco e a parte la epocale Anarchy in the UK, ascoltata anche durante un furioso pogo alla prima edizione del Beach Bum Rock Festival di Jesolo (4-6 luglio 1995), poco altro sapevo dei punkers inglesi. Ci misi poco a ritrovarmi nella loro vita scomposta, e quasi trent'anni dopo, l'8 settembre 2022, ecco sbarcare su Disney+ la serie Pistols diretta da Danny Boyle, incentrata sul libro del chitarrista della band, Steve Jones.

"Don't be told what you wantDon't be told what you needThere's no futureNo futureNo future for you
...
God save the queenWe mean it manThere's no futureIn England's dreaming"


Il punk mi ha sempre affascinato, specialmente se visto come momento di rottura. Collegare i Sex Pistols a una blanda esasperazione anarchica, oltre che sbagliato, per il sottoscritto non lo sono mai stati. Gli ideali di pace e amore degli anni '60 si erano rivoltati contro se stessi, e ora la strada del macchinoso consumismo & perbenismo era sempre più protagonista. Il mondo giovanile era in ebollizione e questa band, prima e forse anche meglio di tutti, incarnò uno spirito nato e bruciato in neanche due anni. Un album capolavoro, Never Mind the Bollocks, e canzoni che ancora oggi sanno incendiare l'anima a cominciare da God Save the Queen...e tanti cari f*****o alla società e a tutto il Regno Unito. 

SOSPIRARE (s)FIGURATO
hai mai contato

le esequie dentro 

le mie dita… Io

mi sono sempre confuso

con le cartoline

che nessuno ritaglia più

non sai chi sono 

banalmente

perché non ho chiesto

il tuo nome

sai dove sono stato

solo perché

non ho mai voluto

difendere una carezza

dal fienile

delle zanzariere aggiustate

domani mi (o)di(e)rete

dove devo andare

avete preso la mia casa,

che cosa vi è rimasto

da mettere nelle scarpe?

dal gracidare

da più lontano delle stelle,

un nuovo Orwell

ha preferito mettersi il rossetto

e giocare

con l’amnesia dell’infanzia

sono stupito

e attardato nel silenzioso riconoscimento epidermico

… non avrei voluto

cadere, ma sto ancora

ridendo… Vi dirò

quello che penso e 

e sarà solo una delle

tante indifese volte (Venezia, 8 Settembre ‘22)

God Save the Queen, by Sex Pistols

God Save the Queen - Sex Pistols

lunedì 15 agosto 2022

Porno for Pyros, Hard Charger

Perry Farrell (Porno for Pyros) in Hard Charger

I Porno for Pyros del geniaccio Perry Farrell sfornano Hard Charger, primo travolgente singolo della colona sonora film "Private Parts" (1997), biopic sul deejay Howard Stern.

di Luca Ferrari

Ci sono canzoni che colleghiamo a una stagione in particolare. Se non c'è mattinata d'inverno dove non potrei non ascoltare Rusty Cage dei Soundgarden o una serata solitaria conclusa sotto le stelle a farmi crogiolare da Hunger Strike dei Temple of the Dog, sono anni ormai che d'estate mi torna sempre una insana e incredibile voglia di ascoltare Hard Charger dei Porno for Pyros, la band che Parry Farrell fondò insieme al sodale batterista Andy Perkins, dopo aver sciolto i leggendari Jane's Addiction

Ad accompagnarli nel travolgente videoclip, un altro fuoriuscito dalla suddetta band, il chitarrista Dave Navarro, all'epoca militante nei Red Hot Chili Peppers, e Flea, il funambolico bassista dei RHCP. Una formazione a dir poco fantasmagorica e capace d'incantare per sound e carisma. Una performance per un film e un personaggio molto controverso, con un risultato a dir poco esplosivo. E se il videoclip del video non vi basta, date un occhio anche al doppio live Hard Charger + Mountain Song, celebre song dei Jane's Addiction, in occasione di uno speciale su Howard Stern. 

PRIMA DEI MIRACOLI 

Ecco un’altra giornata
impermeabile alle leggende,

schizzano i perché
dei tradimenti... dalle stelle,
una corte serrata gli ombrelli
...il loro rifiuto
ha fatto infuriare i puma
ammassati nei tanti  fasulli
pozzi "sanPatriziani"...
Hai mai incontrato qualcuno
che ha benedetto il tuo cammino
senza volere nulla in cambio?

