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venerdì 4 agosto 2023

Spice Girls, Viva Forever per sempre

le Spice Girls di Viva Forever

Da giovani super fashion a fatine animate. Da ritornelli commerciali alla dolcezza dell'amore eterno. Nell'estate 1998 le Spice Girls di Viva Forever divennero mie amiche per sempre.

di Luca Ferrari

Da un viaggio stroncato sul nascere a una vacanza che sto per iniziare. Dalla mancata Inghilterra dell'agosto 1998 alla spensierata Croazia dell'agosto 2023. Lì nel mezzo, 25 anni di vita dove le Spice Girls hanno scritto una storia personale a dir poco incredibile, e tutto grazie a una canzone. Rewind. Ma ve la immaginereste una persona (in)sana di mente che nel pieno della sua passione rock-metallara potesse avvicinarsi a cinque ragazzine che erano l'antitesi di tutto ciò che la musica rappresentava per lui? Ok, a scompigliare le carte c'era già Mariah Carey, ma gusti personali a parte, all'epoca la cantante americana aveva doti vocali fuori dal comune e uno charme inarrivabile. Le cinque inglesine invece, erano l'emblema dei tempi moderni. Gruppo costruito a tavolino, canzonette commerciali e tanto sex appeal. Nonostante questo (inviso) curriculum, riuscirono a conquistarmi con la canzone più lontana da tutto ciò: Viva Forever. La dolcezza più sincera e meno appariscente si adagiò sulle mie ferite. Arrivarono volando, come in una fiaba magica (Falkor con Atreju, ndr). Questa è la "nostra" storia di Viva Forever.

La seconda metà degli anni '90 fu un ecatombe per chi era un fedelissimo del rock. L'epopea di Seattle venne messa in naftalina, i grandi della musica stentavano e tutto ormai guardava Oltremanica con l'esplosione del Brit Pop, capeggiato da Blur e Oasis. Si stava facendo largo poi, un trend alquanto discutibile, quello delle boy band e del corrispettivo femminile. Le Spice Girls si erano affacciate sulla scena internazionale nel 1996 con l'album Spice, trascinato da singoli super commerciali come Wannabe, Say You'll Be There e Who Do You Think You Are?. Nel 1997 era stata la volta di Spiceworld, e anche in questo caso, successo planetario grazie a canzoncine come Spice Up Your Life e Too Much. Impossibile non sentirle. Erano ovunque. Vedere questa miscela costruita spazzare via anni e anni di storia musicale, era uno sfregio inaccettabile per chiunque credesse ancora nel sacro fuoco del rock.

Una prima avvisaglia però che quelle cinque potessero avvicinarsi al sottoscritto, c'era già stata e appena poche settimane prima, quando su MTV era sbarcato il divertente video dedicato alla Nazionale calcistica dell'Inghilterra, impegnata negli imminenti Mondiali in Francia. Insieme ad altre band inglesi infatti, avevano realizzato il singolo (How Does It Feel to Be) On Top of the World, dove tutti i protagonisti, musicisti e calciatori, scherzavano tra età adulta e fanciullezza. Comparai il singolo e poco dopo, ne arrivò un altro. Dopo mesi di girl power, ammiccamenti e glamour a tutto spiano, ecco d'improvviso le Spice Girls rivelare una dolcezza inimmaginabile con la canzone Viva Forever. Una ninnananna che arrivò in un momento di sconforto totale, dopo mesi e mesi in cui il mio fisico si era ormai piegato all'intercedere di troppi pensieri. A quel tempo poi, anche l'ultima speranza di un break era stata spazzata via da un improvviso tracollo che mi fece perdere un (sospiratissimo) viaggio a Londra, dove avrei dovuto fare una sorpresa a un mio caro amico. 

