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sabato 5 ottobre 2024

Suede, solitaria Saturday Night

Suede - Saturday Night

È sabato sera a Londra. Su e giù per la tube, orde di malinconici si aggirano. Vagano. Risorgono. Non c'è domani. C'è solo il malinconico sound solitario di Saturday Night (Suede).

di Luca Ferrari

È probabilmente una delle canzoni che ho più detestato da quando la vidi. Loro, gli Suede, emblema di quel Brit Pop che da ventenne non tolleravo proprio, poiché segnò il cambio generazionale da Seattle all'Inghilterra. E loro, gli Suede, esportatori di un sound malinconico-elettronico, non li potevo proprio reggere. Emblema di questa band, la sofferente Saturday Night (dal 3° album, Coming Up - 1996) di cui gran parte del videoclip si svolgeva nella tube, la metropolitana londinese, di cui viene immortalata la fermata di Holborn insieme (anche) al cantante Brett Anderson. Questa canzone ha sempre evocato ricordi di vite incompiute, schiacciate dalla pesante eredità di un passato che non lasciava spazio ad alcuna nuova radice. Lì sotto, per quelle strade solitarie così dannatamente romantiche, molti di noi hanno sacrificato qualcosa di amorevole nel nome di un'immortalità logorante e incongruente con qualsiasi stella scoperta. Potrei rivedere in non so quante città, i miei passi che fanno ritorno verso nessuna casa, credendo che bastasse credere nel sogno più dolce, per ricominciare lontani in qualche letto a castello dolcemente preparato.


Suede, era il 1996 o giù di lì quando imperversavano insieme ai colleghi d'oltremanica Oasis, Blur, Verve e Radiohead. Di lì fino alla fine del 1998 avrei vissuto, forse, i miei anni più estremi sul fronte della solitudine. Ogni tanto su MTV girava ancora Saturday Night e ogni volta che l'ha incrociavo, alla fine, nemmeno cambiavo più canale. Sapevo perché mi facesse male ascoltarla. Sapevo che mi avrebbe lasciato a terra, ma avevo poco con cui ribattere. E mi rendo ancora bene quanto abbia vissuto una vita simile al protagonista del videoclip di questa canzone. Ma come ho anche scritto in questo sito, di recente mi sono aperto al mondo della pallacanestro dal punto di vista culturale e non (vedi la sezione Rock & Basket), e proprio oggi, ho caricato una storia su Instagram sulle partite odierne con sottofondo di Saturday Night. Da lì, ecco l'ispirazione di questo articolo. Ma questa sera non sarò da solo a vagare per una città caotica alla ricerca di un'impossibile felicità. Questo sabato sera, sarò insieme a mio figlio e mia moglie, a guardare le nuove imprese della Reyer femminile

UNA BOCCATA DI SOLITUDINE ESTREMA

È l’amore che non c’è...

è l’amore che fragilmente, non esisteva

... e non eravamo mai pronti

…. e ognuno al mondo

ci sembrava più forte

delle nostre emozioni ... e ognuno al mondo

ci sembrava meno solo di noi

… e ogni bacio

che indugiava sulla scala mobile

più lontana, era una lettera

che avremmo smesso di scrivere

… e ogni avviso

di strada interrotta

avrebbe dovuto insegnarci

a non essere 

così definitivi con il nostro futuro

e quando

finalmente le porte non si aprivano

più, c'era una tomba,

c'era una lacrima senza nome... senza margini né volontà di recesso... e

ti sei mai chiesta

perché siamo stati così diagnostici

con il nostro futuro?

