!-- Codice per accettazione cookie - Inizio -->

martedì 13 giugno 2023

Waka Waka (Shakira), This Time for... Mazzorbetto

Waka Waka by Shakira
Waka Waka (Shakira) sarà anche la canzone dei Mondiali 2010, per me sarà sempre la colonna sonora di una giornata "Juamnjiana" con amici, nel cuore della laguna veneziana più nascosta.

di Luca Ferrari

Storie di vita, esplorazioni nautiche e danze spensierate. Storie di salsedine, alveari e coccodè biscottati. Cronache di prime volte e ritorni collaudati. Nel mio background musicale la cantante colombiana Shakira la ricordo per la sua prima hit, Whenever, Wherever, la divertente Objection (Tango) con videoclip animato, la sensuale Hips Don't Lie insieme a Wyclef Jean e poi lei, l'inno dei Mondiali di calcio 2010: Waka Waka (This Time for Africa) e contenuta infatti nell'album Listen Up! The Official 2010 FIFA World Cup Album. Impossibile non averla sentita almeno una volta. Impossibile non farsi trascinare dal ritmo sinceramente incalzante.

Ma se fino a pochi giorni fa altro non era che una canzone come tante che nulla aveva da raccontarmi, adesso è diventata un vero inno di serenità condivisa. Una melodia che mi riporterà subito a un viaggio in barca per la laguna di Venezia, alla scoperta di un angolino curato con passione su di un'isoletta immersa nelle vegetazione e lontana dalle rotte turistiche. E poi soprattutto loro, amici grandi e piccini con cui condividere tutto questo. Oggi Waka Waka è l'emblema della natura più spensierata. Oggi Waka Waka (This Time for Africa) di Shakira è una storia scritta insieme a voi.


YOUR TIME TO SHINE

...stai ancora correndo

sulle nocche

di qualche ritmo che da ora non ti appartiene più,

o i colori emersi dal tuo corpo

hanno definitivamente privato la palude

di ogni avamposto abbandonato?

...

non mi stancherò

mai d’immaginare cosa sarebbe

potuto accadere se… se

ogni tanto lo annoto ancora

ok, ho sempre più voglia

di rimettermi

in marcia insieme a voi


non ho esitato

al momento di cambiare

la carta

della mia bussola, l'avevo scambiata

dopo appena un miglio continentale

... mi sono deciso

a imparare a volare,

le api non devono avermi visto

mentre ricopiavo una nuvola...

Allora, era proprio

così... un attimo subito e il rifiuto perenne

di chiudere gli occhi


desidero aggiungere una cosa… non

ho seppellito le panchine…

esagererò ancora coi tuoni.... quella

linea resterà tale… qualcuno

alzerà le braccia,

è già approdato su di un’ulteriore

meta…è già ora

di levarsi verso l'orizzonte più

immediato... quando

le mie palpebre si sveglieranno

con i colori del tramonto,

ancora claudicante farò la chiosa

di filari mimetizzati


l'ancora della vita

ha preso dimora

sopra schietti desideri disse(s)tati... deve

essere stata tutta questa vita

raccontata nelle vicinanze... e tutto

quello che ci sarà,

danzerà ancora e per sempre...

(isola di Mazzorbetto [Ve], 4 Giugno ‘23)

Shakira - Waka Waka /This Time for Africa)

L'isola di Mazzorbetto (Ve) © Luca Ferrari

sabato 27 maggio 2023

Velvet Revolver, incendiaria Slither

I Velver Revolver in Slither

Rock potente e adrenalinico. Il 24 maggio 2004 venne pubblicato Slither, primo singolo del super-gruppo Velvet Revolver, con Scott Weiland, Slash e Duff McKagan.

di Luca Ferrari

C'era un tempo in cui pensavo di dare riposte alla mia vita ascoltando una canzone e scrivendo una poesia. Slither dei Velvet Revolver fu una delle illusioni peggiori. Ultimo baluardo di un'esperienza di vita ormai agonizzante, vidi in quella band l'adrenalina necessaria per riprendere la corsa. Non arrivai neanche a un quarto di strada. La benzina era finita da un pezzo. Le soffici colline erano diventate sterili paludi di pietra e rancori insostenibili. Il ghiaccio dove un tempo danzavano speranze di ingenue primavere, cunicoli di spine sferzati dalle correnti più velenose. Slither scorticò le mie ultime lacrime, poi si ritirò, giurando a se stessa che un giorno sarebbe tornata. Quel giorno è arrivato.

