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mercoledì 8 maggio 2024

Jako (Ladaniva), cuore d'Armenia

Jako - il duo franco-armeno Ladaniva - Louis Thomas e Jaklin Baghdasaryan

Il folk balcanico dei Ladaniva è un danza di spensierata adrenalina. In gara a Eurovision 2024, la canzone Jako ci porta (anche) nella troppo spesso ignorata Armenia.

di Luca Ferrari

La musica ha ancora il potere di cambiare/accendere il mondo? Gli anni Settanta sono lontani. Gli anni Novanta sono ancora più preistorici. Internet ha fagocitato tutto. C'era un tempo dove il palco sapeva ispirare il mondo. Oggi, semplicemente, è tutto troppo diverso, complicato e accessibile. Eppure è proprio il web ad avermi fatto sbarcare nella "lontana" Armenia. Grazie a un articolo di Osservatorio Balcani e Caucaso, ho scoperto la band Ladaniva, in gara in questi giorni nel contest musicale Eurovision 2024, con la canzone Jako. Ritmo molto balcanico e coinvolgente, una danza spensierata ma decisa con sonorità multietniche, fra tradizioni e voglia di nuovo. Un'ispirazione immediata per il sottoscritto, quasi di Samarcandiana memoria. L'Armenia, realtà troppo spesso ignorata, a partire dalla tragica storia del genocidio (1915-16), non ancora ufficialmente riconosciuto, fino alle più recenti dispute militari con l'Azerbaijgan, dove il governo di Erevan è stato colpevolmente lasciato solo dall'Unione Europea.

DANZA DELLA LIBERTÀ

volete la guerra,

ma è solo la vostra sconfitta


potete continuare

a ve(n)dermi

come voi non siete mai stati,

non sono mai rimasto dalla parte del padrone


sono preparato al peggio...

abnormi voi,

già protesi nella stessa parte


nel mio unico tatuaggio

ho la sola semplicità

che riconosca.... quando

vi sarete accorti

dell’assenza delle mie valigie

capirete

che c’è sempre stato un insieme altro


non sono più sicuro

del mio schema... meglio scrollare

qualche storia dalle montagne… perché

le date

sono così importanti

anche se una meta non farà più ritorno?


vorrei provare a dirvi

tutto quello che mi è successo

ma mi accorgo di pensare

che giocheremo sempre più lontani


faccio le prove

su ciò che è accaduto,

ma a loro interessa piangere

sopra mura

che li riportano a un altro tipo di gioventù


le piume della mia belligeranza

innescano 

un vento sottile ... sfiora

tremuli puntini

sopra la soffice profondità

di un sorriso mai più nascosto

nella diffidenza di una lacrima

                                  (Venezia, 8 Maggio ‘24)

LadanivaJako

mercoledì 24 aprile 2024

Again (Alice in Chains)... 25 aprile ancora, e ancora

Alice in Chains - Again

Torna il 25 aprile ed ecco gli eredi dei peggiori assassini d'Italia offendere e infangare la Patria, tentando di riscrivere la Storia, ancora... e ancora... e Again (Alice in Chains). 

di Luca Ferrari

Alice in Chains (1996) è il quarto album omonimo della band di Seattle. Un lavoro possente che fece guadagnare a Layne Staley (voce, 1967-2002), Jerry Cantrell (chitarra/ voce), Mike Inez (basso) e Sean Kinney (batteria) ancor più proseliti, e col tempo, anche molti rimpianti per quello che il gruppo avrebbe potuto fare e dare al rock. Dopo i primi singoli Grind (demoniaco) e Heaven Beside You (ballad), gli AIC sfornano un video a dir poco inquietante e di rara bellezza oscura. Gli Alice in Chains suonano in una gabbia sospesa. Bambini incappucciati via via circondano ogni singolo membro del gruppo. Suonano forti in quel mix perfetto tra rock, garage e metal (non a caso, tra i loro fan più sfegatati gli stessi Metallica, che presenziarono anche al loro epico concerto Unplugged). Poche semplici parole che sembrano andare proprio in una direzione ben precisa. Poche ringhianti lyrics che non intendono sparire sotto il peso e la minaccia dell'aggressività più ostile...