E quando finalmente il tunnel

si estraniava da ogni pensiero a se stante,

nessuno era più pronto

nemmeno per evacuare

l’ultima boccata di solitudine


… E se in uno di quei giorni

mi avessero detto

che me ne sarei andato

da tutto questo, perché

le avrei dovuto credere? Avrei

continuato a scrutare

il mondo dalla mia opaca incredulità,

rimandando la felicità

a non so nemmeno perché né quando... (Venezia, sabato 5 Ottobre ‘24)

Suede Saturday Night

Suede Saturday Night

domenica 25 agosto 2024

Seguendo i nostri cuori... Dreamer (Lakelands)

 Anna Shirley (Amybeth McNulty)

Tornare sull'isola del Principe Edoardo (Canada). Un sogno (d'amore) diventato realtà... ascoltando Dreamer (Lakelands), insieme ad Anna ShirleyLucy Maud Montgomery. 

di Luca Ferrari

Questo è uno scritto che parla di sogni. Quei sogni che magari non si realizzano mai ma questa volta è stato tutto ancora più meravigliosamente intenso. Questo è un testo che parla di sogni realizzati ma non scriverò cose del tipo, "l'importante è crederci". Questa è la storia di un sogno che ho immaginato e ho realizzato insieme a voi. Questa è la storia di un sogno "NeilYounghiano" che ha un'unica tonalità: l'amore. Questa è la storia di una persona qualunque che è venuta da lontano ed è arrivata all'improvviso. Questa è la storia di Anna Shirley e la canzone Dreamer (Lakelands) che racconta la serie Anne With an E (la nostrana Anna dai capelli rossi), direttamente dai romanzi di Lucy Maud Montgomery. Questo è un sogno che si è sposato con la realtà più meravigliosa. Questa è la storia del mio ritorno sull'isola del Principe Edoardo (Prince Edward Island), in Canada, e di una indimenticabile corsa fatta con i piedi nell'acqua marnosa sulla costa dell'Argyle Shore Provincial Park. Parla solo il cuore e quello che provo insieme a voi.



HO SEGUITO IL MIO CUORE INSIEME A VOI

la nostra grande storia di un sogno

che voglio realizzare ancora…


storia delle mie radici

che ho trovato

e non riesco a dimenticare


l’amore ha puntellato

i miei passi fino a questo porzione

di mondo… è l’amore 

che ho sempre

desiderato... e l'amore ha definitivamente ammainato

le sue vele più oscure

lasciandomi

entrambe le mani occupate...


di che colore

è adesso il mio cuore rosso?

Oh, non posso credere

che non tornerò più qui… Dimmi

che anche tu

vorrai ancora guardare questo orizzonte

mentre ci stringeremo sempre più amorevoli


non so come siamo

arrivati fino qui… ci siamo

fermati… siamo stati noi

a dettare le coordinate

al destino... ho sentito qualcosa

dentro di me,

c’eri tu e c’eravamo noi


il mio cuore 

è tornato fino a qua... quali sogni

mi restano

ancora da realizzare?

Il mio cuore è tornato

insieme a voi


ho fatto quello che sentivo… ho

seguito il mio cuore

e c’eravamo meravigliosamente noi

(Argyle Shore Provincial Park -

Prince Edward Island, Canada - 12 Agosto ‘24)

Lakelands - Dreamer

Argyle Shore Provincial Park (Prince Edward Island, Camada) © Luca Ferrari
Argyle Shore Provincial Park (Prince Edward Island, Camada)© Luca Ferrari
Argyle Shore Provincial Park (Prince Edward Island) © Luca Ferrari

venerdì 19 luglio 2024

Come On Down (Green River), l'amore è ovunque

Il 19 luglio 1994 scrissi la mia prima poesia. Trent'anni dopo celebro le mie parole con il sound distorto della scena underground di SeattleCome on Down (Green River). 

di Luca Ferrari

Un'emozione potente e annichilente. Un bagliore di oscurità veritiera e autentica. L'inizio di un viaggio fino a un attimo prima, nemmeno immaginato (né desiderato). Il 19 luglio 1994 la penna colpì la carta per la prima volta. Tutto il resto, adesso, sono trent'anni successivi. E se non avessi iniziato a scrivere, che cosa avrei fatto? Me lo sono chiesto ogni tanto. C'è stato un tempo in cui mi sentivo un predestinato. Solevo ripetere "Non ho una vita, ho un destino". Nel giorno in cui 30 anni fa ho iniziato a scrivere, raccolgo un po' le idee ma il mio pensiero è uno scorrere impetuoso nel presente, sguazzando felicemente nella vita che mi sono costruito anche grazie alla penna, sebbene con alterne fortune. A coronare questo giorno, una band di cui non avevo mai scritto fino ad ora su Live on Two Hands, eppure di fondamentale importanza (non solo per il sottoscritto). Il gruppo che diede un contributo cruciale alla scena alternativa della Seattle di fine anni '80/primi anni '90, i Green River.

