Una canzone per la (sua) vita. Una canzone profonda come l'amore che ha ispirato: Danger Bird, di Neil Young e i Crazy Horse. Dolore e infinito si fondono nella notte dell'ignoto.
"[...] And though these wings have turned to stone SHE can fly, fly, fly away [...]". Nella mia lunga esistenza vissuta a fianco del rock, Neil Young & Crazy Horse si guadagnarono un posto di eccellenza interiore. Anime in comune, affinità artistiche... come vi pare! Quando volai a Londra a 21 anni e acquistai il doppio cd live Year of the Horse, la canzone Danger Bird rappresentò subito un'apoteosi di sacra spiritualità musicale. Non sono mai stato una persona da preghiere né da meditazione o simili. Quella canzone però, complice una lunga e quasi psichedelica cavalcata sonora senza parole, mi fece sprofondare e risorgere dentro i miei pensieri. Già, ma dove mi ero ritrovato? Non lo so. Non l'ho mai saputo. Oggi lo vorrei sapere. Oggi, se mi ritrovassi a camminare di nuovo da solo, lascerei da qualche parte una candela accesa. Forse lo farò comunque...
THERE SHE IS, AND HERE WE ARE…
fenici da sentiero
sulla cenere disidratata
...
solitudini da traguardo
nell'ultimo accenno mnemonico…
rituale di evoluzione, ecco
le carenze nel cammino
dell'eternità…eccoci,
non riesco proprio a vederlo il sole
adesso... l’orizzonte
è stato definitivamente trascurato…
Cosa c'è di tanto lieve
I sogni più grandi iniziano fin dalla tenerissima età. E con la giusta guida e il sostegno più amorevole, tutto è possibile. She's the One (Robbie Williams).
Passioni, dedizione e un'immensa gioia condivisa. Era la fine degli anni Novanta quando l'ex-Take That, Robbie Williams, ormai lanciato in una promettente carriera solista, uscì col singolo She's the One. Canzone facilmente orecchiabile, e storyboard azzeccato con il musicista inglese nei panni di un allenatore di pattinaggio su ghiaccio, segnato in gioventù da una caduta durante una gara che gli precluse (psicologicamente) l'attività agonistica. La vita però, è capace di sorprendere. Il suo pupillo s'infortuna a ridosso delle Olimpiadi. Tocca a lui scendere in pista con la sua partner, scrollandosi finalmente di dosso le maglie di un passato troppo ingombrante. Vincerà la medaglia d'oro? Non ha (del tutto) importanza. Ci sono momenti in cui si fanno i conti definitivi con i propri demoni, altri in cui sei felice alla sola idea di lanciare un messaggio di buon compleanno, augurando il meglio a una giovanissima creatura.
FREMI LIBERA DI VITA
ti ricorderai di questi giorni
quando ci saranno
solo nuove stelle
e il cielo sarà
come lo hai sempre rappresentato
in quelle prime pagine improvvisate?
La colonna sonora del film Space Jam e un giovanissimo cestista
Dal rock dei Pearl Jam all'R&B e l'hip hop della colonna sonora di Space Jam (Seal, Cypress Hill, Busta Rhymes, etc.), il basket scorre nelle mie "migliori" vene umano-musicali.
Papà, vorrei giocare a basket... Inizia così l'avventura di una "creaturina" nel mondo della pallacanestro. Un po' di pratica ed ecco l'iscrizione all'Alvisiana Basket Venezia. Ad alimentare questa neonata passione, Space Jam (1996, di Joe Pitka) con protagonista l'asso dei Chicago Bulls, Michael Jordan, insieme ai mitici Looney Tunes. Visione dopo visione, anche la musica comincia a fare breccia. Mai stati nelle mie corde quei generi, l'hip-pop e l'R&B, onnipresenti nel film ma questa volta iniziano a conquistarmi, a partire proprio dalla canzone iniziale e omonima, realizzata da Quad City DJ's, quando vengono mostrate le prodezze di His Airness. Oggi poi, 26 marzo, non è solo il compleanno della mia piccola creatura ma anche il giorno del suo primo torneo di basket. Il giorno ideale per scrivere qualcosa di musicale incentrato sul quel mondo "palleggiante".