"[...] Hey, you said you were my friend
Hey, turn me upside down
...
Hey, I know I made the same mistake, yeah I,
I won't do it again, no
Why, Why you slap me in the face, oww
I, I didn't say it was OK, no No, No... [...]"
                                                                      Again (Alice in Chains)     

"Perché mi schiaffeggi ancora/ Io non ti ho detto che mi andava bene" cantano gli Alice in Chains. Gli assassini sono fuori. Perfidi servili aguzzini. Sono ancora lì, a tacere dinanzi all'odore di morte. Sono ancora lì, seduti democraticamente tra quei tomi salvati dalla follia. Sono ancora lì, a provare a mettere a silenzio ciò che non starnazza come i loro miseri antenati. Hanno trascinato l'Italia nel peggiore conflitto dell'umanità. Hanno sterminato senza pietà popolazioni inermi, contribuendo alla proliferazione dei campi di concentramento. Hanno torturato e ucciso i loro stessi concittadini. Ecco, questa è l'italia delle camicie nere. Ecco, questa è e sempre resterà l'italia dei fascisti. Ancora oggi, a distanza di quasi 80 anni, in molti hanno nostalgia di quell'orrore e non sono capaci di liberarsene. Allora, vorrei tanto che andassero dai nipoti delle persone gassate nei forni crematori e glielo spiegaste. Tranquilli, so già che non lo farete. Vigliacchi allora. Vigliacchi oggi.. ancora e ancora (Again)!

LIBERAZIONE AD OLTRANZA

è la vostra brutale ostilità... la pronuncio ancora col sangue spiaccicato nel mio scheletro sgangherato

... violenza omicida e stragista,

quanto vi divertireste a rifarlo ancora?

Oh, lo so bene quanto vi piacerebbe

... ecco un'altra accetta nera

di sola andata... ehi, questa volta

non serve che fingiate di essere

il principio


sento l'aria asfissiata

sotto i miei piedi... è la storia

delle citazioni capovolte


... vi piacerebbe riscrivere la storia,

no?!... oh si che lo vorreste,

ancora e ancora...


ecco i mostri da parata... indomiti a ciucciare dalle promesse

di ricchezza più gutturale


avete trascinato nella morte

una Nazione intera,

e ancora vi arrogate il diritto di parlare di "patria"

nelle terre d'oltremare,

mareggiate di segregazione e annientamento

attendono ancora una candela per l'aldilà interrotto


ce le ricordiamo ancora

l'effimera vittoria della frusta

e le nostre urla senza fine

nei falò delle pagine

tra il vostro godimento eiaculato…


ce lo ricordiamo tutto,

l'ossigeno dei nostri figli lasciati

a terra

me lo potete dire in faccia

che non è accaduto nulla di tutto ciò?

... adesso ho le mani libere,

provate adesso a minacciarmi ancora

con le bugie evaporate


non avete ancora

imparato nulla… non commetteremo

gli stessi iniziali errori... nessuna amnistia questa volta

...

(Venezia, 25 aprile ì24)

Alice n Chains, Again

Again (Alice in Chains)
Again (Alice in Chains)

venerdì 5 aprile 2024

Immortality è amore eterno

Jack Irons e Eddie Vedder (Pearl Jam) suonano Immortality

"[...] Some die just to live". Con la toccante Immortality, i Pearl Jam provano a farci accettare il tragico gesto di Kurt Cobain. Per altre scomparse invece, ci resta solo l'amore.

di Luca Ferrari

È stata la canzone che ha unito in modo indissolubile Nirvana e Pearl Jam. È stata la canzone che con poche ispiratissime parole di Eddie Vedder ,è riuscita a dare una spiegazione a un gesto che ha segnato una generazione. Il 5 aprile 1994 Kurt Cobain si tolse la vita. Pochi mesi dopo, l'altra band di Seattle diede alle stampe il suo terzo album, Vitalogy (Epic, prodotto da Brenda O' Brien). Penultima canzone, Immortality, che racconta proprio gli ultimi tragici momenti del cantante-chitarrista, sublimati nelle lyrics: Some die just to live. Da allora sono passati 30 anni e alle volte ancora mi sorprende l'acqua passata sotto i miei ponti. E se la potenza di quelle parole insieme a una musica quasi ipnotica, in qualche modo, ci diedero una spiegazione, non esiste rimedio quando invece il dolore ti tocca da vicino, come accaduto in un più recente e incosolabile5 aprile. 


OGGI + OGGI

oltre le onde del cielo,

dentro le nuvole del mare

…le candele non

bastano più… in questa fiaba

sul buon Aldilà  

non ho custodi idonei

né ferite abbastanza recenti

per comprenderne il cammino


non c'è un nuovo giorno,

lo so bene... non esiste

nuovo giorno

dove non le abbia almeno rivolto

un pensiero di pura dolcezza


e non c’è giorno

in cui il sole non riveli

un’immagine

dove il suo cuore non ricerchi

un vostro abbraccio


non voglio incontrare nuove ombre

questa notte...

non vuole la sua ombra

almeno per questa notte… solo

la sua mano sui capelli

che l’accompagni 

verso i sogni più belli


e io non posso fare nulla

se non darti ancora più amore

… e io non posso fare molto,

a parte una promessa

di continuo amore attorno e accanto a te ... ad alcuni capita solo di morire,

e quando ciò succede,

ci sono creature

che dovranno convivere per sempre

con l'immortalità

di un ricordo d'amore

(Venezia, 5 Aprile ‘24)

