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martedì 19 luglio 2022

Thor: Love and November Rain

Thor: Love and Thunder - la furia dei bambini contro i mostri di Gorr
Dalla November Rain (Guns n' Roses) live Tokyo '92 alla versione classica del film Thor: Love and Thunder. La poesia è ancora bagnata di lacrime, ma decisa a combattere fino alla fine.

di Luca Ferrari

Ho iniziato a scrivere questo blog perché la musica rock sarà sempre una parte della mia vita più autentica. Ho creato questo blog perché voglio ricordarmi aneddoti di canzoni che hanno significato molto nella mia vita. Ho cambiato il significato di questo blog, perché mi sono reso conto che le sole poesie che scrivo, le associo sempre a una canzone. Oggi è il 19 luglio e non ci potrebbe essere giornata ideale per scrivere un'altra. Come oggi, nel 2022, anche nel 1994, il 19 luglio era un martedì, e fu proprio in quel giorno che scrissi la mia prima poesia. C'era ovviamente una canzone a immortalarla nel suo primordiale dolore: November Rain, dei Guns 'n' Roses. Non la versione classica del videoclip, ma il live del concerto di Tokyo '92, il cui finale mi ha sempre fatto venire la pelle d'oca.

Sarei disonesto se dicessi che i rockers di Los Angeles ho sempre continuato ad ascoltarli. Non è così anche se è indubbio che i GNR resteranno sempre una band fondamentale nella mia vita. Di recente sono stato al cinema a vedere Thor: Love and Thunder (2022, di Taika Waititi). Un film dove la band di Axl, Slash e Duff compare a più riprese di sottofondo con Welcome to the Jungle, Sweet Child o' Mine e Paradise City. Ma a farmi letteralmente saltare sulla poltrona è stata November Rain, messa al momento dello scontro finale tra Thor (Chris Hemsworth) e Gorr (Christian Bale), mentre i bambini rapiti, provvisoriamente provvisti dei poteri del tuono del dio norreno, si lanciano anch'essi in un'epica e mortale battaglia contro i mostri creati dal macellaio di divinità.

Fin dalle prime note & immagini di quel momento, nel buio della sala cinematografica capii che stavo assistendo a un nuovo capitolo musicale della mia vita. Privato nel modo più laido della mia spensierata adolescenza, adesso stavo guardando dei bambini combattere e vincere contro creature malefiche, sublimate dall'urlo "peluchoso" di una bambina. A fianco a me, qualcuno della loro stessa età. E poi lei, una "AxlRosiana" Natalie Portman immedesimata alla perfezione nel finale del videoclip di November Rain.  Oggi, 19 luglio 2022, November Rain si racconta ancora. November Rain è ancora bagnata di lacrime ma non più remissiva. Le scintille di November Rain sono pronte per iniziare un nuovo capitolo della mia vita, e lo stanno facendo proprio oggi, martedì 19 luglio, nel giorno che cambiò la mia vita per sempre.


LUMINOSA 'n' COMBATTIVA... è la mia vita

non faccio le membra

del passato… la sai scrutare la luce

uscire dall’urlo

della mia vendetta più impaurita? La

sto ancora provando…la

sto ancora sentendo…

vedo il colore pallido

della fine

e non mi spaventa neanche

un po’... dovresti

sapere ormai che anche

un peluche

può nascondere un cuore

pieno di furiosa distruzione


pensi ancora che solo

perché ho strisciato

fino alla mia lapide, abbia

deciso di non alzarmi più?

pensi davvero

che l’avermi ascoltato piangere

di nascosto

vi metta in una posizione

di vantaggio

sui prossimi giorni della mia vita?


non mi serve

un’intestazione né un palcoscenico

per nascondere

quello che penso veramente

di ciò che è accaduto

… guardo fuori dalla mia 

gabbia… sono già davanti a te

e non mi sono mai sentito

così socievole… sono

insieme a loro, e non c’è più traccia

di nessuno di voi

(Venezia, 19 luglio 2022)


Thor Love and Thunder - November Rain (Guns n' Roses)

