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venerdì 5 agosto 2022

Fear of the Dark, l'innocenza oscura degli Iron Maiden

Il disco Fear of the Dark degli Iron Maiden

Il mio battesimo col rock iniziò trent'anni fa esatti, nell'agosto 1992. A scandire la rivoluzione culturale, gli Iron Maiden e il loro ultimo album (all'epoca), il capolavoro Fear of the Dark.

di Luca Ferrari

“When I'm walking a dark road/  I am a man who walks alone” finiva così l'ultima canzone di Fear of the Dark, l'omonimo album del gruppo heavy metal inglese, Iron Maiden. Una strofa che senza saperlo, nei miei timidi 15 anni, avrebbe presto segnato il mio imminente futuro. Già, perché quello storico (e strepitoso) album (1992) fu il primo disco rock che ascoltai per intero. Arrivatami in mano da un amico d'infanzia sotto forma di cassetta duplicata, ci misi poco a dimenticarmi di Beatles e The Doors, trovando nel rock contemporaneo la mia dimensione più autentica. Perché un sound mi potesse davvero entrare dentro, c'era bisogno che la band che sentissi mia e la potessi vivere nel mio tempo.

E prima ancora di fare la conoscenza Guns 'n' Roses, Nirvana e Pearl Jam, arrivarono loro: gli Iron Maiden, con uno dei loro migliori album in assoluto: Fear of the Dark, tanto melodico quanto oscuro. Formazione in forma smagliante con Bruce Dickinson alla voce, Dave Murray e Janick Gers alle chitarre, Nico McBrain alla batteria e Steve Harris al basso. L'anno successivo mi sarei comprato la prima t-shirt a tema, la copertina dell'album The Number pf the Beast, e non potevano che essere loro, nel dicembre 1995, a mutazione rock completata, la prima band che avrei visto dal vivo, con Blaze Bailey alla voce al posto di Bruce Dickinson, in un epico concerto al palazzetto dello sport di Pordenone

Tornando al soggetto dell'articolo, Fear of the Dark contiene 12 tracce. Una dopo l'altra, si ascoltano tutte d'un fiato.

  1. Be Quick or Be Dead – 3:25 (Bruce Dickinson, Janick Gers) 
  2. From Here to Eternity – 3:38 (Steve Harris) 
  3. Afraid to Shoot Strangers – 6:56 (Steve Harris)
  4. Fear Is the Key – 5:36 (Bruce Dickinson, Janick Gers) 
  5. Childhood's End – 4:40 (Steve Harris) 
  6. Wasting Love – 5:51 (Bruce Dickinson, Janick Gers) 
  7. The Fugitive – 4:54 (Steve Harris) 
  8. Chains of Misery – 3:38 (Dave Murray, Bruce Dickinson) 
  9. The Apparition – 3:54 (Steve Harris, Janick Gers) 
  10. Judas Be My Guide – 3:09 (Bruce Dickinson, Dave Murray) 
  11. Weekend Warrior – 5:40 (Steve Harris, Janick Gers) 
  12. Fear of the Dark – 7:15 (Steve Harris)
All'epoca i cd erano un lusso che non tutti si potevano permettere e il più delle volte, la propria discografia era composta da cassette non originali, dando poi sfogo alla propria verve grafica nel ricopiare con pennarelli le copertine originali. Ricordo ancora che in quella MC, la prima canzone del lato B era The Fugitive. Questa, così come la prima track del disco mi entrarono subito in circolo, seguite dalla commovente Afraid to Shoot Strangers e la canzone omonima del disco. Iniziai un ascolto e poi un altro ancora. Fu così per tutto quell'agosto di trent'anni fa. Chiuso nel mio walkman, una forza nuova si stava facendo strade dentro di me, disegnando nuove costellazioni e raccogliendo pezzi di stella abbandonati. 

The fugitive, il fuggitivo. Penso di essermi sentito così per molto tempo e una parte di me lo è ancora. In fuga dalle mie debolezze. In fuga da persone spregevoli. In fuga da tutto quello che non rendesse giustizia al mio dolore nascosto. Le prime parole del testo erano così cupe e autunnali, perfettamente in linea con una parte della mia natura. On a cold October morning/ As frost lay on the ground/ Waiting to make my move/ make no sound. Un rock pestato e duro. Sì, in qualche modo gli Iron Maiden diedero il via alla mia fuga "statico-cida". Allentarono catene. Certi dolori non si cancelleranno nemmeno con l'amore di chi ti sta accanto, e lo so bene, e allora, prima del ritornello finale, scandisco queste parole e le faccio nuovamente mie: But if I ever prove/ My innocence some day/ I've got to get them all to make them pay.