Un giorno farò vedere
a qualcuno i miei bersagli...
... prim’ancora dei miracoli
scriverò una lista
di bagagli…me la porterò
sempre dietro
insieme a qualche pietra
di quella baia

La scelta 
è davvero difficile…
ma cos’è che i poeti hanno voluto dirci?
Se mettessi
nella stessa stanza un tuono
e un sacchetto di terra, 
che cosa succederebbe
alle costellazioni che ancora non so
riconoscere?

Magari adesso mi direte
che siamo tutti inventori
e chiunque può permettersi
di alleviare le strade
…mentre ci pensate,
io sognerò ancora 
di passare
qualche tempo in una dimensione
condivisa

Anche se ci fossimo conosciuti
dopo secoli
nei fondali oceanici, il suo estro geniale
non avrebbe molto da aggiungere
a queste righe,

Potrebbero volerci
ancora molto tempo…Potrebbe darsi
che le clessidre
abbiano esaurito le loro scelte
                                          (Venezia, Luglio 2001-Agosto 2022)

Porno for Pyros, Hard Charger

mercoledì 10 agosto 2022

The Stars you are, The Cranberries

Stars - la cantante dei Cranberries, Dolores O' Riordan
Nell'autunno di vent'anni fa, a Roma, comprai il greatest hits dei Cranberries, "Stars - The Best of 1992-2002)"... ed ecco che l'oscurità si fece più luminosa che mai.

di Luca Ferrari

Ho sempre amato guardare il cielo, specie se con le nuvole o notturno con le stelle. Da quando Stars dei Cranberries sbarcò nel mio udito, in un atipico autunno romano, non ho mai trovato una canzone che potesse accompagnarmi meglio nelle serate volutamente passate con lo sguardo all'insù, a cominciare dal fatidico 10 agosto e la notte delle stelle cadenti. Creatori di un rock sempre molto sofferto e allo stesso tempo dolce, passarono pochi mesi, e quella canzone, Stars, riuscì anche ad ascoltarla dal vivo, a Firenze, dove nel frattempo mi ero trasferito. Un concerto dove Dolores O' Riordan (1971-2018), ci regalò un'intensa performance, e al cui pensiero, la sua dipartita è ancora più dolorosa.

Insieme a New New York, Stars era l'unica canzone nuova nell'album della rock band irlandese. Non ero mai stato un loro fan assiduo, ma ci sono dischi che alle volte escono nel momento giusto della tua vita. In un'epoca dove Youtube non esisteva e la musica si downlodava poco, comprarsi il CD era ancora la strada ideale per ascoltare musica. Quell'album inoltre, segnò la neonata amicizia con due ragazze della città eterna, e mi caricò di tante e opposte emozioni. Bastò un ascolto e Stars e i The Cranberries divennero parte vibrante della mia vita. Non scriverò nulla di nuovo oggi.  La parola all'ispirazione originale, direttamente da quel primo ascolto nell'ottobre 2002...

"I love you just the way you are"

Ho scelto quella promessa

perché voglio raccontarti un’altra storia.

…il colore di queste ombre

era vecchio e poco pigmentato.

… Il colore di queste ombre

era il percolare nella fiamma.

tra ciottoli smussati

e il peso delle genti

...

I giorni della vita sofferente

erano una rudimentale famiglia

votata dai pensieri… come 

migliore immagine,

le stelle più attente

si sono prese il loro tempo,

riuscendo a restare concentrate

anche durante 

l’esplosione di una strada

che scendeva dolcemente

tra la terra, il mare e ancora la terra

bagnata… non ho mai creduto

agli esiti di nessuna battaglia,

adesso l’istinto dei credo

è tornato libero di promettere

... è il loro momento

e le stelle hanno avuto ragione,

…siamo ovunque,

anche se non ci vedo

in questo preciso istante.

oh, adesso potrei

costituirmi senza la tempesta,

aspettando fedele l'oscurità

...

non troverai dissotterrata,

adesso le stelle si sentono 

finalmente libere di promettere

e di stare accanto a te.