Accasciato nel letto, nella noia di un pomeriggio ammalato, ecco d'improvviso qualcosa di diverso. Una fiaba sonora. Un libro che ricordava La storia infinita. Non so cosa/chi fosse. Rimasi in silenzio, poi le parole si susseguirono con dolcissima intensità: "Do you still remember how we used to be? Feeling together, believing whatever My love has said to me Both of us were dreamers Young love in the sun", e poi ecco, il ritornello, "viva forever,  I'll be waiting Everlasting, like the sun". Ho sempre amato/adorato il concetto del "per sempre" e lo ammetto, gli addii li ho sempre mal tollerati. Era così da bambino, e lo è ancora oggi. E tutti quei concetti che la musica che adoravo, sapeva esprimere così bene, adesso sembravano non contare più per nessuno. Il mondo voleva altro e io ero uno dei tanti emarginati in uno scontro dall'esito già scontato. Adesso però era tutto capovolto. Loro, le Spice Girls, erano creature fatate che narravano una storia d'amore. Quello fu il giorno che scoprii Viva Forever, una canzone che duettarono col Maestro Luciano Pavarotti nella V edizione del Pavarotti & Friends.

Non fu facile assimilarla. Non ero certo in un momento in cui potessi aprirmi a qualcosa di così delicato e speciale. Ero ferito nel corpo e nell'anima. Tutto potevo immaginare tranne che a mettermi un'amorevole benda per tamponare un'emorragia ormai fuori controllo, fossero le Spice Girls. Eppure la storia andò così e non è un caso che nei mesi successivi avrei riscoperto altre due loro canzoni: l'altrettanto dolce 2 become 1 e la "rurale" Stop!, quest'ultima con le cinque ragazze impegnate nei giochi di un tempo in un mix di vecchie e nuove generazioni nel contesto della campagna inglese. 25 anni fa, in un'insopportabile estate di giovinezza andata a rotoli, la più improbabile delle band scrisse una storia positiva nella mia vita. Da allora le Spice Girls hanno sempre fatto parte della mia storia sonora ed è bello sapere che tutto iniziò con una forza capace di far vacillare la certezza di un dolore perenne. Un'ispirazione che da allora è durata per sempre. Una volta ancora, Viva Forever.

I NUOVI SOGNI DEL DOMANI


dove sono quegli scogli,

e le lettere mai ritornate…

E la guerra

è stata nascosta… Lontane

dai cimiteri del domani,

bambole trasparenti si ricongiungono in decomposizione


ho perduto le tracce

della mia esistenza… le maniche

senza indumenti

e la notte, spartizione distorta

di un riflesso così sconsolatamente evocativo


mi avvicino, mi sono vicino… mi

sento vicino a me… sono

dentro me stesso


la solitudine delle strade

misconosce la sconfitta sui gradini

della rabbia…

l'esposizione infreddolita

alle soste del bosco

ha disseminato nel mondo

cagionevoli esplosioni … il day after

era tutto dei pennarelli,

lo feci tutto solo...

non sapevo più nemmeno

ricopiare uno scarabocchio...

sopra l’ennesima maglietta

ero pronto

ad assistere a un nuovo massacro

Chi era questo Bastian?
Potevo ancora aspettare… Posso

ancora dire che avrei saputo

aspettare… Chiuderò il mio diario

anche se la fine

non si accontenterà

di una burrone da tramandare... Mi troverete

ancora solo, e lo sapevo

… brucerò ancora molte vite,

inizierò a cadere fuori...