Come On Down inizia semplicemente distorta, garage e punk. La potenza sale, poi seguita da un cantato quasi biascicato-sussurrato e quindi esplode in un fragore di decibel tra rabbia sonora e delicatezza verbale. All'epoca della mia prima poesia, il 19 luglio 1994, non avevo la minima idea di chi fossero i Green River. Ci sarei arrivato di lì a un paio d'anni, eppure quando ho pensato a quale canzone potesse celebrare al meglio i miei 30 anni di scrittura, mi è subito venuta in mente Come On Down, primo singolo dell'omonimo EP (1985). I motivi di questa scelta sono piuttosto elementari. È la prima canzone pubblicata di una band che diede poi vita a quel movimento rock che segnerà per sempre la città di Seattle. È una canzone che parla di andare giù in senso metaforico, e nulla come il rock mi ha trascinato in un'altra dimensione. I componenti sono alcuni dei musicisti che ascolto da una vita e che ho stimato fin dagli albori, a cominciare dal cantante Mark Arm, e il chitarrista solista Steve Turner, poi entrambi nei Mudhoney. Due persone che ho avuto l'onore di incontrare in quella che è stata l'intervista più sentita di tutta la mia attività giornalistica

L'altro chitarrista dei Green River è Stone Gossard, futuro membro dei Mother Love Bone, Temple of the Dog e Pearl Jam, sempre al fianco del bassista Jeff Ament, Green River inclusi. Mi è sempre piaciuto Stone perché lontano anni luce dagli stereotipi della rock star. Un viso qualunque della porta accanto capace di suonare in modo strepitoso. I suoi progetti paralleli ai Pearl Jam hanno sempre prodotto musica di altissimo livello, a cominciare dai Brad del compianto Shawn Smith (1965-2019). Stone Gossard è per certi versi l'emblema del rock come l'ho sempre sentito. La semplicità al potere. Come On Down fu l'inizio per la Seattle più conosciuta, e oggi, trent'anni fa, andava in scena il mio battesimo delle parole. Guardate la foto in primo piano. Scrissi il verso della canzone (sbagliato) in una di quelle eterne giornate solitarie senza nessun avamposto verso il domani. Appiccicato sul vetro del bagno. Una di quelle notti dove la bussola dei sogni s'incastrava tra sali e scendi ed ermetismi più estremi.

"Lift your eyes to the skies above
Come on in, feel my love
A little bit here,
a little piece there
Pieces of love everywhere... [...]
                             
Sinceramente non ho idea se il video qui riportato da Youtube fosse quello originale, ammesso che ce ne sia mai stato uno, o meno. L'ho visto e mi è piaciuto. L'ambientazione così onirico-psichedelica, tale da riecheggiare i demoni della futura serie I segreti di Twin Peaks di David Lynch, ambientata a North Bend (Wa), poco distante da Seattle.

Ci sono stati anni dove pensavo che la mia vita sarebbe stata sempre e solo scrivere. A dispetto di certi desideri innocenti, dentro di me non mi sentivo adatto a una vita familiare (quanto è bello ricredersi alla grande, ndr). Il 19 luglio 1994 iniziai a scrivere in inglese su fogli grandi a quadrattini colorati e fin da subito la struttura delle strofe dei testi di Nirvana e Pearl Jam mi penetrò talmente dentro che divenne una caratteristica del mio stile, sebbene del tutto estraneo a una qualsiasi affinità musicale. Senza nessuna presunzione, mi sentivo l'erede delle lyrics di Eddie Vedder, Kurt Cobain, Michael Stipe (R.E.M.) e Neil Young. Scrivere ha cambiato tutto nella mia vita. Io sono cambiato scrivendo. Adesso sono anni che non pubblico più nulla e nemmeno ho interesse a farlo. Ho smesso di cercare il mondo. Semplicemente, quella sensazione di amore dissolta nel vuoto, ha trovato la vi(t)a e l'anima nell'esistenza più autentica. 