Thor: Love and Thunder - Thor affronta Gorr
Thor: Love and Thunder - una  "AxelRosiana" Jane Foster (Natalie Portman)

mercoledì 13 luglio 2022

Supreme, l'energia umana dell'eternità

Energia positiva allo stato puro. Ottimismo. Non ho una canzone che racconti di te e noi due. L'amore è il grande racconto della tua vita. Per te, Supreme di Robbie Williams.

di Luca Ferrari

Non ho mai usato le parole per farmi capire, al massimo per far intuire che qualcosa che non andasse (...). In quei primissimi e spensierati tempi, quelle canzoni non esistevano ancora e dopo l'infinito orrore del nulla, arrivai lì, al PalaEur di Roma, a vedere per la prima volta i Pearl Jam. Mi fu dato un passaggio, e fosti proprio tu ad accompagnami. L'ex-Take That Robbie Williams invece, non è mai stato un cantante che ho seguito, eppure mi ha sempre trasmesso energia e positività. Le stesse qualità di un uomo generoso e ottimista, che oggi se n'è andato. Ci ho pensato un attimo e mi è subito venuta in mente lei, Supreme. Su queste note non c'era nulla che raccontasse di noi. Su queste note, il mio commiato eterno e la promessa (certezza) che mi ricorderò sempre di te.

L'ENERGIA UMANA DELL'ETERNITÀ


non c’era più posto

in quella macchina ferma

davanti al fumo… solo

miele sporco di fiori e fango

in una eterna dichiarazione

di resa… ma

tutto questo non ti riguardava,

il tuo poso era altrove,

tipo un giardino imperiale dove le tartarughe amavano dissetarsi,

ritrovando sempre la strada di casa


in quale momento

le nostre strade si divisero… direi

una bugia

se ci credessi sul serio

in quelle lettere

telefonate, guardavo ancora

i copertoni di un aereo

come se fossero specchi senza ombre

mi sono sempre chiesto

come sarei cresciuto

se ti fossi stato più accanto

… in quel tempo medio,

non mi chiedevo nemmeno

se sarei potuto cambiare 

tutti viviamo per l’amore

e di questo almeno sono sicuro,

tu ne hai ricevuto... tu lo sei stato

generoso, e per tutti loro

fatevi in là, qualunque cosa voi siate...

il Supremo 

è arrivato… da qualche parte

i vincitori del momento stanno intonando

nenie e semafori… le direzioni

si prendono una pausa,

il sole abbandona il tramonto

anzitempo… questa notte lascerò

una finestra aperta, e un'altra socchiusa perché possa

continuare a salutarti tutta la notte,

oltre le stelle e dopo l'infinito...

(Venezia, 13 luglio 2022)

Supreme, by Robbie Williams

giovedì 30 giugno 2022

Goodbye my friends, saremo ancora fianco a fianco

Le Spice Girls nel video Goodbye

Le strade si dividono, i sentimenti d'amicizia restano per sempre. Come ci hanno tramandato le Spice Girls "orfane" di Geri, Goodbye my friend/ It's not the end...
 
di Luca Ferrari

Ho provato a evitarlo, ma alla fine me l'avete tirata fuori voi. Ho provato a ignorare i messaggi che avete scritto negli ultimi giorni. Non ho mai risposto né commentato. Adesso però che anche l'ultimo giorno della nostra sezione è finito (anche se il prossimo anno noi e altri ci saremo ancora), ho subito sentito un alone di tristezza invadere i miei pensieri. Un anno che ha visto nuove presenze, subito amalgamate, diventando una squadra ancora più unica, tra bambine/i e genitori. Per mio figlio e il sottoscritto, non avrei potuto chiedere di meglio. Sarà ancora così negli anni a venire? Lo spero, ma mi ricorderò sempre di tutte/i voi. 

Perché questa canzone? Avrei potuto metterne di sottofondo tante altre e più in linea con il genere di questo blog anche se le cinque inglesine non è la prima volta che si presentano su questo blog poetico-musicale (2 become 1 e la corale On top of the World). Avrei potuto riscrivere la mia storia personale di A tout le monde dei Megadeth, ma sarebbe c'entrata poco. La differenza sta che Goodbye delle Spice Girls, all'epoca appena separate dall'amica Geri Halliwell, l'ho condivisa con alcune/i di voi e d'ora in avanti farà parte di una storia comune. Una storia che non dimenticherò mai. Una storia fatta di volti, di parole, di amiche e amici. Una storia che adesso vi racconto a modo mio...