Lo so, non lo voglio quasi più

credere...

c'è ancora posto per me nel domani migliore

                       (Venezia, 4 Agosto '23)

Spice Girls - Viva Forever

L'inizio del videoclip della canzone Viva Forever (Spice Girls)
Mel B (Spice Girls) nel video di Viva Forever
Victoria Adams (Spice Girls) nel video di Viva Forever
Geri Halliwell (Spice Girls) nel video di Viva Forever
Mel C (Spice Girls) nel video di Viva Forever
Emma Bunton (Spice Girls) nel video di Viva Forever
Spice Girls nel video di Viva Forever
Il singolo originale di Viva Forever (Spice Girls© Luca Ferrari

giovedì 27 luglio 2023

U2, The Hands That Built America

U2 nel videoclip The Hands That Built America
La strada verso un altro traguardo della nostra vita barcolla allineata tra tutto e nulla. Sento i miei incroci. The Hands That Built America (U2) rivela sogni senza cieli infranti.

di Luca Ferrari

Una lunga storia di sofferenza, redenzione e rinascita. E poi?...Se c'è una cosa che dei testi ho sempre amato e continuo ad amare, è l'imprevedibilità. Basta una parola, una canzone, un'immagine e tutto è già sgorgato/nato dentro. Devi solo mettere le mani sulla penna. Vidi il film "Gangs of New York" (2002, di Martin Scorsese) in un freddo e solitario inverno fiorentino e da allora quella canzone è sempre rimasta confinata in un'aurea taciturno-malinconica. Ma questa del 2023 sembra essere l'estate delle canzoni vecchie che tornano per scrivere una pagina nuova. Mi è appena successo con la toccante The Hands That Built America (U2), dalla colonna sonora della sopracitata pellicola. A far scattare la scintilla dell'ispirazione, una fotografia. Una foto che è adesso un incipit. Un pezzetto di mondo srotolato fin dentro le mia anima...

LE AMBIZIONI DI CIÒ CHE HO TRASCURATO


sono stato lontano

perché in qualche modo ho combattuto

…nelle cronache

ha lasciato solo un caminetto

da qualche parte,

un fondale oceanico

e le scarpette

con cui non mi barricavo più


oggi mi sono svegliato presto

e non ho sorriso,

... oggi sono ritornato

ma non mi nasconderò


oggi mi sono svegliato

e non c’erano montagne

per dire addio

ai miei tesori perduti...


oggi mi sono svegliato presto

e le nuvole

hanno lasciato la vetta

senza cerimonie

né premonizioni


il rosa del mio respiro

è un aquilone con la visiera

… sono arrivato in cima,

ed ecco ricominciare il conteggio

dei sogni deragliati

che minacciano la mia stabilità


ho guardato il sole

senza nemmeno un giuramento

a cui tramandare

le mie insolute furie… adesso

ci sei tu, adesso ci siete voi,

adesso…


so che lo vedete

il sangue che si sta indurendo

…hanno trovato una nuova

strada e questo

cosa dovrebbe significare?


L’innocenza di questa notte

è sempre stata la mia massima 

ambizione

(Venezia, 27 Luglio '23)

U2 - The Hands That Built America

The Hands That Built America (U2)

giovedì 20 luglio 2023

Vinicio Capossela, Il ballo di San Vito (addosso)

Vinicio Capossela nel videoclip della canzone Il ballo di San Vito

Estate 2003, la terra di Sud chiama. Il ballo di San Vito s'impossessa della mia anima malferma, mentre un mefistofelico Vinicio Capossela danza instancabile tra fuoco e taranta.

di Luca Ferrari

"[... ] Questo è il male che mi porto da trent'anni addosso
Fermo non so stare in nessun posto [...]", praticamente la mia descrizione di quando avevo 24-25 anni. Tormentato e iperattivo. Da Firenze al Salento e fino allo stato del Karnataka. Da Maglie, in Puglia, a Bangalore in, India. Il mio viaggio sulle note de Il ballo di San Vito inizia nella torrida estate 2003 quando su MTV vedo per caso uno speciale su Vinicio Capossela, e si parla anche del video di quella canzone. Ricordo ancora molto bene le sue parole, spiegando che il video ebbe non pochi problemi con la censura per qualche immagine sabbatica di troppo. Il caso volle che pochi mesi dopo mi ritrovassi proprio nella culla della taranta, la Puglia, e quella canzone ispirava sempre di più.