(Roma, 5 Ottobre 2002)

Stars by The Cranberries

Stars, by The Cranberries

venerdì 5 agosto 2022

Fear of the Dark, l'innocenza oscura degli Iron Maiden

Il disco Fear of the Dark degli Iron Maiden

Il mio battesimo col rock iniziò trent'anni fa esatti, nell'agosto 1992. A scandire la rivoluzione culturale, gli Iron Maiden e il loro ultimo album (all'epoca), il capolavoro Fear of the Dark.

di Luca Ferrari

“When I'm walking a dark road/  I am a man who walks alone” finiva così l'ultima canzone di Fear of the Dark, l'omonimo album del gruppo heavy metal inglese, Iron Maiden. Una strofa che senza saperlo, nei miei timidi 15 anni, avrebbe presto segnato il mio imminente futuro. Già, perché quello storico (e strepitoso) album (1992) fu il primo disco rock che ascoltai per intero. Arrivatami in mano da un amico d'infanzia sotto forma di cassetta duplicata, ci misi poco a dimenticarmi di Beatles e The Doors, trovando nel rock contemporaneo la mia dimensione più autentica. Perché un sound mi potesse davvero entrare dentro, c'era bisogno che la band che sentissi mia e la potessi vivere nel mio tempo.

E prima ancora di fare la conoscenza Guns 'n' Roses, Nirvana e Pearl Jam, arrivarono loro: gli Iron Maiden, con uno dei loro migliori album in assoluto: Fear of the Dark, tanto melodico quanto oscuro. Formazione in forma smagliante con Bruce Dickinson alla voce, Dave Murray e Janick Gers alle chitarre, Nico McBrain alla batteria e Steve Harris al basso. L'anno successivo mi sarei comprato la prima t-shirt a tema, la copertina dell'album The Number pf the Beast, e non potevano che essere loro, nel dicembre 1995, a mutazione rock completata, la prima band che avrei visto dal vivo, con Blaze Bailey alla voce al posto di Bruce Dickinson, in un epico concerto al palazzetto dello sport di Pordenone

Tornando al soggetto dell'articolo, Fear of the Dark contiene 12 tracce. Una dopo l'altra, si ascoltano tutte d'un fiato.

  1. Be Quick or Be Dead – 3:25 (Bruce Dickinson, Janick Gers) 
  2. From Here to Eternity – 3:38 (Steve Harris) 
  3. Afraid to Shoot Strangers – 6:56 (Steve Harris)
  4. Fear Is the Key – 5:36 (Bruce Dickinson, Janick Gers) 
  5. Childhood's End – 4:40 (Steve Harris) 
  6. Wasting Love – 5:51 (Bruce Dickinson, Janick Gers) 
  7. The Fugitive – 4:54 (Steve Harris) 
  8. Chains of Misery – 3:38 (Dave Murray, Bruce Dickinson) 
  9. The Apparition – 3:54 (Steve Harris, Janick Gers) 
  10. Judas Be My Guide – 3:09 (Bruce Dickinson, Dave Murray) 
  11. Weekend Warrior – 5:40 (Steve Harris, Janick Gers) 
  12. Fear of the Dark – 7:15 (Steve Harris)
All'epoca i cd erano un lusso che non tutti si potevano permettere e il più delle volte, la propria discografia era composta da cassette non originali, dando poi sfogo alla propria verve grafica nel ricopiare con pennarelli le copertine originali. Ricordo ancora che in quella MC, la prima canzone del lato B era The Fugitive. Questa, così come la prima track del disco mi entrarono subito in circolo, seguite dalla commovente Afraid to Shoot Strangers e la canzone omonima del disco. Iniziai un ascolto e poi un altro ancora. Fu così per tutto quell'agosto di trent'anni fa. Chiuso nel mio walkman, una forza nuova si stava facendo strade dentro di me, disegnando nuove costellazioni e raccogliendo pezzi di stella abbandonati. 

The fugitive, il fuggitivo. Penso di essermi sentito così per molto tempo e una parte di me lo è ancora. In fuga dalle mie debolezze. In fuga da persone spregevoli. In fuga da tutto quello che non rendesse giustizia al mio dolore nascosto. Le prime parole del testo erano così cupe e autunnali, perfettamente in linea con una parte della mia natura. On a cold October morning/ As frost lay on the ground/ Waiting to make my move/ make no sound. Un rock pestato e duro. Sì, in qualche modo gli Iron Maiden diedero il via alla mia fuga "statico-cida". Allentarono catene. Certi dolori non si cancelleranno nemmeno con l'amore di chi ti sta accanto, e lo so bene, e allora, prima del ritornello finale, scandisco queste parole e le faccio nuovamente mie: But if I ever prove/ My innocence some day/ I've got to get them all to make them pay.