In effetti, a ben guardare il mio background musicale, era solo questione di tempo prima che il basket schiacciasse decisivo nella mia vita. Il basket, quel gioco con la palla arancione. Mai avuto feeling con questa disciplina sportiva e se dovessi escludere le imprese del mitico Dream Team alle Olimpiadi di Barcellona '92, non ho praticamente ricordi. Eppure, un legame c'è, e proprio nel solco del rock più straordinariamente sincero. I più esperti conoscitori di QUELLA BAND, lo sanno già. Molti magari no, e allora questo è l'articolo giusto per raccontarlo. In principio i Pearl jam si chiamavano Mookie Blaylock, tributo appassionato al playmaker dei New Jersey Nets che di generalità faceva proprio così. Costretti a cambiare nome, la band di Seattle trovò comunque il modo di omaggiare il giocatore, dando al loro primo album il titolo di Ten (1992), il numero di maglia che Mookie indossava sui campi dell'NBA.
"Ci pensavo negli ultimi giorni" si racconta il bassista Jeff Ament in un campo da basket durante il film Pearl Jam Twenty (2011 di Cameron Crowe), a sei mesi dalla fine dei Mother Love Bone, "Mi identifico con i Clippers e i Nets. Credo che la mia carriera assomigli a loro. Ogni volta che sembra decollare, qualcuno s'infortuna o esonerano l'allenatore". Il Jeff Ament che parla e palleggia, è ancora lontano dal formare i Pearl Jam. A quel tempo lui e Stone Gossard stavano prendendo strade musicali diverse e il futuro cantante Eddie Vedder, viveva ancora a San Diego tra surf, impieghi temporanei e qualche incursione sul palco senza troppe pretese.
Più dei Nirvana, i Pearl Jam sono stati l'emblema di Seattle, ancor di più dopo la morte di Kurt Cobain. Nonostante ciò però, il cantante Eddie Vedder non si disse mai un fan della franchigia locale, preferendo sempre tifare i Bulls di MJ, Pippen e quel Dennis Rodman (d'altronde era originario proprio dell'area di Chicago, ndr), spesso visto indossare la maglia della rock band, cosa poco gradita dai fieri autoctoni del nord-ovest americano, The Presidents of the USA, tifosissimi dei Seattle SuperSonics cui dedicarono anche l'omonima canzone. Insomma, il basket era nella "mia musica" più di quanto pensassi ma mancava ancora qualcosa perché potesse scattare una scintilla concreta. C'è voluto un figlio, un amico sinceramente appassionato di basket & musica rap, un film e la colonna sonora giusta per passare dall'ispirazione ai fatti.
L'unica disciplina che pratico al momento è la corsa e la suddetta Space Jam di Quad City DJ's ha già fatto la sua prima comparsa nelle mie playlist, ma non solo. Scorrendo gli artisti presenti nella colonna sonora, trovo nomi a me del tutto sconosciuti, e altri invece le cui canzoni, quanto meno fanno parte della mia personale cultura musicale. In particolare: Seal (Fly Like an Eagle), R. Kelly (I Believe I Can Fly)e il duo femminile Salt-N-Pepa (Upside Down - 'Round-N-'Round). Autentica chicca dell'album, Hit 'Em High (The Monstars' Anthem), cantata da cinque pesi massimi del genere: B-Real (Cypress Hill), Busta Rhymes, Coolio, LL Cool J e Method Man (Wu-Tang Clan). Un cantante per "mostro". Ognuno del Monster Team viene qui rappresentato da uno di questi cantanti.
Tutto questo era lì, sepolto. Forse in un'attesa perenne. Forse in attesa del momento giusto. La storia s'ingrandisce. Un amico con con cui inizio a condividere un percorso comune, mi parla di hip hop e basket. Poi, la svolta. La pallacanestro entra direttamente in casa. Per stare al passo e condividere la passione del mio pulcino "SantAlvisiano", inizio a farmi una cultura, partendo proprio dalle poche nozioni che conosco. Il passaggio a film, documentari e infine la musica, sono una logica conseguenza. Dall'alfa all'omega, e dall'omega all'alfa. La musica come sempre è la scintilla ispiratrice e il mondo poi si muove di conseguenza, fino a creare su questo sito la sezione Rock 'n Basket. Oggi 26 settembre 2023, sarà una giornata davvero speciale fatta di sentimenti, basket e musica (che di sicuro danzerà dentro di me). Oggi è una giornata che inizio così:
STATO DI DANZA E SOSPENSIONE
6 libero come un sogno
di mira, accelerazioni
e saluti senza una unica
inquadratura... l'inizio
non prevede ribasso,
si è preso la platea...è la cultura
dell'inarrestabile,
la fame del risveglio… chi
sono i fratelli nell’arena,
quando siamo insieme
è tutto molto di più,
è più semplice
di un gioco…si è mai detto
che una stanza
potesse regalarti un giro
intorno al globo?