Passano tre anni e sono a fare il mio reportage internazionale nel sud dell'India. E lì, in un negozietto di musica, compro il cd Canzoni a manovella di Capossela. Sebbene l'album non contenga Il ballo di San Vito, trovo moltissime affinità etnico-folcloristiche con la canzone Maraja (altro video strepitoso). Poche volte la musica italiana ha fatto sfaceli nei miei gusti, ma Il ballo di San Vito sa toccare le note giuste. Anima inquieta per eccellenza, a quel tempo sentivo ancora la mia esistenza parte di un destino più che di una vita. "[...] Scaccia, scaccia satanasso, scaccia il diavolo che ti passa Le nocche si consumano, ecco iniziano i tremori Della taranta, della taranta, della tarantolata [...]" canta Capossela. Consumo una registrazione audio grossolana da tv a registratore, sono turbato ma in quel momento vedo un mondo che posso creare....

ALLA FERMATA SENZA STRADA ADDOSSO

Avrei potuto

anche danzare… è tutto quello

che riesco a peccare

contro la vita… Se questo sono io,

aggiorniamo almeno la notte

… spiriti indemoniati

risorgono senza esorcismi pirotecnici

o invocati

da abnormi catechesi fasulle


le figure si sono congedate

con quattro baci... com’è che adesso

anche noi

sembriamo avere un futuro?...

su che cosa sta soffiando

la musica dei demoni?... è come dover per forza

esistere… due persone cresciute

e una bomba nascosta

nelle caramelle


innocui ribaltoni sentimentali

hanno fatto la loro apparizione

tra deliri abbracciati

e la singolarità della pazzia...

le travi del sole

hanno sconfinato,

mi hanno chiuso in una stanza

insieme al cielo rosso…

voglio solo pensare di essere

sulla mia strada,

sprigionando ammirazione 

per ogni eremo ribellatosi

a tutti quei rituali competitivi

...c’è questo mondo, ci sono crisantemi 

e rose incarnate, non esistono

più gelosie

che potrebbero rattristare

questo male emozionato

(Maglie [LE], 24 Giugno’03 - Venezia, 20 Luglio ‘23)


Vinicio Capossela, Il ballo di San Vito

giovedì 13 luglio 2023

Pearl Jam, la mia personale Love Boat Captain

Pearl Jam suonano dal vivo Love Boat Captain

Dopo due album interlocutori, i Pearl Jam alzano l'asticella con Riot Act. Delle 15 canzoni, svetta Love Boat Captain, in memoria della tragedia di Roskilde. Oggi la dedica la faccio io.

di Luca Ferrari

"[...] It's an art to live with pain, 
mix the light into grey
Lost nine friends we'll never know
Two years ago today
And if our lives became too long
Would it add to our regret? "[...]
...
"[...] È un'arte convivere col dolore,
mischiare la luce col grigio
Abbiamo perso nove amici
che non conosceremo mai
Esattamente due anni fa
E se le nostre vite diventassero troppo lunghe
Questo accrescerebbe il nostro rimorso? [...]"

La strofa decisiva. La strofa più poeticamente straziante. Il 30 giugno 2000 durante l'esibizione live dei Pearl Jam al Festival di Roskilde, in Danimarca, nove fan persero la vita in una bolgia infernale. Un anno fa lasciava questo mondo una persona a me molto cara. Un anno dopo, Love Boat Captain mi è tornata in mente. A dispetto di ciò che è accaduto, se ripenso alla sua vita, riesco solo a sorridere. Sempre pronto a lottare. Sempre pronto a non farsi mai abbattere dallo sconforto. Un esempio positivo per la vita di chiunque. Ecco, ripensando a Love Boat Captain dei Pearl Jam, mi viene da cambiare quella strofa e dire:

"[...] Lost one friend I still care about
One year ago today
And if our lives became more sweet
surely he'll be happy for all of us [...]"
...
Ho perso un amico cui ancora tengo
Esattamente due anni fa
E se le nostre vite diventaeranno più deolci
di sicuro lui sarà felice per noi [...]"