Curiosità sul mio rapporto coi Maiden. Ci sono momenti in cui c'è bisogno di fermarsi. Cambiare per ritrovare ciò che si è. Accadde a Bruce Dickinson, partito per diversi e differenti progetti solisti (5), destinati a terminare quando capì che era tempo di ricongiungersi con la sua natura metal. Accadde anche al sottoscritto, che dopo quasi un biennio alla ricerca di sonorità meno datate, ritrovò la perduta via proprio grazie un album degli Iron Maiden, o meglio l'album del ritorno di Bruce Dickinson e Adrian Smith negli Iron Maiden, Brave New World (2000). Prima di chiudere, un ulteriore dettaglio su Fear of the Dark, perché non fu solo la musica a legarmi a questa band, ma anche la componente umana.

Fear of the Dark ha una copertina a dir poco fantastica. Il mostro Eddie prende vita da un albero con una sinistra espressione. Agli sgoccioli di una vita smarrita, mi capitava di vedere spesso una ragazza che indossava una maglietta a manica lunga nera con riprodotta l'intera copertina dell'album. Lì per lì non potevo saperlo, ma nel giro di qualche mese ci conoscemmo, diventammo grandi amici, andando insieme a vedere gli Iron Maiden due volte. Oggi, a distanza di 30 anni dall'uscita di quel disco fantastico, siamo ancora grandi amici, e chissà, magari un giorno, se i Maiden dovessero tornare dalle nostre parti, potremo aggiornate i nostri live. Nell'attesa, mi riconnetto con i miei pochi anni di allora, chiamando al cospetto della mia ispirazione, quello che ho dannatamente dentro e molto di più...


“When I'm walking a dark road/ I am a man who walks alone”

eternità da ruscello, infanzia tradita... ho cancellato

tutte le vostre traduzioni,

sono rimasto al buio

e ho avuto ancora paura, non c'erano stelle né dispersivi buchi neri…sono rimasto

all'ombra del sangue lacerato … mi sono strappato

le radici... quando le montagne

si sono sbriciolate

non ho voluto spostare

le mie ragioni… dovreste

riconoscermi anche voi,

dovreste farmi sapere

quanta pelle della mia anima

è ancora attaccata

ai vostri coltelli… i passi

si fanno espressioni privatizzate

e personali… a tutte

quelle nuvole

che hanno lasciato libero spazio

ai rigurgiti, non ho rime ma solo secchi di vernice

che non smetterò di portarmi

appresso


ho dato abbastanza prova

della mia reticenza all'amnesia?

vi ho dato l’impressione 

di non capire

quello che mi ha spinto

a sfidare la ghiaia

dei precipizi… lo sento solo io

il calore degli oceani assiderati

oppure un giorno

qualcuno mi convincerà

che dietro

la mia nuca non è mai esistita

alcuna illusione

(Venezia, 5 Agosto ‘22)


Iron Maiden - Fear of the Dark live 1992

sabato 23 luglio 2022

Sei solo tu, da Nek e Laura Pausini

Sei solo tu - Nek e Laura Pausini

Quando si è insieme e innamorati, ogni sfida è possibile... e tutto il resto non conta! Proprio come cantavano gli amici Nek Laura Pausini in Sei solo tu

di Luca Ferrari

Due innamorati corrono insieme nella vita. A quel tempo, al tempo di Sei solo tu di Nek e la sua amica Laura Pausini, la mia vita non sarebbe potuta essere più differente dai protagonisti. Mi ero appena trasferito a Firenze e in un solitario tentativo sbilenco di cominciare una nuova vita, m'imbattei su MTV in questo videoclip. Mai avevo ascoltato prima una canzone della Pausini e a stento sapevo chi fosse Nek, ma questa canzone mi conquistò subito. Melodia accattivante, cantato dolce e di sicuro anche le immagini di una coppia che correva su una macchina sulla battigia, immersa (forse) in una malinconia che trovava nell'amore la forza di andare avanti insieme, fece centro in qualche fragile succursale emotiva.

Ne fui talmente conquistato da spingermi a fare il mio primo acquisto musicale nella 'ulla del Rinascimento, comprando il singolo.

[...] Nei giorni miei
Sempre più
Sei dentro me
Sei solo tu
Sei solo
A dirmi che
Solo tu
Sei dentro me... [...]

