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sabato 15 agosto 2020

Animal(I), l'umanità si ribelli

Poesia - a dx il cantante dei Pearl Jam, Eddie Vedder, durante uno show a Vancouver
Da Breath ad Animal, la musica dei Pearl Jam ispira. Se la band di Seattle vivesse in Italia, canterebbe dei migranti come già ne parlò sul palco nostrano il cantante Eddie Vedder.

di Luca Ferrari

Vi insultano. Vi deridono. Vi ridicolizzano. Vi augurano perfino di morire. Ecco una bella fetta di italiani che così scaricano le proprie frustrazioni di falliti umani contro i cosiddetti migranti. Per loro sono tutti uguali. Tutti viziati con l'orologio di marca che vengono in Italia a rubare. Il problema di verso questa feccia è che nessuno gli risponde abbastanza. Il problema di questo fetido liquame su due piedi, è che ancora non hanno capito con chi hanno a che fare. Perché chi si professa pacifista, non è come forse voi credete. Perché chi si professa pacifista, non resterà in silenzio mentre la tintarella dell'odio si propaga a macchia sui remi spezzati della vera fratellanza.

Nei primi due album dei Pearl Jam, Ten (1992) e Vs (1993), il sentimento della rabbia miscelato a poesia e sentimento, tocca apici nella lunga carriere della band di Seattle. Al momento dunque di buttare già queste nuove righe, nella mia mente sono cominciate a passare in rassegna tutte quelle canzoni. Fin dai loro primissimi esordi i Pearl Jam dimostrarono di non sposare certo il mainstream ma di possedere un'onestà intellettuale che quasi trent'anni dopo, ancora perdura. Se oggi fossero qui in Italia, di sicuro scriverebbero canzoni in difesa dei diritti dei migranti e non a caso lo stesso cantante Eddie Vedder, durante il tour passato proferì parole dal palco al riguardo. Parole alle quali si sentì in dovere di rispondere piccata la cantante Rita Pavone, alla quale poi, furono in molti a replicarle, tra gli altri, il giornalista Luca Dini, spiegandole chi siano i Pearl Jam sulle pagine di Vanity Fair.

Nel corso del documentario Pearl Jam Twenty del regista premio Oscar, Cameron Crowe, dopo poco più di 25 minuti, quando il cantante Eddie Vedder sta cominciando a prendere confidenza sul palco, durante l'esibizione di Breath a un concerto al Town Pump di Vancouver, in Canada, gli agenti della sicurezza portano fuori  un ragazzo ubriaco in malo modo. Vedder assistette alla scena dal palco e non gradì ma non si limitò a pensare. Non rimase in silenzio. Uscì dal guscio e attaccò. Poco prima di scrivere la seguente poesia, mi tornò in mente proprio questa scena e forse sarà il caso che in futuro io e molti di voi facciamo lo stesso.

Ascolto e riascolto le note arrabbiate di Animal, dal secondo album Vs. (1993) dei Pearl Jam. Poche semplici ed esplosive parole sostenute da un impianto sonoro pronto a esplodere. Storia di abusi e resistenza. Sono diventato padre da qualche anno e il mondo che vedo dinnanzi a mio figlio è sempre più impestato da odio ed estremismi votati alla prevaricazione. Leggo, mio malgrado, commenti in rete senza rispetto e pieni di tronfio razzismo nei confronti di persone che non hanno né nome né etnia, solo un generico "migranti". Possono cadere i muri, aprirsi i cancelli della morte o scatenarsi un virus letale, l'essere umano non è cambiato per niente. È tempo allora di rispondere. È tempo allora di combattere davvero contro questa barbara deriva , perché i nostri e i loro figli un giorno ci chiederanno perché li abbiamo lasciati morire.


Vs L'ARMATA DELLE SPONDE MORTE

Spingi l'odio, conficca
il tuo buon umore,
voi siete i sobillatori... i signorotti... i manganelli... le clausole... il gas nervino
Voi ci godete a venire a dircelo,
Lo fate in modo esemplare
Lo state facendo
con la schiuma e la fede più intransigente

Ci sono quelli
con i numeri sul braccio,
ci sono quelli
che galleggiano in fondo sul mare

Ci sono quelli che salvano
le formiche,
ci sono quelli che se ne vanno
calpestando anche le ultime briciole
di ciò che non gli appartiene

Il mondo oggi brucerà
e la colpa è di chi non ha nulla.
Il mondo oggi
ci cadrà ancora sopra i piedi,
... La vostra montatura
è bene al riparo tra le croci mistificate
dalle forme più diversificate
a prendere respiro

Un giorno
non ci sarà più il sangue
a proteggervi... Ci
siete riusciti. Ci siete
davvero riusciti. Adesso
l'idea che anche voi soffriate
non mi spaventa proprio più.