I primi anni 2000 diedero l'illusione che il rock potesse tornare a dettare legge. Ad alimentare questa sensazione, due super band nate a distanza di pochi anni. Nel 2002 Soundgarden e Rage Against the Machine unirono le forze vocali-musicali, dando origine agli Audioslave con Chris Cornell alla voce, e gli ex-RATM agli strumenti: Tom Morello, Brad Wilk e Tim Commerford. L'inizio fu tano pirotecnico quanto dirompente. Non fu da meno l'accoppiata Guns 'n Roses-Stone Temple Pilots, che vide gli ex GNR Slash, Duff McKagan e Matt Sorum unirsi alle tormentate corde vocali di Scott Weiland insieme al chitarrista Dave Kushner (Wasted Youth).

Primo album della band, Contraband (2004, RCA Record), il cui primo possente singolo è Slither, pubblicato il 24 maggio 2004. Un rock a dir poco incendiario capace di far venire una voglia incontrollata di decibel. Se Weiland non brillò mai di chissà quale salute e in quella fase della sua vita era ancora molto emaciato e più magro di una volta, Slash e Duff sembravano aver fatto un patto col diavolo (del rock and roll). Entrare in sintonia con questo disco, cominciando proprio da Slither, è qualcosa di incredibilmente naturale. Poco importa se alla fine del viaggio, l'oscurità si farà irreversibilmente attraente, questo è il tempo per immortalare nella notte anche il più grande dei dirupi abdicati. Vedo i demoni indietreggiare. Innesco una reazione.

IL TEMPO DEL FUOCO HA CHIAMATO LA MIA FERMATA

vuoi sapere

il numero delle Pandora

che ancora

adornano la dimestichezza

sugli spigoli

incastrati tra le dita della mia

mente

tutti i sogni

che avevo tenuto lontani

per quel tempo erano già

desiderosi di fare fagotto….

riassunti di fortezze

e contraccettivi senza forma

né nuvole

a cui poter rivolgere una coccola

un indizio

è una luce

non ancora dimenticata

… una premessa

non è quello

che io intendo

come dichiarazione

di onestà opprimente

… dici

di sapere cosa sia la forza?

Sono sempre più spudorato

e ho bene in male

quello

che non sono mai diventato

… dici di conoscere

il veleno

che ho trattenuto dentro di me

quando sapevo inchinarmi

a ogni corda appesa…

sono sempre io quello

incapace di strisciare

sulle luci 

né mezzi di soccorso?

Ho rinunciato ai peccati

nel momento stesso

in cui nessuno di voi

ha più avuto la forza di continuare

le mie parole

                                 (Venezia, 27 Maggio ‘23)


Velvet Revolver - Slither

sabato 6 maggio 2023

Iron Maiden, live Trieste 1998

Janick Jers (Iron Maiden) © Iron Maiden 666

Il 6 maggio 1998 gli Iron Maiden tennero un adrenalinico concerto a Trieste con gli Helloween. Momento cult, la doppia sgridata di Janick Jers al sottoscritto. 

di Luca Ferrari

Ah, bei tempi quando i concerti rock si tenevano nei palazzetti senza le insopportabili calure estive e i prezzi erano ragionevoli. Oggi solo mega eventi, temperature impossibili e prezzi quadruplicati (almeno)! 25 anni fa esatti, il 6 maggio 1998, mi recai insieme a quattro amici, due dei quali "compari del Servizio Civile" che in quel momento stavo svolgendo, a Trieste per vedere gli Iron Maiden, freschi dell'album Virtual XI. Quello sarebbe stato l'ultimo disco con Blaze Bailey alla voce prima del ritorno dei figlioli prodighi Bruce Dickinson e Adrian Smith. A rendere ancora più invogliante il concerto, le band di spalla: i britannici Dirty Deeds (buffo, mi ricordavo My Dying Bride, ndr)e soprattutto i tedeschi Helloween. Tutto era pronto per un'epica serata e così fu, come nessuno avrebbe potuto immaginare. 