                        ...scandisce la canzone Sei solo tu

Lì, nella mia nuova realtà del capoluogo fiorentino, facevo ogni sera il pieno di romantiche illusioni e promesse abbandonate negli afosi bagliori din un inascoltato tramonto. Molto tempo dopo, incontrai due persone. Fu il loro turno di fare un viaggio, dolcemente "arenatosi" nel sentimento più veritiero. Bastò un attimo e Sei solo tu, mi tornò subito in mente. Ancor di più nella versione spagnola. Ecco la brezza. Ecco la serenità di quel tempo farsi avanti, senza più minacce né seducenti ermetismi scolpiti. Dal video alla vita vera, ecco una donna e un uomo prendersi per mano, pronti per dire a loro stessi e al mondo, una sola cosa: noi ci amiamo! Allora è arrivato il momenti di scattare in avanti...


POLAROID A DUE RUOTE

Perché il vostro gesto

ha la prospettiva delle sorgenti

che si stringono nelle mani

… qual era quel tempo

dove si riconoscono le stelle

senza inciampare in scorribande né legionari?

Vi ho visti assecondare un conteggio,

e un attimo dopo

ebbi la certezza della rinuncia del deserto

alla sua missione...

ho lasciato indietro

i miei passi

e il destino mi ha portato altrove

… vedo l’innocenza

dell’amore

che alle volte tentiamo di interpretare

il domani ha preso in carica 

la vostra reciproca intimità

… gli “ormai” superstiti

delle vostre vite

si cullano immagini retrò

tra discese ultimate e boccioli rampicanti

questa è la vostra storia,

.... niente

episodi momentanei

tra pozzi fatati e orme

da tramandare

… è la restante spiegazione,

la nomenclatura finale

di un nuovo e immutabile voi due

(Corigliano Calabro [CS], 20 Luglio ‘22)


Sei solo tu, Nek e Laura Pausini

Il videoclip di Sei solo tu (Nek & Laura Pausini)

martedì 19 luglio 2022

Thor: Love and November Rain

Thor: Love and Thunder - la furia dei bambini contro i mostri di Gorr
Dalla November Rain (Guns n' Roses) live Tokyo '92 alla versione classica del film Thor: Love and Thunder. La poesia è ancora bagnata di lacrime, ma decisa a combattere fino alla fine.

di Luca Ferrari

Ho iniziato a scrivere questo blog perché la musica rock sarà sempre una parte della mia vita più autentica. Ho creato questo blog perché voglio ricordarmi aneddoti di canzoni che hanno significato molto nella mia vita. Ho cambiato il significato di questo blog, perché mi sono reso conto che le sole poesie che scrivo, le associo sempre a una canzone. Oggi è il 19 luglio e non ci potrebbe essere giornata ideale per scrivere un'altra. Come oggi, nel 2022, anche nel 1994, il 19 luglio era un martedì, e fu proprio in quel giorno che scrissi la mia prima poesia. C'era ovviamente una canzone a immortalarla nel suo primordiale dolore: November Rain, dei Guns 'n' Roses. Non la versione classica del videoclip, ma il live del concerto di Tokyo '92, il cui finale mi ha sempre fatto venire la pelle d'oca.

Sarei disonesto se dicessi che i rockers di Los Angeles ho sempre continuato ad ascoltarli. Non è così anche se è indubbio che i GNR resteranno sempre una band fondamentale nella mia vita. Di recente sono stato al cinema a vedere Thor: Love and Thunder (2022, di Taika Waititi). Un film dove la band di Axl, Slash e Duff compare a più riprese di sottofondo con Welcome to the Jungle, Sweet Child o' Mine e Paradise City. Ma a farmi letteralmente saltare sulla poltrona è stata November Rain, messa al momento dello scontro finale tra Thor (Chris Hemsworth) e Gorr (Christian Bale), mentre i bambini rapiti, provvisoriamente provvisti dei poteri del tuono del dio norreno, si lanciano anch'essi in un'epica e mortale battaglia contro i mostri creati dal macellaio di divinità.