...PIECE(S) OF LOVE EVERYWHERE...

tremuli passi, esondazione

di dolore a brandelli

senza bandiera... È un "no", non sono saggiamente andato avanti e riesco ancora 

a ricordare troppi giorni

… è sempre stato

un conglomerato tutto di forme e memorie,

quando vedo le ombre

nell'immagine longilinea

le mani gracchiano

in una (p)resa scomposta

che vorrebbe dire, altrove…

sono esattamente dove volevo

essere… sono dove

sono sempre stato… l’agonia della mia noia

ha conosciuto

l’ardore di una porta

galleggiante… anche la similitudine

di un desiderio

scambiato per un rimorso

è naufragato

nell’anomalia di una rivolta

scovata oltre i troppi arrendevoli sé…

andremo avanti

insieme questa volta... Ognuno di quei momenti

recava un gesto di attesa,

ogni ricerca ha trovato una fine

nell’ultimo sguardo

prima di essere sognato

dai sogni… Sono rimasto

al di qua dello specchio

provando a cadere ancora di più,

fili energetici sradicati,

e senza alcun conteggio

né incitamenti ad altro… è

un momento di non-confusione

… piante maneggiano nuove radici... è la profondità

dell'amore

tra le estremità di una lacrima

eterna...

(Venezia, 14.37, 19 Luglio 2024)

Green River - Come On Down

Murazzi, Lido di Venezia © Luca Ferrari

Il cd dell'EP Come On Down (Green River) © Luca Ferrari

giovedì 13 giugno 2024

Eminem, Berzerk e la furia Detroit Pistons

Bezerk Eminem indossa una t-shirt celebrativa dei Detroit Pistons 

Contro tutto e tutti, il 13 giugno 1989Detroit Pitons "Bad Boys" vinsero il loro primo titolo NBA. Eminem, simbolo dell'hip pop della Motor City, suona la carica con Berzerk

di Luca Ferrari

Potente come quella squadra di basket. Eminem è un figlio di Detroit. Eminem è sempre stato un personaggio controcorrente, proprio come quella indomabile squadra che verso la fine degli anni Ottanta, mise in riga tutti: i Detroit Pistons, detti (calunniosamente) Bad Boys. Uno dopo l'altro, schiacciarono tutte le stelle dal faccino pulito (Larry Bird, Magic Johnson, Michael Jordan), conquistando il titolo di campioni NBA per due anni consecutivi (1989-1990). Ed è proprio quel Back to Back che il rapper sfoggia con orgoglio su una t-shirt blu nel videoclip di Berzerk. Il 13 giugno 1989Detroit Pistons di capitan Isiah Thomas e coach Cuck Daly, chiudevano la serie perfetta (sweep, 4-0), demolendo a Inglewood 105-97 i Los Angeles Lakers di Magic e Kareem, vincendo per la prima volta l'agognato trofeto. Non fu solo la vittoria di Detroit e dei suoi tifosi, ma in parte anche di chi sentiva emarginato e vide in quella squadra una sorta di amico.