Un giorno toccherà
anche ai vostri figli
e su quella riva ci saremo
soltanto noi

Un giorno toccherà anche a voi
e tutt'attorno
ci saremo solo e soltanto loro.
(Venezia, 15 Agosto '20)

Animal, live by Pearl Jam

domenica 2 agosto 2020

Frankie hi nrg, la memoria di Fight da faida

Fight da faida (Frankie Hi NRG)

Memoria fine a se stessa o per cambiare il mondo? A quarant'anni dalla strage di Bologna (2 giugno 1980) ascolto Fight da faida di Frankie hi nrg e sono sconsolatamente arrabbiato.

di Luca Ferrari

2 giugno 1980. La strage di Bologna. Perché ricordare? Questa mattina l'Ateneo Veneto, la più antica istituzione culturale di Venezia in attività, ha pubblicato un post per ricordare uno dei fatti più tragici del Dopoguerra. Memoria. L'Italia è inzuppata di memoria. Ogni anno si assistono alle rievocazioni del peggio che ci sia capitato. Tutte vicende che non hanno ancora trovato i veri responsabili. L'Italia è divisa anche su questo. C'è chi non sa e ripete gli slogan più affini alla propria ignoranza. C'è chi soffia su personaggi e chi ricorda le nostre ferite. “[…] È la vigilia di una rivoluzione terminale decisiva radicale distruttiva […] Alpi, Salento un solo movimento Pugni sul sistema pretendiamo un cambiamento […]” incita il rappe Frankie NRG nell'immortale riottosa Fight Da Faida.


"PUGNI SUL SISTEMA, PRETENDIAMO UN CAMBIAMENTO"


il tunnel dell’orrore è qui,

la storia

e le sue mancate rivoluzioni

ha inscenato

la nascita degli ideali

… bandiere di fagotti

e millantatori,

crisantemi bruciati

sull’altare delle più rosee

promesse di estinzione


ma come fate voi

giovani a credere ancora in questo

Paese? Loro

non saranno mai riconoscibili

e tutto continuerà 

a essere taciuto


non vi farò baciare

le mie mani,

non camminerò

divertendomi

ad alimentare quelle macchie

che cancellano

il sangue… quando

vi colpiremo,

avrò passato anni

a restare in silenzio… credete

che sia davvero io?

Ho imparato la lezione

da chi non vi ha mai cercato...

Ho imparato

a gridare sulle montagne

quando gli speroni

sono troll senza orizzonte


l’ecatombe quotidiana

saluta le stragi della porta accanto

e il disappunto,

a che livello ha toccato?

Ricomincerò

ogni giorno da lontano… Mi

farò forte

anche quando non ci sarà più nessuno,

e il vostro inferno è il primo della lista

(Venezia, 2 Agosto 2020)


Fight da Faida, di Frankie Hi Nrg Mc

Il post su Facebook dell'Ateneo Veneto

domenica 19 luglio 2020

Nirvana, I'm so... Lithium

Kurt Cobain (Nirvana) durante la performance di Lithium agli MTV Video Awards 1992
Kurt, delicato e diretto. Dave, possente e scatenato. Krist, estroverso e goffo. La performance di Lithium dei Nirvana agli MTV Video Awards 1992 fu qualcosa di memorabile.

di Luca Ferrari

Delicata. Malinconica. Rabbiosa. Lithium è un perfetto mix dell'ars musicale dei Nirvana, tanto negli accordi quanto nelle parole. Una canzone quasi sempre suonata durante i concerti della band di Seattle. Indimenticabile fu la performance al Pauley Pavilion di Los Angeles in occasione degli MTV Video Awards 1992, per altro pre-iniziata dalla censuratissima e inedita Rape Me (che sarà pubblicata l'anno successivo nell'album In Utero), evento durante il quale il gruppo si aggiudicò il Best New Artist in a Video e Best Alternative Video, entrambi con Smells Like Teen Spirit.

Taglio da paggetto per lo scarno Kurt Cobain che letteralmente urla l'ultimo "yeah yeah" e l'ormai leggendaria t-shirt con la scritta Hi, How Are you? Ai tamburi Dave Grohl è letteralmente indiavolato, pestando e ripestando. Kurt è l'emblema della semplicità e poi c'è lui, il gigantesco bassista Krist Novoselic che a fine performance lancia il basso in aria ma non riesce a riprenderlo e ne viene colpito. Una scena tanto esilarante quanto indimenticabile. Il tutto poi concluso con uno sbeffeggiante "Hi Axl, Hi Axl Hi Axl" da parte di Dave, sottolineando così il cattivo sangue che correva tra Nirvana e Guns 'n' Roses.