Fin dalle prime note & immagini di quel momento, nel buio della sala cinematografica capii che stavo assistendo a un nuovo capitolo musicale della mia vita. Privato nel modo più laido della mia spensierata adolescenza, adesso stavo guardando dei bambini combattere e vincere contro creature malefiche, sublimate dall'urlo "peluchoso" di una bambina. A fianco a me, qualcuno della loro stessa età. E poi lei, una "AxlRosiana" Natalie Portman immedesimata alla perfezione nel finale del videoclip di November Rain.  Oggi, 19 luglio 2022, November Rain si racconta ancora. November Rain è ancora bagnata di lacrime ma non più remissiva. Le scintille di November Rain sono pronte per iniziare un nuovo capitolo della mia vita, e lo stanno facendo proprio oggi, martedì 19 luglio, nel giorno che cambiò la mia vita per sempre.


LUMINOSA 'n' COMBATTIVA... è la mia vita

non faccio le membra

del passato… la sai scrutare la luce

uscire dall’urlo

della mia vendetta più impaurita? La

sto ancora provando…la

sto ancora sentendo…

vedo il colore pallido

della fine

e non mi spaventa neanche

un po’... dovresti

sapere ormai che anche

un peluche

può nascondere un cuore

pieno di furiosa distruzione


pensi ancora che solo

perché ho strisciato

fino alla mia lapide, abbia

deciso di non alzarmi più?

pensi davvero

che l’avermi ascoltato piangere

di nascosto

vi metta in una posizione

di vantaggio

sui prossimi giorni della mia vita?


non mi serve

un’intestazione né un palcoscenico

per nascondere

quello che penso veramente

di ciò che è accaduto

… guardo fuori dalla mia 

gabbia… sono già davanti a te

e non mi sono mai sentito

così socievole… sono

insieme a loro, e non c’è più traccia

di nessuno di voi

(Venezia, 19 luglio 2022)


Thor Love and Thunder - November Rain (Guns n' Roses)

Thor: Love and Thunder - Thor affronta Gorr
Thor: Love and Thunder - una  "AxelRosiana" Jane Foster (Natalie Portman)

mercoledì 13 luglio 2022

Supreme, l'energia umana dell'eternità

Energia positiva allo stato puro. Ottimismo. Non ho una canzone che racconti di te e noi due. L'amore è il grande racconto della tua vita. Per te, Supreme di Robbie Williams.

di Luca Ferrari

Non ho mai usato le parole per farmi capire, al massimo per far intuire che qualcosa che non andasse (...). In quei primissimi e spensierati tempi, quelle canzoni non esistevano ancora e dopo l'infinito orrore del nulla, arrivai lì, al PalaEur di Roma, a vedere per la prima volta i Pearl Jam. Mi fu dato un passaggio, e fosti proprio tu ad accompagnami. L'ex-Take That Robbie Williams invece, non è mai stato un cantante che ho seguito, eppure mi ha sempre trasmesso energia e positività. Le stesse qualità di un uomo generoso e ottimista, che oggi se n'è andato. Ci ho pensato un attimo e mi è subito venuta in mente lei, Supreme. Su queste note non c'era nulla che raccontasse di noi. Su queste note, il mio commiato eterno e la promessa (certezza) che mi ricorderò sempre di te.

L'ENERGIA UMANA DELL'ETERNITÀ


non c’era più posto

in quella macchina ferma

davanti al fumo… solo

miele sporco di fiori e fango

in una eterna dichiarazione

di resa… ma

tutto questo non ti riguardava,

il tuo poso era altrove,

tipo un giardino imperiale dove le tartarughe amavano dissetarsi,

ritrovando sempre la strada di casa


in quale momento

le nostre strade si divisero… direi

una bugia

se ci credessi sul serio

in quelle lettere

telefonate, guardavo ancora

i copertoni di un aereo

come se fossero specchi senza ombre

mi sono sempre chiesto

come sarei cresciuto

se ti fossi stato più accanto

… in quel tempo medio,

non mi chiedevo nemmeno

se sarei potuto cambiare 

tutti viviamo per l’amore

e di questo almeno sono sicuro,

tu ne hai ricevuto... tu lo sei stato

generoso, e per tutti loro

fatevi in là, qualunque cosa voi siate...

il Supremo 

è arrivato… da qualche parte

i vincitori del momento stanno intonando

nenie e semafori… le direzioni

si prendono una pausa,

il sole abbandona il tramonto

anzitempo… questa notte lascerò

una finestra aperta, e un'altra socchiusa perché possa

continuare a salutarti tutta la notte,

oltre le stelle e dopo l'infinito...

(Venezia, 13 luglio 2022)

Supreme, by Robbie Williams

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