TUTTI COMPARI DELLA STESSA FELICITÀ

forse non è la mia storia,

e dovrei essere, più eroicamente, altrove

… sarò anche di passaggio,

ma in quell’aurora boreale

che sto ancora aspettando

di incontrare, ci sarà

una stella anche per voi

… è già il tempo delle domande

o possiamo ancora permetterci

una fermata

nell’abbraccio di ciascuna/o di voi?

Vedo sorgenti, miglia incantate

e previsioni sconnesse

… quando sarò fortunato

faremo ancora qualche miglio marino

indisciplinato e insieme

Di che colore è l'amorevole tempesta

che ci siamo appena lasciati alle spalle?

Non voglio risposte,

solo sfogliare silenzioso un altro album di ricordi

Non avevo pianificato

d'incontrare nessuno di voi nella mia vita,

adesso però è successo

e agli alberi sempre meno imponenti

rispondo con ancora cinque minuti

su cui sorreggere

tutto quel sorriso

che l’orizzonte ha già consacrato tra le mani festanti le direzioni s'intersecano... i sentieri

si scambiano di posto con i sogni... una

voce rassicurante sussurra dai chiarori del monte... siamo

stati fortunati a incrociare i nostri cammini... Ora

dovremo essere bravi

a mantenere il passo fianco

a fianco...

fatemi chiudere gli occhi...

… passerò tutta questa notte

a spiegare alle mie ali

che ci sono alcune api

che continueranno a colorare i fiori della laguna… 

(Venezia, - parco Savorgnan, 30 giugno 2022)

Goodbye, by Spice Girls

Venezia, la scuola materna Comparetti © Luca Ferrari
Le Spice Girls nel video Goodbye

martedì 17 maggio 2022

Sirens, il richiamo dei Pearl Jam

Il cantante Eddie Vedder nel video Sirens (Pearl Jam)

In quasi trent'anni di ascolto dei Pearl Jam, mi sono allontanato dalla loro musica in più occasioni. Oggi, grazie a un imprevisto e sofferente ascolto di Sirens, ho sinceramente ricominciato.

di Luca Ferrari

Il mio primo grande distacco dalla musica dei Pearl Jam avvenne durante l'estate del 1998. All'epoca venivo da tre anni vissuti più intensamente che mai al loro fianco, alternandoli in modo profondamente totalizzante alla poesia dei Nirvana e la saggezza distorta di Neil Young, e passando anche per quell'epico e mio primo concerto del 12 novembre 1996 a Roma. Uscito Yield, con tanto di primo ascolto solitario davanti al mare su compact disco portatile, il mondo stava cambiando a una velocità a cui non riuscivo più a stargli dietro, e la loro musica, in qualche modo, fu l'emblema di tutta quella poesia che non trovava una direzione. Come avrebbero detto i diretti interessati agli esordi "All the love gone bad, turned my world to black"..

Musicalmente iniziai a prendere direzioni diverse: Garbage, Skunk Anansie e in particolare si consolidò il rapporto con Marilyn Manson, anche lì reso immortale da un concerto vissuto in condizioni umane molto difficili (per non dire impossibili) alla fine di quello stesso estenuante anno. Nel 2000 i Pearl Jam vennero a suonare in Italia ma io non mi sentivo più in sintonia con loro, e dopo aver acquistato il biglietto per l'Arena di Verona, lo vendetti. Sì, avete letto bene! Intanto però il destino era dietro l'angolo, e partito per il mio primo stage di lavoro, senza saperlo, una mia compagna di viaggio originaria di Vercelli, era una fan sfegatata dei PJ e dei suoi carissimi amici avevano formato una cover band: i NOD (Not Ordinary Dogs).