Pearl Jam - Immortality live

Goodbye Teen Spirit

Kurt Cobain (Nirvana) suona dal vivo

Unico. Tagliente. Autodistruttivo. Come una versione live di Smells Like Teen Spirit. Il 5 aprile 1994 il cantante dei NirvanaKurt Cobain, si congedò dal mondo.

di Luca Ferrari

A denial...A denial... A denial... urla Kurt Cobain nel finale di Smells Like Teen Spirit (Nevermind, 1991). Una negazione... Il colpo di fulmine con Smells Like Teen Spirit avvenne in una camera d'albergo a Sappada (Bl). Avevo iniziato ad ascoltarla già da qualche mese ma negli ultimi tempi era diventato qualcosa di irrefrenabile al punto di poterla ascoltare per ore e ore. Poi, a un anno dalla scomparsa del cantante, arrivò uno speciale su MTV debitamente registrato su videocassetta con spezzoni presi anche da "The Year Punk Broke", il film-documentario musicale diretto da Dave Markey e incentrato sul tour europeo dei Sonic Youth nel 1991, in compagnia anche di Nirvana, Dinosaur Jr., Babes in Toyland, Gumball, The Ramones e Mudhoney. Questa versione più di tutte mi conquistò. Una versione selvaggia e punk, e quella ispirante scritta sul muro PUNK RULES (il punk regna), ritrovata poco tempo dopo da qualche parte in un'isoletta veneziana (...). 

Di storie su Smells Like Teen Spirit e Kurt Cobain ne avrei a miriadi, ma alcune è giusto che restino solo dentro di me...

E LA NEGAZIONE, E UN ADDIO

da dove scendo,

è la conoscenza… rintanato

senza celebrazioni


a chi interessa? Un altro

perché, è tutta qui la nostra storia…

La parole

vengono dopo


a quei ricordi scalzi

ho cancellato l'ancora…tutto

quello che dovevo dire

in quell’epoca,

aveva le sue mura

e i nostri continui

tentativi di addebitare fiocchi


questa è l'immagine

volutamente sfocata

…qualcuno avrebbe

detto “sfondata” 


il cerchio della vita

si colora di bianco… mi

sono fermato,

non era giusto?

Abbiamo fatto  nostri salti

…quelli di noi

che si sono negati

una fine prematura,

oggi disegnano frutta morbidosa

con le movenze dei Sex Pistols

e saltellano

come trichechi abbandonati

dalle proprie uova


è facile, un urlo è il contagio

...il lascito resta una lacrima ...

(Venezia, 5 Aprile ‘24)

Nirvana - Smells Like Teen Spirit
from "The Year Punk Broke" documentary)

martedì 26 marzo 2024

Let Bad Boys Run

video Ler It Run - fan dei Detroit Pistons

I mitici Bad Boys-Detroit Pistons hanno battuto i migliori: Bird, Magic e Jordan. Eccoli in azione, sulle note del musicista Jeff Lynne, con la complicità di Ryan Van Dusen e Youtube. 

di Luca Ferrari

Jeff Lynne è un musicista britannico. Un polistrumentista e produttore musicale attivo fin dai primi anni '70. Fondatore della Electric Light Orchestra( E.L.O.), è il deus ex machina di uno dei supergruppi più famosi e popolari della storia, i Traveling Wilburys. A suonare insieme, "tre mostri della musica": l'ex-Beatle George Harrison, Tom Petty e Bob Dylan. Fino a qualche tempo fa non avevo la minima idea di chi fosse Jeff Lynne, poi un giorno, spulciando il web alla ricerca di qualche video celebrativo dei mitici Detroit Pistons ai tempi dei Bad Boys, mi sono imbattuto in questo divertentissimo filmato con i protagonisti di quella impareggiabile "epoca palleggiante". A coniugare i canestri, un sottofondo sonoro, la cover di Chuck Berry, Let it Rock (dall'album solista Long Wave, 2012) che ha subito conquistato il sottoscritto e il mi' figliolo, che oggi compie 7 anni.