Pearl Jam - Love Boat Captain live

venerdì 30 giugno 2023

Joey Ramone, oggi e per sempre What a Wonderful World

Il cantante Joey Ramone e la scuola dell'infanzia Comparetti di Venezia

Ci sono posti speciali che resteranno per sempre nel cuore e ci convincono che il mondo sia un posto meraviglioso. Ed ecco arrivarmi nell'anima What a Wonderful World, di Joey Ramone.

di Luca Ferrrari

Il rock è pura emozione. Il rock è sempre stato un'emozione costante. Che si trattasse di rabbia, amore, sconforto o felicità, le canzoni rock hanno sempre scandito il tempo del mio cuore. Se ripenso agli anni più recenti, ecco il l'incontenibile esplosione emotiva per la nascita di mio figlio, firmata Helloween o quando si sono celebrati i 50 anni di Harvest, un album fondamentale nella mia storia, così come il suo cantautore, il canadese Neil Young. In tempi più recenti, ho addirittura iniziato ad apprezzare l'hip-pop, grazie all'ispirazione umana. Il rock è una succursale dell'anima. Il suo figlio più incompreso e amato. Ricordi, avvenimenti e sogni. Tutto questo e molto di più. Adesso sono arrivato all'ultimo giorno della scuola dell'infanzia del mio piccolino.

Oggi, 30 giugno 2023, mio figlio termina la sua meravigliosa esperienza alla scuola dell'infanzia Comparetti di Venezia. Volevo un ultimo ricordo. Volevo una canzone che potesse fotografare al meglio quanto ha e abbiamo vissuto. Nel corso di questo triennio, moltissime melodie ci hanno accompagnato da casa a scuola e scandito questa indimenticabile epoca. Forse più di tutti i Poison e i Guns n' Roses, entrati nelle corde della creatura dopo aver visto al cinema il film Thor: Love and Thunder. Quando ci ho pensato, ho subito sentito la mitica voce di Joey Ramone (The Ramones) coverizzare in versione punk (ovviamente) l'emblematica e toccante What a Wonderful World di Louis Armstrong. Questa strofa fotografa alla perfezione quello che provo per questo periodo:

"The colors of the rainbow/
So pretty in the sky
Are also on the faces
Of people going by
I see friends shaking hands
Saying, "How do you do?"
They're really saying
I love you"

E non posso anch'io non pensare e dire.,.. And I think to myself What a wonderful world Yes, I think to myself What a wonderful world Ooh, yes. Adesso tocca a me!


"THEY'RE REALLY SAYING I LOVE YOU"

ti sei mai chiesta

cosa sia la felicità?

adesso lo so per certo… adesso

sono già lontano,

ma è tutto raffigurato per sempre

dentro ciascuno di noi

passeranno

i fulmini che contano

ma per quelli

ho già i talloni

che sono di buon umore...

la vostra storia

ha fiori colorati, mani

incrociate

e i primi capricci

con cui affrontare le distese senza cielo

...le scale raccontano

abbracci

che non smetterò mai di regalarti

questa è una storia

d’amore

che posso ormai solo tramandare

questa è una storia d’amore

che spero

chiunque di voi possa vivere

questa è una storia d’amore

che abbiamo vissuto insieme

a quanto ammonta

la gioia

per aver visto così tante volte l’arcobaleno?… un passo dopo l’altro,

si va lontano, sussurra

il mondo più meraviglioso … 

un passo dopo l’altro

continueremo ad andare lontani,

lo confido a quel mondo

così meraviglioso...