In ogni istante della mia vita
ho fatto a pugni con la cenere
delle mie passioni,
adesso la palla
la terrò tutto il tempo necessario
per sostenerti
sono pronto
a ricominciare dal pavimento... sarebbe
troppo favolistico
ammettere che mi sono
aggrovigliato in aria
pensando di farlo ancora
...non mi pento
di quello che ho lasciato
in sospeso… non ho sempre
fatto del mio meglio
ma questo non mi ha fermato,
....me lo potresti ripetere?
…ecco un’altra strada,
una pausa dalle scale
… non è mai stato
un gioco…mi prenderò
una pausa, non so se sia
una forza dello Spazio o si tratti
di una distanza da raggiungere
il frastuono della folla
irradia deciso
tra le tane delle metropoli
in miniatura… sto
ancora scavando nelle onde gravitazionali
della mia anima
oggi siamo accanto a te... sei pronto?
per oggi e qualsiasi domani
siamo insieme a te
(Venezia, 26 Marzo ‘23)
Quad City DJs - Space Jam
Jeff Ament (Pearl Jam) parla in un campo da basket
Il videomaker Alessandro Maggia rivisita No Easy Way out (di Robert Tepper -Rocky IVOST), la prima epica canzone della mia vita. Da Rocky Balboa, buona festa del papà.
Prima di Smell like Teen Spirit, prima di Jeremy e prima anche di Rockin ' in a Free World. Tutto quel rock che ha scandito (ispirato) la mia vita, è venuto dopo di "lei". Quando la musica per il sottoscritto era ancora un oggetto misterioso, No Easy Way Out di Robert Tepper fu amore al primo ascolto, per di più avvenuto al cinema durante la visione del film "Rocky IV". L'ho sempre adorata. C'è vita, sofferenza e riscossa. Il pugile ha appena perso l'amico fraterno Apollo per mano (pugni) del possente Ivan Drago. In macchina ripensa a tutta la sua esistenza. Se mi avessero detto che ci sarebbe stata una video-versione migliore di quella canzone, non lo avrei mai creduto. Poi ho conosciuto il videomaker veneziano Alessandro Maggia e i suoi lavori cine-musicali A Fantastic Journey Through... Quello dedicato ai film della saga di Rocky ha come sottofondo proprio No Easy Way Out, ed è davvero strepitoso.
Se la versione originale di No Easy Way Out vede (ovviamente) un excursus dei primi tre film e qualche spezzone del quarto, con un Rocky sfigurato dalla tristezza ma deciso ad affrontare (e vendicare) l'assassino del compare di boxe, Alessandro ci mette dentro anche i due successivi capitoli: Rocky V, dove il pugile diventa il manager di Tommy Gunn (dal quale poi sarà ignobilmente ripudiato) e l'omonimo Rocky Balboa, dove tornerà sul ring per affrontare il nuovo e imbattuto campione nel mondo. Cruciale in entrambe le ultime due pellicole, il suo ruolo di genitore, e gli scontri con Rocky Jr. (rispettivamente Sage Stallonee Milo Ventimiglia). Se in principio Rocky trascura il figlio, nel frattempo bullizzato, in favore del suo neo-pupillo coi guantoni, nel secondo sarà lui a essere messo da parte. Come sul ring però, anche nella vita Rocky è un lottatore e non lascerà che tra lui e l'amato figlio finisca nel silenzio, senza combattere.