Curiosità sul mio rapporto coi Maiden. Ci sono momenti in cui c'è bisogno di fermarsi. Cambiare per ritrovare ciò che si è. Accadde a Bruce Dickinson, partito per diversi e differenti progetti solisti (5), destinati a terminare quando capì che era tempo di ricongiungersi con la sua natura metal. Accadde anche al sottoscritto, che dopo quasi un biennio alla ricerca di sonorità meno datate, ritrovò la perduta via proprio grazie un album degli Iron Maiden, o meglio l'album del ritorno di Bruce Dickinson e Adrian Smith negli Iron Maiden, Brave New World (2000). Prima di chiudere, un ulteriore dettaglio su Fear of the Dark, perché non fu solo la musica a legarmi a questa band, ma anche la componente umana.

Fear of the Dark ha una copertina a dir poco fantastica. Il mostro Eddie prende vita da un albero con una sinistra espressione. Agli sgoccioli di una vita smarrita, mi capitava di vedere spesso una ragazza che indossava una maglietta a manica lunga nera con riprodotta l'intera copertina dell'album. Lì per lì non potevo saperlo, ma nel giro di qualche mese ci conoscemmo, diventammo grandi amici, andando insieme a vedere gli Iron Maiden due volte. Oggi, a distanza di 30 anni dall'uscita di quel disco fantastico, siamo ancora grandi amici, e chissà, magari un giorno, se i Maiden dovessero tornare dalle nostre parti, potremo aggiornate i nostri live. Nell'attesa, mi riconnetto con i miei pochi anni di allora, chiamando al cospetto della mia ispirazione, quello che ho dannatamente dentro e molto di più...


“When I'm walking a dark road/ I am a man who walks alone”

eternità da ruscello, infanzia tradita... ho cancellato

tutte le vostre traduzioni,

sono rimasto al buio

e ho avuto ancora paura, non c'erano stelle né dispersivi buchi neri…sono rimasto

all'ombra del sangue lacerato … mi sono strappato

le radici... quando le montagne

si sono sbriciolate

non ho voluto spostare

le mie ragioni… dovreste

riconoscermi anche voi,

dovreste farmi sapere

quanta pelle della mia anima

è ancora attaccata

ai vostri coltelli… i passi

si fanno espressioni privatizzate

e personali… a tutte

quelle nuvole

che hanno lasciato libero spazio

ai rigurgiti, non ho rime ma solo secchi di vernice

che non smetterò di portarmi

appresso


ho dato abbastanza prova

della mia reticenza all'amnesia?

vi ho dato l’impressione 

di non capire

quello che mi ha spinto

a sfidare la ghiaia

dei precipizi… lo sento solo io

il calore degli oceani assiderati

oppure un giorno

qualcuno mi convincerà

che dietro

la mia nuca non è mai esistita

alcuna illusione

(Venezia, 5 Agosto ‘22)


Iron Maiden - Fear of the Dark live 1992

sabato 23 luglio 2022

Sei solo tu, da Nek e Laura Pausini

Sei solo tu - Nek e Laura Pausini

Quando si è insieme e innamorati, ogni sfida è possibile... e tutto il resto non conta! Proprio come cantavano gli amici Nek Laura Pausini in Sei solo tu

di Luca Ferrari

Due innamorati corrono insieme nella vita. A quel tempo, al tempo di Sei solo tu di Nek e la sua amica Laura Pausini, la mia vita non sarebbe potuta essere più differente dai protagonisti. Mi ero appena trasferito a Firenze e in un solitario tentativo sbilenco di cominciare una nuova vita, m'imbattei su MTV in questo videoclip. Mai avevo ascoltato prima una canzone della Pausini e a stento sapevo chi fosse Nek, ma questa canzone mi conquistò subito. Melodia accattivante, cantato dolce e di sicuro anche le immagini di una coppia che correva su una macchina sulla battigia, immersa (forse) in una malinconia che trovava nell'amore la forza di andare avanti insieme, fece centro in qualche fragile succursale emotiva.