Erano passati appena due anni e mezzo dalla mia prima incursione al cospetto degli Iron Maiden, sempre in Friuli, ma all'epoca a Pordenone per il tour dell'album The X Factor (1995). Le cose purtroppo non stavano andando molto bene e il fisico ne stava pagando l'amaro prezzo. Lo dico molto schiettamente. Andare a vedere un concerto in quella fase della mia vita, non fu per niente una passeggiata. Per di più in macchina e in compagnia. Limitando al minimo la consumazione di cibo e sigarette, mantenni un profilo molto basso, limitandomi ad applaudire, cantare ma senza esagerare in salti e sudate varie. Insomma, ero sugli spalti, ma più che a un concerto rock, sembrava che fossi a fare la merenda in una sala da tè e... qualcuno in effetti, se ne accorse!

Quel qualcuno non era qualche metallaro come due scatenati poco distanti a me, che dopo avergli prestato l'accendino, volevano quasi adottarmi, ma proprio lì sul palco. Adesso immaginate un'arena piena zeppa di giovani e meno giovani indemoniati. In questa marea umana, un "bischero" seduto con la testa appoggiata sulla mano destra. Dal palco il chitarrista Janick Gers mi vede, si ferma un secondo, e puntando alla mia direzione mima il gesto della testa sulla mano. La mia amica vicino a me, urla sbigottita: Luca, sta indicando te, alzati immediatamente!!! Non ho parole. Mi rimescolo nel marasma ma Janick ormai mi tiene d'occhio e quando sento nuovamente il bisogno di fermarmi, lui si mette le mani sui fianchi arrabbiato fissandomi, con nuovamente la mia amica a strillarmi di darmi una mossa (svegliata).

Album molto sottovalutato Virtual XI, e troppo ingiustamente classificato come uno dei peggiori della band inglese, l'ultimo per altro a cinque elementi: Blaze Bayley (voce), Dave Murray e Janick Jers chitarre, Nico McBrain (batteria) e Steve Harris (basso). The Clansman, il pezzo più potente dell'album, ormai fa parte del repertorio anche di Dickinson, e canzoni come Futureal, Como estais amigos raccontano un'evoluzione della band comunque sempre legata alla propria storia. In contemporanea gli Helloween portavano in tour il loro ultimo lavoro Better Than Raw (2018), trainata da I Can e Time su tutte. Grande carisma il cantante tedesco Andi Deris, voce della band dal 1994, che ben orchestrava il pubblico con non poca simpatia, mentre il bassista Markus Großkopf, lo incontrammo fuori dai cancelli, prodigandosi in strette di mani e autografi.

Il concerto finisce e tutto sommato sono felice. A dispetto di tanti dubbi, il mio fisico ha comunque retto bene. Ho visto per la seconda volta gli Iron Maiden, la band con cui ho iniziato ad ascoltare il rock. Ho con me una bellissima t-shirt bianca e rossa che indosserò per parecchi anni fino alla sua consunzione. Insieme a noi c'è anche un ragazzo che abita sull'isola di Burano (epico il suo schietto commento in dialetto sulle mie discutibili doti canore mentre canticchiavo "Under the Bridge" nella pausa tra Helloween e Maiden, ndr). Mentre io e la mia compare c'incamminiamo verso San Marco dove troveremo un battello per il Lido, lui ha dovuto vagabondare per un paio d'ore in attesa del primo mezzo per casa. Questa era la vita a Venezia fino a non tanto tempo fa. Adesso per fortuna ci sono molti più mezzi. Adesso però, torniamo a quel giorno, agli Iron Maiden e un'infusione di poetico presente...