"I'm so happy 'cause today I found my friend". Inizia così Lithium, "Oggi sono davvero felice perché ho ritrovato un amico". Insieme alla generazionale Smells Like Teen Spirit e l'ancor più emblematica Come As You Are, stampata anche all'ingresso della città natale del cantale, ad Aberdeen (Wa), Lithium sapeva scatenare tempesta e tramonti dai tratti indefiniti. Inevitabilmente ne fui conquistato e ancora oggi ricordo con molta lucidità che verso metà  anni Novanta feci una cosa che non mi venne in mente di fare per nessun'altra canzone: registrarmi una cassetta da 60 minuti con la sola Lithium. Sessanta minuti di Lithium.


IN VOLO ORIZZONTALE SUL FUTURO SCAGIONATO

Coercizione di intenzioni,
vicoli ciechi nelle fosse... sirene
decise a essere solo umane...
Fu il giorno in cui si presentarono
cuochi e scultori... Pandora
avrebbe definitivamente
abbandonato il suo vecchio per lavoro.
Cronaca di un tormento
finalmente autorizzato...

… ciò che mi viene spontaneo supporre
fu un silenzio
senza alcuna spiegazione…è
quello che avrei fatto, è quello
che ancora faccio... miliardi di eserciti
si scambiarono le uniformi...
milioni di ombre raggiunsero
la battigia
e ogni cosa si aggregò a una mutazione

Non è così folle ammettere
che fino a quell'ora nessuno mi avesse menzionato
nel capitolo più felice
della propria vita…Nessun amico vero
stanotte come allora,
solo il pensiero fisso di essere quello
che può dare una nuova interpretazione
al significato di famiglia...

Si parlava già di gennaio
come se un centinaio di carezze lessicali
avessero dovuto significare
qualcosa... Qualcosa in effetti
significò per sempre...
(Venezia,19 Luglio 2020)

Lithium (live MTV), Nirvana

lunedì 6 luglio 2020

Neil Young e solo l'amore

Neil Young durante una performance live insieme ai Crazy Horse
Il vecchio uomo-poeta accorda il cuore ed ecco risuonare Love and Only Love  (1990, Ragged Glory) nel blues distorto di Neil Young accompagnato dai Crazy Horse.

di Luca Ferrari

Musica on the road. Se i Pearl Jam sono l'accompagnamento perfetto per una passeggiata solitaria o una no-stop fino alle ore piccole a parlare con un'amica nella semplicità di una veranda o una sigaretta che sia, Neil Young è la colonna sonora ideale per l'anima quando si mette mano al volante puntando verso spazi sconfinati. Guidare nel mezzo del verde ascoltando l'artista canadese è una sensazione unica. Ancora una volta mi ritrovo tra silenzi e scenari disseminati di ricordi e nuovi incroci di vita. Ancora una volta guardo avanti sentendo vicino al battito dei miei polpastrelli l'ispirazione di una nuova immortalità da confutare.

"[...] Spirit come back to me/ Give me strength and set me free/ Let me hear the magic in my heart - Love and only love will endure/ Hate is everything you think it is/ Love and only love will break it down/ Love and only love will break it down/ Break it down, break it down [...]". "[...] Spirito torna indietro da me/ Dammi la forza e liberami/ Lasciami sentire la magia nel mio cuore/ L'amore e solo l'amore durerà/ L'odio è tutto quello che pensi che sia/ L'amore e solo l'amore lo abbatterà/ L'amore e solo l'amore lo abbatterà/ Lo abbatterà, lo abbatterà [...]" Love and Only Love (1990, Ragged Glory).

La mia storia con quest'album di Neil Young & Crazy Horse sembra essere uscita da un libro generazionale. Un acquisto avvenuto il 31 dicembre 1999 in totale stato di abbandono, e una riscossa dietro l'angolo. Qualche annetto più tardi ecco Neil Young diventare ciò che è sempre stato, una guida interiore. Ma questa volta la sua stella non illumina soltanto il mio cammino. Questa volta siamo in due a percorrere la medesima strada e anno dopo anno ormai sono le sue canzoni a dettare legge quando si tratta di scaldare il motore sull'asfalto e/o le strade serrate dei sentimenti più universali. Siamo ancora noi. Sono ancora io per te. Per noi. Siamo ancora noi, il nostro amore e la musica di Neil Young.


TU SEI LA MAGIA NEL MIO CUORE

Sono partito da lontano...
Non avevo uncini né inverni mutabili,
solo pezzi di carta macchiata di terra
… Uno stridulo antropomorfo

Sono partito da lontano...
Col sangue visibile sui gomiti,
e nulla di funzionale al nostro primo
incontro… Ero spar(t)ito
in qualche oceano nemmeno più narrato

Vuoi chiedermi qualcosa
che ancora non ho dimenticato... Voglio
che tu sappia
quello che provo per te... Voglio
che tu sappia ogni giorno
quello che c'è dentro il cuore di ciascuno di noi

Sono partito da lontano
portandomi appresso
le tante sedie
protese sull'unica porta d'ingresso
… Sono venuto da lontano
e non ero pronto
a chiedermi cosa dovessi fare
per il resto della mia vita... Sono
venuto da lontano
con le schegge annacquate dei miei sogni...
Sono venuto
con l'ironia delle mie sofferenze impazzite
travestite da ambizioni...