Ne fui talmente conquistato da spingermi a fare il mio primo acquisto musicale nella 'ulla del Rinascimento, comprando il singolo.

[...] Nei giorni miei
Sempre più
Sei dentro me
Sei solo tu
Sei solo
A dirmi che
Solo tu
Sei dentro me... [...]

                        ...scandisce la canzone Sei solo tu

Lì, nella mia nuova realtà del capoluogo fiorentino, facevo ogni sera il pieno di romantiche illusioni e promesse abbandonate negli afosi bagliori din un inascoltato tramonto. Molto tempo dopo, incontrai due persone. Fu il loro turno di fare un viaggio, dolcemente "arenatosi" nel sentimento più veritiero. Bastò un attimo e Sei solo tu, mi tornò subito in mente. Ancor di più nella versione spagnola. Ecco la brezza. Ecco la serenità di quel tempo farsi avanti, senza più minacce né seducenti ermetismi scolpiti. Dal video alla vita vera, ecco una donna e un uomo prendersi per mano, pronti per dire a loro stessi e al mondo, una sola cosa: noi ci amiamo! Allora è arrivato il momenti di scattare in avanti...


POLAROID A DUE RUOTE

Perché il vostro gesto

ha la prospettiva delle sorgenti

che si stringono nelle mani

… qual era quel tempo

dove si riconoscono le stelle

senza inciampare in scorribande né legionari?

Vi ho visti assecondare un conteggio,

e un attimo dopo

ebbi la certezza della rinuncia del deserto

alla sua missione...

ho lasciato indietro

i miei passi

e il destino mi ha portato altrove

… vedo l’innocenza

dell’amore

che alle volte tentiamo di interpretare

il domani ha preso in carica 

la vostra reciproca intimità

… gli “ormai” superstiti

delle vostre vite

si cullano immagini retrò

tra discese ultimate e boccioli rampicanti

questa è la vostra storia,

.... niente

episodi momentanei

tra pozzi fatati e orme

da tramandare

… è la restante spiegazione,

la nomenclatura finale

di un nuovo e immutabile voi due

(Corigliano Calabro [CS], 20 Luglio ‘22)


Sei solo tu, Nek e Laura Pausini

Il videoclip di Sei solo tu (Nek & Laura Pausini)

martedì 19 luglio 2022

Thor: Love and November Rain

Thor: Love and Thunder - la furia dei bambini contro i mostri di Gorr
Dalla November Rain (Guns n' Roses) live Tokyo '92 alla versione classica del film Thor: Love and Thunder. La poesia è ancora bagnata di lacrime, ma decisa a combattere fino alla fine.

di Luca Ferrari

Ho iniziato a scrivere questo blog perché la musica rock sarà sempre una parte della mia vita più autentica. Ho creato questo blog perché voglio ricordarmi aneddoti di canzoni che hanno significato molto nella mia vita. Ho cambiato il significato di questo blog, perché mi sono reso conto che le sole poesie che scrivo, le associo sempre a una canzone. Oggi è il 19 luglio e non ci potrebbe essere giornata ideale per scrivere un'altra. Come oggi, nel 2022, anche nel 1994, il 19 luglio era un martedì, e fu proprio in quel giorno che scrissi la mia prima poesia. C'era ovviamente una canzone a immortalarla nel suo primordiale dolore: November Rain, dei Guns 'n' Roses. Non la versione classica del videoclip, ma il live del concerto di Tokyo '92, il cui finale mi ha sempre fatto venire la pelle d'oca.

Sarei disonesto se dicessi che i rockers di Los Angeles ho sempre continuato ad ascoltarli. Non è così anche se è indubbio che i GNR resteranno sempre una band fondamentale nella mia vita. Di recente sono stato al cinema a vedere Thor: Love and Thunder (2022, di Taika Waititi). Un film dove la band di Axl, Slash e Duff compare a più riprese di sottofondo con Welcome to the Jungle, Sweet Child o' Mine e Paradise City. Ma a farmi letteralmente saltare sulla poltrona è stata November Rain, messa al momento dello scontro finale tra Thor (Chris Hemsworth) e Gorr (Christian Bale), mentre i bambini rapiti, provvisoriamente provvisti dei poteri del tuono del dio norreno, si lanciano anch'essi in un'epica e mortale battaglia contro i mostri creati dal macellaio di divinità.