                         (Venezia, 30 giugno ‘23)

Joey Ramone - What a Wonderful World

domenica 25 giugno 2023

Temple of the Dog – Say Hello to Seattle

La città di Seattle tra il booklet e il cd dei Temple of The Dog © Luca Ferrari

Il 25 giugno 2012 ero in partenza per Seattle. Un viaggio sognato da anni, e con due acquisti da fare: i cd dei Temple of the Dog e dei Mother Love Bone. Hello, Seattle!

di Luca Ferrari

Ci sono storie che non finiscono mai. Ci sono storie nate per bruciarsi e risplendere nel momento che diventano reali. La mia storia con la città e il sound di Seattle la potrei riassumere così. Ho aspettato a lungo ma alla fine tutto divenne realtà e nel modo più incredibile. Tanti anni or sono avevo fatto una promessa. Non solo avrei raggiunto la città epicentro delle band più significative per la mia vita, ma solo in quel viaggio mi sarei finalmente comprato due cd particolari: il solo e unico album dei Mother Love Bone, Apple (1990), e l'omonimo (1991) dei Temple of the Dog, il side project firmato dai neonati Pearl Jam insieme ai Soundgarden, in memoria del compianto Andy Wood (1966-1990), carismatico leader dei MLB per l'appunto.

10 canzoni, un album intero scritto per un amico dai suoi amici. Si comincia con l'eloquente Say Hello 2 Heaven (6:22). Si prosegue con la lunga e ipnotica Reach Down (11:11) dove Chris Cornell, se mai ce ne fosse ancora bisogno, fa sfoggio delle sue incredibili doti canore. Si raggiunge l'apoteosi con Hunger Strike (4:03), l'unica canzone cantata a due voci Cornell/Vedder. Si avanza con un il rock possente di Pushin' Forward Back (3:44) e via via le altre tra melodie, rock e tanta poesia umana:
Call Me a Dog (5:02), Times of Trouble (5:41), Wooden Jesus (4:09), Your Saviour (4:02), Four Walled World (6:53) e chiude All Night Thing (3:52).

In quel viaggio però, la musica fu solo sussurrata. In realtà, feci molto di più e meglio, incarnando negli amici raggiunti in terra americana quel mondo di semplicità così poeticamente scandito dai versi di quelle band. Il viaggio dei Temple of The Dog iniziò su di una cassetta duplicata da una conoscenza capellona. I nomi delle canzoni scritte a mano e al massimo l'immaginazione nel sognare quella città dominata dallo Space Needle. Quando comprai il disco, ricordo molto bene l'emozione. Una scarica così potente da farmi pensare a iniziare un'avventura musicale di scrittura proprio lì, a Seattle. Un viaggio, quello nel Nordovest americano, che mi portò anche ad Aberdeen, città natale di Kurt Cobain. Ciao, è il saluto più semplice che ci sia. Che si tratti di un amico o del paradiso, avremo sicuramente una strada da proseguire insieme. Hello, Seattle. Oggi e per sempre.

PARCO GIOCHI AL GRIGIO DI SOLE

nel cielo, oltre qualche zampillo

inesploso... è una lettera,

doveva essere una cerbottana

su cui non scrivo più…

oggi tra le strade

guardo nelle nuvole

sfogliando le tane salite

che ho baciato

attraverso e insieme a te

hai tempo

per sentirti meglio

nella tua vita?

hai tempo 

per aggiungere

un sogno

alla tua esistenza?

… i  tuoni non sono lontani

e la porta

è semplicemente aperta

rivedo già

i primi passi… confini

sbriciolati

e un corteo verdeggiante

… chi avrebbe voluto

andare fin laggiù

quando potevo aspettare

fino al giorno

del nostro primo incontro...

mi restano ancora

molte cose da dirti

… mi restano

ancora molte cose da dirvi

Veniamo tutti

da un’isola, poi a un certo istante,

la grazia 

ci farà incontrare ancora

per un nuovo interminabile

domani stellare (Venezia, 25 giugno 2023)


Temple of the Dog - Say Hello to Heaven

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