Siamo partiti da lontano
per cogliere un nuovo giorno... Abbiamo chiesto
informazioni
e il karma della coltura dell'amore
ha benedetto i nostri cuori

Non ho messo da parte nulla
di quello che mi è accaduto... Il veleno
sa ancora arrampicarsi, e io
continuo a salvare tutte le cicale rimaste
nelle pozzanghere... Nel libro
della nostra vita
aggiorno ogni momento con il tuo amore
sempre vicino
(Siena-Grosseto, 6 Luglio '20)

Love and Only Love (live Austin '02), by Neil Young & Crazy Horse,

venerdì 12 giugno 2020

Soul Asylum, un sorriso eterno per te

Dave Pirner, il cantante dei Soul Asylum nel videoclip di I Will Still Be Laughing
Una stagione sanguinante. Adesso però ripenso a quei giorni e tu c'eri ancora. Ripenserò alla tua gentilezza e ti sorriderò come i malinconici Soul Asylum di I Will Still Be Laughing.

di Luca Ferrari

Un male incurabile ti ha portato via. Appena pochi mesi fa la natalizia Happy Xmas (War is Over) di John Lennon mi riportò proprio sotto quei portici veneziani. Una danza solitaria si rimpossessò della mia anima e l'inchiostro tornò a zampillare. Scattò una voluta condivisione. Ne nacquero sinceri commenti. E come potevamo sapere sarebbe stata l'ultima volta? E come potevamo sapere non ci saremmo più rincontrati? E come avrei potuto immaginare che il tuo mondo sarebbe stato raccolto dalla polvere dell'eternità? Non ho confidenza con il Paradiso se non per le stelle che a quel tempo si caricavano di angoscia. Adesso è tardi ma noi non ti diremo mai addio.


CARTOLINE PER IL PARADISO

Riempivo ancora diari di tracce
senza traduzione...
Riempivo ancora cassetti di vele
senza insegnamenti...
Riempivo ancora cuscini di parole
senza contaminazioni ...
Riempivo ancora domani senza risposte
a cui credere davvero...

Era il tempo degli errori
e degli abbandoni... Era
il tempo delle conchiglie
e le scatole intagliate... Era
il tempo delle piazza affollate
e nessuna pozzanghera
dove far riposare i miei passi

E quel mio primo giorno c'eri tu... Mi hai
accompagnato e questo
lo ricordo ancora bene... Sono
passati pochi mesi da quel ricordo condiviso
e adesso è già tutto così ingiusto...

Allora la mia strada
era un monologo
di negazioni... Quello era il tempo
dove ad agosto
il mondo non sapeva che farsene
delle mie rime...

In quella cartolina c'era
un lago azzurro
e un cielo di color turchino... Sei partita
anche tu... Forse non lo sai
che proprio laggiù ho cominciato
a sorridere per l'eternità...

Ci sei ancora e anche tu in quei vincoli
di amicizia... Un natale inatteso
e un consiglio
per sempre imperituro... Un
abbraccio sincero... Una lacrima
che non ci abbandonerà mai
(Venezia, 11-12 Giugno '20)


Soul Asylum - I Will Still Be Laughing

domenica 31 maggio 2020

Youth of the Nation

Giovani nel videoclip di Youth of the Nation (P.O.D.)
Siamo davvero agli esordi di una nuova era? Quale futuro attende i nostri figli? Ho pensieri sempre più neri. Vorrei attraversare le strade intonando tutti insieme Youth of the Nation (P.O.D.).

di Luca Ferrari

Siete il nostro futuro. Quel futuro che gli abbiamo tradito. Adesso il loro presente è sospeso e noi insieme a loro. Quante storie gli dovremo leggere? Quanti giochi ci dovremo inventare? Quanto tempo ci vorrà ancora perché i cosiddetti - grandi - capiscano qualcosa di questo terribile virus che sta seminando morte e paura in tutto il mondo? Qui non ci sono supereroi. Noi siamo come voi, cari bambini. Abbiamo paura e versiamo lacrime. Noi siamo come voi, piccole creature. Abbiamo paura ma faremo di tutto perché un giorno possiamo tornare a sorridere.

C'è un nemico lì fuori e ci sono responsabilità. Ci sono innocenti caduti, esattamente come accadde nelle sparatorie delle Santana High School e Columbine High School, fatti che in parte ispirarono le parole della canzone Youth of the Nation (4:19, Satellite) della band nu metal statunitense P.O.D. Fatti dolorosi. Una canzone fatta di ombre e presenze. Una canzone che sembra rievocare gli spettri di An Other Brick in the Wall e la voglia di far sentire la voce delle nuove generazioni.