Il 1989 è un anno che non dimenticherò mai. Forse il peggiore che abbia mai vissuto. La mia adolescenza fu segnata/traumatizzata per sempre, minando in modo molto problematico il proseguo della mia vita, risvegliatasi in parte solo grazie al rock più disperato-arrabbiato e proveiente da una città. anch'essa molto atipica: Seattle. Nel 1989 ricordo che sentivo parlare ovunque di Michael Jordan e tutti lo osannavano, inclusa quella feccia con cui ebbi a che fare per troppo tempo, senza riuscire mai a reagire. Nel 1989 ero un deboluccio dodicenne mentre Marshall Bruce Mathers III, in arte Eminem, ne aveva 17. Da Detroit a Venezia, le nostre storie si sono unite 35 anni dopo. Oggi, 13 giugno 2024 su Live on Two Hands - Le parole come non le avete mai ascoltate, grazie all'ispirazione del mio figlioletto, celebro la caparbietà della vita di andare contro il mondo intero. Guardandolo in faccia, affrontandolo e abbattendo chiunque si frapponga con la nostra felicità.

Non sono certo un cultore della musica hip hop e se mi sono avvicinato a certe sonorità, il merito è proprio della palla a spicchi con cui questa disciplina ha un indubbio feeling, e a tal proposito, è impossibile non avere la colonna sonora del film Space Jam (1996). Eminem però mi è sempre piaciuto. Una grinta non comune e sonorità molto particolari, come appunto la canzone Berzerk, un mix di heavy metal & hip hop dove le campionature si rincorrono: da The Stroke di Billy Squier alla mitica Fight for Your Right dei Beastie Boys fino all'ancor più leggendaria I love Rock 'N' Roll di Joan Jett & Blackhearts. Nel videoclip compaiono vari personaggi, dal rapper di Detroit, Kid Rock (voce narrante del bellissimo documentario sulla locale squadra di basket, Bad Boys - 2014, di Zak Levitt), al produttore stesso della canzone, Rick Rubin (Slayer, Run DMC, Red Hot Chili Peppers). Alza il volume, Eminem. Oggi e per ogni giorno del mio futuro, sono in campo insieme a te, Berzerk e i Bad Boys di Detroit (Pistons).


CI SCATENERMO CON QUESTA FURIA

tenebre.. lotta... unità...

inseguimenti... silenzio... oggi non sarò originale,

dalle cadute

c'è chi è solo lanciato verso

altre scogliere... non lo sapete,

è quello che mi avete insegnato


li guardo... li osservo... crocevia della fine,

silenzio e bugie, la mia dipendenza

adolescenziale... non c'era spazio nemmeno

per una traccia di legittime urla

ecco la mia storia sincera, amici… voi 

trionfavate, e 

la mia vita si scorticava sepolta...

… La vostra storia mi è arrivata

… La vostra storia

adesso è anche un po’ la mia…

ehi ragazzacci, la vostra storia

mi ha insegnato che potremo sempre essere una furia... la vostra storia

mi ha reso immune

a tutte le paure che mi hanno conficcato

ehi nuovi amici, lo sapete

che c’è ancora gente che ha frainteso la mia emarginazione... è l'ignoranza

del sopruso... è l'ignoranza

della convenienza... è l'ignoranza

dell'apparenza scuoiata... ho ancora

molte lacrime

da asciugare e nocche

da schiacciare (la rima, mai)... pace, non cerco la tua comprensione... l'inizio non fa parte del mio concerto di guerra... adesso mi fermerò

solo quando tutte le loro briciole

avranno timore

anche della mia seconda vocale


... ho inciso il numero 89

sopra e sotto i bisogni

della mia avvenuta trasformazione… Non

potete più fare nulla.... non voglio ricordare

più nulla

ma lo farò comunque… 

ehi nuovi amici,

a quel tempo mi nascondevo

ogni qual volta sentissi il fetore delle loro griffe… se

lo ricorderanno il mio nome

o faranno ancora i permalosi

con blasfemie pornografiche e caricatori murati a salve... ehi

nuovi amici, sarei così strano se desiderassi ancora annientare

gli errori delle belve... è il mio sangue

che chiama... sto scherzando,

non sono così leggero

e mi sono già tolto le scarpe... sono più dinamico e per nulla

intimorito... è il mio terzo sorriso

contro l’aldilà, i nascondigli illuminano le cascate senza più volume... più di così ...si scatena la vita