Fu grazie a questi ultimi che il sound di Seattle tornò prepotentemente a miscelare ogni emozione artistico-umana nella mia vita. Seguì un periodo di ascolto molto intenso, consolidatosi in modo devastante nel 2003 nel pieno della mia vita fiorentina. Il secondo distacco, avvenne verso il 2004-05, ed era come se ogni volta che la mia vita non sapesse riprendersi, la loro musica ne pagasse il prezzo. O forse, la volevo preservare, non lo so. Questa volta però, la ripresa fu scandita proprio da un loro album, Pearl Jam (2006), con il quale tra l'altro riscrissi una fetta della mia vita iniziando a correre, e rivedendo il mio passato non più solo da camminatore abbandonato, ma da persona decisa a scrivere nuovi capitoli.

Negli anni successivi non ci furono pause particolarmente significative, riuscendo anche sbarcare nella loro Seattle e vedendoli dal vivo in più di un'occasione, inclusa un'epica performance triestina. E arriviamo all'epoca del covid. Senza grandi viaggi all'orizzonte, abbasso un po' il volume. Scopro la musica di Michael Schenker. Neil Young mi ricorda a cosa appartenga. I Pearl Jam tacciono e senza autentico desiderio, li lascio in silenzio. Qualcosa poi accade. Lì per lì, non me ne accorgo. Storia di un vagabondare colpito a morte. Storia di un mondo che non si può fermare, trovando comunque il modo di invocare un respiro interno. Sulla sabbia anche la minima traccia è stata spazzata via. La vita reclama un contatto. Mi basta un nanosecondo per capire. Per sentirli dentro. Quella sofferenza non se ne andrà più, e mi sta bene così...

SENTO IL TUO RESPIRO… TI PRENDO LA MANO

Dite che non vi conosco, o più semplicemente mi avete scambiato per uno che baratta le pietre con le rocce… Vorrei potervi dire di più sul mio futuro, ciò che hanno rivolto verso le sponde di un lago è più complicato di una lacrima da tramandare mi sono girato un attimo, e com’è che non mi fossi accorto che stavi già piangendo?... mi sono distratto un secondo dalle lamentele del mio presente, e ho preso contatto con il tuo dolore Dite che ci conosciamo, dite che ci possiamo fidare l’uno degli altri…Dite che la fine del mondo ha perduto i suoi remi... In che modo l’acqua delle onde si allontanerà dalle angosce più riconoscibili… Sai che questo intervallo della nostra vita non ha mai accettato l’idea che ci siano delle porte? ... Non sarà così… Non accadrà mai fin dalla prossima prima pagina, forma finale o quel tipo di eternità

(Venezia, 17 Maggio ‘22)

Pearl Jam, Sirens

Il chitarrista Stone Gossard nel video Sirens (Pearl Jam)

martedì 19 aprile 2022

Oltre le ombre – River Cross (Pearl Jam)

River Cross, by Pearl Jam

Cerco la mia musa. Inizio l'ascolto di Gigaton, ultimo album dei Pearl Jam. Mi basta un solo ascolto di River Cross. Sono giunto al più aperto dei capolinea.

di Luca Ferrari

"Wide awake through this deepest night Still waiting on the sun As the hours seem to multiply/... Completamente sveglio in questa notte più profonda Ancora in attesa del sole Mentre le ore sembrano moltiplicarsi" cantano i Pearl Jam in River Cross, traccia conclusiva dell'album Gigaton (2020). Ero alla ricerca di una canzone mai ascoltata prima per scrivere qualcosa che risuonasse grave e definitivo. Ho il cuore contagiato. Ero alla ricerca di un baluardo che mi aiutasse a respingere chiunque avesse la presunzione di togliere il contorno a una nuvola scappata dal cielo. Ho i passi scoperti, e la pioggia non è vicina quanto vorrei...


NON POSSO TRATTENERTI

Sagome di luce, oscurità al naturale... 

Ci metterà ancora un po'... Tanto tempo fa

ritagliai un cuore da quella scatola raminga... 

...Che cosa ne sapete 

delle sue promesse?  

Tutti le ripetono 

che deve andare avanti... non

ne voglio sapere

di commutazioni né di altre parole   Andrà avanti... So che accadrà  

in un giorno pesto... Non scaccerò 

il dolore fino a quando 

non si sentirà più il benvenuto  


Imparo da lei… Mi sono guardata dentro 

Sono stata avvicinata 

(d)alla fine di un fragile ripensamento... 