P.O.D., Youth of the Nation

sabato 2 maggio 2020

Neil Young, parola (rock) d'ordine: Shut It Down!

Il cantautore canadese Neil Young
Prima il sistema, poi la pandemia. Neil Young e i Crazy Horse ringhiano rock nell'album Colorado (2019) con la graffiante Shut It Down. Parola d'ordine: abbattere il coronavirus.

di Luca Ferrari

Il coronavirus ha ormai influenzato ogni singolo momento della nostra vita, arte inclusa. L'ottobre scorso è uscito Colorado (2019), l'ennesimo album dell'immortale Neil Young, accompagnato dalla band con cui il cantautore canadese è in grado di raggiungere picchi sonori incredibile, i Crazy Horse. Erano sette anni che non collaboravano, e ora l'attesa è stata ripagata. Col propagarsi della pandemia Neil Young ha modificato il significa della graffiante Shut It Down. In principio canzone anti-sistema, com'è nelle corde del rocker classe '45, col passare dei giorni autentico manifesto contro il coronavirus.

Quando si parla degli album di Neil Young, oltre ai solisti Harvest (1972) e Harvest Moon (1992), la memoria e l'anima vanno sempre a scomodare almeno anche After the Gold Rush (1970), Rust Never Sleeps (1979), Ragged Glory (1990), tutti suonati e registrati insieme ai Crazy Horse. In questo nuovo album, giusto a sette anni distanza dall'ottimo Americana (2012), la band è tornata a unire le forze. Al basso come sempre Billy Talbot, la batteria Ralph Molina mentre alla chitarra il già collaudato Nils Lofgren, che ha preso il posto dello storico Frank "Poncho" Sampedro, ritiratosi definitivamente dalle scene musicale. Neil Young & Crazy Horse, un viaggio sonoro capace di ridisegnare l'orizzonte stesso in cui viviamo (e sogniamo) rendendo dannatamente reale e viscerale la nostra esistenza.

Adesso c'è una nuova battaglia. Adesso quelle armi che erano state seppellite brillano di nuovo fango. Adesso quella salita posticipata richiede nuove voragini dove scagliare un ulteriore grido di libertà definitiva. Vorrei delle spiegazioni. Vorrei almeno un giorno senza complicazioni. Vorrei che nel mio zaino ci fossero solo petali. Vorrei che potessimo sederci davanti a una fontana, pensando a quello che poche corde sono ancora capaci di echeggiare. Il Sistema farà il suo corso, e dovrà trovare un'altra strada. Tu invece no. Tu devi chiudere quella pagina. Non voglio compromessi né investire tempo in nuovi linguaggi. Adesso parlo chiaro. Per cominciare mi riascolto Shut It Down di Neil Young e i Crazy Horse, poi aggiungo questo...


PAROLE SENZA NODI

Il mondo incide le sue procedure di arbitrio...
Il mondo e la sua imminente fine,
mi ha stufato e non sono d'accordo...

Sei proprio tu davanti a me?
Non ho intenzione di cambiare
posto... Ti sei presentato
davanti alla loro porta,
forse le maledizioni di leggende passate
ti avrebbero dovuto
intimidire... Non è così?
Che cosa vuoi aggiungere?
Il mondo non si è fermato
nemmeno per te...

Che me ne faccio del mondo
senza lettere da lasciare
in eredità alle mie mani sopravvissute?

Che ne è stato
dei treni notturni senza coperte
e le valige in bilico
sul cartone delle grandi vetrate?
Che ne è stato
delle scogliere a picco sopra
le nostre estati?
Sto urlando contro i nodi
delle nostre vite... Ho attirato
gli asteroidi rimasti
contro la mia testa
e adesso ho ancora voglia
di guardare oltre il sole...

Voglio prendermi del tempo
per ripensare... Dobbiamo
riprenderci i camini e gli ombrelli... Tenetevi
il tramonto e ogni
superfluo ricordo antecedente
l'alba di un mondo primo
e riconoscibile... Ci
sono lettere e ci sono parole
e ci sono silenzi... Ci
sono domani che voglio stringere
a partire dalla forma delle tue mani
(Venezia, 1-2 Maggio '20)


Neil Young & Crazy Horse, il videoclip di Shut It Down

mercoledì 15 aprile 2020

Guns 'n' Roses, Appetite for Vendetta

Axl Rose, voce dei Guns 'n' Roses, durante un concerto della band
Vi davano la caccia fuckin' Guns 'n' Roses, e adesso? Adesso sono io che la darò a loro. Da Out Ta Get Me a Chinese Democracy, il mio appetito di vendetta non si è mai placato, anzi.