LA TRINCEA DEL'ACCORTEZZA DILANIATA

i danni del potere

e le braccia in posizione di resa

… mi sono trattenuto

per gran parte

della mia vita… mi

sono piaciuto

solo per pochi momenti

della mia resistenza,

ho interrogato

qualche serratura e ancora oggi ricordo il silenzio

annientamento di bolle,

la bolla si era incagliata

e l’ossigeno del sole

si fece un gesto deicida

… quando le mie

lacrime hanno iniziato

a farvi avere dei dubbi,

non ve l’ho mai sentito dire

hai mai avuto un’idea 

che nascesse dalle

condoglianze alla libertà?


… ogni riflessione

sui ponte levatoi è un incontro

fatale con gl'inferni

sospesi…


voglio vederci chiaro.. non m’importa

dei girasoli

che calpesteranno le vele ammainate,

non m’importa

delle collisioni angeliche

o l’educazione di qualche tuono

estemporanei

…  continuo sulla strada

che intendo... Intercedo tra le trincee sbriciolate

e nuove prospettive di memoria

(Venezia, 6 Maggio '23)

Iron Maiden, live Trieste '98

Il biglietto del concerto con tanto di commento post live © Luca Ferrari
Articolo del tour degli Iron Maiden incollato su agenda © Luca Ferrari

venerdì 5 maggio 2023

My Friends Red Hot Chili Peppers

L'amicizia è per sempre anche se alle volte ci si dice addio senza parlarsi. Qualcosa nel profondo resterà. Questa è la mia storia di My Friends (1995) dei Red Hot Chili Peppers.

di Luca Ferrari,




Red Hot Chili Peppers, My Friends

venerdì 28 aprile 2023

Bambole di pezza, Non sei sola

Bambole di pezza cantano Non sei sola

Le "streghe" sono tornate, più toste e decise che mai. La rock band femminile Bambole di pezza suona sincera, punk rock e impegnata... perché nessuna donna si senta più sola!

di Luca Ferrari

"[...] E mi sentivo sola mentre/ Camminavo in mezzo alla gente/ Non mi ricordo più niente/ Solamente del dolore sulle mie gambe/ Tutto confuso e distante [...]. Canta così, dolorosamente sincera,l'ultima hit "Non sei sola" delle Bambole di pezza, rock band femminile, tornate più in forma che mai. Le avevamo lasciate con due album all'attivo, poi una pausa e un cambio di formazione. Adesso sono tornate a fare sul serio. Dopo i primi nuovi singoli Rumore (cover di Raffaella Carrà) e Mi hai rotto il caxxo, hanno scelto l'importante data del 25 novembreGiornata Internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, per fare della loro musica uno strumento contro il silenzio: Non sei sola. Ad accompagnarle in questa nuova avventura, la "mitica" Jo Squillo

Inizia il videoclip. Le cinque musiciste entrano vestite di bianco con un cerotto rossa sulla bocca. La violenza contro la donna che viene denunciata è un minima parte di ciò che accade. Via la benda, inizia la performance. Si susseguono volti di ragazze e donne. Ognuna chiusa in un dolore che ancora è vergogna senza vie di uscita. Emblematica la scena in cui le cinque "bambole" vengono obbligate con la testa sopra un tavolo e viene loro applicato un cerotto... "[...] Di chi dovrei aver paura?/ Di chi mi consola/ Solo dopo avermi stretto la gola/ Mi disegni le tue mani sul viso/ Come la Gioconda poi ti accenno un sorriso/ Ora ho sonno vado a casa che dormo/Dammi la sciarpa che così mi nascondo/ Non capisco se mi vedono tutti O se ne fregano [...]" canta la strofa tragica e potente.