Fin dalle prime note & immagini di quel momento, nel buio della sala cinematografica capii che stavo assistendo a un nuovo capitolo musicale della mia vita. Privato nel modo più laido della mia spensierata adolescenza, adesso stavo guardando dei bambini combattere e vincere contro creature malefiche, sublimate dall'urlo "peluchoso" di una bambina. A fianco a me, qualcuno della loro stessa età. E poi lei, una "AxlRosiana" Natalie Portman immedesimata alla perfezione nel finale del videoclip di November Rain.  Oggi, 19 luglio 2022, November Rain si racconta ancora. November Rain è ancora bagnata di lacrime ma non più remissiva. Le scintille di November Rain sono pronte per iniziare un nuovo capitolo della mia vita, e lo stanno facendo proprio oggi, martedì 19 luglio, nel giorno che cambiò la mia vita per sempre.


LUMINOSA 'n' COMBATTIVA... è la mia vita

non faccio le membra

del passato… la sai scrutare la luce

uscire dall’urlo

della mia vendetta più impaurita? La

sto ancora provando…la

sto ancora sentendo…

vedo il colore pallido

della fine

e non mi spaventa neanche

un po’... dovresti

sapere ormai che anche

un peluche

può nascondere un cuore

pieno di furiosa distruzione


pensi ancora che solo

perché ho strisciato

fino alla mia lapide, abbia

deciso di non alzarmi più?

pensi davvero

che l’avermi ascoltato piangere

di nascosto

vi metta in una posizione

di vantaggio

sui prossimi giorni della mia vita?


non mi serve

un’intestazione né un palcoscenico

per nascondere

quello che penso veramente

di ciò che è accaduto

… guardo fuori dalla mia 

gabbia… sono già davanti a te

e non mi sono mai sentito

così socievole… sono

insieme a loro, e non c’è più traccia

di nessuno di voi

(Venezia, 19 luglio 2022)


Thor Love and Thunder - November Rain (Guns n' Roses)

Thor: Love and Thunder - Thor affronta Gorr
Thor: Love and Thunder - una  "AxelRosiana" Jane Foster (Natalie Portman)

mercoledì 13 luglio 2022

Supreme, l'energia umana dell'eternità

Energia positiva allo stato puro. Ottimismo. Non ho una canzone che racconti di te e noi due. L'amore è il grande racconto della tua vita. Per te, Supreme di Robbie Williams.

di Luca Ferrari

Non ho mai usato le parole per farmi capire, al massimo per far intuire che qualcosa che non andasse (...). In quei primissimi e spensierati tempi, quelle canzoni non esistevano ancora e dopo l'infinito orrore del nulla, arrivai lì, al PalaEur di Roma, a vedere per la prima volta i Pearl Jam. Mi fu dato un passaggio, e fosti proprio tu ad accompagnami. L'ex-Take That Robbie Williams invece, non è mai stato un cantante che ho seguito, eppure mi ha sempre trasmesso energia e positività. Le stesse qualità di un uomo generoso e ottimista, che oggi se n'è andato. Ci ho pensato un attimo e mi è subito venuta in mente lei, Supreme. Su queste note non c'era nulla che raccontasse di noi. Su queste note, il mio commiato eterno e la promessa (certezza) che mi ricorderò sempre di te.

L'ENERGIA UMANA DELL'ETERNITÀ


non c’era più posto

in quella macchina ferma

davanti al fumo… solo

miele sporco di fiori e fango

in una eterna dichiarazione

di resa… ma

tutto questo non ti riguardava,

il tuo poso era altrove,

tipo un giardino imperiale dove le tartarughe amavano dissetarsi,

ritrovando sempre la strada di casa


in quale momento

le nostre strade si divisero… direi

una bugia

se ci credessi sul serio

in quelle lettere

telefonate, guardavo ancora

i copertoni di un aereo

come se fossero specchi senza ombre

mi sono sempre chiesto

come sarei cresciuto

se ti fossi stato più accanto

… in quel tempo medio,

non mi chiedevo nemmeno

se sarei potuto cambiare 

tutti viviamo per l’amore

e di questo almeno sono sicuro,

tu ne hai ricevuto... tu lo sei stato

generoso, e per tutti loro

fatevi in là, qualunque cosa voi siate...

il Supremo 

è arrivato… da qualche parte

i vincitori del momento stanno intonando

nenie e semafori… le direzioni

si prendono una pausa,

il sole abbandona il tramonto

anzitempo… questa notte lascerò

una finestra aperta, e un'altra socchiusa perché possa

continuare a salutarti tutta la notte,

oltre le stelle e dopo l'infinito...