Rock adrenalinico e divertente quello Let it Run di Jeff Lynne, l'ideale per concludere una giornata prima di mettersi a tavola, e allo stesso tempo perfetto per scendere in strada (fondamenta per chi abita a Venezia come il sottoscritto), magari prima di un allenamento sotto canestro o una corsa. Buon compleanno, figlioletto mio. Questa è per te e per noi... Godiamocelo per l'ennesima volta il video di Jeffy Lynne con i Bad Boys al completo: dalle acrobazie di Vinnie "Microwave" Johnson e il canestro all'indietro di Joe Dumars, passando per le buffe espressioni di John Salley, i festeggiamenti contagiosi di Dennis Rodman, il volto "insolitamente" sorridente di Bill Laimbeer, la caduta in mezzo al pubblico di Mark Aguirre, le arrabbiate di Isiah Thomas e coach Chuck Daly, fino all'entusiasmo del pubblico tra bambini scatenati, corse prorompenti, balletti sovrappeso e tutto un mondo unito dalla passione per uno sport e una squadra davvero speciale, i Detroit Pistons di fine anni '80, che era soprattutto una grande famiglia, sempre pronti ad aiutarsi e difendersi l'un l'altro.


IL FIOCCO DELLO STESSO TETTO NATIO

quante volte ancora

saremo io e te, a rincorrere

il vento più solido e circolare


quando arriverà il tempo

in cui le sfide

prenderanno il mio posto,

sarò ancora capace 

di iniziare un nuovo capitolo

senza poterti più aspettare?


non è ancora l’alba

ma sono già pronto per ricominciare

al tuo fianco


è ancora buio

... vorrei che tutti potessero sentire

il frastuono che stiamo facendo


per qualcuno la nostra pace

sarà un affronto, ma questa

è la strada che abbiamo scelto


sto correndo ma non siamo soli...

ti stringo al petto

per sentire meglio la loro adrenalina


andiamo a insegnare

anche alla più piccola formica

un varco

in mezzo alle giraffe...


posso anche sprofondare 

e finire abbattuto... ci sarà sempre qualcuno

pronto a impedire

che tu ottenga ciò che vuoi.. 


sono di spalle,

i tuoi occhi sul battito delle nostre mani

...Non sarà la prima volta che passeremo per la stessa porta.., sei arrabbiato, solo affamato o per meglio dire, fortemente allungato?...

(Venezia, 26 marzo ‘24)

Let it Run by Jeff Lynne

Bill Laimbeer dei Detroit Pistons nel video Let it Run

martedì 19 marzo 2024

Cantando insieme "You Give Love a Bad Name" (Bon Jovi)

Jon Bon Jovi canta... 
Il 19 marzo è la festa del papà. Per celebrarla, una hit rock che il mio figlioletto ha scoperto su Youtube, e che ci guardiamo ancora insieme: You Give Love a Bad Name (Bon Jovi).

di Luca Ferrari

Passato e presente. Il principio e il ritorno. L'emozione rotta da un'emozione ancora più grande, quella di essere sempre e ancora insieme, oggi più numerosi. Un miglio dopo l'altro, siamo arrivati qui, alla mia settima festa del papà e non potrei essere più emozionato. Grazie a un lavoro principalmente da remoto, ho la fortuna di trascorrere molto tempo insieme a mio figlio, una vera ispirazione per il sottoscritto. Per la cronaca, la rubrica Rock & Basket è nata proprio grazie alla passione per la palla a spicchi che mi ha trasmesso. La festa del 19 marzo la vivo sempre con molta emozione e quest'anno cade proprio di martedì, uno dei giorni in cui fa allenamento di pallacanestro. Da qualche mese ormai, dopo Poison e Guns 'n' Roses, sono arrivati anche i Bon Jovi, riunitisi di recente. Chissà che non capitino da queste parti, e se così fosse, di sicuro lo porterò a vederli dal vivo.  


REALIZZAND OGNI GIORNO QUESTO DESIDERIO

è solo un numero

o ci sono anche mondi cui non siamo davvero mai arrivati?

Le luci di una volta 

si tenevano per mano

e il ricordo più dolce

al massimo era una candela

per immaginare un gomitolo di lana al riparo dai domani...


l’attesa è stata stupore,

le nuvole, almeno quelle,

non sono supersoniche… posso

insegnarti ancora qualcosa

senza che i miei sorrisi

interferiscano con il tuo futuro?


magari un giorno mi chiederai

di colorarci ancora la faccia insieme,

e racconterai la nostra storia


questi luoghi

un tempo erano familiari...

quei luoghi

hanno sempre accomunato

la mia assoluta incomprensione per tutti quelli lì fuori


nenia scanzonata

per quando i pomeriggi

sapevano ancora di sentieri

e la strada si faceva racconto

che potremo riscrivere

ogni volta che lo vorrai


abbiamo cominciato insieme,

perché dovrei pensare

a un finale che non ci veda ancora dolcemente decisi? ... i diari sono per le annotazioni, oggi farò quello che devo, oggi farò quello che mi piace, testimoniare la tua vita che rimbalza da un risveglio a un nuovo elemento... Oggi la mia vita continua come desidero dal giorno in cui sei nato

(Venezia, 19 Marzo ‘24)


Bon Jovi - You Give Love a Bad Name

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