(Venezia, 13 giugno '24)

Eminem - Berzerk

Eminem nel videoclip della canzone Berzerk
Detroit Pistons 89 (da sx): Joe Dumars, Isiah Thomas, Bill Laimbeer
Berzerk - Eminem e Kid Rock
Detroit Pistons '89 - (da sx) Dennis Rodman, Rick Mahorn, Vinnie Johnson, coach
Cuck Daly e Isiah Thomas, James Edwards, Mark Aguirre e Johns Salley
Berzerk Eminem e Rick Rubin

venerdì 7 giugno 2024

In navigazione, All The Way To... Diedo

All The Way To... Diedo (R.E.M.)
Ultimo giorno di scuola elementare (Diedo, Venezia) e ho già nostalgia della vita condivisa insieme. Tanta felicità e un dolce arrivederci sulle note di All The Way To Reno (R.E.M.). 

di Luca Ferrari

Un anno di vita, di scuola e d'incontri si è appena concluso. Non è ancora arrivato il momento degli addii, semmai di un estivo arrivederci, eppure provo già una forte nostalgia. Ho amato ogni momento dell'anno scolastico 2023-24. Dal primo giorno in cui mi dovetti fare un nodo in gola quando, all'improvviso, vidi il mio figlioletto seduto ai banchi dei "grandi", alla dolce accoglienza (quasi materna) riservata ai nuovi arrivati. Dal suo risveglio quotidiano che proseguiva placido insieme alla sua mamma verso questa nuova avventura quinquennale, alle chiacchiere con gli altri genitori, molti dei quali diventati già amici, per non parlare dei tanti momenti che lo scolaretto ha condiviso con i suoi compagni ovunque: in casa propria e nelle tante altrui, fuori, e a fianco dei (primi) quaderni. Insieme hanno imparato molto, dentro e fuori l'edificio scolastico.

E quando ieri pomeriggio abbiamo celebrato la fine dell'anno con una bellissima festa nell'ampio giardino della loro scuola elementare, la Diedo di Venezia, mi è sembrato di vivere l'atmosfera gioiosa di All The Way To Reno (You're Gonna Be A Star) degli R.E.M., il cui videoclip è diretto dal Premio Oscar, Michael Moore. Una canzone che da oggi in poi, per me (...) sarà sempre All The Way to... Diedo!


ALL THE WAY TO DIEDO (le nostre stelle)

…sequenze di vita, rincorse nella terra

sporca di abbracci...un tu a tu

dei sogni più rampicanti... è la forma del presente... Uno stato di costante apprendimento emotivo...lo sarà

ancora, come un primo giorno di scuola

senza mura e una comune direzione di amichevole terapia


Che cosa unisce un fiore 

che sta crescendo

alle fate senza maschera?

Mi sbilancio... è il colloquio sui veli delle nostre lacrime più sinceramente ribelli

non ci sono alternative

ai primi passi…alcuni 

parlano di pietre romanzate,

altri di camini appollaiati

e baluardi silenziosi sulle imbarcazioni, tutte decise oltre la prossima fermata


… trame animate, il quotidiano risveglio del sole saluta il mare e i suoi canali scoperti

in ascesa dell'armonia più eccelsa


Che cosa ne sarà di questi giorni
quando la neve

non avrà più bisogno di aspettarci

per uscire di casa?… ci potremo tenere

per mano ancora una volta

mentre torniamo a casa?

Potremo agghindare i melograni anche quando l'estate seminerà nuovi interrogativi nei nostri ricordi?...


Una casa dopo l’altra,

anche quel divano

mi sembra così familiare… vi ho visti 

seduti tutti insieme

per la prima volta... per favore, non chiedetemi mai

di dimenticarlo ... brindo dietro le nostre voci che si susseguono... Lo farò insieme a tutti voi... in uno stato di perenne navigazione condivisa

(Venezia, 6-7 giugno '24)

R.E.M. - All The Way to Reno

All The Way To... Diedo 
(R.E.M.)

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