La violenza sulla donna, soprattutto quella domestica, è stata taciuta e spesso anche avvallata nel nome di non si sa bene quale modello di società. Quel tempo è finito e il punk rock delle Bambole di pezza lo dice apertamente, sublimato nelle ultime parole della canzone: NOI SIAMO SEMPRE LAURA. Tutti noi. Oh si, le Bambole di pezza. Riunitesi per il decennale del secondo album, la band riprende da dove aveva interrotto: il punk rock. Alle due storiche chitarriste Dani Piccirillo e Morgana, si sono aggiunte tre nuovi elementi: Caterina Dolci "Kaj" al basso, Federica Rossi "Xina" alla batteria e Martina Ungarelli "Cleo" alla voce. 

Nella mia storia rock personale le Bambole di pezza sono una di quelle rare band, insieme ai mitici Mudhoney e gli Offspring, con cui ho avuto feeling fin dall'inizio. Per capirci, mi ci volle qualche ascolto supplementare per entrare in connessione con "gente" come Nirvana, U2Pearl Jam e Rage Against the Machine, giusto per citare i primi nomi che mi vengono in mente. Nel corso degli anni acquistai entrambi i loro CD, Crash Me (2002) e Strike (2004), e ho avuto anche il privilegio di intervistarle in occasione del Venice Rock Festival a Fusina (Ve), nell'estate 2005, scrivendo e cantando (tra il pubblico) Rock 'n' Roll, Squarci d'immagine, Strike, Contropressione e via via le altre.

Oggi è il 28 aprile. Un giorno come un altro. Tra due giorni la band sarà di scena al Parco della Musica, di Padova per una nuova performance. Chissà, forse un giorno Live on Two Hands si troverà faccia a faccia per farsi una chiacchierata con le musiciste. Oggi è il 28 aprile, un giorno che per qualche donna nel mondo, significherà abuso e violenza. Si dice sempre che bisognerebbe affrontare i problemi non solo nelle ricorrenze di determinati giorni ma riportarli alla luce con costanza. Ecco, io ci sto provando. Torno a parlare di violenza sulle donne insieme al rock autentico di cinque giovani donne, le Bambole di pezza, pronte a dire la loro cantando Non sei sola. Continueranno a farlo...
 

... MENO LA DISTANZA UMANA DALLA MIA ANIMA

incertezze messe al bando,

sensi accompagnati

al mattatoio... un respiro

forte, sì... lo sto dicendo,

ho ancora del sangue da parte

di quei giorni,

e nessuno che ha mai pensato

di rispondere alle mie lettere...


perché il mondo

fa così tanta fatica

a fare il proprio dovere?

... a tratti il cielo è bianco,

a tratti è una vela

grondante umanità

senza lieto fine... no, allora,

no, non c'è alcuna perfezione

nell'oblio sentimentale


sono all’incipit della mia nuova vita,

oggi voglio ricominciare

da una normalissima

frase dell’alfabeto con le sole labbra della mia morsa

più riottosa

da quale parte siete sbucati,

in che modo ancora

guarderete dall’altra parte

… con cosa mistificherete

quei fiori 

aggiunti alla mia lapide imposta


mi avete privato

dei miei - mi ricordo che... - più innocenti

... certi me

vagano ancora senza

un domani … oltre l’orizzonte

un sole schiantato ha violato

la ragione della strada...


quando il dolore mi darà

una vera tregua?

lo posso dire solo io... solo noi... solo io

solo noi...

(Venezia, 28 Aprile ‘23)


Non sei sola, Bambole di pezza feat. Jo Squillo

Non sei sola (Bambole di pezza), videoclip diretto da Dalilù
Bambole di pezza cantano Non sei sola
la chitarrista Morgana e la bassista Caterina (Bambole di pezza) nel videoclip di Non sei sola
Frame del videoclip Non sei sola (Bambole di pezza)
Frame del videoclip Non sei sola (Bambole di pezza)
Frame del videoclip Non sei sola (Bambole di pezza)
la chitarrista Dani Piccirillo (Bambole di pezza) nel videoclip di Non sei sola
la cantante Cleo (Bambole di pezza) nel videoclip di Non sei sola
Frame del videoclip Non sei sola (Bambole di pezza)
La cantante Jo Squillo nel videoclip Non sei sola (Bambole di pezza)
Frame del videoclip Non sei sola (Bambole di pezza)
Frame del videoclip Non sei sola (Bambole di pezza)
Frame del videoclip Non sei sola (Bambole di pezza)