Oggi è il 19 marzo ed è la festa dei papà, una giornata che da qualche anno per me è diventata una delle più speciali. Conoscevo già gli eccellenti lavori di Alessandro Maggia. In passato l'ho anche intervistato per due differenti testate: cineluk- il cinema come non lo avete mai letto e il settimanale d'oltreoceano, L'Italo-Americano. Avevo già visto il suo A Fantastic Journey Through the Rocky Movies, e mi era piaciuto. Ultimamente mi è capitato di rivederlo e alcune sequenze in particolare hanno attirato la mia attenzione, proprio quelle padre-figlio sublimate dall'abbraccio-bacio che il genitore dà al giovane al termine del quinto capitolo cinematografico. Sebbene No Easy Way Out sia una canzone ancora capace di farmi commuovere, l'ho sempre ritenuta qualcosa del passato. Adesso non più. Adesso, grazie ad Alessandro, quando la sento vedo solo la sua nuova versione, ripensando agli ormai quasi sei anni già vissuti al fianco di mio figlio.
Il passato ha sempre avuto una parte troppo preponderante nella mia vita e forse è anche per questo che No Easy Way Out non sono mai riuscito a metterla da parte. Poi è arrivata la paternità. Poi è arrivato il lavoro di Alessandro Maggia su Rocky Balboa. Rocky, un campione umano spesso ai margini. Sa incassare, soffrire e vincere senza smettere mai di lottare. Quando A Fantastic Journey Through the Rocky Movies si sta avviando verso la fine, ecco in sequenza i sorrisi del pugile, le epiche corse per le strade e poi i volti di Marie, Apollo, Duke e Rocky che punta il dito alla fine di un allenamento iniziando una sequenza che lo porta fino in cima alla mitica scalinata di Philadelphia, spostando poi l'immagine su di lui e il figlio. Sì, loro due. Ultimo flash back. Prima della cavalcata finale, Robert Tepper canta Some things are worth fightin' for/ Some feelings never die, e lì Maggia con precisione certosina mette rispettivamente la moglie e il figlio, quindi tutti gli abbracci di Rocky a suo figlio in differenti età.
Vedo-sento No Easy Way Out e penso alla vita, a ciò che è stato, sì, ma soprattutto a quello che siamo e saremo.
“SOME THINHS ARE WORTH FIGHTIN' FOR, SOME FEELINGS NEVER DIE”
ho ricominciato sugli scarabocchi
della riluttanza, ancora
prigioniero e mezzo morto... mi hanno
soccorso il ferro dei mendicanti,
gli artisti della pioggia e l’ignoto
delle illusioni senza importanza…contavo
a ripetizione fino a dieci
solo per guadagnarmi
il privilegio di una tempesta
…a te che cosa accadrà?
Tu dove andrai?
nessuno si è mai voluto accorgere
dell’inferno
che ho vissuto… Non ti
racconterò che questo
mi ha reso una persona migliore…
… la mia vita
mi ha reso diverso, la mia vita
insieme a te e la tua mamma
sono ancora vulnerabile e fragile
ma t’insegnerò a lottare…
ogni notte è un risveglio
per prendere il posto degli angeli
accanto ai tuoi sogni
guarda le mie mani, figlio mio,
sono ancora sfregiate
dal mio sangue ignorato… guarda
pure le mie mani,
un giorno ti parlerò anche
delle loro paure...
guardo i tuoi sogni, dolce figlio,
…prima di voi
c’erano solo stelle zoppe
e nessun mondo
dove mi sentissi felice
non aizzerò paracaduti
sul mondo che non c’è… ti
parlerò ancora di quei pochi
che non si arrendono mai
… ti parlerò tante volte
di chi non ce l’ha più fatta
e di chi non si è ancora
mai fermato.
...
Figlio mio, ti parlerò sempre sincero
di chi siamo insieme...
(Venezia, 19 Marzo ‘23)
No Easy Way Out, Robert Tepper feat. Alessandro Maggia
Rocky Balboa - Rocky Jr. (Milo Ventimiglia) e suo padre Rocky (Sylvester Stallone)
Intensa e combattiva. Manifesto femminista del gruppo Hip hop/R&B, TLC, Unpretty è "damn" attuale ancora oggi, 8 marzo 2023, Giornata internazionale dei diritti della donna.