(Venezia, 13 luglio 2022)

Supreme, by Robbie Williams

giovedì 30 giugno 2022

Goodbye my friends, saremo ancora fianco a fianco

Le Spice Girls nel video Goodbye

Le strade si dividono, i sentimenti d'amicizia restano per sempre. Come ci hanno tramandato le Spice Girls "orfane" di Geri, Goodbye my friend/ It's not the end...
 
di Luca Ferrari

Ho provato a evitarlo, ma alla fine me l'avete tirata fuori voi. Ho provato a ignorare i messaggi che avete scritto negli ultimi giorni. Non ho mai risposto né commentato. Adesso però che anche l'ultimo giorno della nostra sezione è finito (anche se il prossimo anno noi e altri ci saremo ancora), ho subito sentito un alone di tristezza invadere i miei pensieri. Un anno che ha visto nuove presenze, subito amalgamate, diventando una squadra ancora più unica, tra bambine/i e genitori. Per mio figlio e il sottoscritto, non avrei potuto chiedere di meglio. Sarà ancora così negli anni a venire? Lo spero, ma mi ricorderò sempre di tutte/i voi. 

Perché questa canzone? Avrei potuto metterne di sottofondo tante altre e più in linea con il genere di questo blog anche se le cinque inglesine non è la prima volta che si presentano su questo blog poetico-musicale (2 become 1 e la corale On top of the World). Avrei potuto riscrivere la mia storia personale di A tout le monde dei Megadeth, ma sarebbe c'entrata poco. La differenza sta che Goodbye delle Spice Girls, all'epoca appena separate dall'amica Geri Halliwell, l'ho condivisa con alcune/i di voi e d'ora in avanti farà parte di una storia comune. Una storia che non dimenticherò mai. Una storia fatta di volti, di parole, di amiche e amici. Una storia che adesso vi racconto a modo mio...

TUTTI COMPARI DELLA STESSA FELICITÀ

forse non è la mia storia,

e dovrei essere, più eroicamente, altrove

… sarò anche di passaggio,

ma in quell’aurora boreale

che sto ancora aspettando

di incontrare, ci sarà

una stella anche per voi

… è già il tempo delle domande

o possiamo ancora permetterci

una fermata

nell’abbraccio di ciascuna/o di voi?

Vedo sorgenti, miglia incantate

e previsioni sconnesse

… quando sarò fortunato

faremo ancora qualche miglio marino

indisciplinato e insieme

Di che colore è l'amorevole tempesta

che ci siamo appena lasciati alle spalle?

Non voglio risposte,

solo sfogliare silenzioso un altro album di ricordi

Non avevo pianificato

d'incontrare nessuno di voi nella mia vita,

adesso però è successo

e agli alberi sempre meno imponenti

rispondo con ancora cinque minuti

su cui sorreggere

tutto quel sorriso

che l’orizzonte ha già consacrato tra le mani festanti le direzioni s'intersecano... i sentieri

si scambiano di posto con i sogni... una

voce rassicurante sussurra dai chiarori del monte... siamo

stati fortunati a incrociare i nostri cammini... Ora

dovremo essere bravi

a mantenere il passo fianco

a fianco...

fatemi chiudere gli occhi...

… passerò tutta questa notte

a spiegare alle mie ali

che ci sono alcune api

che continueranno a colorare i fiori della laguna… 

(Venezia, - parco Savorgnan, 30 giugno 2022)

Goodbye, by Spice Girls

Venezia, la scuola materna Comparetti © Luca Ferrari
Le Spice Girls nel video Goodbye

martedì 17 maggio 2022

Sirens, il richiamo dei Pearl Jam

Il cantante Eddie Vedder nel video Sirens (Pearl Jam)

In quasi trent'anni di ascolto dei Pearl Jam, mi sono allontanato dalla loro musica in più occasioni. Oggi, grazie a un imprevisto e sofferente ascolto di Sirens, ho sinceramente ricominciato.