di Luca Ferrari

Il mondo e il suo orrore non sono tanto diversi dalla vita privata quando subisci abusi. Oggi è il turno dello Yemen, della Siria e di tutti quei migranti a cui il nobile Occidente sta urlando (sparando in certi casi) che non sono i benvenuti. Non li vogliamo. Storie già viste. Storie che si ripetono. Ma si sa, le vittime del passato si possono onorare, quelle del presente vanno ignorate e se poi muoiono durante il tragitto nella loro (vana) ricerca di una vita migliore, pazienza. "I don't want one more war/ Io non voglio un'altra guerra", cantavano i Guns 'n' Roses in Civil War. Siamo punto a capo. Mentre il mondo si chiude in casa per l'emergenza del coronavirus, c'è chi sta scappando dalle bombe. Ci sono persone a cui è negato il diritto di salvare la propria vita.

Non sarei diventato un appassionato del rock senza la spinta dei Guns 'n' Roses. Se il mio esordio in quel mondo è targato Iron Maiden (fatalità poi il primo concerto che vidi. ndr), prima ancora di trovare la mia dimensione nell'epopea delle band di Seattle, a ispirarmi c'erano loro: Axl, Slash, Duff. E non fu un caso che le mie prime parole uscirono sull'onda emotiva, cullato e sballottato dalla grandiosa malinconia di November Rain. Controversi sotto alcuni punti di vista, ma emblematici quando si tratta di autentica ribellione rock. Un concentrato di testi e riff taglienti che a fine anni Ottanta non ebbe eguali.

Guns 'n' Roses non avevano paura di nessuno. Guardavano in cagnesco il mondo in totale anarchia intellettuale, sfidando tutto e tutti. Un aspetto questo della band di Los Angeles che ho sempre ammirato. Out Ta Get Me l'ho sempre sentita come una dichiarazione di guerra. Una confessione onesta di ciò che era (no). Una potenza sonora che mi è tornata in mente nel singolo Chinese Democracy. Ci sono morti che non riposeranno mai. Ci sono lapidi che attendono ancora giustizia. Qualche giorno fa sono passato davanti a una di queste...


LA SALIVA INSANGUINATA DEL MIO PRESENTE 

...L'odio ha rimpinzato a dovere
il mio desiderio di sepoltura anticipata
... Il dolore si è prostrato
senza riverbero né uno strapiombo
per qualsiasi meritato addio

Ho cattive intenzioni
e quelli là sono tutti i miei anacoreti...
Il colore camaleontico della saliva
è uno specchio viscido
senza presentazioni purpuree
da confutare

Ho la bocca ancora piena
di sangue... Ho spostato i miei occhi
dentro l'argento
di ogni inquietudine incubata

La disinformazione sulle mie letture
è stato il fallimento
delle mie prime ve(n)dette
...
Quel fervore d'abisso
fu al massimo una giornata fumosa
iniziata con troppa ispirazione
galleggiante... Sto guardando
ancora più indietro, quando dovetti
ripulire tutto il mio corpo
dai frantumi
di una lancetta rimasta integerrima...

... (passaggio di una vita intera) ... 
... (incolume sacco di trapezi e sbalzo temporali) ... 
... (fatuo distacco senza missioni) ... 

Il presente è un coro a tre voci
senza condizioni né filo spinato

Oggi pretendo il massimo
della mia verità... Quel giorno
tutte le mie verità
furono smascherate
in un lungimirante e autentico atto d'amore
...
(Venezia, 15 aprile '20)

Guns 'n' Roses, live Chinese Democracy

domenica 5 aprile 2020

Sappy, i versi distorti di Kurt Cobain

L'album di inediti Rare Traxx dei Nirvana e il cantante-chitarrista Kurt Cobain
Il suono sporco e lancinante. Parole strascicate e accordi distorti come nella miglior tradizione "SonicYouthiana" tanto amata da Kurt Cobain (20 febbraio 1967 - 5 aprile 1994).

di Luca Ferrari

Verse Chours Verse, Sappy. Due canzoni distinte ma talvolta pubblicate uguali. Un suono sporco. Distorto. La chitarra mancina ringhia cercando di coprire la voce scaraventata fuori dalle corde vocali di un ragazzo di Aberdeen (Wa), Kurt Cobain. "And if you cut yourself/ You will think you're happy - E se ti tagli/ Penserai d'esser felice", biascica rabbioso il chitarrista cantante dei Nirvana. Un chiaro riferimento a quel nichilismo di matrice punk-SexPistolsiana che si manifestava nell'auto-sfregiarsi gli avambracci. In Sappy non c'è la limpidezza dell'album di Nevermind. In Sappy c'è un torrente che vuole far sentire la propria forza anarchica a una cascata scrosciante.