venerdì 21 aprile 2023

Avril Lavigne, pura "Fuel" rock

Avril Lavigne live in concert
Avril Lavigne, pura "benzina" rock! Avril Lavigne è pronta a tornare in Italia. Io me la ricordo ancora così "incendiaria". Una piccola rocker al cospetto dei "giganti" Metallica.

di Luca Ferrari

Come la stragrande maggioranza del pubblico europeo, ho scoperto Avril Lavigne con il video di Complicated, pompato a mille da MTV. Dopo l'esplosione però, la giovane canadese ha saputo costruirsi una buona carriera, sempre fedele a un rock dalle variegate inquietudini. Canzoni come I'm With You prima e Nobody's Home, ben fotografano quella vita segnata da solitudine e difficoltà a tratteggiare un futuro. Una carriera, quella della giovane canadese originaria di Belleville (Ontario), che prese il via quando vinse un importante concerto radiofonico, che la portò a duettare con l'illustre collega e connazionale, Shania Twain.

Nel 2003 accadde qualcosa d'insolito. Mi capitò di seguire in diretta la cerimonia MTV Icons - Metallica, sul cui senso preferisco non esprimere giudizi né tanto meno sulla deriva commerciale che ormai la band di Frisco aveva preso da un pezzo. L'occasione però, fu ghiotta per ascoltare interessanti rivisitazioni dei classici dei Four Horsemen, di cui le migliori furono tranche dell trittico For Whom the Bell Tolls - Enter Sandman - Master of Puppets dei Sum 41, una originale e granitica (Welcome Home) Sanitarium dei Limp Bizkit e Fuel di Avril Lavigne. Unica donna presente alla corte di James Hetfield, Lars Hulrich, Kirk Hammet e il nuovo acquisto alle quattro corde, Robert Trujillo.

Negli ultimi anni ho un po' persa di vista Avril Lavigne, però ogni volta che ne sentivo parlare, mi tornavano in mente le sue melodie più datate. Adesso, grazie alla pagina Facebook dell'Ambasciata del Canada in Italia, ho scoperto che Avril sostiene numerose organizzazioni: Amnesty International, Make-A-Wish International e Race to Erase MSSpecial Olympics Italia. Quest'ultima in particolare, si batte affinché bambini e adulti con disabilità intellettive abbiano l’opportunità di allenarsi e gareggiare in sport olimpici. Infine ha creato anche The Avril Lavigne Foundation per sostenere e finanziare la ricerca  a beneficio delle persone affette dalla malattia di Lyme, da malattie gravi o da disabilità.


LE DIREZIONI SI ESTENDONO

che cosa sono le strade

... non sono ancora riuscito

a lasciarmi andare


ho sentito

di tutto e quell'isola

non è stata

diversa dall'infelicità

meno appariscente


il tempo 

delle malinconie giovanili

non ha cambiato

interrogativo… è questo

che stavi 

cercando di dirmi

quando avremmo dovuto

incontrarci?


che cosa stai cercando,

che cosa volevi

che raccontassi… la terra

viene sempre calpestata

e le confidenze dell’amore

idealizzano un diario

che è stato giusto non aggiornare


che cosa suggerisci

prima di aggiungere

un altro rovo

a tutto quello che non

hai mai desiderato?


sono sogni o solo spiegazioni

... c'è qualcun altro

a parte noi, e l'ho capito

Ti ascolto sul serio..

continuano a ripetermi

che mi faranno ancora male

... sono andato oltre…sono

per terra

e non mi sono mai sentito

così decisivo

                              (Venezia, 21 Aprile ‘23)

Avril Lavigne - Fuel live 2003

Cerca nel blog

Post più popolari