di Luca Ferrari

Il mio primo grande distacco dalla musica dei Pearl Jam avvenne durante l'estate del 1998. All'epoca venivo da tre anni vissuti più intensamente che mai al loro fianco, alternandoli in modo profondamente totalizzante alla poesia dei Nirvana e la saggezza distorta di Neil Young, e passando anche per quell'epico e mio primo concerto del 12 novembre 1996 a Roma. Uscito Yield, con tanto di primo ascolto solitario davanti al mare su compact disco portatile, il mondo stava cambiando a una velocità a cui non riuscivo più a stargli dietro, e la loro musica, in qualche modo, fu l'emblema di tutta quella poesia che non trovava una direzione. Come avrebbero detto i diretti interessati agli esordi "All the love gone bad, turned my world to black"..

Musicalmente iniziai a prendere direzioni diverse: Garbage, Skunk Anansie e in particolare si consolidò il rapporto con Marilyn Manson, anche lì reso immortale da un concerto vissuto in condizioni umane molto difficili (per non dire impossibili) alla fine di quello stesso estenuante anno. Nel 2000 i Pearl Jam vennero a suonare in Italia ma io non mi sentivo più in sintonia con loro, e dopo aver acquistato il biglietto per l'Arena di Verona, lo vendetti. Sì, avete letto bene! Intanto però il destino era dietro l'angolo, e partito per il mio primo stage di lavoro, senza saperlo, una mia compagna di viaggio originaria di Vercelli, era una fan sfegatata dei PJ e dei suoi carissimi amici avevano formato una cover band: i NOD (Not Ordinary Dogs).

Fu grazie a questi ultimi che il sound di Seattle tornò prepotentemente a miscelare ogni emozione artistico-umana nella mia vita. Seguì un periodo di ascolto molto intenso, consolidatosi in modo devastante nel 2003 nel pieno della mia vita fiorentina. Il secondo distacco, avvenne verso il 2004-05, ed era come se ogni volta che la mia vita non sapesse riprendersi, la loro musica ne pagasse il prezzo. O forse, la volevo preservare, non lo so. Questa volta però, la ripresa fu scandita proprio da un loro album, Pearl Jam (2006), con il quale tra l'altro riscrissi una fetta della mia vita iniziando a correre, e rivedendo il mio passato non più solo da camminatore abbandonato, ma da persona decisa a scrivere nuovi capitoli.

Negli anni successivi non ci furono pause particolarmente significative, riuscendo anche sbarcare nella loro Seattle e vedendoli dal vivo in più di un'occasione, inclusa un'epica performance triestina. E arriviamo all'epoca del covid. Senza grandi viaggi all'orizzonte, abbasso un po' il volume. Scopro la musica di Michael Schenker. Neil Young mi ricorda a cosa appartenga. I Pearl Jam tacciono e senza autentico desiderio, li lascio in silenzio. Qualcosa poi accade. Lì per lì, non me ne accorgo. Storia di un vagabondare colpito a morte. Storia di un mondo che non si può fermare, trovando comunque il modo di invocare un respiro interno. Sulla sabbia anche la minima traccia è stata spazzata via. La vita reclama un contatto. Mi basta un nanosecondo per capire. Per sentirli dentro. Quella sofferenza non se ne andrà più, e mi sta bene così...

SENTO IL TUO RESPIRO… TI PRENDO LA MANO

Dite che non vi conosco, o più semplicemente mi avete scambiato per uno che baratta le pietre con le rocce… Vorrei potervi dire di più sul mio futuro, ciò che hanno rivolto verso le sponde di un lago è più complicato di una lacrima da tramandare mi sono girato un attimo, e com’è che non mi fossi accorto che stavi già piangendo?... mi sono distratto un secondo dalle lamentele del mio presente, e ho preso contatto con il tuo dolore Dite che ci conosciamo, dite che ci possiamo fidare l’uno degli altri…Dite che la fine del mondo ha perduto i suoi remi... In che modo l’acqua delle onde si allontanerà dalle angosce più riconoscibili… Sai che questo intervallo della nostra vita non ha mai accettato l’idea che ci siano delle porte? ... Non sarà così… Non accadrà mai fin dalla prossima prima pagina, forma finale o quel tipo di eternità

(Venezia, 17 Maggio ‘22)

Pearl Jam, Sirens

Il chitarrista Stone Gossard nel video Sirens (Pearl Jam)

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