Il 5 aprile è una data che è impossibile ignorare per gli amanti del rock. Due dei più fragili e dannatamente sensibili artisti della scena della Seattle anni Novanta, Kurt Cobain e Layne Staley, si sono tolti la vita a distanza di pochi anni (1994 e 2002). Dopo una inevitabile fase di transizione, gli Alice in Chains sono tornati a ottimi livelli sonori con il terzetto base formato dal chitarrista Jerry Cantrell, il bassista Mike Inez e il batterista Sean Kinney, ai quai si poi è unito l'ottimo neo-cantante Robert DuWaal. I Nirvana al contrario erano troppo Cobain-centrici e sarebbe stato impossibile sostituirlo. Sono rimasti laggiù,

Nel 1996, quando vivevamo ancora in un mondo dove andare in un negozio di musica era un'avventura, non sapendo bene che cosa si sarebbe potuto trovare in quel mondo sommerso che erano i bootleg, mi capitò in un negozietto a buon mercato uno di quei live inediti da poche lire. Una raccolta scomposta dei Nirvana chiamata Rare Traxx. Dopo la prima e famosa Very Ape dall'ultimo album In Utero (1993), ecco una canzone che non avevo mai udito prima, Verse Chorus Verse che poi in realtà è Sappy, una tra le canzoni più vecchie scritte da Cobain. Le note entrano immediate. Le parole che capisco in parte hanno quella semplicità lancinante che nessuno in quel di Seattle sapeva immettere come lui, Kurt Cobain.

Quelli erano ancora gli anni del walkman e cassette. I cd si compravano ma poi si duplicavano in cassette da 60, 90 e/o in certi casi addirittura 120 minuti. In questo ennesimo anniversario (il 26°) della morte di Kurt Cobain (1967-1994), vissuto nella solitudine addomesticata del coronavirus, mi è tornata in mente Sappy. Ignoro il perché e nemmeno me lo chiedo. Il mio lavoro non è rispondere alle domande, ma lasciare spalancato il mondo dell'ispirazione e agire di conseguenza. E quello che sento adesso è di rimettermi sul quella strada. Riviverla, e rispondere di conseguenza con le parole scaturite dall'ascolto viscerale di Sappy dei Nirvana.


SDOLCINATO SENZA IPOTESI

Lontano, astratto... Cognitivo... 
Emotivamente archiviato... Nel cammino 
di un mare abbandonato
l'indirizzo arrugginito dei fiori
si è mimetizzato 
in un dolore senza cicli

Distesa intervallati dai tuoni,
non ci sono più
le vere creature solitarie di una volta... 

Pieno di significati
da elaborare in modo doloroso e sincero,
dicono di essere andata avanti
ma non ci siamo ancora
nuovamente presentati... Perché allora
abbiamo così poco interesse
di comunicare tra noi?

Hai già rinunciato ai falsi ideali
di succube divino, o il sonno
delle punizioni 
ha finalmente ostracizzato 
ogni tua possibilità di un un decor(s)o 
subumano?

Qual è il modo migliore
di tenere testa alle sponde?
È ciò che avrei sempre voluto chiedere
se le false speranze non fossero 
così scarne d'inchiostro 

Sono quasi annegato
ma ho sempre avuto le mani
conficcate nel carminio,
il sole e i ratti... Questo è un cammino interiore,
la prossima volta
mi spoglierò di ogni opinione superflua
e vi darò la caccia... La prossima volta
non avrete il tempo di chiedermi
che cosa abbia amato prima di scomparire,
farò a meno dei tatuaggi dell'odio
e soffierò sulle candele 
di tutti i desideri scagionati... Sono io,
non c'è più posto per voi...
(Venezia, 1996 – 5 aprile 2020)

Sappy, by Nirvana

Nirvana, il bootleg Rare Traxx

martedì 31 marzo 2020

Shiny Happy... Letter

Michael Stipe (R.E.M.) e Kate Pierson (B-52s) nel videoclip di Shiny Happy People
E io ho appena imparato che si può tornare a sorridere leggendo una semplice lettera. Parole sincere in perfetta sintonia con la musica di Shiny Happy People (R.E.M. & Kate Pierson).

di Luca Ferrari

"Shiny happy people holding hands/ Shiny happy people laughing - Persone splendide e felici che si tengono per mano/ Persone splendide e felici che ridono." Iniziava così il ritornello della solare Shiny Happy People degli R.E.M. Quella canzone (e annesso videoclip) mi è sempre piaciuta. Ascoltata e riascoltata, ma mai del tutto legata a un avvenimento specifico della mia vita. L'attesa è finita. In un mondo di interconnessioni è accaduto qualcosa di speciale e inaspettato. Qualcosa che in principio non ho provato nemmeno a leggere (si, avete capito bene). Qualcosa che solo giorni dopo ho trovato la forza di aprire, come se una parte di me ne avesse intuito l'immensa energia. Una lettera. Una lettera corale inviata a una piccola comunità di bambini e ai rispettivi genitori.