Per oggi non domerà altre ombre... 


La tenerezza è lì... 

Non ci saranno nuove ricette  

ad affacciarsi nel suo prossimo ritorno ... 

Nessuno farà più vestiti 

per i miei bambini, si ripete... 

Quando guarderà suo figlio 

prendere la propria strada, lo lascerà 

andare... gli racconterà ancora

la storia di quando nacque,

e di chi abbracciò la sua mamma tutta la notte

in quella sua prima notte rosea

di esistenza

So che non tornerai più,

ma lei continuerà ad aspettarti ... 

"Guardami, mamma, - sussurra - un giorno 

i tuoi giorni assomiglieranno 

alle mie sponde condivise... Guardami 

mamma.. Vorrei essermi accorta 

che non avevi più la forza 

di ripudiare i tunnel...

Guardati mamma... Non so 

dove tu sia adesso... Puoi farmi 

almeno sapere che sei al sicuro? 

...

Puoi sentire l'amore che continuerò a provare per te


 ... Non m'importa del buio...

Non ho paura delle cicale del mattino 

Nell'attesa, sbugiarderò i secondi

che edulcorano gli elogi momentanei... 


Non essere in pensiero per me... Non

starò via molto questa notte...

Parlerò ancora con le diagonali non segnalate,

avanzerò

senza ipotesi né compromessi...

                                               (Venezia, 17-19Aprile '22)

River Cross, by Pearl Jam

mercoledì 6 aprile 2022

A perdifiato Tears in Heaven

Eric Clapton canta Tears in Heaven

Leggende del rock, anime fragili cadute anzitempo. In questo dannato 5 aprile 2022, Tears in Heaven (Eric Clapton) s'intinge della realtà più familiarmente straziante.

di Luca Ferrari

Per gli amanti del rock e in particolare del sound di Seattle, la data del 5 aprile è uno dei giorni più neri. Nel 1994 si suicidò il cantante-chitarrista dei Nirvana, Kurt Cobain. Pochi anni dopo (2001), fece la medesima fine Layne Staley, la sofferta voce degli Alice in Chains, e nel 2019, per una tragica conseguenza, perì anche Shawn Smith, cantante dei Brad. Da oggi e per sempre, per il sottoscritto questa data ha assunto un significato più doloroso che mai, e d'ora in avanti accompagnerà sempre la vita del mio cuore.

Non voglio aggiungere altro oltre alle parole, solo lasciarmi cullare dal balsamo sonoro-lenitivo di Eric Clapton e la sua toccante Tears in Heaven.

LO SPRINT VERSO IL CIELO Tacciano le stelle, 

si facciano pettinare i ruscelli sotterranei… 

la terra è un saliscendi

di calcoli e pagine impigliatedal ponte di comando, non voglio più vivere

senza sentimenti


Perché avevi così dannatamente fretta?

... forse era passato troppo tempo

da quando incontrasti quell'uomo

l’ultima volta… E io ti prometto 

che quella prima donna si sentirà sempre la persona più amata,

ma questo lo avevi già capito… un giorno tornerò anche io,

un giorno racconterò

qualcosa più da vicino... il blu del cielo 

ci accompagnerà per molti

anni ancora… deve

ancora tutto (ri)cominciare...

quanto dovranno essere

sconfinate le mie carezze

perché il suo sorriso 

sappia ancora illuminare

i nostri cuori? Lo so già da ora, ci sarai anche tu...

Vedo ancora veleggiare qualche bolla di sapone tra ciottolose corsie di aquiloni... e da lassù

ho sempre guardato l’orizzonte… e non

c’era alba che le onde

non sapessero unire… aspetto di riprendere

il cammino, correndo a perdifiato da laggiù... vedo già una rosellina

piantata dinnanzi alla nostra finestra, il resto te lo racconteremo tutti noi,

in un battito e ogni nuovo domani... (Venezia, 5-6 aprile 2022)

Tears in Heaven, by Eric Clapton

L'alba sul lungomare di Schiavonea (Cs) © Luca Ferrari

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