Yeah, I'll make you feel unpretty too... Delicata e riottosa. Combattente e spirituale. Per celebrare la Giornata Internazionale della Donna avevo un paio d'idee confuse, poi d'improvviso mi è tornata in mente lei, Unpretty delle TLC. Non ho mai sopportato i prepotenti, e ancor meno quei maschietti violenti o comunque che si approfittano delle donne. Sarà che mi porto dentro questi sentimenti e che ho sempre preferito le amicizie femminili a quelle maschili. Sarà anche per questo che m'innamorai subito della suddetta canzone con relativo videoclip della band hip pop/R&B TLC formata da Tionne "T-Boz" Watkins, Rozonda "Chilli" Thomas e la compianta Lisa "Left Eye" Lopes (1971-2002).
Doveva essere l'autunno del 1999, ottobre o novembre, quando vidi su MTV il video di Unpretty per la prima volta,cui seguì l'acquisto del singolo. Prima d'incontrare l'amore parecchi anni dopo, quello fu uno dei periodi più sereni della mia esistenza e guarda a caso, ogni giorno lo trascorrevo insieme a una miriade di amiche studiando restauro. La nostra classe infatti era composta da 46 ragazze su 50 allievi in tutto (me incluso). Nel video di Unpretty, Rozonda è alle prese con un fidanzato cui interessa solo che si rifaccia il seno (grosso). Se in principio lo asseconda, una volta arrivata in clinica, decide di ribellarsi a questo macho-volere, e se ne va via, affrontando il maschietto anche con le maniere forti.
Al contempo, una ragazza sovrappeso si sente svilita dinnanzi alla cultura esasperata della magrezza. Anche lei, alla fine, trova la forza di volersi bene e accettarsi per quello che è. Sono passati quasi 25 anni da allora ma la donna è ancora sotto costante esame. Ogni giorno lo è, nella vira reale e sul web. Oggi, 8 marzo 2023, Giornata internazionale dei diritti della donna, assistiamo all'insorgere di leggi allucinanti, anche nell'evoluto Occidente, che vogliono decidere per il loro corpo, senza parlare poi del diritto, spesso negato di avere un figlio e un lavoro. Nel rileggere le parole che ho appena scritto, adesso capisco perché le TLC e Unpretty mi sono tornate in mente. Per spiegarvelo meglio però, uso il mio linguaggio. La lingua scritta di Live on Two Hands:
“My outsides look cool/ My insides are blue” Unpretty
Colpiscono e fanno star male. La mano tesa? Né oggi, né mai. Ci sono persone che meritano solo di essere schiacciate. Dai Megadeth, ispiratemi con Crush'em!
You're a drum/ And we're gonna pound it [...]". Combattere, sì. Alle volte puoi solo fare quello, anzi devi. Alle volte vieni messo contro voglia all'angolo e hai solo due opzioni: subire e andare al tappeto o reagire una volta per tutte. Ciascuno di noi, almeno una volta nella vita, si è trovato in una contesto simile e troppo spesso e ancora, puntiamo a strade differenti. Ora basta! I nostri interlocutori badano solo ai propri interessi e se lungo il cammino qualcuno si dovesse fare male, va bene così. A me non sta bene. A me non è mai stato bene. Non mi sono mai piaciute le battaglie ma se qualcuno pensa di iniziarle senza pagarne le conseguenze, non ha capito nulla.
This is war, ain't no fun and games, scandiva beffardo Dave Mustaine nella possente Crush'em dei Megadeth, co-scritta insieme al chitarrista Marty Friedman, direttamente dalla colonna sonora del film Universal Soldier: The Return (1999), con protagonista Jean-Claude Van Damme e l'indomito wrestler Goldberg. A fargli compagnia nella performance, lo storico bassista Dave Ellefson e il batterista Jimmy DeGrasso che prese il posto del compianto Nick Menza, dopo che questi si dovette fermare per malattia, morendo tragicamente alcuni anni dopo (2016). Fin dal primo ascolto (1999), Crush'em mi conquistò, specie perché all'epoca ero alle prese con sfide professionali: patente ECDL e trasferimento per lavoro a Firenze.
Crush'em (Megadeth), la corda è stretta. Il mondo è già insorto. Vi sto aspettando. Vi sto venendo incontro...