Gli anni Novanta musicali non sarebbero stati gli stessi senza la poetica melodia degli R.E.M., rock band statunitense formatisi ad Athens (Georgia). Primo di quei cinque inimitabili album realizzati durante il corso dei "Nighties", Out of Time (1991), il disco della generazionale Losing My Religion. Ma sarebbe riduttivo condensare il suo intero valore nella hit più famosa. Canzoni rimaste ancora oggi nell'anima, da Texarcana a Radio Song, cantata insieme al rapper KRS-One (tra i primi esempi di collaborazione rock-rap), passando per Near Wild HeavenBelong fino all'atipica Shiny Happy People, dove il cantante Michael Stipe duetta con Kate Pierson, vocalist dei mirabolanti B-52s, anch'essi di Athens.

Mesi or sono, quando per la prima volta mi avvicinai al mondo dei lattanti, fu E-Bow the Letter, sempre degli R.E.M. ma insieme a Patty Smith, a ispirarmi. Loro e un disegno sbocciato dalle mani di tante piccole creature. Allora usai proprio quel termine: "lettera." Un caso? Non credo. Quella era la mia ispirazione. Quello era il mio approccio al loro mondo. Adesso senza saperlo, quelle persone, le Educatrici del Nido Arcobaleno di Venezia hanno risposto con una lettera autentica e per di più in un momento di  grave difficoltà collettiva, la pandemia da coronavirus. Una lettera per farci sentire vicini. Una lettera piena di sincero affetto per i nostri figli/e. Le loro parole sembrano sposarsi alla perfezione con Shiny Happy People, le lyrics di Stipe (voce) e la musica di Peter Buck (chitarra), Mike Mills (basso), Bill Berry (batteria).

Shiny Happy People si presenta così "Meet me in the crowd, people, people/ Throw your love around, love me, love me/ Take it into town, happy, happy/ Put it in the ground/ Where the flowers grow/ Gold and silver shine/ ... Shiny happy people holding hands/ Shiny happy people holding hands/ Shiny happy people laughing" - "Venitemi incontro nella folla, gente, gente/ Portate il vostro amore in giro, amatemi, amatemi/ Portatelo in città, felici, felici/ Piantatelo nel terreno/ Dove crescono i fiori/ Splendore d'oro e d'argento ... Persone splendide e felici che si tengono per mano/ Persone splendide e felici che si tengono per mano/ Persone splendide e felici che ridono."

Dalla musica alla realtà. A rivedere il videoclip di Shiny Happy People, ecco riemergere una indimenticabile giornata di inizio giugno di pochi mesi fa, vissuta in prima persona e condivisa in contagiosa allegria. Un giardino pieno di giochi. Bambini festanti, educatrici, ausiliarie e genitori. Insieme e felici. E noi eravamo lì, tutti insieme. Difficile che possa accadere anche quest'anno. Sarebbe bello potersi ritrovare anche solo per celebrare qualcosa di simile. Vorrebbe dire che il coronavirus è stato piegato, o comunque è regredito. Vorrebbe dire che staremmo ricominciando a vivere. Speranze a parte, la musica (grandiosa) degli R.E.M. aspetta e ancor prima di essa, è giunto il momento di riprendere penna e calamaio:

LETTERA DALL'ARCOBALENO

È difficile credere
a un oggi ce la faremo... E non mi vedrete
mimetizzato sopra i lampioni
a fare le boccacce tra nuvole insonni
e segnaposti gattonati...

Un gioco, una corsa...
un piccolo sguardo di sconforto... Una pausa...
Un tentativo
di dirci che ci sono vicine...

Che cosa sta succedendo
a quel mondo che volevamo tanto
disperatamente cambiare?

Ho in mente la loro prossima gioventù,
ho in mente un nuovo inverno
senza preavviso epistolare... Ho
in mente di vedervi
ancora crescere l'uno accanto all'altra... Un giorno
mi venne spontaneo
rivolgermi all'arcobaleno, fu
la mia prima volta... Pochi
gradini d'infinito arrampicatisi
sui vostri domani più pazienti...

Nei miei ricordi più inimmaginabili
c'è un giardino
e ci siete tutti voi... Avrei voluto
entrarci ancora, dove si sono rintanate
tutte quelle albe precedenti?
Nel mio passato
c'è stato un tempo fatto di abbracci
volutamente a distanza... Adesso
ho smesso di farlo ma sono stato comunque
raggiunto... Ispirato... Confortato...

Nello stampatello di una favola,
lattee curiosità hanno tratteggiato un sorriso
che è la vostra promessa... l'attesa primordiale
del nostro prossimo incontro...

E io oggi ho imparato
che con una lettera
si può tornare a sorridere...
(Venezia, 30-31 Marzo '20)

Shiny Happy People, R.E.M. feat. Kate Pierson
Il videoclip di Shiny Happy People (R.E.M.)

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